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29 maggio 2003
Una Pizia alla radio
Stasera alle 20.00 sono ospite di Enzo e Laura a Polaroid (Radio Città 103, per Bologna e provincia).


Pizia: non ci posso credere, te le mandano sul serio le foto?
Io: certo. Questa è l'ultima arrivata.
Pizia: e chi te l'ha mandata?
Io: si firma Alfonso. Ci metto il link aspetta...



Pizia: cos'è quel monolite grigio che ha sul comodino?
Io: una cassa, credo...
Pizia: e dov'è il resto dello stereo?
Io: e che ne so? saranno fatti suoi...
Pizia: ma dì la verità, ti è arrivata solo questa...
Io: no, ne ho altre. Poi te le faccio vedere...
Pizia: guarda che non vale fare la foto al libro su tutti i comodini di Casa Mercato.
Io: sono contenta che Simo non abbia ancora fatto l'uomo lasciandoti tutte le zecche addosso.
Pizia: anche le zecche sono figlie di Zeus.


Ho perso le chiavi di casa (cancello, portone, garage, porta, posta, ufficio, casa di simo, casa di mamma, cancello casa di mamma, motorino).
Che vorrà dire?

28 maggio 2003
BlogOut
Credo non potesse esserci migliore recensione-lancio. Bravo Wile.


Ci sono scrittori che si riconoscono dall'odore. Sono riconoscibili come un odore. Per esempio basterebbe un:

- Vran.

per capire di quale autore stiamo parlando. Anche se ciò che segue è altrettanto riconoscibile:

Un giorno si svegliò, uscì dal letto, scese nel parco, arrivò sul bordo dello stagno e quel che vide fu: nulla. Un altro si sarebbe accontentato.

A me questo autore non piace. Mi piace lui, il suo modo di raccontare a voce, ma non i suoi libri (tutti perfettamente riconoscibili).
Trovo che già questo scrivi meglio:

E’ magro. Abbronzato. Una bolla di zanzara in fronte. I capelli neri, tagliati corti, alla meno peggio, da sua madre. Un naso all’insù e due occhi, grandi, color nocciola. Indossa una maglietta bianca dei mondiali di calcio, un paio di pantaloncini jeans sfrangiati e i sandali di gomma trasparente, quelli che fanno la pappetta nera tra le dita.

Ma ieri sera (scegliendolo a caso da leggere insieme ad alta voce) io e Simo abbiamo scoperto lui:

Forse, pensa Luca, in cronaca c'è già scritto tutto, poche righe ma chiare, che spiegano bene cosa è successo, chi mi porto nella spider, dove vado, cosa accadrà. Da qualche parte di sicuro c'è già scritto tutto, fino alla fine. Di nostro nella vita ci mettiamo solo gli aggettivi, pensa.
(...)
Poi quel rottame ruota un poco la testa tonda verso Luca, mostra la faccia gonfia, le botte, gli anni, un sorriso di sole gengive.
E con una punta di ribelle soddisfazione Luca di colpo pensa: ma quale bravo ragazzo, io voglio mettermi in un guaio bellissimo, farlo fiorire, abitarci.


E' Marco Lodoli, Il vento.


Vorrei che Simo facesse l'uomo e togliesse le zecche al mio gatto.

