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28 febbraio 2003
Everybody laughed but you
Tutti risero quando dissi loro
che ti volevo, che ti volevo.
Tutti ghignarono, mi presero in giro
pensarono che qualcuno avesse avvelenato il mio tè.
Tutti urlarono dicendomi che tu
mi saresti costata la luna, e che saremmo finiti lì a breve.
Tutti risero fino a diventare blu
non credettero che le mie parole fossero vere.
Tutti risero, ma non tu.

E' facile perdere di vista gli amici che ti piacciono tanto
o che ti piacevano tanto.
Tutti risero e non riuscirono a prendermi sul serio
e cosi' mi abbandonarono.
A volte ho letto quello che hanno fatto, nei giornali,
hanno calcato la scena.
Se ne sono andati tutti con tante cose importanti da fare
ma io non sono blu.
Se ne sono andati tutti
ma non tu.

Molti anni sono passati
e qualcuno è caduto per strada, li ho sentiti dire.
Tutti sognavano ma quelli che son caduti
stanno dormendo adesso, stanno dormendo adesso.
Si sono arrampicati tutti come edera sul più alto ramo,
era la loro chance.
Hanno arraspato tutto finchè erano in mezzo,
pensando fosse l'unica cosa che potevano fare.
Sono caduti tutti
sono caduti tutti
ma non tu.
(Sting)


:-)
I beagle sono salvi! Grazie Super Pippo!

27 febbraio 2003
A morte l'Uomo.

Ho appena sentito al tg2 che una partita di 30 cuccioli di beagle è stata fermata all'aeroporto di Fiumicino per accertamenti. Vengono da NY e sono destinati ad una industria farmaceutica di Pomezia. Per la vivisezione. Se le carte presenteranno delle irregolarità potranno essere salvati, altrimenti dovranno proseguire la loro strada verso una morte lenta e dolorosa.
Vorrei essere Super Pippo, e andare ad intercettare quel trasporto.

