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30 maggio 2002
Per la cronaca, ho odiato dover (ri)scrivere quanto sotto.
Un anno fa scrivevo quello che oramai dovrebbe diventare il mio manifesto, tante sono le volte che mi viene da citarlo:

"E' cosi' facile odiarmi. E' davvero facile sentirsi feriti, offesi, umiliati da quello che dico e che faccio. E' cosi facile perche' quando mi presento e dico "sono una gran rompicoglioni e finirai per odiarmi" la gente invece di credermi e scappar via a gambe levate si innamora di me come di un oggetto curioso e divertente ("ma guarda quante cose che fa", "ma guarda come parla bene", "vedi che tipetto interessante..."), un oggetto prezioso e pericoloso che crede di poter gestire. Puntualmente poi la gente scopre che sono davvero rompicoglioni, aggressiva, impaziente, lunatica e polemica. E fa finta di non averlo mai saputo. Si accorge all'improvviso che l'oggetto fa rumore, punge, si agita, pesa insomma, e non e' neanche poi cosi' bello.
E cosi' colleziono antipatie su antipatie. Dovunque vado e dovunque sia andata lascio dietro di me una scia acida di rancori e dispiaceri. E sebbene mi continui a dire che questa e' la legge che la natura ha scritto per me, il mio personale spirito selettivo che mi mette alla fine tra persone che amo e da cui sono riamata, trovo meschino che questa natura abbia scelto per me un cosi' basso numero di anime compatibili, infondendomi allo stesso tempo tale voglia di socialita'."

Qualcuno mi ha confessato di aver "mirrorato" questo sitaccio (che detto fra noi rappresenta solo una piccola parte di me). Ecco, quel termine dice tutto. Se leggi e vuoi vedere te stesso, i tuoi desideri, come lo specchio magico di Harry Potter, puoi farlo. Non mi tirero' indietro a quel tipo di gioco. Ma poi non pretendere di avere rapporti con la mia persona. Io sono da tutt'altra parte. In un altro mondo, oltre lo specchio, ben oltre.
O se ancora non e' chiaro tutto si riduce a questo:
Mi trovi insopportabile (o stronza, irrispettosa, aggressiva, e varianti sul tema)? Lasciami stare. Mi trovi sopportabile (carina, simpatica, allegra e varianti sul tema)? Frequentami. Se stai male con me pero', non mi puoi rompere le palle, non posso rendermi sopportabile per il tuo piacere. Il problema e' tuo, la scelta e' la tua. Siamo 6 miliardi su questa terra ed io non sono una medicina che devi prendere per forza.
Spero di aver detto tutto sull'argomento, per l'ultima volta. Anche perche' tutto cio' e' molto Flaming :-)
[11.00]