27 maggio 2003
I had to stay for the night
Mi sono alzata dicendo che avevo bisogno di andare in bagno, invece ho preso la direzione della porta e sono uscita da quel pub. Pioveva e non era nemmeno mezzanotte. Mentre tutti mi immaginavano al cesso, continuando a parlare intorno alla mia sedia vuota sulla quale avevo lasciato la mia borsa e il maglioncino di cotone, io inserivo la retromarcia e sgommavo via dal parcheggio umido. Per andare dove non lo sapevo.
Ho preso una strada tutta curve, sù sù per le colline, e ho guidato a lungo. Le abitazioni si diradavano, le macchine hanno smesso di incrociarmi. Poi ho voluto lasciare la strada asfaltata, e ho continuato per una stradicciola fra gli alberi, nel buio più pesto. Sì che ho avuto paura, ma più ne avevo più tenevo stretto il volante senza alcuna intenzione di tornare indietro.
Sono arrivata su un terrapieno, gli alberi si sono aperti e il cielo mi ha respirato sopra la testa. Ho rallentato perchè i miei fari hanno illuminato un casale, in cima al terrapieno, con le finestre illuminate debolmente. Mi sono avvicinata piano, gli pneumatici schizzavano via la ghiaia. Fuori erano parcheggiate alcune auto e una moto nera. Ho immaginato fosse un ristorante, mi sono fermata e sono scesa senza sapere che cosa avrei chiesto.
Una volta dentro mi sono trovata davanti ad una piccola reception vuota. Una lampada ad olio illuminava un angolo della tappezzeria di velluto verde e il legno sotto ai miei piedi scricchiolava. Delle voci arrivavano da oltre i muri e le carte da parati a strisce.
Era un albergo, e c'era della gente. Che aveva mangiato assieme e adesso beveva e rideva sprofondata sulle poltrone e i divani, immaginavo.
Un uomo si avvicina mentre sono assorta e mi dice gentile:
"Buonasera, hai bisogno di qualcosa?"
"Vorrei una camera, grazie..." gli ho risposto senza pensare.
"Benissimo, abbiamo la 123, una singola con bagno e finestra verso nord e la collina. Primo piano in fondo al corridoio. Hai bagagli con te?"
"no.."
"Ottimo, ti accompagno".
L'ho seguito nel buio sù per le scale senza fare rumore. Mi ha aperto la stanza e sulla porta si è chinato per baciarmi appena le labbra. Mi sono sentita improvvisamente stanca e appesantita, sono entrata nella mia stanza dall'acido odore di chiuso e mi sono buttata sul letto vestita; senza addormentarmi mai davvero ho avuto per tutta la notte l'impressione che qualcosa non smettesse mai di accadere nelle altre stanze. Passi sopra di me, bisbigli oltre la mia parete, voci in fondo al corridoio, We are all just prisoners here of our own device, rumori ottusi di posate e stoviglie, colpi di tosse e sciacquoni del bagno, ancora passi avanti e indietro, risatine, pianti sommessi, la ghiaia di fuori calpestata da un passo sicuro.
L'impressione di conoscere già tutti gli ospiti di questo strano hotel.

26 maggio 2003
Sabato volevamo dipingere. Avevamo colori e pennelli nuovi. Avevamo anche pensato di cominciare dalla porta della camera, facendo un bel disegno sul vetro. Ma non avevamo il disegno. Così abbiamo smontato la porta, l'abbiamo portata in giardino piazzandola in orizzontale su due sedie, e dopo averla fissata per un po' abbiamo cominciato così, senza un disegno, io da una parte e lui dall'altra.
Lui ha cominciato a darci sotto con pennellate di blu e di nero, ed io a disegnare terre e oceani. Ogni tanto sbirciavo dalla sua parte e lui sbirciava dalla mia, ma non dicevamo nulla. Le due parti non avevano nulla a che vedere l'una con l'altra, lo sapevamo e facevamo finta di nulla. Nel silenzio lui mandava giù la mia infantile arte figurativa ed io il suo nero astrattismo esistenzialista. Finche' nel mezzo ci siamo sovrapposti, io ho cominciato ad aggiungere del bianco sulle sue pennellate, e lui è venuto a fare il suo fondo intorno al mio disegno. Mi guardava timoroso, puntinare col pennello dalla sua parte, ed io lo tenevo d'occhio mentre spalmava verde e bronzo intorno al mio disegno delicato. Poi ci siamo sostituiti di nuovo, io ho aggiunto una fiammata blu e viola e lui dei guizzi neri, poi del tratteggio bianco mentre io svirgolavo con il rosso qua e là.
E quando abbiamo finito era bellissima. L'abbiamo lucidata e rimontata sui gangheri, e poi ammirata increduli. Questa porta che abbiamo chiamato fiducia e che non può avere nessun disegno a priori.

23 maggio2003
Continuo a leggere Sibilla Aleramo. Continuo a cercare cose sui Blog Tale.
Scopro che Sibilla nel Luglio 1924, quando scrive le sue lettere d'amore tanto poco interessanti per l'amore quanto invece per il mondo che racconta fra le righe, stava qui dove sono io, fra le colline di Salso, a curarsi. E mi ritrovo in lei alle pagine (con orecchietta) 22, 37, 45 e 69.
E scopro che Luisa Carrada terrà un laboratorio di scrittura professionale, il 30 e 31 Maggio, a Milano.
Continuo a leggere, e a scrivere, e sto da dio.

