* PENSIERIDEE *

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Bananìa alla corte dell’Imperatrice di Atlantide

[Quinta ed ultima parte - Capitolo 4°]

 

L’alleato migliore è il nemico del tuo nemico, l’importante è quindi scegliersi con cura i nemici per non sbagliare mai alleati

 

Quindi appaltò la realizzazione del piano agli alieni di Andromeda, essi furono ben lieti della cosa anche perché dovevano mettere appunto certe tecniche di infiltrazione e disinformazione per far pagare il fio a certi loro vicini colpevoli di essere nati e vissuti provocatoriamente a un milione di anni luce dalla loro galassia.  La cosa non gli andava giù, forse costoro erano simili a quel faraone dell’antico Egitto il quale era infastidito dal fatto che il suo rivale dall’altra parte del regno disturbasse il suo sonno con lo starnazzare delle sue oche.  Si sa i principi hanno orecchie delicate e per un rumore a mille chilometri di distanza possono scatenare una guerra fratricida e massacrare tutto il mondo.

Cosa possono, in  generale, aspettarsi genti così sconsiderate se non che qualcuno gli piazzi due o tre bombe atomiche e li lasci da soli a farsi fra sé un conflitto nucleare devastante.  Altrimenti, nel malaugurato caso questo fatto tanto atteso non si fosse verificato per l’offensiva ignoranza di quei tapinastri, i militari di Andromeda avrebbero provveduto direttamente con un programma intenso di bombardamenti dall’orbita.   Con calma una volta scese a terra le polveri radioattive poteva anche verificarsi che gli esseri di Andromeda, per gli amici la galassia chiamata M 31, provvedessero a una doverosa e pietosa invasione proveniente dallo spazio profondo.  Questi esseri così benevoli si sarebbero portati con sé ovviamente la loro civiltà, i loro arsenali, le loro colonie e perché no, anche tanta bella flora da piantare in loco; si sa la guerra atomica ha dei momenti di toccante poesia.

Fu così che dalla remota galassia di Andromeda con mezzi potenti che sfidavano le leggi della fisica  arrivarono strumenti e di morte e artificieri.  Per gli alieni era una prova importante della loro capacità militari e quindi s’applicarono al massimo delle loro possibilità.  Sulla superficie del pianeta azzurro le deflagrazioni nucleari, o perchè tali parvero ai più, sorpresero un po’ tutti.  Anche Gli alieni stessi rimasero stupiti dagli effetti dei loro ordigni. Erano andati ben oltre la distruzione di qualche oscura provincia: avevano demolito tre stati.  Per loro questo era l’inizio di secoli di espansione e di conquiste negli spazi siderali compresi fra la loro grande galassia e la nostra, che è di poco più piccina. Del resto chi poteva fermarli: i loro sistemi funzionavano, l’esperimento era riuscito, potevano dare il via ai loro desideri più segreti di potere e di gloria.

Per l’imperatrice quella era l’occasione definitiva.  Il grande conflitto si scatenò secondo la logica della guerra nucleare: attacco immediato entro le prime due ore con armi di distruzione di massa contro gente che non c’entrava proprio nulla.  Il disastro fu completato in pochissimo tempo a causa delle azioni e delle reazioni, come se qualunque idiota dotato di armi pericolose si fosse sentito in dovere di usarle in modo arbitrario e sconsiderato in quel pigro pomeriggio di disastri.  Nazioni, provincie e metropoli sprofondarono negli abissi della morte, nubi tossiche radioattive aprirono la terra, la civiltà umana fu duramente colpita e sconvolta.  Crollò il sistema politico ed economico,la sua rovina era data dal fatto che erano venute meno le masse di popolazione alienata, stanca e impazzita che alimentava i circuiti economici della criminalità organizzata; la mafia internazionale sparì con inaudita velocità in quanto era emanazione della civiltà industriale, dei suoi eccessi, delle sue frustrazioni e dei suoi incubi.  In questo tracollo di ogni ordine costituito gli umani persero la fede nel Dio e dai regni della morte ritornarono i molti antichi dei per calpestare di nuovo la terra.

Essi usciti dall’oblio tornarono a guidare i popoli e a creare nuovi capi ed eroi, a riaprire gli abissi dell’Ade per punire e premiare, e a dare all’umanità in crisi gli antichi valori e nuovi esempi.  Gli Atlantidei si rinchiusero nel buio del nuovo regno dell’imperatrice,  là nelle tenebre di un mondo sotterraneo prese vita la nuova civiltà di Atlantide, rinnovata negli spiriti e nei corpi e senza imbarazzanti fannulloni, ladri, scansafatiche e cretini a guastare i sogni di gloria del grande e benevolo regno di Atlandide.  Del resto una volta reso abbastanza omogeneo il popolamento, e liquidati con gli ordigni nucleari una serie di problemi con gli imperi rivali, Atlantide poteva cessare di essere un impero e darsi una struttura più semplice e più gerarchica.  I rapporti con gli alieni di Andromeda ripresero subito dopo la catastrofe e furono sempre molto cordiali, in genere migliori di quelli fra gli Atlantidei rinnovati da questo loro nuovo regime e quel che restava delle razze che costituivano l’umanità.

Bananìa, prima causa di tante sciagure, ebbe in sorte di essere perlopiù risparmiata da tanta strage più per viltà propria che per la volontà altrui, tuttavia con il crollo delle civiltà circostanti decadde in un pomeriggio la criminalità organizzata che era la base della vita economica e sociale.  Con la fine del proprio motore economico e sociale il regime dei ladri e dei delinquenti si dissolse e presi dalla disperazione le genti di Bananìa affidarono alla sorteggio e al caso e non più alle false, vendute e truccatissime elezioni le più importanti cariche civili e militari.  Questo sistema portò benefici e felicità mentre...

Ma questa è una storia che ho già scritto.  [FINE]

 

IaNa per FuturoIeri

 

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