26 maggio 2002
Amarcord
Ieri mattina c'era un sole stupendo. Vado da Gully per gli ultimi ritocchi alla sua tesi e mi accorgo che le case davanti alla sua sono proprio quelle della pubblicita' della zucca. Mi viene voglia di fare delle foto a quelle case, al mio quartiere, quello dove sono nata. Chissa' perche' non ho mai pensato di fare delle foto a Casal Palocco, mi chiedo. Forse perche' ai luoghi familiari non viene mai in mente di fare delle foto.
Invece torno a casa, prendo la macchinetta e riesco in motorino. Comincio dai bouganville in fiore e dalle villette a schiera lungo le strade che percorro tutti i giorni. Per cercare immagini particolari entro dentro viuzze in cui non ero mai entrata in 27 anni: ancora case, giardini, piazzole, pini. Poi una cosa strana...le strade mi risucchiano in angoli del passato, nella zona dove ho abitato i miei primi 16, lunghi, anni di vita, dove non sono mai tornata che pochissime volte. Sono le 2 del pomeriggio, il sole e' alto, non gira nessuna macchina e nessuna persona, io vado piano in motorino sotto il cielo azzurro, come quando si nuota piano in un lago fermo, e scatto foto a luoghi remoti, all'entrata della piscina ora deserta che io ricordo affollata di ragazzine e ragazzini, il rumore delle mie ciabattine di gomma sulla stradina che ci conduceva li' da casa; l'alimentari dove mia madre andava a comprare il latte e il pane, il capolinea degli autobus dove sono scesa per anni durante le superiori, la mia scuola elementare con gli eucalipiti davanti e mi vedo salutare mio padre, la mia scuola media, la mia vecchia casa, dove adesso abitano degli estranei. E il parco, il parco davanti casa...in quel parco ho festeggiato gran parte dei miei compleanni, quando i miei portavano i tavolini, le cose da mangiare, e le cristal ball di cui ricordo nettamente l'odore e la consistenza; quel parco e le sue stradine dove sono andata in bicicletta con le rotelle e poi senza, dove ho giocato e giocato e giocato, che oggi, mentre ero li', in ogni albero, in ogni cespuglio, in ogni lieve dislivello del terreno mi vedevo ancora giocare, per terra, con le inseparabili Emanuela e Francesca. Noi tre, la biondina, la mora e la rossa.
Per un bel pezzo ho dimenticato chi sono ora e quanti anni ho, e dove sono e cosa ho fatto in questi 10 anni. Me ne sono tanto dimenticata che rifare la strada verso casa, alle 3 del pomeriggio oramai, e' stato come volare avanti nel tempo a velocita' supersonica.
Adesso, mi sembra di essere stata in un sogno, che continua se riguardo le decine di foto scattate o anche se chiudo gli occhi. Eppure non esiste piu' nulla di cio' che e' stato. Non ci sono piu' col mio vestitino giallo e le Kickers con i buchi a scartare i regali, non ci sono piu' con le mie treccine a fare le ruote nel giardino della scuola; non ci sono piu' a giocare a corda, a elastico, a imparare il tuffo di testa cominciando da seduta, ad aspettare l'autobus alla fermata, a comprare Topolino e gli Stickers alla solita edicola, i nuovi astucci e i diari alla solita cartoleria, le BigBubble al solito bar, le Ziguli e le Galatine alla solita farmacia.
Non ci sono piu' a costruire case su quell'albero perfetto per le case sugli alberi.
C'e ancora l'albero. E ci sono io.
[le foto]

23 maggio 2002
Che bello. Ho ricevuto l'assegno dalla mia ex-agenzia americana per un lavorino ino ino che ho fatto per loro, e la capo mi ha detto che posso tornare a lavorare da loro quando voglio, anche per pochi mesi se mi va. E' una bella ancora di salvataggio...andasse tutto a puttane, dico (e in fondo Francois II un giorno vorra' vedere dove e' nato il suo papa').
Me la sono tirata un po', ma ogni tanto ci vuole.
[17.05]

22 maggio 2002
Milanodabere.
Mi e' piaciuta molto Milano, non credevo.
Intanto ha fatto caldo, fin dalla sera in cui sono scesa dal treno e ho raggiunto Vanessa da Tommy, il locale di bikers di cui avevo tanto sentito parlare; ma non devo aver dato il meglio di me rincoglionita com'ero dalla musica e dal viaggio (e dalle chiacchiere e il sorriso di Mik che mi sembrava di conoscere da sempre).
Ha fatto caldo la notte, io e Vane nel suo studiolo in centro, ex-camera d'albergo senza tv e senza telefono (ma tanto non ci sto mai).
E' stato bello anche il giorno dopo, quando abbiamo raggiunto i miei amici da Luini per un panzerotto. E li' ho conosciuto Zoltar, che si aspettava avessi i capelli neri neri come una gatta e invece no (e a pensarci prima facevo passare Betta per me, che i capelli neri ce li ha, e pure gli occhi celesti da gatta). Un gelato e una passeggiata e poi ci dividiamo: Zoltar a cercare fumetti, Vane a ritirare la sua Flaming, io Andrea, Simone e Betta all'HIU tra fumetti e graffiti, dove spendo troppo ma mi passa anche la fame a guardare un libro su "Piercing e scarnificazioni": gente che si fa le peggiori cose ai genitali, tra cui allungarsi le grandi labbra attaccandoci dei pesetti, o dividersi il pene a meta', insalamarsi lo scroto e via dicendo...
Nel pomeriggio cerchiamo il negozio degli Esserini. Cosa sono gli Esserini: beh sono pupazzini di stoffa imbottita con un sassolino al posto del cuore, e un cuore di ricambio. C'e' un Esserino per ognuno di noi, per i timidi, i pensierosi, quelli che soffrono di vertigini. Il test sul sito dice che il mio Esserino e' il numero 122 (mi e' preso un colpo: urge altro test adesso...).
In serata la decisione di dove cenare ricade sul cingalese gia' sperimentato dalla Vane: come dice lei "un dopolavoro cingalese", grosso stanzone con buffet e prezzo fisso, molto buono, con frequentatori di variegata natura. Poi in un locale che solo a Milano potrebbe esistere: stile surfers con musica lounge e un'atmosfera vagamente lesbo nell'aria. Capatina di nuovo da Tommy dove si festeggia, tutti pigiati, il compleanno del Lozzo (un altro bikers con la faccia di Jean Reno) e poi a nanna.
Per quando ci svegliamo e' giusto l'ora di un brunch (a Roma direbbero un che?). Quindi per bilanciare il cingalese davvero poco fighetto (ma sempre trendy, altrimenti non sopravivrebbe a Milano - tutte parole che ho usato solo in questa citta' bada bene) arriviamo all'Officina 12, sui Navigli, in moto. Locale stupendo, cibo buono, dolci supremi, vista incantevole. Passeggiata fino a Piazza Vetra, dove ci raggiungono gli altri per oziare sull'erba fino alle 5.

