* PENSIERIDEE *

          Per gli affezionati che qui ci leggono o altrove ci ascoltano

 

 

Bananìa alla corte dell’Imperatrice di Atlantide

[Quinta ed ultima parte - Capitolo 2°]

 

Il problema delle imprese titaniche è che la mente geniale che le pensa, trova sovente idioti che tentano di realizzarle, provate voi a costruire un busto in bronzo con una secchiata di fango

 

La crisi, come tutte le crisi, era assolutamente evitabile.  Essa era il frutto di sciagure naturali, speculazioni selvagge, di folle avidità di ricchezze da parte di minoranze al potere, di scellerata imperizia nel gestire le risorse naturali, di autentica idiozia politica generalizzata.

La crisi delle fonti energetiche fossili scatenò una corsa a forme altre di energia di natura biologica, chimica e in qualche caso rinnovabile.  In breve acqua, suoli fertili, zone particolarmente  redditizie dal punto di vista economico del pianeta divennero risorse da contendere e da strappare a nemici e rivali, o a gruppi criminali.  Gli alieni di Andromeda più analizzavano i dati e meno ci capivano.  Sulla carta le risorse c’erano e a dir il vero erano pure sovrabbondanti, eppure la mancanza  di una gestione centralizzata e condivisa e le lotte per toglierle agli altri contendenti creavano le condizioni per una diffusa instabilità negli approvvigionamenti, per speculazioni incontrollate, per lo scatenamento di conflitti detti minori. Chissà perché questa dizione si chiedevano gli alieni dal momento che moriva così tanta gente e tanto vasta era la distruzione che veniva in essere in quelle piccole, grandi stragi. Questo era il normale punto di vista degli alieni di una così remota galassia, essi vivevano, e vivono ancor oggi,  come sudditi di un potere legittimo e centralizzato, per loro quello degli umani era un comportamento non solo lunatico ma sembrava che avesse qualcosa di deforme, di primitivo.  Quello che poi gli risultava assurdo a costoro era l’enorme spreco di risorse umane, fossero esse milioni di viventi massacrati o mutilati per futili motivi o di poche decine di viventi competenti in qualcosa o potenzialmente capaci ma che non avevano modo di sfruttare il loro talento e le loro capacità intellettuali a causa di favoritismi, nepotismi, pregiudizi e raccomandazioni. Sprecare risorse materiali era una cosa, ma quelle proprie era davvero una cosa assurda, anche concedendo agli umani la natura barbarica e bestiale di esseri poco sviluppati, questa era più che una cosa bizzarra una vera e propria perversione di quella strana specie di primati. Avere la possibilità di evolvere collettivamente in potere, dominio, ricchezza e non essere in grado di farlo per il capriccio di pochi, per lo sconsiderato arbitrio di personaggi presuntuosi e arroganti e in fin dei conti stupidi era un semplice mostruosità. Pochi fra gli umani per un loro interesse di breve momento facevano un gran danno a tutti, inclusi se stessi. La scelta di darsi un’imperatrice era parsa agli alieni una cosa strana, una scelta giusta che si calava in un contesto tutto sballato e che ormai non poteva più esser corretto con qualche atto opportuno e ragionevole.  Questa grande guerra che s’annunciava pareva l’essenza di una natura pazza e distorta, di un percorso infelice di una specie vivente in grado anche di sviluppare le arti e le scienze, come se qualcosa di profondamente cretino, che era proprio dell’essere umano in quanto tale si stesse manifestando. Questo pesante giudizio non riguardava la guerra in sé, anzi gli alieni della galassia  di Andromeda la praticavano su scala interstellare, quanto, al contrario, il fatto che tutto questo fosse in fin dei conti un gesto contro la propria specie. Le forze schierate le une contro le altre erano simili nelle loro ragioni di fondo: ottenere con la forza condizioni di privilegio per alcuni gruppi o caste dominanti in seno alla variegata specie di bipedi.  Aldilà di un folle egoismo, perlopiù di singoli non c’era a onor del vero qualcosa che fosse una ragionevole giustificazione allo schieramento di così vasti arsenali di morte.  Quei poteri che intendevano sopravvivere ad ogni costo, e contro in fin dei conti, ogni ragione erano in grado di trovare modi alternativi per tutelarsi e continuare ad operare. Era un dimostrazione di poca fantasia il fermarsi alla lotta per il proprio potere con mezzi così brutali e controproducenti. Lentamente ma inesorabilmente le cose peggiorarono e i conflitti si fecero più aspri e intensi.  Specie nelle terre contese fra gli imperi dell’est e Atlantide era evidente la natura criminale ed economica di questi conflitti combattuti perlopiù con l’ausilio di forze mercenarie, di delinquenti organizzati in bande armate, di miliziani sanguinari aizzati da capi fanatici e dalla speranza di bottino e dalla volontà di uccidere.

