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29 settembre 2002
In un momento
Sono sfiorite le rose
I petali caduti
Perché io non potevo dimenticare le rose
Le cercavamo insieme
Abbiamo trovato delle rose
Erano le sue rose erano le mie rose
Questo viaggio chiamavamo amore
Col nostro sangue e colle nostre lagrime facevamo le rose
Che brillavano un momento al sole del mattino
Le abbiamo sfiorite sotto il sole tra i rovi
Le rose che non erano le nostre rose
Le mie rose le sue rose
 
P.S. E così dimenticammo le rose.
(Dino Campana, In un momento)

27 settembre 2002



La locandina è simile, non si può dire di no, ma il film, sono sicura sarà ben altra cosa (speriamo, almeno).

26 settembre 2002
Mi è sempre piaciuto avere la febbre. Mi sento come in un densissimo batuffolo di ovatta nel quale il mio corpo sprofonda. Una coltre di calore bollente mi avvolge, un'altra mi infuoca i polmoni, e una calda spossatezza interna intorpidisce le ossa, le orbite degli occhi, facendo della mia testa una palla di piombo.
In quel torpore sognante dormo come non mi capita mai. Mi giro lenta nel sonno e tutta la stanza si sposta con me, seguendomi nel mio oblio.

23 settembre 2002
In questo post ho nascosto qualcosa...

Nessun uomo è un'isola, dice About a boy, e neanche il due è un buon numero, perchè se uno dei due cede l'altro rimane solo. Ci vuole qualcosa in più. Non recitiamo uno show dove siamo il personaggio principale e gli altri solo comparse. Quello che facciamo, e che non facciamo, ha un peso. E per ora basta così.

18 settembre 2002
Scrittori wannabe
Non so perchè non mi era capitato ancora di leggere questo pezzo di Ezekiel. Mi ha fatto un certo effetto ritrovarmi in tutti e 7 i punti :-)

"[...] Ho imparato col tempo a riconoscere gli scrittori wannabe del web da alcuni segnali.
a) ESTREMA DESCRITTIVITA', o anche densità di aggettivi spropositata, per ogni dannato sostantivo. Il pallido raggio di luce si posò lievemente sulla robusta libreria di nocciolo ripiena di libri antichi e polverosi.
Sembra di essere immersi nella melassa, è come guardare un film in slow motion.
b) VOCABOLARIO LIMITATO ma ancestrale, incomprensibile anche per Camillo Benso di Cavour.
c) SITUAZIONI STRUGGENTI o sognanti, per trasporre eventi banalissimi che altrimenti, secondo gli autori, non desterebbero alcun interesse. Tipo, la serata in pizzeria dell'altro giorno con Deborah e le amiche si trasforma in una cena di gala al ballo delle debuttanti.
d) TENDENZA AL COLPO DI SCENA finale a tutti i costi, chiara eredità della fiction su rai1. La serata si avviava alla conclusione, l'accompagnai sin sull'uscio di casa e quando si girò per salutarmi...lei aveva la faccia di Elio.
e) ABUSO TOTALE DEI PUNTINI DI SOSPENSIONE, per conferire emotività chissà per quale magia.
Questo assomiglia molto alle risate finte di Drive In e di Striscia la Notizia [risate].
f) in alcuni casi, ABUSO DI PERIODI BRIEVISSIMI per avere uno stile più asciutto e giornalistico, da scrittore moderno, alla Hemingway.
E' buio. Mi giro. Ti vedo. Sei bella. Possibile. A domani.
Questa è una delle conseguenze più fastidiose, grave sintomo di giovanilismo acuto.
Un caso più grave può essere l'imitazione dei flussi alla Joyce, ma qui entreremmo nella psichiatria.
g) CITAZIONI PSEUDOCOLTE e incomprensibili del proprio professore di latino del liceo o della propria amica giornalista di Londra. Questo meriterebbe un capitolo a parte, così come il neoermetismo (la soluzione scelta dai furbi)."