Quindi lascio Milano, la Vane, i negozi di scarpe da ginnastica con i ricami da 135 euro, le strade-passerella dove sfilano belle ragazze troppo magre e bei ragazzi troppo gay. Questa citta' che sarebbe cosi' anomima nella sua architettura se non fosse per la gente che la vive, perche' Milano e' la sua gente, Milano e' nella donna sui 50 abbronzata, meches, occhiali in testa, pantaloni bianchi di Armani e mocassini, sigaretta e busta firmata; Milano e' la sciampista dai capelli di rame, jeans scoloriti a vita bassa, magliettina attillata, stivale-sabot di coccodrillo e borsettina ascellare; Milano e' l'appartamento al 5 piano senza ascensore ma completamente cablato in fibra ottica, dove vive un web designer che non si affaccia mai sul balcone, ha solo piatti di carta e un guardaroba degno degli Oasis; Milano e' la sua architettura alluminio e pietra, confusa tra il fascismo e gli anni 70. Milano i suoi locali, le sue mostre, gli eventi, la sua cucina internazionale, le comunita' straniere che ci vivono dentro cosi' numerose. Milano e' le sue strade dove non succede nulla, non ci si ferma mai, ma ci si passa per andare dal lavoro all'aperitivo, al ristorante, alla discoteca, a casa, al lavoro di nuovo. Milano che offre ospitalita' nei suoi luoghi chiusi perche' la casa ospita a malapena il suo principale inquilino, e cosi' spesso solo per dormire (e per attivita' accessorie che Vane conosce). Milano citta' del design e del trendy, sempre tirata a lucido e prima sul podio delle tendenze. Cosi' diversa dalla mia Roma delle bancarelle in Campo de' Fiori, delle trattorie, dei picnic a Villa Pamphili, dell'aria aperta o delle cene in terrazza, dove nulla e' mai in o out, ma tutto da sempre, sovrannaturalmente e magicamente, eterno.
[12.40]

...se tutti rispondono di si' significa forse che l'amicizia dilaga e l'amore e' cosa rara? e che si hanno amicizie che dovrebbero essere amore e amori che sono solo amicizie?
[11.30]

20 maggio 2002

...invece lo daro' via, perche' non posso permettermi il lusso di tenerlo. E piano piano, mi abituero' al nuovo.
[18.24]

15 maggio 2002
Gh.

