Rivive la flotta imperiale di Miseno in uno straordinario itinerario didattico. Clicca sulla nave per entrare nel nuovo sito.

UN NUOVO SITO DI SCUOLA & TERRITORIO E' ANDATO IN RETE: LA FLOTTA IMPERIALE DI MISENO ORA NAVIGA NEL WEB

Home Su Le nostre scuole Itinerari didattici Terra del fuoco

Dicearchia & Puteoli

 PROGRAMMA DIDATTICO DELLA FEDER MEDITERRANEO

 

Su
Dieta mediterranea
Scuola aperta  

 GLI ITINERARI

Clicca su quelli che ti interessano

Laghi flegrei: Fusaro, Miseno, Lucrino e Averno

Magna Graecia: alla scoperta di Cuma

Da Dicearchia a Puteoli

Il porto romano di Miseno

La Baia dei Cesari

L'Oasi del Monte Nuovo

I Campi Flegrei visti dal mare

Bus dei Campi Flegrei

Bus della Terra del Fuoco

Campi Flegrei e Magic World

Bus della Riviera di Ulisse

Procida: Museo del mare fra Terra Murata e Corricella

Grotta di Seiano e parco di Pausilypon

Il Real Museo Borbonico di Napoli

Centro antico: il cuore di Napoli

Neapolis greco-romana

Napoli angioina

Napoli aragonese

Napoli barocca

La Napoli dei Re

Il Vomero monumentale

Villa Floridiana e il Museo della ceramica

Capodimonte: Sito Reale e Museo

Bus dei castelli napoletani

Capri: il Mediterraneo visto dai Faraglioni

Reggia e parco reale di Caserta

La Real Colonia "socialista" di San Leucio

Il borgo medioevale di Caserta Vecchia

Capua antica

S. Angelo in Formis

Ville Vesuviane del XVIII secolo

Scavi archeologici di Pompei

Scavi archeologici di Ercolano

Il parco nazionale del Vesuvio

Benevento: il Museo del Sannio

Avellino: il Museo Irpino

Salerno: il Museo provinciale

Cereali: la pasta, il pane e le pizze

Pomodoro e conserve vegetali

L'olio d'oliva della Penisola Sorrentina e del Sannio

Il vino DOC dei Campi Flegrei

IRSVEM: Il pesce e i molluschi

Formaggi DOP: la mozzarella di bufala campana

"Gustasannio": il vino e l'olio a Guardia Sanframondi

 

 CONFERENZE

Il Regno delle Due Sicilie: otte secoli di storia del Sud

Il marketing territoriale e turistico

La dieta mediterranea nell'epoca della globalizzazione

 

 FORMAZIONE

Stages, tirocini e percorsi formativi

Corsi di formazione post qualifica

IFTS nell'ambito delle misure PON Scuola

Corsi regionali con enti pubblici ed enti terzi

Visite guidate presso ristoranti e centri alberghieri


Clicca su...

Rivista promossa dal CSA di Benevento dell'Uffiscio Scolastico Regionale della Campania, diretta da Mario Pedicini


La Feder Mediterraneo al fianco dell'UNESCO



Clicca qui


Una finestra aperta sulle Nazioni Unite...

Contatti Links Uffici Materiale

 

 

 