22 maggio2003
Pizia la gatta se ne sta acciambellata sul letto sorniona, io sono arrivata alle 10 del mattino dopo quasi 5 ore di autostrada. Fa finta di niente ma dopo 10 giorni senza di me le sue fusa la tradiscono...
Io: allora, come sei stata 10 giorni senza di me?
Pizia: sono sopravvissuta...
Io: lo vedo, ma ti sono mancata un pochino?
Pizia: un pochino. sì.
Io: mh..
Pizia:...
Io:...
Pizia: e a te come è andata la presentazione e il resto?
Io: bene!
Pizia: hanno chiesto di me?
Io: di te? mah, veramente no...
Pizia: eppure sono in copertina mi pare, e parli anche di me nel libro, o quei pezzi te li hanno tagliati?
Io: no, no, quelli non me li hanno tagliati, ma davvero, di te non mi ha chiesto nessuno, mi spiace...
Pizia: e ti credo! nemmeno una mia foto ci hai messo! c'era quella bella, quel primo piano sulla poltrona colorata, e quell'altra di quando mi arrampico in finestra con le mie belle zampe...Bah, meglio così, almeno rimango anonima, IO.
Io: mh...cos'è sei gelosa?
Pizia: no, no anzi guarda, sono contenta per te e i tuoi amici. e comunque non ti credere che non abbia anch'io il mio giro di contatti.
Io: Ah si?
Pizia: sì, da qualche giorno ho anche un'intensa corrispondenza con Ulisse.
Io: e chi è Ulisse?
Pizia: il gatto di...oddio non mi ricordo come si chiama, quello delle orecchiette ai libri.
Io: Palomar?
Pizia: sì, lui.
Io: bhe? è simpatico questo Ulisse?
Pizia: molto, anche se per rompere il ghiaccio mi ha chiesto di te (uffa sei sempre fra i piedi).
Io: e cosa ti ha chiesto? (sei tu che sei sempre fra i piedi, bella).
Pizia: mah così...come ti senti dopo il libro, se ti fa impressione pensare alle case dove finirà, su comodini sconosciuti e borse e stanze lontane...
Io: ma pensa te cosa andate a pensare voi gatti. cosa gli hai risposto?
Pizia: che non lo sapevo, ovvio...ti fa impressione pensare alle case dove finirà il tuo libro, su comodini sconosciuti e borse e stanze lontane?
Io: boh, calcolando che di quelle 100 copie che venderò 70 andranno a parenti e amici dei quali conosco bene comodini e case, diciamo che la curiosità non mi uccide.
Pizia: Ohhh, 100 copie, non ti sopporto quando fai la finta modesta! Dai saranno 200 sù...
Io: stronza.
Pizia: io invece sono curiosa, e se fosse il mio libro chiederei ai 4 gatti che se lo sono comprato di mandarmi una foto del libro e del posto in cui lo tengono in casa.
Io:...e non saresti per niente originale visto che un'idea così l'ha avuta già Dave Eggers.
Pizia: e chi è Dave Eggers? Che vuoi che mi importi di Dave Eggers?
Io: e poi, se qualcuno mi manda la foto del libro accanto al cesso, o nel cesto del rudo, come la prendo?
Pizia: eh oh, l'hai scritto, l'hai pubblicato, adesso ti prendi quello che torna indietro, fa parte del gioco cara.
Io: non ti sopporto quando fai la finta superiore.
Pizia: bhe, pensaci, secondo me è un'idea carina...adesso scusa, mi si chiudono gli occhi e c'ho proprio bisogno di dormire...
Io: la vuoi una grattatina?
Pizia: oddio sì, magari...

E va bene, si accettano foto del libro e di cessi e quant'altro...

21 maggio 2003
Quando a Roma piove in Primavera sono due le cose: c'è Leo nelle vicinanze oppure mi sono messa la gonna.