17 settembre 2002
James Taylor
Sono seduti sul tondo muro che cinge la piazza, e sulle gambe bianche e tozze delle statue. La luce blu da dietro disegna le sagome delle loro schiene. In basso cammina una folla tranquilla di gente, ragazzi, signori, genitori, che va e che viene. Noi svoltiamo l'angolo e Piazza del Popolo si apre davanti a noi, brulicante di un insieme vivo di teste, sotto i fari viola del palco. Camminiamo nella parte alta della piazza, tra quelli seduti che mangiano la pizza dalle scatole e bevono birra. Dei bambini si rincorrono davanti alla fontana illuminata, i loro genitori spingono i passeggini vuoti. Ci sediamo anche noi e presto ci raggiungono gli altri. Inizia a cantare. Stesi sui sanpietrini caldi, con la testa posata sui caschi, riusciamo a vederlo sul palco. Canta come nei suoi dischi, intonato e pulito. Un po' chiudiamo gli occhi, un po' ci alziamo per ballare, un po' ondeggiamo seguendo le luci degli accendini accesi. "You've got a friend" è un coro unico e compatto, con me dentro.
E dopo due ore cosi', immersi in un'altra Roma, insieme ad altre 40.000 persone, si esce dalla piazza come infusi di una nuova calma. Anche la temperatura estiva aiuta, e il vento che friziona il viso e le mani, in moto verso casa.

12 settembre 2002
Ieri sera ad un certo punto sono stata presa da un incontenibile desiderio di sapere cosa stessero facendo le persone che conosco, nello stesso momento in cui io mi trovavo seduta in Campo de' Fiori tra un gruppo di inglesi sbronzi.
Allora ho cominciato a telefonare uno per uno (o quasi) a tutti quelli in rubrica e a chiedere "Che fai?" per poi salutare e riattaccare.

I risultati:
Andrea era in motorino, dopo essere stato in piazza a sentire Santoro andava a vedere il film sull'11 settembre.
Anna faceva yoga col suo ragazzo.
Cla guardava Operazione Trionfo.
Claudia e Andrea non hanno risposto, probabilmente dormivano con la loro nocciolina.
Daniele era con gli amici in spiaggia.
Eleonora era in ospedale per accertamenti.
Emanuele stava per andare a dormire.
Fabio era all'Università cercando di studiare ma pensando a Bohemiam Rapsody e osservando un gatto dormire su un tavolo da studio.
Fred stava ordinando due birre ad un concerto dei Giardini di Miro.
Giulio cenava da solo in un ristorante di Trento.
L'altro Giulio mi stava raggiungendo ai Fori Romani.
Gully al concerto jazz sotto il Colosseo.
Leo alla festa dell'Unità con una sua amica che beveva per dimenticare.
Lorenzo guardava i Sopranos.
Mario guardava la tv.
Massy era appena tornato a casa.
Nicola nella sua camera ad ascoltare i Velvet fissando la luce verde della radio sveglia.
Patty guardava col ragazzo "La rivoluzione su due cavalli" in videocassetta.
Roby aveva finito il credito.
Rillo leggeva (per due).
Sara era con me a fare lo stesso giochino idiota.
Tabe chiacchierava dopo aver mangiato pesce in un'osteria.
Vane a cena fuori con le motocicliste.

11 settembre 2002

vignetta di vauro

10 settembre 2002
Ieri avevo deciso che oggi sarei andata al centro, a comprarmi le scarpe viste ai piedi di Francesca, con le quali è stato amore a prima vista. Oggi alle 18.30 non mi andava più. Invece passa Mario e mi convince ad andare. Lasciamo la macchina e prendiamo la metropolitana. Erano mesi che non prendevo la metropolitana. A Piazza di Spagna scende un fiume di gente. Erano anni che non passavo per Piazza di Spagna. Le persone sostano sui bordi delle fontane, su tutti i marciapiedi, la scalinata è un accampamento, suonano, cantano, ridono. Io e Mario tagliamo e raggiungiamo il negozio della Camper. Le scarpe di Francesca non ci sono, e non hanno il 36 di quelle che mi piacciono, esco senza scarpe nuove.
E' una serata calda e piacevole, passeggiamo guardando le vetrine di Via Condotti, facciamo un pezzetto del Corso, poi rientramo da Montecitorio verso il Pantheon. Mangiamo un pezzo di pizza rossa lì e poi proseguiamo a piedi fino al Colosseo, ammirando Roma di notte, e rientrando nella stazione della metro. A quell'ora non c'e' nessuno nelle gallerie, la radio in filodiffusione attacca In my place e noi ci mettiamo a cantare a squarciagola "Please, please, please, come back and sing to me! To me, to me! Come on and sing it out! Now, now!". Arriva la metro a canzone finita. Vicino alla macchina c'e' un cinese, ci fermiamo a prendere due involtini che mangiamo a casa mia guardando Pane e Tulipani. Parliamo di un sacco di cose, parliamo di tutto. Parlo bene con Mario, come se pedalassi una bicicletta molto morbida e affidabile.