L'Anfiteatro Neroniano-Flavio: orgoglio e simbolo di Puteoli romana

Anfiteatro maggiore

L'Anfiteatro Neroniano-Flavio è collocato non lontano dal meno conosciuto anfiteatro Augusteo,  misura  75 mt. x 42 mt.) ed era per Pozzuoli ebbe due anfiteatri come risulta anche dalle illustrazioni di alcune fiaschette vitree del III-IV sec. d.C. che riproducono l’antico sinus Puteolanus. L’anfiteatro maggiore di Pozzuoli risale ad epoca neroniana e qui si  celebrarono forse nel 66 d.C. i giochi in onore di Tiridate, re d’Armenia, ricordati da Dione. L’edificio si elevava su tre ordini: i primi due ad arcate sostenevano la cavea l’ultimo si presentava all’esterno come un alto loggiato coronato da statue. La cavea poteva ospitare 20000 spettatori ed era suddivisa in tre settori, summa  media e ima, da tre precinctiones. I posti più vicini all’arena erano riservati ai senatori, ai cavalieri e ai notabili della città. L’intero perimetro era percorribile a piano terra mediante tre ambulacri concentrici: quello più esterno si sviluppava sotto le arcate di un portico, quello medio era destinato al pubblico, quello più vicino all’arena era riservato al personale di servizio: corridoi interni consentivano gli spostamenti degli spettatori tra le varie sezioni della cavea e del personale di servizio. L’anfiteatro aveva quattro ingressi principali a tre fornici situati alle estremità degli assi maggiore e minore. Nel II sec. d.C. per motivi di staticità l’edificio subì dei cambiamenti: il portico dell’ambulacro più esterno, ad esempio, con i pilastri in blocchi di piperno venne rinforzato con pilastri in laterizio. L’arena era attraversata al centro dalla fossa scenica, un’apertura verticale che raggiunge il livello dei sotterranei da dove si sollevavano gli scenari dipinti per gli spettacoli dell’arena. Il piano pavimentale dell’arena presenta inoltre numerose botole da dove venivano fatte salire dai sotterranei le gabbie degli animali. Proprio i sotterranei ottimamente conservati costituiscono la maggiore attrattiva dell’anfiteatro puteolano. Lo spazio corrisponde a quello dell’arena soprastante suddiviso in quattro porzioni da due assi perpendicolari collegati tra loro da un ambulacro anulare. Su questo corridoio si affacciano i tanti ambienti destinati ad accogliere le gabbie per le fiere trasportate poi al livello superiore con apposite macchine. 

Luoghi di spettacolo dell'antichità - Nell'antichità classica era la costruzione in forma ovale o ellittica, a più piani con gradine per spettatori (cavea) disposte intorno ad una platea (arena).

Primo scopo dell'anfiteatro romano fu quello di far conoscere al popolo le belve feroci dei paesi sottomessi e, successivamente, quello di avere edifici per ludi gladiatori, cacce, ecc.

A Roma i primi anfiteatri furono in legno, e l'uso del legno si mantenne a lungo sia nell'urbe sia in provincia. Plinio il Vecchio racconta come C. Curione, tribuno della plebe nel 50 a.C., incaricato da Cesare di realizzare un nuovo tipo di edificio per pubblici spettacoli, ideò un'opera che, a prima vista, potrebbe considerarsi quasi incomprensibile per novità e ardimento.

Costruì due grandissimi teatri di legno l'uno accanto all'altro e così fatti che ciascuno era sospeso e mantenuto in bilico per mezzo di perni mobili. Per le mattine destinate alle rappresentazioni delle commedie i due edifici si voltavano la curva della schiena "affinchè il rumore di una scena non disturbasse l'altra". Poi i due teatri erano fatti girare "cosicchè l'uno venisse a trovarsi dirimpetto all'altro e, tolte la sera le tavole che costituivano i fondali della scena e fatte combaciare le cornae delle file dei sedili, ne risultava un anfiteatro dove si offrivano spettacoli di combattimenti gladiatori".

Plinio si dimostra indignato per un'impresa del genere che giudicava come misfatto e follia: misfatto parchè metteva a repentaglio la vita degli spettatori e follia perchè gli stessi spettatori affidavano la propria incolumità a due perni invisibili di una macchina bilicata.

Esaurita la novità di tale costruzione Cesare eresse un nuovo edificio che prese il nome di Amphitheatrum. Si trattava ancora di una costruzione in legno e soltanto pochi anni dopo, per opera di Augusto fu realizzato un edificio in pietra che purtroppo andò distrutto nell'incendio neroniano.