20 maggio 2003
Balorda 2003 edisione "Dammore t.v.t.b."
Domenica, finalmente, dopo averne sentito parlare per anni sarò anche io alla Balorda, la notissima corsa a una o più ruote (no mezzi professionistici), in costume (no abbigliamento decoroso) con rifornimento obbligato ad alcolici (pena l'assunzione di chinotto caldo).
Appuntamento alle ore 14.00 in località Migliarina (Carpi - Modena).
No Pugnette. No Bella Gente. Sì Gente Valida!


Come Thelma e Louise
Mercoledì di un universo parallelo io e MarieMarion partiremo insieme in auto, verso il nord Italia.
La passerò a prendere e lei avrà pronte le frittelle di mele. Sfrecceremo verso l'A1, con la cappotte aperta e i capelli al vento.
Al primo autogrill un arrogante e improfumato sales manager mi implorerà di sbatterlo sul cofano di un auto, io griderò dallo schifo e lei mi vendicherà rigando con un anello la sua BMW da entrambi i lati.
A quel punto sfrecceremo ancora di più sull'A1. E dovremo chiudere la cappotte. Ci faremo spedire dei soldi e delle nuove frittelle di mele da qualcuno di fidato e in incognito (Mik).
Poi io raccoglierò un chiunque che faccia degnamente la parte di Brad Pitt, che mi lascia un succhiottone sul collo e si ruba tutte le frittelle. Allora senza più frittelle ne' speranze, correndo a 180 su una Twingo verde in autostrada, io le griderei "Perchè non vuoi passare per Roncobilaccio MarieMarion? Che cosa ti è successo a Roncobilaccio? Dimmelo!".
Con l'intero reparto vendite alle costole e gli elicotteri aziendali che spuntano dagli Appennini, noi, sul tornante pericoloso ci fermeremo, ci guarderemo negli occhi e scambiandoci un sorriso pieno di complicità femminile...tireremo fuori il dito medio, e andremo incontro ad Harvey Keitel, che sotto sotto ci vuole bene.

In realtà andremo in treno.
Chissà quali mirabolanti avventure ci attendono...tra la carrozza ristorante e il vagone 11...

19 maggio 2003
Melanconia
E' lei che viene a letto con te tutte le notti, mentre io sono girata di schiena. E' lei con la quale ti svegli la mattina, che vorrebbe trattenerti fra le lenzuola e non ti fa alzare mai. E' lei a cui pensi mentre mi baci prima di uscire.
Lei ti accompagna in macchina fino all'ufficio, mentre io resto a casa, lontano da te, dall'altra parte del monitor. Lei sussurra, si lamenta e geme mentre lavori, lei attira il tuo sguardo oltre la finestra ed è il panorama in cui rimani assorto; è con lei che vai a pranzo, lei che mastichi ed ingoi. Lei ti fermenta nello stomaco e ti tenta nel sonno, mentre io pranzo a casa.
Con lei ti risvegli e a lei scrivi per tutto il giorno. Sanno un po' di lei anche le lettere che scrivi a me. E sanno di lei le risposte che dai a chi ti saluta alla stazione, stanco dopo averci fatto l'amore per tutto il giorno. Sa di lei il sorriso che mi fai appena ti apro la porta e ti butto le braccia al collo; poi chiudi gli occhi cercandomi ma è solo il suo volto a venirti in mente, solo lei, che non ti abbandona mai. Lei con la quale non potrò mai competere. Nè vincere.


Eventi
il 23 Maggio esce "Mondo Blog" in tutte le librerie. E anche Matrix Reloaded in qualche cinema.

16 maggio 2003
Solo per stomaci forti
Se c'è una cosa che fa male è urtare il mignoletto del piede.
Stamattina, me ne andavo bel bella verso il terrazzo aperto e l'angolino della finestra aperta ha incontrato la traiettoria del mio mignolino destro. Ho smadonnato mentre mi accorgevo di essermi fatta un bel taglio profondo che attraversa anche l'unghietta, e prima ancora che potessi cominciare a disinfettarlo già mi girava la testa. Ma perchè dà tanto fastidio la vista del sangue? E perchè mi dà fastidio solo in certe occasioni (non starò qui a spiegare)? Adesso ho un mignolo che sembra un mini wurstel. Credo che andro' in ufficio con gli infradito, cercando di schiacciare i pedali della macchina con 4 dita soltanto. E il cerotto no, non lo metto. La mia scuola dice che le ferite devono respirare.