25 febbraio 2003
Un week end nudo e crudo
è carnevale e mentre tutti si travestono io mi spoglio.
Partenza venerdì sera con Intercity per Parma. Viaggio interminabile in compagnia di due romani e di un tipo che si è accorto troppo tardi che il treno non andava a Verona.
Simo mi aspetta per andare a cena dal solito Walter che fa i panini più zozzi della provincia e poi entriamo a vedere Chicago, con una Renèe Zellweger che si', abbiamo capito che sei dimagrita, ma eri meglio prima, e una Catherine Zeta-Jones invece fierissima della sua ciccia, e a ragione. Indimenticabile il tango delle 6 assassine in calze a rete e tacchi dietro alle sbarre, indimenticabile soprattutto per gli uomini ai quali va richiusa la mascella subito dopo.
Poi a casa. La Titti sta male, facciamo due chiacchiere davanti al tè prima di andare a letto.
Sabato mattina si dorme, e poi pranzo in casa con Maurizio, Titti, e Silvia. Tortellini in brodo e culatello. Che non è prosciutto.
Visita a Bardi saltata. Ci accontentiamo di Soragna. Ancora un castello col suo fosso, e del Parmigianino nemmeno l'ombra. Che organizzazione del cazzo.
Risaliamo in macchina e mi addormento alla ninna nanna delle curve. Mi risveglio quando Simo esce dalla stradina principale e scende sulla riva piatta del Po. Ci sono solo canne, sabbia, e un bambino che tira sassi nell'acqua.
Ci sono le altalene. Andiamo su e giù per un bel po', altissimi fino a vedere l'altra sponda. Corriamo, diciamo cazzate. Torniamo in macchina, ancora stanchi, verso casa. Cerchiamo, invano, un film su Stream da vedere.
Giorno dopo, pranzo con parenti a casa della nonna. Mi perdo dietro a certe espressioni dialettali, ma mi tengo occupata mangiando e bevendo.
Poi il momento delle foto. Dalle scatole di latta che nonna Maria tira fuori, mi passano davanti agli occhi trent'anni di vita di una famiglia che mi era completamente sconosciuta fino a un'ora prima.
Poi dallo zio che ha mal di gola, è il suo compleanno e abbiamo un regalo per lui. E' una casa dove si vede e si sente che ci sono dei bimbi piccoli. Giocattoli sparsi e quell'odore dolce di buono.
Alle 4 siamo in macchina, di nuovo per le strade piatte intorno al Po. Curve morbide, campi arati, cipressi lontani e solitari, alberi neri e in fila. Casolari, ancora curve e lunghi rettilinei. Le bandiere della pace alle finestre. Non è il mio paesaggio, cosi' desolato, piatto e disabitato, ma lo ritrovo dentro di me. E' così che si scopre che qualcosa ci piace. Chiedo se d'estate fa caldo. Si' fa molto caldo. Passerò in bicicletta per queste stradine, davanti a questa chiesetta gotica da film dell'orrore che abbiamo trovato chiusa?
Arriviamo a Busseto che i carri di Carnevale stanno passando per l'ultimo giro, per terra è un tappeto di coriandoli, e i bambini cominciano a piagnucolare stanchi del rumore e dei vestiti di Pokemon e di Schumacher che pizzicano sulla pelle.
C'era una luce strana a Busseto, vero Simo? era quasi sera, ecco perchè. Era bello.
Guido io al ritorno. I fari illuminano solo una porzione di strada. Intorno è buio. I casali si intravedono ancora pero'. E i macchinari sono fermi nei cortili, le balle al piano di sopra, i bar sfilano uno dietro l'altro nei piccoli centri abitati che arrivano e subito sono finiti.
Passiamo in albergo da Ileana. Le sistemiano il computer e mangiamo due pezzi di pizza con la nonna. Poi a casa di Simo. L'altra casa. (Perchè Simo è due case, due lavori, due genitori, due figli, due diari, due mansarde, due periodi il prima e il dopo, e due tipi di shampo, due olii per il massaggio da scegliere, e tanti altri doppi e contraddizioni). Arriva anche Silvia, che si addormenta sotto le carezze e le parole della mamma.
Siamo stanchi. Abbiamo la macchina carica della giornata di oggi. Le lasagne della nonna, la pizza della mamma, i profumi, i coriandoli ancora fra i capelli.
Ci addormentiamo tardi, dopo aver fatto l'elenco di tutte le cose che piacciono ad entrambi, dal girare in macchina, al voler fare un viaggio da soli, ai biscotti della Coop, allo scrivere.
Alzataccia il mattino dopo. Lascio Parma troppo presto e volo verso Roma dormendo e scrivendo a ritmi alterni. Pizia ha fame, e il lavoro aspetta. Come tutto il resto che aspetta.


Il post più tenero di Leo.

24 febbraio 2003
Prima o poi doveva capitare
Ho ricevuto questa email stamattina:

"Anzitutto, ciao.
Poi, ho fatto una cosa abbastanza discutibile, perciò vedo di farla breve.
Ogni tanto (per l'esattezza ogni 10-15 giorni) leggo il tuo blog. Non è l'unico che leggo regolarmente, ne consulto circa una ventina in maniera abbastanza sistematica e parecchi altri a caso, quando capita. La ragione è abbastanza semplice, aldilà della curiosità personale: scrivo narrativa e i blog sono una vera miniera di informazioni, fatti, situazioni, spunti, idee.
In un racconto che ho scritto di recente, ho preso una scena praticamente di peso dal tuo post del 20 giugno 2002. Non era un racconto che pensavo di pubblicare (era troppo lungo per le riviste, per le antologie, per qualsiasi pensabile collocazione, al momento in cui l'ho scritto). Adesso, invece, mi è capitata l'occasione di pubblicarlo, e ci terrei. Siccome c'è questa scena che ho preso di peso dal tuo sito - e anche se le parole non sono le stesse, è perfettamente riconoscibile - se mi autorizzi a tenerla, la tengo, altrimenti la taglio e la sostituisco con qualcosa di equivalente.
Spero che la cosa non ti faccia arrabbiare troppo. In genere, poi, per scrivere trame saccheggio l'esistenza di tutti quelli che conosco, e nessuno si scandalizza. Credo che il mio imbarazzo, in questo caso, nasca dal fatto che quello che ho letto sul tuo sito era 'un testo scritto', in un certo senso già elaborato in forma narrativa, e adesso mi sento come uno che ha copiato.
Davide L. Malesi"

Ecco, mi ero immaginata più volte una situazione del genere e mentre cercavo il post del 20 Giugno 2002 mi sono chiesta se avrei dato il permesso o meno. Mi sono stupita a sentirmi propendere per il sì. Ma ci sono milioni di "ma".