14 maggio 2002
Fiocco azzurro
E' arrivato! E' arrivato! Il mio nuovo bimbo 667MH e' arrivato! Adesso sta riposando a casa. Stasera me lo coccolo.
Ben arrivato Francois II.
[14.18]

13 maggio 2002
Stasera in sala pesi mi si avvicina un tipo "Stiamo facendo un sondaggio: voi donne preferite l'uomo depilato o con i peli??" ho risposto che io lo preferisco con. E fin qui.
Due minuti dopo torna e mi chiede ancora "E, senti, tra uno smilzo e uno muscoloso?" (questa era piu' difficile) "Magro, piuttosto che pompato" gli dico. A quel punto il tipo, in tutti i suoi muscoli glabri belli in evidenza, se ne va mugugnando "Ehhh ma allora uno che ci viene a fare in palestra se vi piacciono magri e pelosi?!?!".
Gli volevo dire che tanto, al dunque, conta qualcosa che purtroppo la palestra non aiuta a sviluppare, te la tieni cosi' come madre natura te l'ha data.
Ah si...vale anche per l'intelligenza :-)
[23.00]

10 maggio 2002
Lo voglio (?).
Questo ciuffo di capelli mi sta proprio rompendo le palle, dove ho messo la molletta? Dov'e'? Uffa, era qui...ma guarda che carino quel passero sul ramo...ehhh la primavera....Toh, la mia molletta.
(Ma cos'e' che cerchiamo? Cos'e' che vogliamo? Vogliamo Qualcuno. Ovunque. E' tutto un vorrei. Siamo desideri ambulanti. Affamati, assetati. Una voglia incontenibile di essere innamorati. Di perderci in qualcuno, qualcosa, ma piu' qualcuno. Giriamo con questa foga negli occhi, nella bocca, le mani che tremano "amare amare amare... datemi qualcosa da amare amare amare...". Gli occhi sbarrati a fissare ora questo ora quello, cercare cercare cercare. Poi ecco, un barlume, in un rapido incrocio di sguardi. Forse lui. Forse lei. Forse tu. Ti amo. Gia' ti amo! O meglio, non lo so se ti amo, ho solo una voglia assurda di amarti. Ah, se solo ti amassi! Fatti amare, tipregotipregotiprego. Sii tu. O tu. O tu, la' dietro. Insomma qualcuno. Qualcuno, io ti amo. Chi sei? Non lo so. Certo che non so chi sei. Non guardo te, non ti vedo. Vedo solo la mia sete. Il mio desiderio. Anzi, il mio bisogno. Una necessita' acciecante. Mi attacco a quei barlumi, perche' voglio credere di amarti, Qualcuno. Ma quelli vanno e vengono, e vanno piu' che vengono. Quando vengono e' carino, quando vanno e' di nuovo buio. E mi arrabbio. Perche' non sei Qualcuno, caro tu? Perche' non sei cosi', cosi' e cosi'? Perche' sei tu invece di essere quel Qualcuno che voglio? Insomma cazzo io ti amo e tu non sei quel Qualcuno? Che ingrato! Che cuore di pietra, non fai nulla per me! Dov'e' il tuo amore? Dici di amarmi e dove sarebbe il tuo amore? Cosa dici? Perche' mi lamento sempre? Ma e' ovvio, ci tengo a te, voglio che cambi, che migliori, che diventi sempre + simile al mio Qualcuno, cosi' potro' amarti per sempre ed essere felice. Ho bisogno di amare, lo capisci o no? Che dici? Tu sei tu? E a me cosa me ne frega?? Io non ti vedo, non mi frega nulla di come sei, chi ti ha mai conosciuto, scusa? Io voglio solo Qualcuno. Di te non mi importa...non ti ho mai considerato. Vedo solo il mio bisogno. Vedo solo il mio amore. Che e' cieco.)

Non e' cosi' che dovrebbe andare.
Dovrebbe essere come camminare per strada, mediamente assorti in stupidi pensieri, e ad un certo punto la camicetta si impiglia, un'insegna colorata colpisce la nostra attenzione, un tombino rialzato ci fa inciampare, e ohhOOooh l'incantesimo e' fatto, volenti o nolenti. Chi cerca non trova un cazzo. E' questa la morale.
Toh, la mia molletta. Cosi'. Cosi' dovrebbe andare.