15 maggio 2003
E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante
"Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa..."

13 maggio 2003
La povertà è una virtù
E come tutte le virtù, pesa.


Ore sette di una bellissima serata di Maggio
Annaffio la mia ortensia che non fiorisce mai e la mia vicina è nel giardino di sotto stesa su un asciugamano, che legge. E' incinta, ha una pancina di tre o quattro mesi. I piedi nudi, la tuta e i capelli neri e lucidi sparsi sull'erba curata. Ci sono anche un banano e un coniglietto, qualcosa da mangiare accanto a lei.
Non so curare le mie piante e loro hanno deciso di avere un bambino.
Il bambino c'è già, sta steso dentro di lei, che è stesa sul prato.
Io e la mia ortensia la guardiamo. Li facciamo questi fiori o no, signorina ortensia?
Spero non siano loro a litigare nella notte.
Loro, con il bambino, il banano, il coniglietto e i capelli neri sul prato.

ps: per la cronaca, su 16 famigliole felici del mio condominio, 4 hanno bambini piccoli, 3 hanno neonati, 2 sono in attesa.
Questa si chiama istigazione a delinquere!

12 maggio 2003
Webbit03
Giuro che ho provato a scriverlo, questo post maledetto. Ma non ci riesco. Non basterebbero altre 176 pagine a raccontare la giornata di sabato al Webbit. Eh, diavolo, non tutto si può raccontare. Chi c'era lo sa. Adesso scrivo e viene come viene.
Io e Simo arriviamo tardi, Vane e Rillo mi hanno già chiamata un paio di volte. Ci si vede allo stand della Hops/Tecniche Nuove. Li vedo arrivare, loro e Arsenio, Ludik, Biccio, Leo, Antonio, Franco, Matteo ed Enzo. Era tanto che non ci si rivedeva tutti. L'ultima volta forse il Social Forum, e Carnevale da Biccio. Ma ci sono anche persone che non ho mai visto, e scopro che quell'uomo con due gambette nei calzoncini marroni e un sorriso totale è Strelnik, quello sguardo affettuoso e familiare è Giulio, che mi abbraccia stretta stretta, quella ragazza provocante dagli occhi nerissimi da bambina è Proserpina, quella tutta sprint è Monia, quella discreta e gentile è Martina, e la coppia che non finisce di ridere e far ridere sono Sooshee e Livefast, il il timido dietro gli occhialini è il Griso, e poi ci sono Davide e Davide. Hanno tutti il libro in mano, e rimaniamo lì a firmarci le copie tutti convinti. Foto di rito, quattro chiacchiere e poi è ora della presentazione. Mi dicono che la sala è piena. Oddio no, non ci voglio entrare...io giuro, non ho preparato nulla. Non so come inizio a parlare. Vedo il mio capo fra il pubblico, il mio editore da un lato, i miei colleghi in piedi in fondo. Accanto ho Simo. Per terra nascosti tutti gli altri. Poi piano piano, quando i temi li toccano e prendono la parola si fanno più vicini e guadagnano posizione davanti al tavolo anche loro. Sul più bello il tempo scade, la gente pressa per entrare e noi ci sciogliamo di fuori.
A quel punto è andata. Sono contenta. Un ragazzo mi raggiunge per darmi un cd. Riconosco Palomar. Si fa l'ora di cena a parlare fuori dagli stand, decidiamo di andare a mangiare. Al gruppo si aggiungono Nicola & Friends. Facciamo una tavolata da matrimonio ridendo e spettegolando. Poi un'ala si stacca, saluta e va via. Enzo mi chiede se c'eranno blogger tra quelli, gli dico sì, c'erano Lieve Ansia e Palomar. "Palomar?!?!" fa lui. Allora si alza in piedi in tutta la sua altezza, e nel mezzo del locale grida "PALOMAR", che si gira, "Sono Enzo!". Salutoni e abbraccioni. Stessa scena pochi minuti dopo fra Strelnik e Simone, "Ah, ma tu sei quel Simone? Ma porca miseria! Ma vieni qui!". E poi le risate ancora, sulle tastiere con il cellophane di qualcuno, le storie, le leggende, le voci di corridoio...
Qualcuno ritorna a casa, con gli altri si finisce a casa della Vane per le ultime birre.
Ecco l'ho scritto ma non ho detto niente.
Alla fine volevo dire solo, grazie!