1 . Una cosa ho apprezzato molto di questa email: mi ha chiesto il permesso PRIMA di pubblicare. Non è da tutti.
2 . Una cosa mi ha dato fastidio di questa email: non c'è traccia di un complimento. A parte quello implicito dell'essere "saccheggiata". Grazie lo stesso quindi.
3 . Pero' saccheggiare vite altrui non è proprio la stessa cosa che saccheggiare testi altrui. E pure "di peso".
4 . Saccheggiare testi altrui è proprio copiare, giacchè io non scrivo "a caso", per cui qualcuno che fa lo scrittore di mestiere può pensare di trovare spunto da me come lo farebbe guardando il mare al tramonto. Anche io, qui sopra, scrivo narrativa e spendo molto tempo e molta fatica a mettere insieme queste 4 cazzate. E senza saccheggiare testi di nessuno.

Morale: mi sento lusingata da quanto avvenuto. Ma anche spaventata. 'Sta cosa del blog è troppo che mi rompe le palle per svariate ragioni. Quindi, a breve, tolgo tutto e addio. Saccheggiate il più possibile che poi non ce n'è più. Tanto ho scorte per altri 20 anni. Ma purtroppo non posso dare il permesso di pubblicare nulla perchè è già in stampa un libro con i post di questo blog, compreso quello del 20 giugno 2002.

Non me ne vorrà Davide L. Malesi se ho saccheggiato la sua email.

21 febbraio 2003
Alla Pizia la stramba
Avrei preferito che Francesca venisse, ieri sera, a cena da me con le altre ragazze. Ma l'ho perdonata quando mi ha fatto portare da Simona il libricino di Emily la Stramba, con dedica.
Anche Oopsy Daisy, degli stessi disegnatori, con il suo rossetto sbavato e l'aria svampita alla "oops, ho combinato un guaio.." , merita.



Quando sono nata, le infermiere che mi portavano in braccio a pancia sotto per i corridoi, hanno detto a mia madre che assomigliavo ad una tartarughina, con la testa dritta e gli occhi sbarrati. Non ero nemmeno uscita che già avevo fretta di vedere tutto.
Ci pensavo giorni fa mentre andavo in macchina, maledicendomi per aver già rovinato la carrozzeria della mia raganella. Non ho cura degli oggetti, mi dicevo, non so conservare niente.
E' così. Non uso nulla con parsimonia e attenzione. Io consumo. Uso e consumo tutto velocemente e voracemente. Io mangio in fretta, mi sazio in fretta, ho di nuovo fame poco dopo. Io decido in fretta. Faccio, disdico e ricomincio. Rompo e ricompro. Non sono delicata, non assaporo con calma, non ci giro intorno. Io divoro.
E non è solo un atteggiamento pratico. Io osservo con ingordigia, e penso con avidità.
La vita è breve, mi devo essere detta quel giorno di Agosto in giro per i corridoi fra le nerborute braccia delle infermiere, meglio darsi da fare.

