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26 giugno 2002
Sara' il caldo, ma faccio sogni pienissimi e assurdi.
Stanotte giravo a piedi nella notte in una cittadina medievale piena di gente. Parlavo con le persone, mi fermavo a guardare i negozietti, una rivisitazione della serata di ieri tra la folla di Trastevere e l'afa serale.
Al momento di rientrare in macchina vedo arrivare dal fondo della strada due persone che conosco, una delle quali ha una maglietta arancione. Voglio quella maglietta ma sono in macchina, sto andando via, e poi i due passano ma non si possono fermare. Rivedo la mia maglietta addosso al tipo, che ora sta solo in mezzo ad una piazza vuota. Gli corro incontro e lo abbraccio. E' cosi' magro che lo stringo completamente con le braccia. Mi fa una linguaccia ridendo ed io lo bacio.
Sara' il caldo.
[12.58]

25 giugno 2002
Con il mio portatile in terrazza dopo cena. Digitare al fresco. Pizia a pelle di leopardo sulla panca. La musica bassissima. Il vociare dei vicini sulle terrazze davanti a me, che cala verso le 23 quando rientrano. E poi si spengono le luci. A quel punto è completo silenzio. Grilli. Luna piena. Sulla mia terrazza al buio da sola. Che pace...

E che ricchezza il silenzio.
[1.20]

24 giugno 2002
E' avvilente l'inedia che dilaga nel genere maschile. SVEGLIAAAAAA!! Op-Op, su' con quel culo.
[10.40]

20 giugno 2002
Giorni fa ero a Piazza Farnese. Erano le 2 di notte e me ne stavo sdraiata sul bordo della fontana. Era prima di questo caldo e intorno a me, nella penombra, c'era un gruppetto rumoroso di ragazzi sui 16 anni e una coppia avviata lontano da me. A darmi le spalle invece un uomo e una donna che chiacchieravano. Lei avra' avuto intorno ai 33 anni, bella donna, abbronzata, ricciolina e bionda, bel corpo asciutto, belle gambe dentro una minigonna jeans, bel sorriso, voce calda e un certo tocco di classe nei gesti. Lui sicuramente piu' giovane, sicuramente piu' impacciato rispetto alla sicurezza che lei dimostrava, a tratti spiccicato al cantante dei Tiromancino.
Lei parlava e parlava, sempre col sorriso e sempre guardandolo negli occhi. Gli raccontava di ristorantini e localini di Roma, di cose buone da mangiare, delle sue ricette, lui si alzava dal piccolo muretto dov'erano seduti e poi si risedeva. La mangiava con gli occhi, mentre lei lo cucinava con i suoi racconti culinari. Ed io non sono riuscita a distogliere la mia attenzione da questo primo appuntamento. Sicuramente un primo appuntamento. Li guardavo e pensavo a quanto erano diversi, a quante volte lui ci avra' pensato prima di chiederle di uscire, alla serata che avevano appena trascorso, magari al ristorante, poi un gelato, e ora li', alle 2 di notte, al dunque. Lui continuava a tentare di stare a suo agio ma era chiaro che cercava un varco. Lei parlava, voce bassa e suadente, gli indicava come arrivare in quel localino dietro i portici e faceva gesti con le braccia proprio davanti al suo viso, e lui rimaneva immobile a sentire l'odore della sua pelle.
Si sarebbero baciati, tra poco, forse 5 minuti, forse mezzora, ma quella sera si sarebbero dati il primo bacio.
Li ho guardati mentre pensavo anche ai fatti miei, ma gli ho rubato tutta quell'eccitazione. E mi sono accorta di come si stavano avvicinando. Lei raccontando di questo o di quello gli aveva ad un certo punto sfiorato il gomito, e poi aggiustato il colletto della camicia. Lui non aveva esitato e aveva girato il suo braccio intorno alla sua vita, ma tutto poi era tornato normale. Non c'era nulla di goffo, era una danza assolutamente naturale, che quella fontana di Piazza Farnese conosce benissimo, come molte altre piazze del mondo.
Poi lui era seduto e lei in piedi davanti a lui, lo ha cinto con le braccia continuando a parlare e a ridere con naturalezza. Lui e' rimasto bloccato per un attimo, ma poi il bacio e' partito, pieno di passione e lunghissimo, come se avessero aperto i cancelli, come se esplodesse, come se avessero resistito abbastanza. Mi sono alzata e mi sono velocemente allontanata, mentre si stringevano e la cosa cominciava a farsi seria.
Ho pensato ai primi baci. A come cambia il tono di voce e il tono dei discorsi appena dopo il primo bacio. A come poco importanti erano i ristorantini, i locali dietro i portici, gli stufati e il resto, parole inutili per dire una sola cosa, continuamente, costantemente, fino a non farcela piu' e a non riuscire piu' a trattenersi.

