Stemma Città di Montichiari
Pace Pace

  Ultimo aggiornamento: 29-10-03

Home
Su
Margherita a Montichiari
Costituzione circolo
Il Circolo è aperto
Tagli alla sanità
Regione e sanità
No alla guerra
Risposta a lettera
8 Marzo
Di nuovo No alla guerra
Precisazioni
Sul Palafiera
Marco Biagi
Pace Pace
Incontro Soci
Prospettive internazionali
Futuro di Pace
Incontro sanità
Lo stadio perso
Sull'art 18
Per il Congresso
Politica Estera
Quale vittoria?
Tesseramento

 

Pace Pace Pace...

Lettera inviata al Giornale di Brescia 21/03/02 in concomitanza con l'inizio del conflitto Iracheno.

Egregio Direttore,

Chiedo gentilmente ospitalità alla sua rubrica in un momento così drammatico per portare la voce del Circolo della Margherita di Montichiari: di alcune persone cioè che condividono la passione civile per il proprio paese e che vogliono condividere le proprie riflessioni.

In questi giorni abbiamo esposto le bandiere della pace anche a Montichiari, anche al nostro sito internet (www.sedemargherita.too.it), con l'invito a diffonderne l'esposizione da tutti i balconi e da tutte le finestre.

Abbiamo partecipato alle marce e siamo stati accusati di volerle strumentalizzare anche da un nostro concittadino sulla sua rubrica.

Non abbiamo voluto mai cedere al pessimismo o alla rassegnazione, anche se sapevamo benissimo che il nostro impegno per la Pace era solo un gesto di buona volontà, un segno.

Ed anche oggi, mentre già le prime bombe scendono livide e assassine dal cielo di Baghdad sulla testa di Saddam ma anche di centinaia di migliaia di bambini, donne ed uomini innocenti, non ci stanchiamo di ripetere senza sosta PACE, PACE, PACE...  Solo che da oggi in poi dovremo cominciare anche a far nostra una frase di Martin Luther King: "Ci sono momenti in cui il silenzio è tradimento". Non condividiamo i dittatori, di cui chiediamo tribunali internazionali.

Tuttavia, di fronte ad una tragedia così immane come la guerra vorremmo fare un’appello: nessuno si vergogni più di mettere in atto qualsiasi forma di protesta civile e non violenta ogni giorno e per tutti i giorni che questa infamia dovesse durare. E’ ora che le bandiere della pace decuplichino.

E’ ora di organizzare e di partecipare, in qualsiasi modo, a veglie e cortei di protesta e testimonianza. Aderiamo silenziosamente e fattivamente a tutte le iniziative serie di protesta nei confronti di quanti sono coinvolti nel conflitto irakeno, promuoviamo quotidianamente dibattiti e discussioni sul tema della Pace e della guerra. Il dibattito entri nei posti di lavoro, nelle scuole, nelle piazze, nei bar, alle fermate dei pullman...

Insomma, non lasciamo che, giorno dopo giorno, la quotidianità di questa tragedia immane riesca ad attutirne l'impatto emotivo sulle nostre coscienze, ma soprattutto facciamo sì che un nostro gesto o una nostra parola possano contribuire a coinvolgere in una sempre più grande ed imperioso urlo di PACE tutti i cittadini.

Piano piano questa parola, "PACE, PACE, PACE!" dovrà diventare un tuono, un boato, un uragano pacifico e non-violento che capovolgerà l'atteggiamento di quei governanti che sembrano ostinarsi a non capire la pericolosità del principio stesso di “guerra preventiva”.

E ci spieghino bene una volta per tutte, i nostri governanti di centro-destra, come mai se la nostra costituzione è contro la guerra (art. 11) noi facciamo parte dei trenta paesi che appoggiano gli Stati Uniti contro un paese che aveva espresso la volontà di collaborare fattivamente con l’ONU e che si stava disarmando. Come mai, se abbiamo concesso le basi e lo spazio aereo come Francia e Germania questi paesi non sono citati dagli USA? Perché il nostro è l’unico dei Paesi fondatori dell’Europa a schierarsi così nettamente con quest’Amministrazione e la cosa ci viene detta e scritta solo dagli Americani stessi e non dai nostri governanti?

Noi stiamo con l’ONU, con il Papa, con Prodi,  con l’Europa e con la nostra Costituzione, convinti che quel poco di ordine internazionale, pur con le sue lentezze e i suoi difetti sia meglio della guerra preventiva (e permanente). Che per spiegare in due parole, sarebbe come se passasse il principio che per non farmi più disturbare dal mio vicino di casa, gli mando un ultimatum di 48 ore per andare a vivere altrove e poi gli posso sparare contro.

Questa guerra non è come la Bosnia, dove era imminente la pulizia etnica, qui non c’era un pericolo immediato per i paesi confinanti: Blix e gli ispettori avevano chiesto più tempo. La democrazia non si esporta con la violenza: anzi, questa rischia di innescare altra violenza e terrorismo. A proposito vi chiedete che fine ha fatto Bin Laden?

E non ci sentiamo nemmeno antiamericani:  Vi ricordate quanti di quei soldati impegnati nella prima guerra del Golfo ebbero problemi di salute? Ebbero i figli nati malformati? E tutti gli americani che stanno sfilando per la pace? I parenti delle vittime dell’11 Settembre? Perché non ascoltarli? Siamo veramente Amici degli americani appoggiandoli in un’azione contro la legalità internazionale?

Adesso è il momento della partecipazione civile e della riflessione e del discernimento.

Alla fine di ogni giornata, da oggi in poi, ognuno dovrà pensare ad ogni bomba, ad ogni proiettile, ad ogni violazione dei diritti umani perpetrato ai danni di vittime innocenti, da qualsiasi parte siano ha poca importanza, abbiamo contrapposto simbolicamente ma significativamente un gesto di Pace.
E' questa la nostra sfida, da oggi. Non dimentichiamolo neanche per un attimo. Nessuno si senta escluso. Da oggi PACE, PACE, PACE.

                                               Il Gruppo di Coordinamento del Circolo Territoriale La Margherita di Montichiari