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Ville Vesuviane del XVIII secolo: alla scoperta del Miglio d'oro

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Villa Campolieto (Ercolano)
 
Con il fine di conservare e salvaguardare il cospicuo patrimonio architettonico ed ambientale delle Ville Vesuviane del XVIII secolo, la L.578/71 istituì l'Ente per le Ville Vesuviane. Nel 1976 con l'emissione del Decreto Ministeriale di vincolo inizia di fatto il lungo lavoro dell'Ente a tutela dei 121 immobili monumentali compresi nei territori dei Comuni di Napoli, San Giorgio a Cremano, Portici, Ercolano e Torre Del Greco. Il costante impegno dell' Ente per le Ville Vesuviane ha consentito in questi anni di completare restauri ed intraprendere progetti che certo hanno contribuito a creare una rinnovata coscienza dell'importanza dei tesori del nostro passato. 
 
Dopo 6 anni di lavoro di restauro venne inaugurata nel 1984 la Villa Campolieto di Ercolano e subito questo splendido monumento diventò centro internazionale d'arte e cultura. Successivamente la Villa Ruggiero e il Parco della Villa Favorita vengono restituiti alla fruizione del pubblico perseguendo quel progetto complessivo di recupero che è alla base dell'attività dell'Ente. Sorta in una posizione tra le più felici e suggestive, non lontano dalla Reggia di Portici e contigua alla Villa Favorita, Villa Campolieto venne edificata per volontà del principe Luzio di Sangro, Duca di Casacalenda, che, nel 1755, affidò il progetto e l'esecuzione dei lavori a Mario Gioffredo. Questi impostò l'edificio a pianta quadrata, articolandolo in 4 blocchi separati dai bracci di una galleria centrale a croce greca; sulla facciata posteriore innestò un portico circolare, belvedere coperto verso il mare, e sistemò la scuderia e la rimessa delle carrozze. 
 
Intorno al 1760, quando i lavori erano già in fase avanzata di esecuzione,Gioffredo fu costretto ad abbandonare l'opera in seguito ai contrasti insorti con i Casacalenda e fu dapprima sostituito da Michelangelo Giustiniani e successivamente da Luigi Vanvitelli che, dal 1763 al 1773(anno della sua morte) diresse i lavori completati due anni più tardi dal figlio Carlo. Vanvitelli apportò sostanziali modifiche al progetto originario trasformando lo scalone principale portandolo oltre il volume originario della fabbrica e modificando il disegno della rotonda interrompendone il perimetro in corrispondenza degli estremi della facciata posteriore, lungo la quale aveva disposto un portico rettilineo. Egli realizzò ancora importanti modifiche agli spazi interni sovrintendendo, successivamente, a tutti i lavori di decorazione che furono realizzati dai pittori dell'epoca.All'interno spiccano varie opere di Jacopo Cestaro, Fedele Fischetti, Gaetano Magrì. 
 
La Villa Campolieto ebbe un periodo di splendore limitato nel tempo, poichè alla morte del Duca di Sangro nel 1792, i beni della famiglia passarono al figlio primogenito Scipione che morì a sua volta nel 1805 senza eredi diretti.Pertanto, già ai primi dell'800, la proprietà veniva divisa tra i vari nipoti del duca avviandosi verso il declino, culminato, dopo l'occupazione militare negli anni dell'ultimo conflitto,nell'abbandono dell'edificio ormai pericolante. Grazie all'opera di paziente restauro avviata pochi anni fa dall'Ente per le Ville Vesuviane ora è stato restituito al suo antico splendore.
 
Non lontano da Villa Campolieto, sorge la Villa Petti Ruggiero. Fu costruita per volere del barone Petti verso la metà Del XVIII secolo ed appartenne a questa famiglia fino al 1863, anno in cui passò ai Ruggiero. L'attuale configurazione planimetrica della villa non corrisponde precisamente a quella originaria risultando uno sviluppo asimmetrico dei corpi di fabbrica rispetto all'asse longitudinale. La villa presenta lungo la strada una facciata di modeste dimensioni le cui proporzioni originate risultano oggi alterate per l'aggiunta di un piano sopraelevato. La sua decorazione è costituita da timpani in stucco che incorniciano le aperture Del piano rialzato e Del piano nobile. Il prospetto sul cortile è sicuramente la parte peculiare della fabbrica: articolato da una serliana, che sorregge una terrazza, con spiccato gusto rococò. 
 
La terrazza, la cui balaustra alterna alle ringhiere panciute poggi in piperno a sostegno di busti scultorei, secondo un motivo ricorrente nella cultura settecentesca napoletana, costituisce l'episodio decorativo più ricco di tutto il complesso. Da qui si può scorgere l'ombroso viale del giardino chiuso sul fondo da una nicchia. 
 
L'imponente edificio, opera di Ferdinando Fuga, denominato la "Favorita" dal re Ferdinando IV di Borbone in omaggio alla regina Maria Carolina d'Austria, presenta un impianto planimetrico piuttosto inconsueto che si discosta dagli schemi ricorrenti tipici delle ville settecentesche del Miglio d'Oro. La facciata, che si sviluppa lungo la strada non presenta,infatti, lungo l'asse centrale aperture che consentono una diretta comunicazione dalla strada verso il parco. I due cortili d'accesso, simmetrici, sono collocati lateralmente ed il corpo centrale si dilata verso una direttrice posta in asse con il mare, concludendosi al piano rialzato, con un terrazzo posto in cima ad uno scalone semicircolare. Le scale di collegamento tra i piani sono poste alle estremità delle ali. La grande area del parco della "Villa Favorita" ricca di essenze mediterranee ed esotiche alquanto rare, interrotto nella sua continuità dalla linea ferroviaria e da un asse viario, si conclude verso il mare con l'approdo borbonico. 
 
L'Ente per le Ville Vesuviane, dopo il restauro della Villa Campolieto(1984) e Ruggiero(1991) e delle aree annesse, ha intrapreso l'opera di recupero della zona a sud del Parco della Villa Favorita, area nella quale sorgono alcune costruzioni di mirabile pregio quali la Palazzina del Mosaico, dependance della più sontuosa villa, ed i suoi due caffe-house posti in prossimità della costa.
  • Ll'itinerario didattico "Ville Vesuviane del XVIII secolo: alla scoperta del Miglio d'oro" del programma "Scuola & territorio" della Feder Mediterraneo prevede la visita del parco reale e del cortile del palazzo reale di Portici, della Villa Campolieto e della Villa Ruggiero di Ercolano. Presentandosene la possibilità (in concomitanza di orari con l'apertura della chiesa parrocchiale di Sant'Antomio) viene effettuata anche la visita della cappella palatina di Portici dove si conservano l'organo del giovane Mozart e i candelabri del Vamvitelli. L'itinerario non si effettua di lunedì, giornata di chiusura delle ville. Ingresso gratuito e prenotazione obbligatoria. Partenza Durata 9,30-12,30. Appuntamento (salvo diverso accordo) in piazza S.Ciro, a Portici.

Informazioni: Feder Mediterraneo, tel. 081-8540000 e 081-5795242, cell. 338-3224540 e 347-4475322, fax 081-8044268, e-mail feder-mediterraneo@libero.it


 

 

 


 

 

 

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Aggiornato il: 04 febbraio 2003