Refusi umani
E' imbarazzante ma devo farlo. Mi sono accorta di qualche imprecisione nella stampa del libro:
Blog 'n chat si scrive blog 'n' chat.
A Venezia ci sono le calli e non le calle.
A Firenze c'é P.zza S. Croce e non P.zza Croce.
La url della Vane è www.flamingpxl.com e non www.flamingpixel.com
Il cd degli Zero7 si intitola "Simple Things" e non "Small Things".
Uiallalà si scrive UIALLALA'.
Altri 3 errorini di stampa alle pag. 75, 99 e 161.

7 maggio 2003
Eccolo in anteprima




176 pagine per 12 euro.
Il titolo è un giusto compromesso. La copertina è mia. Il contenuto qualcosa di lontano dal libro tecnico e anche dal romanzo. Un manuale sentimentale, lo ha definito Matteo. E sia, mi piace.
E' ancora in incubatrice, e spero di averne una copia fra le braccia sabato al Webbit, quando lo guarderò chiedendomi "Sei proprio tu che ho tenuto in grembo per tutti questi mesi? Tu che mi hai fatto venire tutte quelle nausee, bastardo?".
Sabato saranno anche presenti molti dei personaggi della storia in carne ed ossa.
Ringrazio qui ufficialmente: Simone, Emanuele, Luisa, Fred, Rillo, Guido, Bea, Vane, Massimo, Franco, Martina, Antonio, Max, Wile, Matteo, Georgia, Betta, tutti quelli che hanno partecipato al sondaggio per il titolo e il mio capo, che mi ha dato la cosa più preziosa: il tempo.

6 maggio 2003
Le cose di adesso
stanno succedendo delle cose. molte cose. il tempo è pieno ma fermo. per questo non riesco a scrivere. sembra non ci sia niente da dire ma non è affatto vero.
ho fatto indigestione di feng shui e quella roba li'. ho letto cose che mai avevo avuto nemmeno il coraggio di avvicinare. io, scettica da fare schifo, soffrivo di orticaria al solo pensiero di cose come quelle. invece ho letto di yin e yang, di tao e bagua, di energie, di pietre, di segni zodiacali ebraici e di simboli. perchè? non so ma mi è piaciuto. è un periodo che sono attratta da ciò che non approvo. sono curiosa di ascoltare chi non condivido. mi procura un piacere impagabile.
è che nulla ci è più sconosciuto, tutto è a portata di mano. come soddisfare il desiderio animale di conquista in questo mondo che tutto ti mette sotto il naso? l'unico vero viaggio è verso il proprio opposto. il godimento di chi mette piede su una terra mai apparsa sulle cartine io l'ho provato nell'aprire la porta a ciò che avevo sempre ripudiato. l'unica terra inesplorata era rimasta quella che avevo scartato io. il resto, a cui lasci una fessura aperta, te lo infilano dentro a forza.
così ho letto molte cose nuove. non le solite cose. non quella lettura per cui vai cercando e ricercando quel piacere assaporato la prima volta. una lettura nuova.
divertente.

poi ho ammirato queste colline, di cui non voglio rimanga nemmeno una foto. sono così volgari le foto.
ho preso il sole, siamo andati al fiume, abbiamo mangiato panini sull'erba e guardato il cielo blu in alto in alto, e le spighe ondeggianti a due centimetri dagli occhi. gli insetti. il primo sole sulla pelle. le spremute d'arancia.
il mio primo week end di vero riposo, in cui ho potuto dire "ah, non ho un cazzo da fare". era tanto che non mi succedeva. e vedrò di stare più attenta in futuro.

