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Risposta alla Lettera di Dino Alberti Bresciaoggi 6/03/2003

Lettera di Dino Alberti
Volantino Marcia della Pace

08-03-03

La Margherita e la Marcia della Pace di Montichiari

Egregio Direttore,

Chiediamo gentilmente ospitalità alla sua rubrica per poter rispondere alla lettera del sig. Dino Alberti, apparsa in questa rubrica il 2 marzo 2003, circa la marcia della pace svoltasi a Montichiari il 23 febbraio del 2003. Innanzi tutto occorre precisare che la Marcia della Pace è stata organizzata dalle associazioni sindacali SPI - CGIL e la FNP - CISL di Montichiari. Hanno poi aderito all’iniziativa varie realtà sociali, politiche e religiose tra cui (vorrei elencare alcune di quelle apparse sul volantino) le Parrocchie di Montichiari, Acli Montichiari, Acli zonale, San Vincenzo,associazione ONLUS "compagni di strada", Emergency, Attac, i Democratici di Sinistra, Partito della Rifondazione Comunista, Verdi, Area Civica, PPM, gruppo Liberacion (Carpenedolo), Donne in Nero, ARCI, gruppo Alpini Montichiari, associazione Botteghe dei Popoli, associazione Missionari Mivo, gruppo scout, e infine in nostro Circolo Territoriale de “La Margherita Democrazia è Libertà”, costituitosi ufficialmente a Montichiari da Gennaio di quest’anno. Per quanto riguarda la partecipazione, abbiamo provato anche a fare una stima (sempre difficile in questi casi) e sicuramente si potevano contare alcune centinaia di persone, pensiamo più di trecento (dato tutt’altro che insignificante dati i pochi mezzi a disposizione degli organizzatori dell’evento, per il poco tempo a disposizione e per il fatto che a Montichiari era la prima volta che si svolgeva una manifestazione del genere). Eppure abbiamo camminato insieme, con le fiaccole e le bandiere della pace con gli scout, i consiglieri comunali, i volontari delle parrocchie, le bandiere dei partiti, gli ambientalisti, i sindacati, gli agricoltori. Abbiamo camminato tra i canti di De Andrè e di Vecchioni, tra il silenzio composto della riflessione e della legittima preoccupazione. C'erano tante famiglie e tanti bambini e anziani, tanta gente semplice che partecipava per dare il proprio piccolo concreto contributo…. Ma, perché? Per che cosa? Questo è un interrogativo che in tanti si sono posti criticando il significato delle varie Marce per la Pace. L’arguzia del sig. Alberti ci suggerisce “per prove tecniche di elezioni amministrative”… Certo una tesi suggestiva e originale! Magari, con l’invito di mons. Abate che invitando i partecipanti a vivere “sempre in una dimensione di pace, anche nel semplice e nel quotidiano” indicava una nuova via. Certo oramai siamo abituati a mirabolanti e strampalate ipotesi diffuse ai più alti livelli dai mass-media nel nostro Paese, ai tentativi di delegittimazione e di stravolgimento della realtà per chiari intenti politici, se è vero che il Presidente della Repubblica il 25 Febbraio ha invitato i giornalisti e quanti utilizzano la carta stampata a non essere servili: “Bisogna lavorare - ha detto il Presidente della Repubblica - con la schiena dritta e la testa alta, bisogna sentire la responsabilità di informare correttamente e di penetrare nell'animo e nella mente altrui". Queste parole ci sono tornate alla mente leggendo la lettera di Dino Alberti. Infatti, in piazza a Montichiari, come in molte piazze d’Italia è scesa semplicemente, la genuinità e la spontaneità dei sentimenti dei partecipanti, lo stare insieme, senza far tanto caso al passato e alle varie sensibilità tra i vicini di cammino. Certo sappiamo di avere una storia, fatta di battaglie aspre e dure, di errori e di personalismi, ma dove le forze in campo furono sempre rispettose del ruolo e del confronto democratico. Oggi invece, nelle attuali forze di governo, sembra prevalere una sorta di cesarismo cui sembrano dar fastidio certe espressioni democratiche, certe partecipazioni di cittadinanza attiva, certe sensibilità diverse dalle proprie. Oggi sembra prevalere l’idea che chi ha vinto ha diritto a comandare e non a governare! Certo uno le convinzioni sulla pace se le può anche tener dentro signor Alberti, e può essere dalla parte della pace anche senza mettere bandiere alle finestre; certo che poi, come diceva una signora alla marcia di Montichiari “quando uno sente il proprio Presidente del Consiglio da tutti i telegiornali nazionali dire che il numero delle persone che vogliono la pace è infinitamente piccolo anche rispetto ai dati diffusi dai suoi organi di stampa, una certa voglia di partecipare attivamente e di mobilitarsi la fa venire”. Questo va sottolineato a chi questa voglia se la vuol tenere dentro, privata, recondita. Scelta certo legittima, ma in una situazione drammatica riteniamo certo più necessario agire e manifestare civilmente. Ecco il valore della partecipazione dei corpi intermedi, dei sindacati e dei partiti: che altro non sono che gruppi di cittadini organizzati democraticamente e che democraticamente decidono di aderire o meno a manifestazioni legittime e civili. Non accettiamo nemmeno l’etichetta di antiamericani, visto che proprio da New York, dai parenti delle vittime dell’ 11 Settembre è salito alto il richiamo alla pace, sfidando anche i manganelli della polizia. Siamo coscienti che la guerra sarebbe prima di tutto un disastro umanitario ma anche che si potrebbe trasformare in una terribile causa di scontro fra culture e religioni.  Siamo per il disarmo dell’Iraq e siamo contro il terrorismo per questo la Margherita ha sostenuto l’invio dei nostri Alpini in Afganistan. Siamo contro ogni forma di terrorismo. Anche a noi sig. Alberti, non piacciono i dittatori, “italiani, tedeschi, sovietici ed ora serbi o arabi” e nemmeno quelli sudamericani. Riconosciamo i valori di quei cittadini che si mobilitarono attivamente per la Resistenza (e che non si tennero certo dentro di se quei sentimenti) e diciamo no alla guerra fedeli all’ art.11 della nostra Costituzione e sì alla proposta franco-tedesca di un massiccio intervento delle forze Onu per procedere al disarmo del dittatore iracheno (che sembra stia già avvenendo). Agli Usa dobbiamo dire chiaro e forte che siamo loro amici e alleati, ma non sudditi. E lo dobbiamo dire con una voce sola: l’Europa deve essere protagonista della scena internazionale, non può continuare ad essere un gigante economico e un nano politico. Per questo ci opponiamo ad una linea che tende a contrapporre l’Italia (paese fondatore dell’ Europa) alla Francia e alla Germania. Ci riconosciamo nelle parole coraggiose del Papa contro l’ idea pericolosa della “guerra preventiva” (che potrebbe estendersi tra Pakistan e India, o tra le Coree). Crediamo che la mobilitazione pacifica mondiale fin qui sia servita (e il Washington Post lo conferma) ad allontanare, almeno per un po’ i venti di guerra dando all’ ONU ancora un pur flebile spiraglio. Siamo sempre per la partecipazione attiva dei cittadini alla vita politica ed amministrativa del proprio paese aperti al confronto democratico con tutte le forze politiche presenti sul nostro territorio e con quanti hanno a cuore il bene comune del nostro Paese. Siamo certi, signor Alberti, che queste nostre convinzioni saranno valutate opportunamente dai nostri concittadini.

                             Il Gruppo di Coordinamento del Circolo territoriale La Magherita di Montichiari

 

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