20 febbraio 2003
Ma di' soltanto una parola ed io sarò salvata
Voi che strisciavate da me di giorno, adesso non avete il coraggio di aprirmi la porta di notte. Ho bussato e bussato, ma eravate stanchi, avevate sonno, avevate paura.
Oh, vi fa paura questo orrendo spettacolo vero? Non avete un solo coglione da tirare fuori per avere a che fare con me. Capaci solo di false lusinghe e conversazioni salottiere. Cicisbei di una corte che vi marcisce sotto le unghie. Che ve la fate addosso al mio primo "bu!". Dove siete adesso, stupidi mediocri del vostro mondo mediocre? Non vi sentivate prudere il culo anche quando vi avvicinavate alle mie fauci orgogliosi del privilegio e del vostro coraggio? Non era niente, illusi. E lo sapevate, stronzi.
Quanto valore hanno le parole che fate uscire da quella cloaca che avete al posto della bocca? Che valore ha quel distributore automatico di frasi fatte da baci perugina che vi siete ritrovati al posto del pensiero?
Pensavate che non sarei mai passata a chiedervi il conto? Che vi facessi ammirare la mia gola gratis? I vostri spiccioli li cago appena ingoiati, ipocriti della vostra stessa vita.
Sarebbe bastata una parola, per salvarmi. Un'anta che si apre nel cuore della notte e lascia intravedere la luce di una cucina calda e accogliente dove avrei potuto stare per un po'. Porci bastardi, nemmeno allo spioncino siete venuti. Appena sentite le mie urla e il mio pianto avete alzato il volume della radio, riso piu' forte perchè non mi sentissero i vostri amici, e fatto finta di niente. Non lottate altro che per riuscire ad abbottonarvi la camicia la mattina. E non sapete nemmeno farlo bene.
La parola, che voi non sapete nemmeno dove sta di casa, solo quella mi salva. Lei mi cerca, mi tende la mano, e ferma e sicura di sè arriva proprio sul nervo che duole. Lo accarezza e già il mio pianto si placa...passano anche i brividi e finalmente mi addormento, sul quaderno, fra l'inchiostro, svuotata e vestita.
Lei c'è stata. L'amo e mi ricambia come dio comanda. Voi andate tutti a cagare.
Se riuscite a trovare il cesso in tempo.

19 febbraio 2003
Non posso niente.
Tutto questo ben di dio fra le mani e non posso niente.

18 febbraio 2003
E neanche io mi sento tanto bene...
Caro Fabio, Friedmix me lo ricordo eccome. Come se lo ricordano Antonio, Vanessa, Leo, Fred, e pochi altri.
Sono solo i tuoi utenti di Splinder a non ricordarselo.



Quando ti girano i coglioni non c'è niente di meglio della musica.

Se poi è quella dei cartoni animati non si può non tornare allegri in 3 microsecondi. E poi c'è tutto nelle canzoni dei cartoni:
(da leggere canticchiando)

La tenerezza e quel boschetto che è la nostra fantasia:

ma che strano / io non sapevo che un lillipuziano /
un po' folletto e per tre quarti nano /
guardasse i bimbi a naso in su' / su' , su' , su' /
ma che strano / fa la casetta dentro la mia mano /
una libellula per aeroplano / e l'astronave un marabu'.
(belfy e lillibit)

La verità sugli uomini e sulle fatiche della vita moderna:

un cavernicolo è / un uomo forte perchè /
va in giro nudo col freddo che c'è /
pero' che fifa che ha / se un elefante vedrà /
a cento all'ora lui scapperà /
all'età della pietra al mercato non si fa la spesa /
ma dinousari e coccodirlli, che guai /
qui non si mangia mai.
(giatrus)

Tutto il mistero della seduzione:

brutto non sei, o gigi / ma bello no, o gigi /
pur con le donne starai in giro lo so /
ma come fai, o gigi / dimmelo tu, o gigi /
piccolo e buffo a piacere di piu'?
(gigi la trottola)

L'attualità:

c'era una volta / una città / in quell'isola laggiù /
c'era una via che passava di là / proprio dove vivi tu /
c'era allegria c'era felicità / ma la guerra è una follia /
e se qualcuno sorride a te / un domani ancora c'e' /
(conan il barbaro)

I drammi esistenziali:

com' è difficile stare, al mondo /
com' è difficile stare, al mondo /
com' è difficile stare, al mondo /
se non possiamo sbagliare mai.. /
mi piacerebbe scappare, in fondo /
finisco poi per restare io non me ne andro' /
tanto già lo so che poi vinci sempre tu.
(lamu)

17 febbraio 2003
Si', decisamente bruttino in confronto a quelli colorati e dipinti a mano. Ma il cartello promesso, alla fine, la mia controfigura lo aveva davvero. Anche se con una piccola variante...