Chissa' dove saranno adesso e quanto l'abitudine avra' gia' cancellato di tutto questo. Il loro primo bacio pero' e' fermato qui.

19 giugno 2002
Oggi mi dedico questa canzone stupenda...

La stagione dell'amore viene e va
i desideri non invecchiano quasi mai con l'età
Se penso a come ho speso male il mio tempo
che non tornerà
non ritornerà più.
La stagione dell'amore viene e va
all'improvviso senza accorgerti, la vivrai, ti sorprenderà.
Ne abbiamo avute di occasioni
perdendole
non rimpiangerle
non rimpiangerle mai.
Ancora un'altro entusiasmo ti farà pulsare il cuore
nuove possibilità per conoscersi
e gli orizzonti perduti non ritornano mai.
La stagione dell'amore tornerà
con le paure e le scommesse
questa volta quanto durerà?
Se penso a come ho speso male il mio tempo
che non tornerà
non ritornerà più.

[9.50]

15 giugno 2002
Oggi sono andata al mare in motorino. Da sola. Passando per la pineta.
Ho preso il sole in spiaggia leggendo il mio libro e guardando le persone intorno a me. Poi sono andata a rinfrescarmi in acqua e cinque minuti dopo stavo nuotando a largo. Erano anni che non facevo un bagno vero. Non e' mai abbastanza calda l'acqua per una freddolosa come me, ma stavolta non volevo piu' uscire. Ho fatto un bagno lunghissimo e solitario. Da lontano la spiaggia era colorata e affollata ma io non sentivo che un lontano vocio. Poi mi sono messa a pancia in su', immobile, lasciandomi dondolare dalle onde di un mare quasi piatto, e mi sono rilassata come neanche un massaggio shiatsu avrebbe potuto fare. Non ero andata al mare per fare il bagno, e invece sara' probabilmente la cosa piu' piacevole che ricordero' stasera.
Tornando verso riva ho anche salvato una coccinella che annaspava sulla superficie dell'acqua. L'ho messa nella borsa e dopo altre due ore di sole e il viaggio in motorino verso casa di Emanuela, era ancora li'. Quindi l'ho lasciata su una foglia del suo rampicante.
[16.00]

12 giugno 2002
Si parla troppo.
E' davvero l'overdose della comunicazione.
Credo che se la mia intolleranza diventera' insopportabile mi faro' raggiungere solo da lettere scritte a mano. E dalla presenza fisica, ovvio.
E' di nuovo il momento per una disintossicazione.
Sono una logoinomane recidiva. cazzo.
[12.32]

7 giugno 2002
Stasera vorrei tanto andare a vedere Jules et Jim al cinema.
Ma non ho voglia di uscire.
Come non ho voglia di cucinare e di mangiare.
Come non ho voglia di chiacchierare.
Ma vorrei tanto vedere Jules et Jim al cinema stasera.
Ecco, vorrei andarci con qualcuno e non dover parlare.
Vorrei conoscere qualcuno cosi'. Che puoi uscire, stare insieme, senza dover per forza ridere e scherzare. Poter stare vicini, e sentirsi vicini anche in silenzio, godersi un bel film senza dover commentare. E poi magari una pizza e una passeggiata. Sorridersi e capirsi.
[20.23]

4 giugno 2002
Davanti alla mia banca c'e' un parcheggio troppo piccolo, sempre troppe macchine e lasciate li' troppo male. Io arrivo e sono occupati i posti lungo le strisce, quelli in seconda fila davanti alle strisce, quelli nascosti alle seconde file davanti alle strisce. Poi ne intravedo uno ma per infilarmi devo fare un notevole zigzag tra le altre macchine. Scendo e quando sto per entrare proprio il posto davanti alla porta si e' liberato e una Seicento grigia arriva sparata e ci si piazza.
Ecco, c'e' chi sopravvive zigzagando qua e la', e chi trova il posto davanti alla banca.
Come sono stanca stamattina...
[10.10]

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