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Giri di vite e giri di soldi

 Diario della crisi: 2011 - quarantunesimo mese di 84.

i mesi "relativamente duri" della degenerazione sociale!

La crisi verso il Sud e il Centro dell’Italia

10/07/2011

Di F. Allegri

Oggi guarderò alla crisi che si avvicina in arrestata da due prospettive diverse e parziali: mi occuperò del sud del paese e poi del centro e farò varie considerazioni di valore generale.

Parto da una notizia che pescai a fine gennaio nella mia rete di blogger e liberi informatori e che non ebbe risalto nei giornali e nei telegiornali del periodo.

La notizia era questa: il presidente del parlamento della regione Sicilia (l’On. Francesco Cascio) aveva deciso di sciogliere una commissione perché nell’ultimo anno aveva lavorato solo 7 ore e speso 165.000 nel corso degli anni.

Di cosa si occupava tale commissione? Si occupava della riforma dello Statuto dal giugno del 2008 ovvero da due anni e mezzo, ma sei delle ultime dieci riunioni erano andate deserte per l’assenza di molti consiglieri. Le poche riunioni che si erano tenute erano durate una mezzoretta e avevano riguardato il solo tema del federalismo, con varie audizioni.

In passato inoltre c’erano volute 5 riunioni per eleggere il segretario della commissione ….

In sostanza siamo davanti al raro caso di scioglimento di una commissione per evidente improduttività e questo accadde alla regione Sicilia all’inizio dell’anno!

Forse tanto immobilismo era troppo anche per i membri di una delle caste più antiche del mondo.

Siamo anche nel consiglio dei mille partiti locali, delle cariche da non negare a nessuno, degli stipendi parificati a quelli dei parlamentari con varie indennità aggiunte ad hoc e a presidenza di commissione.

In conclusione abbiamo un’evidente e piccola spesa improduttiva, una delle tante che possono essere fatte ovunque, da Belluno a Pantelleria, dalla Sardegna al Friuli Venezia Giulia.

Qui c’è un qualcosa in più perché la spesa vana doveva riguardare il tema delle riforme, del cambiamento, poteva essere un momento per riflettere e affrontare questa crisi che preme sempre più sul paese, sulle famiglie e sulle istituzioni.

Davanti a tutto questo, abbiamo il nulla prodotto da spese ingenti, privilegi e assenze.

Che accadrà al sud della spesa facile e della cattiva politica durante gli anni duri della crisi che per inciso saranno i prossimi?

Per me ci saranno tanta rassegnazioni con tumulti improvvisi, in sostanza nessuna difesa degna di sistemi politici moderni.

Ora vado verso il centro del paese, qui ho amministrazioni che spendevano, spendono e spenderanno, talvolta bene talvolta a favore di un sistema che ha saputo dissimularsi dopo il crollo del comunismo e anche fare qualche progresso.

Qui i tagli alla finanza locale hanno già prodotto un primo risultato che io apprezzo: il taglio delle spese accessorie e i parziali riequilibri finanziari di tanti bilanci gravati da troppi mutui.

Se guardo nel futuro non vedo altre positività (del resto relative se penso ai poveri e ai disoccupati) perché questa volta le nostre giunte sono davanti a un dilemma.

Le giunte del centro – Italia costano troppo perché oliano sistemi di potere e di partecipazione colossali che dovranno tagliare nei prossimi mesi e anni.

Sapranno farlo? E’ questo il loro dilemma e io cercherò di fare una verifica estesa.

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