14 febbraio 2003
Domani
Il mio cartello dirà:
DEMOCRAZIA IN IRAQ / DEMOCRAZIA NEL MONDO
Perchè non voglio sia una manifestazione anti-americana.
Perchè non voglio sia una manifestazione pro-irachena.
Perchè Saddam Hussein è un dittatore.
Perchè il mondo è pieno di dittatori e già pieno di guerre, che tutti fanno finta di non vedere.

In generale sarei per non esportare nulla nei paesi altrui, a meno che non sia un libero scambio, nemmeno la democrazia. Ma meglio quella che la guerra.

13 febbraio 2003
b.georg
Solo tu riesci a parlare di blog così. Il blog ti sta stretto, caro mio.
Ci vorrebbero delle comode sedie con cuscino, una terrazza e una sera primaverile. Altri accessori a piacere. Ospiti assolutamente non a caso.

12 febbraio 2003
AAA. Ignorante cerca di istruirsi
Sono contro la guerra e il 15 febbraio ci sarò. Ma sto cercando prove che Emergency, per citarne una, abbia mai manifestato contro la guerra in Cecenia. E non ne trovo.


Pretesti
Il pacifista è contrario alla guerra, e darà agli Stati Uniti una chance di dimostrare che non ha intenzioni bellicose contro il mondo, inviando apposita delegazione di verifica*, se invece le trova, il 15 febbraio bombarderà tutte le strade con il suo pacifismo.

*verifica che consiste nel chiedere "avete armi di distruzione globale?" e sapere già la risposta.


Colpo basso
L'articolo di Galeano oggi sul Manifesto ci va giu' pesante con gli Stati Uniti. E se dapprima ho detto "cazzo!", esaltata in quella parte di me che non ama troppo gli US, pensandoci meglio guidando la mia macchinetta a benzina verde nel traffico, mi è sembrato troppo facile scrivere un articolo così.
A volte i pacifisti possono essere falsi come certi animalisti. Come una bella donna fresca d'acquisto di una vera pelliccia di castoro, che supplica il suo rivenditore di non provocare più la morte di tanti animaletti innocenti.
E non nascondetevi, che vi spunta la coda da sotto l'eskimo.


Stasera vedrò la faccia di qualcuno che si è trasferito per amore. Ha lasciato la sua città di sempre, i suoi amici, il suo lavoro, ed è sceso al sud. Per la persona che ama.
Avrebbe potuto avere il viso di un ragazzo scarno e solitario, l'animo saturnino e pieno di sogni. Oppure quello di una ragazza piccola e devastatrice, idee chiare e sentimenti forti. O, meglio di tutti, quello di un piccolo tesoro vivente con scarpe da ginnastica.
Avrebbe dovuto avere questi volti, e tanti altri probabilmente.
Invece vedrò un ragazzo con i capelli lunghi, tatuaggi e moto sotto il culo. Ma avrà gli occhi innamorati, e la fortuna presa al volo fra le mani.
Quanto basta per essere felici.



11 febbraio 2003
Se qualcosa può andar meglio lo farà, ho detto.

10 febbraio 2003
Se qualcosa può andar meglio lo farà.


Se non ora, quando?
Quando mi viene in mente di fare qualcosa, difficilmente finirà che non la faccio. Possono passare dei mesi, degli anni forse. Puo' passare cosi' tanto tempo che sarò in ritardo quando deciderò di realizzare la mia idea. Ma alla fine quel momento arriva.
Tentar non nuoce, mi dico. Che non si dica, invece, che non c'ho provato. La mia paura della vecchiaia non è nelle rughe ma nei desideri non schiusi.
E se uno di questi si presenta più volte, tenace, dapprima come pazzia, poi sempre più di casa, allora è sicuro che prima o poi, io, mi organizzerò per realizzarlo. Non importa con quante probabilità di successo. Non importa con quante difficoltà. Se son rose fioriranno, mi dico.
Questo non toglie che prima di buttarmi, la paura non faccia capolino con la sua vocina, a dirmi "Ma chi te lo fa fare? Non lo sai che chi d'amore ferisce d'amore perisce?".
Ma la speranza è l'ultima a morire, mi dico. Ed io a volte non posso farci nulla, mi butto perchè non ce la faccio più a camminare su e giu' per il precipizio, perchè non sopporto le cose a metà; meglio una decisione, anche la peggiore, della titubanza. Meglio un giorno da leone che cento da pecora, mi dico.
Troppi proverbi mi dico adesso che non ho detto al momento giusto. E nei proverbi c'è tutto quello che vorremmo sapere quando cerchiamo gli amici ed è notte fonda.