Questa nuova forma di costruzione acquistò ben presto una notevole fama e fu realizzata non solo nell'urbe ma perfino in molte città di provincia (famosi erano quelli di Pompei, il più antico anfiteatro in pietra, e di Santa Maria Capua Vetere), dove l'opera, in quanto strumento del processo di romanizzazione, veniva ad assumere un significato anche politico.

La struttura tipica di un anfiteatro era a pianta ovale anzichè circolare, perchè la prevalenza di un asse imponesse un fronte di combattimento, e quindi un certo ordine, negli spettacoli. L'arena, nel centro, era destinata ai combattimenti ed era intagliata nella roccia o appoggiata su volte o su travature di legno e cosparsa di sabbia. Lo spazio riservato agli spettatori era diviso in tante sezioni orizzontali (maeniana).

Fra il primo meniana e l'arena correva il podium, terrazza destinata alle autorità. I diversi meniani erano separati tra loro da corridoi anulari, in senso orizzontali detti praecinctiones. In senso verticale invece le divisioni tra meniano sottostante e soprastante, venivano denominate baltei ed erano attuate per mezzo di muri. Su questi ultimi erano aperte numerose porte che, assieme ai vomitoria, servivano per l'accesso all'interno dell'anfiteatro.

Sull'alto dell'anfiteatro girava tutt'attorno una galleria coperta da un velario a spicchi scorrente sopra corde con anelli, destinato a riparare durante lo spettacolo quella parte di anfiteatro che rimaneva esposta al sole. Nei sotterranei si aprivano locali e gallerie per i combattimenti, per le belve, per i macchinari. Vi era una speciale camera dove si portavano i combattenti morti o feriti, chiamata spoliarum. Gli spettacoli che abitualmente vi si davano erano i ludi gladiatorii e le venationes e spesso degli "ascensori " sollevavano le gabbie delle fiere fino al piano dell'arena e gli acquedotti convogliavano l'acqua per inondare l'arena per lo spettacolo delle naumachiae.

Gli anfiteatri - Gli anfiteatri furono fondamentalmente sede dei ludi gladiatori. Prima della costruzione degli anfiteatri, nell’epoca repubblicana, i ludi gladiatori si svolgevano ordinariamente nel Foro, ove si innalzavano appositi palchi in legno, e più raramente nei circhi. Intorno al 53 a.C. Scribonio Curione, amico di Cesare, costruì due teatri in legno montati su perni, con i semicerchi esterni della cavee posti l’uno contro l’altro, che al termine delle rappresentazioni sceniche, venivano fatti ruotare in modo che gli estremi delle stesse cavee combaciassero fino a formare una vera e propria area ellittica, sgomberata dai palcoscenici. L’anfiteatro di Curione fu il primo impianto in legno di questo tipo.

I più antichi esempi di anfiteatri in muratura si trovano a Pompei e a Pozzuoli (età sillana): infatti la costruzione di edifici da spettacolo stabili aveva sempre incontrato a Roma l’ostilità della parte più conservatrice dell’aristocrazia. Il primo anfiteatro in pietra fu costruito a Roma nel 29 a.C. da Statilio Tauro. Esso, però, andò distrutto nell’incendio neroniano; e così, alcuni anni dopo, Vespasiano costruì quello che fu il più grande anfiteatro del mondo romano, l’Anfiteatro Flavio.

Questo sorse nella valle compresa tra Palatino, Esquilino e Celio, dove precedentemente si trovava lo stagno della Domus Aurea neroniana, e fu inaugurato da Tito nell’80 d.C. La denominazione di Colosseo deriva forse dalla vicinanza all’edificio della statua del Colosso di Nerone.