9 settembre 2002
Non lo faccio mai, lo faccio ora: voglio ricambiare tutte quelle persone che mi visitano o mi hanno fra i link, se dimentico qualcuno fatemi sapere.
A bottle quotidiano, kiaroblog, sfascio totale, brodo primordiale, due di briscola, ankor, morgenstern, qqg, room69, fake.plastic.trees, PiPunto, Manard, my own private blog, blog trasversale, mosaici, a ruota libera, controlzeta, palomar, Lieveansia, gabrillo, nessuno, byronic, giardino di cemento, lix, atomicpawn.

***

Wile e la Jena mi hanno portato dalla Namibia un omino di legno nero nero con la testa piatta e grossa. Volevo dargli un nome, ci abbiamo pensato per un po', ma oggi riguardandolo sulla mensola dove sta, un po' spaesato poverino, ho pensato che resterà senza nome. I nomi sono un po' una violenza che si fa alle cose, dettati dalla mania colonizzatrice e di possesso.
Così lui, resterà l'omino nero di legno senza nome, a ricordarmi che le parole sono ombre e che l'appuntamento con quella terra lontana è solo rimandato.

4 settembre 2002
Trento - Roma
Incontro con due Testimoni di Gannt, esponenti del movimento "Point Power, Fate l'impresa non fate l'amore".

Loro non lo sanno. Sono sedute davanti a me e parlano. Non so come definirle ma prima o poi troverò un termine per loro. Mi sono alzata sperando di risolvere quel problema di conati che avevo, ma non è servito. Allora scatta il piano B: carta e penna. Voi due finirete nel mio post di fine Agosto, che è meglio che morire in un pensiero nauseante.
- Tipa n.1: Canottierina bianca, pantalone mimetico, scarpa da ginnastica, occhio azzurro. Sul suo tavolinetto ha ricreato la sua scrivania d'ufficio, tanto per non sentirsi spaesata: cellulare, fotocopie della presentazione in powerpoint, penna rossa, liberculo sulla formazione aziendale. E' in vacanza, ma c'è troppo da fare, il colore della scritta "research" della slide numero 4 va deciso immediatamente, pena la fine dell'universo. Quindi passa tutto il suo tempo al telefono, a discutere di una sfumatura di rosso, con una povera grafica dall'altra parte della linea.
- Tipa n.2: Una cozza di mare che punta tutto sulla sua aria sveglia e di ragazza in gamba. Sale a Verona e posa un libricino apparentemente innocuo sul tavolinetto. Titolo: Selling is a woman's game. Sottotitolo: Because you are a woman you have what it makes BIG in sales. Libricino che se in copertina avesse due labbra sporche di yogurt, invece di una donna in tailleur e calze a rete, non si noterebbe la differenza; in fondo entrambe "lo fanno grande" con la vendita di qualcosa. Questa però è costretta a farlo grande in azienda invece che sulla tangenziale, visto che è una cozza di mare come già detto.
Come facilmente prevedibile le due si mettono a parlare:
- Io mi occupo di formazione blablabla -
- Anche io blablabla -
- Ehhh l'ignoranza dei clienti blablabla -
- Progetti come questo possono migliorare il settore blablabla -
- La spinta motivazionale giova all'impresa blablabla -
E la frase mito, che non manca mai:
- ...perchè c'è sempre uno sopra che magari ci capisce un decimo di te e allora devi fare doppia fatica...ehhh se non fosse per la passione blablabla -
Invece di osservare che il cielo fuori è tornato di un blu intenso dopo giorni di pioggia, tu simuli l'ufficio, parli con la tua vicina di ciò che parleresti in orario di lavoro, inquini le mie ferie. Perchè?
Ok, non discuto i gusti e le scelte personali. C'è gente che crede veramente in una qualche utilità delle slide di powerpoint, che crede nel marketing, nella crescita aziendale, nel mercato, nella carriera, negli straordinari, nella forza vendita, nella comunicazione aziendale, nell' e-commerce, nel visual, nel branding, nel concept, nel perfoming better.
Io no.
La mia domanda allora è: posso scegliere di essere in vacanza tutto l'anno e lavorare solo 3 settimane a Febbraio ricreandomi in ufficio una perfetta postazione da spiaggia esotica? Perchè no? Pensiamoci seriamente.
Perchè io credo che ci siano persone che AMANO lavorare. Allora facciamo una cosa a metà: si lavora tutti 3 ore al giorno, o 3 giorni alla settimana, con stipendio che permetta di vivere, e poi, chi vuole, chi davvero non ne può fare a meno, chi non trova altre occupazioni, o semplicemente chi vuole diventare ricco e comprarsi tutti i gadget di questo mondo che si rompono dopo 2 mesi lavora di più.
Sennò dov'è la libertà di scelta?