7 febbraio 2003
La raganella ha fatto crack
Provenivo lungo via xxx in direzione rettilinea, mantenendo il limite di velocità, quando all'altezza dell'incrocio con via xxx una vettura non rispettava l'obbligo di precedenza e si immetteva da destra sulla mia strada nella mia direzione. Io rallentavo in tempo ma passata quella mi trovavo davanti la vettura del signor xxx che proveniente dalla mia strada in direzione opposta decideva di girare tagliandomi la strada. Non potendo evitare l'urto andavo a colpire la sua coda provocando danni al paraurti, al parafango e al cofano della mia vettura. Uscivo bestemmiando, sbraitavo col signore che non ammetteva la sua colpa e aspettavo 2 ore i vigili al freddo, ascoltando i racconti del simpatico signore che non si risparmiava di dirmi che la macchina non era la sua perchè l'aveva incidentata una settimana prima.
Telefonavo a mio fratello che con il mio capo venivano a dare un'occhiata prima di andare dal cliente e scendevano dal coupè nero, vestiti di nero, con occhiali neri e vento che alza le ali della giacca mentre attraversano la strada, provocando tanta paura nel signore.
Me ne tornavo mogia mogia in ufficio svolgendo le pratiche con l'assicurazione e concludevo la giornata ricordando la filosofia degli oggetti di Tyler Durden. Fregatene di cio' che possiedi, o saranno loro a possederti.
Raganella, non mi farai mai tua schiava.


Fermatemi
Dopo settimane chiusa in casa ieri finalmente, a seguito di una rassicurante notizia, sono uscita. Yeee. Cinema con Manu a vedere Prova a prendermi, che è la storia di un ragazzo che vive di truffe per riscattare il padre davanti al mondo e farlo tornare insieme alla madre, e quando perde il padre accetta di chiudersi in un ufficetto dell'FBI per lavorare con il ligio agente che lo aveva inseguito e che non riuscirà mai a vedere in lui altro che un abile truffatore.
Mi è venuta voglia di fare mille cose.
Di vedere il Parmigianino questo sabato.
Andare all'Auditorium di Lettere a vedere Tango, mercoledi.
I Manhattan Transfer al Parco della Musica il 26 (se non è già tutto esaurito).
Alla Biblioteca Nazionale c'è una mostra dei disegni di Alvar Aalto.
C'è lo spettacolo di Piovani a Bologna ad Aprile.
Intanto ho i biglietti per Haber, Proietti, e Michel Camilo Trio.
E poi voglio abbonarmi all'Internazionale.
Non credo affatto negli oroscopi, ma quelli di Rob Brezsny sono molto di più.

6 febbraio 2003
La bellezza della desolazione
Speriamo i bambini non debbano mai giocare come in questo video degli Sigur Ros.


Mi sta togliendo il sonno, ma il libro va avanti e mi piace.


Tatumania
Ma con questo bacio in bocca tra la Marcuzzi e la presentatrice gemella tedesca al Galà della Pubblicità, cosa diavolo avranno voluto dire?