L’altezza esterna del monumento misurava circa 50 metri; il diametro maggiore dell’ellissi era di 188 metri, il minore di 156. L’anello esterno, interamente in travertino, si sviluppava in altezza su tre piani sovrapposti, costituiti da arcate inquadrate da semicolonne tuscaniche, ioniche e corinzie. Un quarto piano presentava lesene corinzie, che inquadravano spazi nei quali, alternativamente, si affacciavano finestre. Il cornicione presentava dei fori in cui passavano i pali che sostenevano il velario a spicchi, il quale serviva per riparare dal sole gli spettatori.

La cavea si componeva di tre ordini di sedili, inframmezzati da due pianerottoli, coronati a loro volta da un ambulacro coperto. I primi gradini non si elevavano direttamente sull’arena ma su un alto podio, per riparare gli spettatori dagli assalti delle fiere. I personaggi di riguardo avevano seggi speciali o palchi sontuosi, con ingressi riservati alle estremità dell’asse inferiore.

Sotto l’arena fu costruito da Domiziano un complesso sistema di impianti sotterranei che servivano per far uscire le fiere e per sollevare complicati macchinari. L’anfiteatro Flavio poteva contenere fino a 45000 spettatori. Con il prevalere del Cristianesimo, gli spettacoli che si svolgevano nell’anfiteatro persero progressivamente importanza, fino a cessare del tutto verso la metà del VI secolo d.C.

Presso l’Anfiteatro Flavio furono costruite quattro caserme gladiatorie, delle quali nel 1937 sono stati rinvenuti, tra Via Labicana e Via San Giovanni in Laterano, i resti della maggiore e cioè il cosiddetto Ludus Magnus, già noto da un frammento della pianta marmorea di Roma.

A Roma sono giunti fino a noi i resti di un altro anfiteatro, il cosiddetto Anfiteatro Castrense, che faceva parte della villa imperiale ubicata presso Porta Maggiore e che, successivamente, fu incorporato nelle Mura Aureliane.

Resti di anfiteatri sono stati ritrovati sia in alcune regioni d’Italia che in molte province dell’impero. In Italia si possono ricordare quelli di Sutri, Lucera, Venosa, Siracusa, Terni, Aosta, Pompei, Pozzuoli, Verona. Importante anche l’anfiteatro di Pola. Nella Gallia Narbonense sono famosi gli anfiteatri di Nimes e di Arles; in Spagna quelli di Merida, Italica e Tarragona; in Pannonia quelli di Carnuntum e Aquincum; in Africa quello di Thysdrus. Rari sono invece gli anfiteatri nella zona orientale dell’impero.

Il Ludus Magnus - Il Ludus Magnus è un vasto edificio con un cortile circondato da portici, nel centro del quale si trova un’arena con gradinate, che riproduce un piccolo anfiteatro per consentire l’allenamento dei gladiatori. Il collegamento con il Colosseo doveva avvenire attraverso un galleria sotterranea rinvenuta tra i due edifici. E’ interessante rilevare la sostanziale equivalenza tra l’area dell’arena del Ludus Magnus e quella del Colosseo.

Gli stadi  - Lo stadio era anticamente un luogo destinato soprattutto alle gare di atletica, così denominato perché la pista in cui si svolgevano le competizioni era lunga appunto uno stadio, misura corrispondente a 600 piedi.

All’origine, in Grecia, lo stadio era una semplice area pianeggiante. Successivamente assunse la forma di un rettangolo, con uno dei lati addossati a un pendio collinare, oppure con entrambi i lati appoggiati a due pendii; da essi gli spettatori, sistemati su gradoni di pietra ricavati nella roccia oppure costruiti in terra battuta, disponevano di una visuale abbastanza ampia.