Le popolazioni erano vittime due volte di queste violenze perché esse non erano responsabili di quanto capitava loro e perché erano incluse nel numero dei beni da strappare ai nemici.  Ad un certo punto del conflitto i dati convergevano verso una schietta evidenza: Atlantide pressata da troppi nemici avrebbe perso la guerra. Per rompere questo cerchio  di atti ostili era necessario sottrarre ai rivali di Atlantide le risorse minerarie e dei combustibili fossili, dal momento che gli imperi dell’est avevano risorse ingenti nei loro territori interdire ad essi le loro risorse avrebbe comportato una penosa invasione dei loro territori e una guerra pressoché totale.  Quindi la prima cosa da fare era togliere mercanti e fonti d’energia e d’approvvigionamenti esterne ai territori strettamente controllati dai nemici per limitare  la potenza degli imperi rivali. Sottrarre risorse, possibilità commerciali, fonti di manodopera voleva dire esercitare una forte pressione militare e diplomatica, sostenere governi corrotti e scellerati, manipolare la criminalità, promuovere e finanziare alcuni gruppi eversivi e terroristici e al contrario perseguitare quelli ostili o simpatizzanti per i nemici di Atlantide.

Tutte le potenze quando hanno dei contrasti fra loro di solito finanziano e armano i nemici dei loro nemici, fanno questo senza badare a questioni morali o anche al semplice buonsenso. Il problema cruciale del momento era la facilità con cui si poteva organizzare le diverse forme di terrorismo e di guerriglia finanziando delinquenti, feccia umana, esaltati.  Costava poco destabilizzare i paesi esterni al controllo diretto dei diversi imperi, renderli stabili sostava molto di più e spesso la cosa risultava impossibile.  Né più e né come accade ai nostri giorni.

I tempi nei quali bastava piantare una bandiera e mettere due o tre reggimenti per controllare una capitale di un piccolo paese erano finiti da un tempo.  La guerra era permanente e il controllo del territorio difficile quando non una fantasia uscita dalla penna di giornalisti e propagandisti pagati un tanto chilo per la carta di giornali e riviste imbrattata con le loro fantasie malate. Le guerre con i loro saccheggi, le ricostruzioni, con l’ordine che si sostituiva al caos erano fonte di grandi profitti per finanzieri, appaltatori, industriali, corruttori semplici. Solo che il bene dei pochi stava lentamente stritolando atlantide, le guerriglie e le azioni terroristiche e di sabotaggio stavano facendo crollare il sistema di potere imperiale incapace di reagire a una serie crescente di attacchi quotidiani.

Gli alieni di Andromeda osservavano che c’erano delle simpatiche affinità fra l’imperatrice e certe opzioni di scelta di un nuovo modello politico che di lì a qualche secolo avrebbero dovuto esaminare per rendere più stabile e forte il loro sistema di comando e controllo. Presero la cosa con interesse e con una certa discrezione fecero arrivare sulla scrivania della devota imperatrice le loro analisi, tradotte ovviamente nella lingua dei goti in modo che sua eccellenza avesse la possibilità di condividere o meno quei dati con il suo seguito che per pigrizia mentale non aveva mai imparato la lingua di quell’essere.

I dati  dimostravano la crisi per molti aspetti irreversibile del sistema atlantideo, i nemici puntavano al tracollo politico, finanziario e militare. Solo una reazione violenta, energica e rapida avrebbe permesso di limitare i danni e di restituire i dispiaceri avuti con gli interessi. Sua maestà stabilì di organizzare un grande conflitto nella Terra di Caino, contro un popolo orgoglioso e potente che da anni lavorar ava e tramava contro il potere atlantideo. Era nominato Arihmanistan quel paese, dal nome di un antico dio del male, le sue genti erano però forti e avevano un carattere nobile. Il che voleva dire che non avrebbero ceduto davanti a ricatti o provocazioni. In particolare il crollo della Repubblica di Arihmanistan avrebbe permesso agli atlantidei di controllare le preziose risorse di combustibili fossili della regione e l’occupazione militare avrebbe tolto ai nemici di Atlantide una risorsa strategica e il controllo sui ricchi mercati della Terra di Caino. Per piegare quel nemico non bastavano i mezzucci e le piccole spedizioni degli anni precedenti, quella gente andava travolta con le nuove armi nucleari tattiche create per sfondare bunker di diversi livelli e le nuove superfortezze blindate.  Ovviamente questo avrebbe comportato il ricorso all’arma atomica parte dei nemici di Atlantide.  Per scatenare massacri e lasciare città distrutte, bruciate e avvelenate per decenni non c’era bisogno di ordigni costosi. I vecchi arsenali di armi chimiche e di esplosivi erano pieni di piccoli e grandi ordigni pronti a fare nel numero di qualche migliaio ciò che di solito era in grado di fare una bomba atomica, di regola tante piccole stragi avevano evitato quelle più grandi.

Quella vecchia merce doveva essere sostituita, e il miglior modo per disfarsene risparmiando sui costi di smaltimento dei rifiuti pericolosi era di sprecarle scaraventandole in massa in qualche guerra. Capitò, per la sfortuna generale, che punisce spesso l’umanità che questa sublime necessità economica e industriale fosse o ignota, o addirittura  disprezzata dalle vittime dei bombardamenti. Le vittime trovavano la prassi dello smaltire gli ordigni sopra le loro teste o sotto i loro piedi un atto di osceno sadismo e non l’ennesimo colpo di genio di finanzieri creativi e alti ufficiali incaricati della logistica; i quali riuscivano a far sparire la spazzatura trasformandola in risorsa militare.  [SEGUE]

 

IaNa per FuturoIeri

 

La nostra vecchia petizione per una vera Europa Our old petition for a real Europe

 

› Per leggere le edizioni precedenti: 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9

 

> PAGINA PRINCIPALE > GREPPIA ITALIA > MONDO PICCINO > PECUNIA POWER > CRITICA LOCALE

25-07-08 22.43