5 febbraio 2003
Le canzoni che hanno segnato la mia vita
In ordine cronologico:

Infanzia
El pueblo unido - Inti Illimani (la prima canzone, in assoluto, che ricordo)
Peline (in una registrazione papà la suona ed io la canto)
Gundam (non so perchè ma mi fa venire la pelle d'oca)
Vecchio scarpone - G. Latilla (mamma che canta)
Les amoureux des dans publics - G. Brassens (papà che suona)
Qualcosa da aspettare - E. Jannacci (papà che suona)
Chiaro di luna - Beethoven (io e papà)

Adolescenza
Live to tell - Madonna (ah...i lenti..)
Adesso tu - E. Ramazzotti (22 poster appesi al muro avevo...)
A Pa' - F. De Gregori (i fuochi di bivacco agli scout)
Wish you were here - Pink Floyd (Tommy e il suo gruppo)
Sultans of swing - Dire Straits (Tommy e il suo gruppo)
Malinconoia - M. Masini (crisi adolescenziali)
Preghiera in Gennaio - F. De Andrè (...)
Jenny - V. Rossi (io e Tommy)
Il nostro caro angelo - L. Battisti (Andrea N. in auto verso Bolsena)

Post adolescenza
It's probably me - Sting (travagliata estate '93)
Vedi cara - F. Guccini (a Claudia)
El condor pasa - Simon and Garfunkel (Massy)
Cara - L. Dalla
(Massy)

Recenti
La cura - F. Battiato
(è tutto qui)
Take five - Dave Brubeck
(primo amore per il jazz)
Confortably numb - Pink Floyd
(Joe)
The house of the rising sun - The Animals
(New Orleans)
Ok Computer (tutto) - Radiohead
(Chicago)
Mad about you - Hooverphonic
(prima canzone ascoltata appena tornata in Italia)

cfr. Emmebi

4 febbraio 2003
E invece io stanotte ho sognato la cosa più brutta che posso sognare. Quella cosa che nemmeno nomino. Strano perchè ero proprio rilassata, non avevo mangiato nulla di particolare, e dormivo nella mia solita posizione.
E invece mi ritrovo a chiedere un passaggio per strada, e un camioncino scoperto, pieno di messicani stanchi dal lavoro, mi carica su'. Durante il tragitto il camioncino diventa un camper, e i messicani diventano delle ragazze che chiacchierano e ridono. Una di loro, stravaccata su un'altra, ride un po' troppo. Ride sguaitamente e non riesce a smettere. Ha una maglietta bianca attillata con il disegno di Joker che ride, in rosso. La guardo ridere come ride Joker sulla sua maglietta. E mentre ride e non riesce quasi a respirare dai singhiozzi, penso che sembra proprio quando una persona sta...E infatti si piega e comincia a...per terra. E ne fa tanto, ma tanto, ma tanto. Io mi giro, non la guardo. Penso che sapro' tenere duro. Penso che sfiga che sia capitata proprio li'. Spero che non mi arrivi l'odore. E spero che non riaccada prima che il viaggio finisca. Ma mentre sto li' a tenere duro mi sveglio. E cerco di pensare ad altro, anche se la testa va sempre a quella scena. Penso alla storia di chi aveva quel dolore ai piedi e si era abituato, e poi quando si è curato, bastava poco, gli è sembrato impossibile aver resistito tutto quel tempo. A me sembra impossibile che un giorno quella cosi li' non mi possa gettare nel panico come fa oggi.

3 febbraio 2003
Quando andavo a scuola prendevo l' autobus tutte le mattine. Un giorno il ragazzo che mi sedeva accanto mi chiese se il libro che avevo in mano, Il gabbiano Jonathan Livingston, lo stessi leggendo o studiando, perchè aveva notato che con la matita sottolineavo dei passaggi. Gli risposi che lo stavo solo leggendo ma che mi piaceva ricordare le parti più belle. Cominciammo a parlare di libri e continuammo per tutto il tratto dell'autobus e della metropolitana. Prima di scendere mi scrisse su un pezzetto di carta i libri che secondo lui mi sarebbero piaciuti:
Il rosso e il nero di Sthendal
Le affinità elettive di Goethe
Figli e amanti di Lawrence
Giro di vite di James
Grandi speranze di Dickens
Vorrei dire a quel ragazzo che non ho più visto, che quei libri li ho letti, e che aveva davvero ragione: mi sono tutti piaciuti moltissimo. Grazie.