In epoca ellenistica, dal IV secolo a.C., lo stadio acquista la forma tipica di un rettangolo molto allungato, con uno dei lati corti (quello da cui avevano inizio le corse) rettilineo e con il lato opposto curvilineo. Gli stadi dietà romana sono appunto di questo tipo anche se, generalmente costruiti in pianura, hanno le gradinate sorrette da volte a arcate (come lo Stadio di Domiziano). In alcune città dell’Asia Minore entrambi i lati brevi sono a forma di emiciclo, in modo da consentire di disporre di un maggior numero di posti a sedere. La pista, in terra battuta, era delimitata da una soglia in pietra o da una zoccolatura o da un parapetto, ed era lunga 600 piedi (180 m) e larga intorno ai 200 (60 m).

A Roma i primi stadi avevano una struttura precaria. In occasione delle gare atletiche venivano infatti edificati stadi in legno smontabili dopo l’uso: tali furono lo stadio costruito da Cesare nel 46 a.C., di cui ci parla Svetonio, e quello edificato da Augusto nel 28 a.C., di cui ci dà notizia Cassio Dione. Lo stadio, come edificio pubblico, non godette nel mondo romano occidentale di grande favore, sia perché le competizioni atletiche di tipo greco non incontravano i gusti del popolo quanto le corse dei carri o i combattimenti dei gladiatori, sia perché gli stessi giochi potevano svolgersi anche nei circhi.

Il primo stadio in muratura a carattere permanente fu costruito da Domiziano nel Campo Marzio, (oggi si trova a Roma in Piazza Navona, la quale anche nella struttura attuale ne ricalca linee e dimensioni) per celebrare il Certamen Capitolino Iovi, gara quinquennale musicale, equestre e ginnica, istituita nell’86 d.C. a imitazione delle competizioni olimpioniche. I resti di un tratto del lato curvo sono visibili in Piazza di Tor Sanguigna a circa 3,50 m. sotto l’attuale livello stradale. L’edificio costituisce l’unico esempio di stadio in muratura al di fuori della Grecia e del mondo orientale.
  • La visitra all'Anfiteatro Neroniano Flavio di Pozzuoli (Napoli) è inclusa nell'itinerario didattico "Da Dicearchia a Puteoli" del programma "Scuola & territorio" della Feder Mediterraneo, assieme al Serapeo e al Rione Terra, visto dalla darsena dei Pescatori. Il bus si lascia nel parcheggio presso l'Anfiteatro e l'itinerario di percorre a piedi. Durata: ore 9,30-12,30.

Informazioni: Feder Mediterraneo, tel. 081-8540000 e 081-5795242, cell. 338-3224540 e 347-4475322, fax 081-8044268, e-mail feder-mediterraneo@libero.it

 


 

 


 

 

 

Bufali & mozzarelle nel Basso Volturno: un itinerario didattico da prenotare subito. Clicca sulla foto...

 

 


 

Lo "scudo di Roma" sui mari: ricostruiamo insieme la flotta imperiale di Miseno

Clicca sul volto di Marco Agrippa, fondatore della marina da guerra dell'impero romano, per saperne di più

 


I luoghi di spettacolo dell'antichità

 

 

Vieni con noi  agli anfiteatri romani di Puteoli e Capua.  Firma la carta di Segesta del Consiglio d'Europa...


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Il Regno delle Due Sicilie: 8 secoli di storia e di civiltà del Sud Italia

 

 

 Discutiamone insieme Conferenza nelle scuole con il giornalista Franco Nocella. Clicca sull'immagine di Ruggero il Normanno...:


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


La Feder Mediterraneo partecipa ogni anno alla Settimana dei Beni Culturali

indetta dal Ministero, attraverso il programma didattico "Scuola & territorio"


 

 

 

 

 

 

 

 


Alla scoperta dei segreti della  dieta mediterrane

. Clicca sulla pasta per saperne di più


 

Home ] Su ] Le nostre scuole ] Itinerari didattici ] Terra del fuoco ]

Inviare a feder-mediterraneo@libero.it  un messaggio di posta elettronica contenente domande o commenti su SCUOLA & TERRITORIO

Copyright © 2002 FEDER-MEDITERRANEO
Aggiornato il: 04 febbraio 2003