A tutti voi.
Che vi cercate e non vi trovate. Desiderate e non avete. Vi lasciate credendo di aver amato.
A me.
Che non voglio Qualcuno. Non mi interessa Qualcuno. Mi interessi tu. Proprio tu. E solo tu. Un giorno inciamperemo. Sullo stesso tombino. Ma nel frattempo cammino. Guardo. E mi godo il paesaggio.
[11.40]

9 maggio 2002
Una frase mi ha colpito ieri sera a teatro: "Supremo e' il bene che non raggiungiamo mai" (G. Gozzano).
E' cosi'. Amo cose e persone che non possiedo. Ho bisogno di non averle per amarle.
Che terribile maledizione.
[19.00]

Ma tu non hai mai pieta'?
E' vero, non ho pieta' che per bambini e animali, te l'ho detto. Raramente persone. Ma e' chiaro il motivo: la persona di cui ho piu' pieta', tremendo a dirsi, sono io.
Dire "Ho pieta' di me" significa farsi capire da veramente pochi, 2 forse 3, e farsi fraintendere da tutti gli altri. Correro' questo rischio.
Mi faccio pieta' perche' mi sento una cosa piccola e indifesa e c'e' una parte di me che ha sviluppato, nel tempo e suo malgrado, un senso di protezione nei suoi confronti.
La pieta' e' una forma d'amore. Commovente, viscerale, incondizionata e pathetica.
Provo dunque pieta' per cio' di cui posso prendermi cura. Bambini e animali, raramente persone.
Amo, ma di altra forma d'amore, anche cio' che stimo. E a te, caro il mio Gastone, tocca quest'ultima, visto che ti stimo piu' d'ogni altra cosa abbia finora conosciuto.
[18.30]

E' sempre cosi': si ha voglia di scrivere e improvvisamente non si puo' piu'. Digiland, in concomitanza con il restyling di tutto il portale IOL che nonostante le polemiche a me nella grafica non dispiace (nei contenuti e ora anche nei servizi lasciava a desiderare anche prima), Digiland dunque ha deciso da un giorno all'altro che si puo' accedere al suo FTP solo se connessi tramite Libero o Wind. Io, col mio ADSL della Telecom, sono tagliata fuori. Senza preavviso.
Il lupo perde il pelo ma non il vizio. A me, mi ha perso di sicuro.
[9.10]

Ok ho deciso: Vendo il mio Titanium. Il mio portatilino G4 di neanche un anno.
1800 euro per un T4 400MH, 128MB di ram, 10GB di hard disk, DVD, Modem 56K, OS 9.1 con tutti i programmi Mac di default + Dreamweaver 4, Flash 5, Fireworks 4, Photoshop 6, Illustrator 9, ATM, Office, e altri.

Al mio amico Francois devo l'acquisto di questo gioiellino, che ha segnato un'epoca della mia vita (Chicago, Massy, Blog), e che per questo porta il suo nome.
Ma quel tempo e' finito. Ho voglia di ripartire, tornare all'estero per un po', quest'estate magari. Con Francois II.
Londra, o Parigi. O la solita, chimerica, isola (cubana? greca?)...
[9.00]

3 maggio 2002
Noia.
La maggioranza dei discorsi mi annoia.
E non solo.
Mi annoia e non riesco a sopportare.
Mi assento.
E' da un po' che va cosi'.
La gente mi parla ed io mi assento. Perche'?
Non credo siano le persone, non credo siano gli argomenti. Forse semplicemente non sempre mi va di ascoltare.
Precisione.
Che manca.
Cosa sono tutti questi puntini di sospensione? Questa incuranza nella scelta dei termini? Volersi far ascoltare e non avere la giusta attenzione per gestire il linguaggio. Allora voto per il silenzio, per un'economia delle parole, per le luci basse, la musica alta, il dormicchiare, il sorridere agli angoli della bocca, l'ammiccare, il cazzeggiare un po' brilli senza la pretesa di arrivare da nessuna parte.
Ecco, piu' o meno questo.
[17.40]

2 maggio 2002
Vacanze. Lavoro. Organizzazione. Sole che va pioggia che viene. Matrimonio di Cecilia con i nasi rossi da clown. Battesimo della nocciolina che e' davvero un bel bambino. Ristorante spagnolo. Mare e prima abbronzatura. Libri. Zero tv. Zero giornali. Zero internet. Una stupenda aria di primavera.
E nessun altro pensiero. Nessuno.
[9.40]

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