sto accumulando cose. sto riempendo velocemente una valigia, sto assorbendo come una spugna un po' tutto, il lercio ed il miele.
non so quando avrò tempo di rimettere a posto le cose.
forse quando lo farò sarò sola. sarò di ritorno. pronta a ripartire.
si sta meglio quando si accumula affaticati, o quando si svuotano le valige avvolti dall'atmosfera riposante del proprio soggiorno?
questa è la mia confusione di adesso.
non sono in grado di scrivere i miei piccoli trattati così utili e lucidi.
queste parole non mi servono a nulla. sono buttate a caso. sono il rigurgito di una bocca piena di cibo.
sono a segnare un punto nel vuoto.
a mettere un paletto in un deserto di strade.
io vago e accumulo.
perchè non voglio distrarmi e allungo le mani per conoscere. un po' a caso.
un giorno saprò decifrare queste strane forme, questi residui raccolti da terra alla rinfusa.
non saprò dire perchè l'ho fatto, ma saprò trovargli un posto e un uso.
speriamo (e 2).


Traslochi

La Titti ha lasciato Milano e ha traslocato definitivamente a casa del papà di Simo. Simo ha lasciato suo padre, ed è andato a stare da sua madre. Io ho lasciato Roma e sono andata a stare con Simo. Guido è venuto a stare da me, e a Luglio mia mamma traslocherà in una casa nuova.
Mi gira la testa, a cercare invano un posto che sia mio.
Posso farcela a rimanere indifferente ai luoghi e al tempo che ti scollano continuamente dal passato?
A volte mi sembra di non avere niente. Che tutto cio' che ho sia precario. E con questo equilibrio precario come una bomba ad orologeria io mi agito, mi muovo, sfidando sempre quelle poche forze che vorrebbero illudermi di sicurezza.
La verità è che tutto è precario.
E la sicurezza non è che illusione.
Io cammino sul filo, guardo il vuoto e cerco di non svenire.
Aspetto qualcosa di vero per aggrapparmici.
Dalla falsità mi scrollo come da uno sciame di mosche insistenti ma vacue.
Aspetto.
E spero.

5 maggio 2003
Planet Funk
Preso biglietto per il concerto di venerdì al Fuori Orario di Reggio. Yeee.


Proiezioni
Ho visto La città incantata.
Cioè, non l'ho proprio visto, Simo me lo ha raccontato qualche sera fa, in tutti i dettagli, per quasi un'ora. Gli è piaciuto così tanto che non è riuscito a trattenersi. Ho l'impressione che il film che ha visto lui c'entri poco o nulla con l'originale, e siccome la storia che mi ha raccontato è fra le più belle storie mai ascoltate non credo andrò al cinema a vederlo con i miei occhi.
Quella che ho visto io è una versione speciale e unica.

1 maggio 2003
Blog Rage
Il 15 Giugno a Firenze si farà una bella scampagnata blog, grazie all'organizzazione di Looptrain.


Orecchiette
Anche io, come Palomar, faccio le orecchiette ai libri per ricordarmi i pezzi che mi sono piaciuti. L'altro giorno in treno ho fatto un'orecchietta alla pagina di Paradiso Perduto di Miller dove diceva:

"Passeggiare a stomaco vuoto, passeggiare a stomaco pieno, passeggiare per aiutar la digestione, passeggiare in cerca di un pasto, passeggiare perchè è l'unica ricreazione che ci permetta il portafoglio, come scoperse Balzac quando venne a Parigi. Passeggiare per placare il fantasma. Passeggiare invece di piangere. Passeggiare nella vana e disperata speranza d'incontrare una faccia amica. Passeggiare, passeggiare, passeggiare..."

non sarebbe divertente vedere dove vengono messe le orecchiette? Se vengono messe negli stessi punti, o in punti diversi, o non messe affatto?


3 gradi di separazione blog

Bravuomo e Strelnik lanciano un test interessante per vedere se ogni blog in rete è raggiungibile da soli altri 3 blog.


Ok. Ci sono. Adesso ci sono. Il periodo è andato, passato. Sono sopravvissuta. Anche se tutto questo tempo libero, improvvisamente mi ha un po' sbilanciata.
Adesso posso tornare a lavorare solo 8 ore al giorno. Yeee.
Non mi infilero' mai piu' in ritmi del genere. Odio chi lavora troppo.
Adesso riattacco il telefono, e rispondo alle email.

tutto ciò è farina del mio sacco. fanne ciò che vuoi tranne guadagnarci, visto che io non lo faccio, e ricordati di citare la fonte, grazie.