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c.c.a.
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MERCATI
I mercati negli anni '30
Mercato di Piazza Bodoni a Torino.
Questo fabbricato venne costruito nel 1864 su disegno degli ingegneri Pecco e Velasco, ma da allora vi furono introdotte parecchie modificazioni, cambiando la disposizione dei banchi di vendita, sopprimendo la grande fontana centrale che fu sostituita da una fontanella, rinforzando le armature di legname della corsia laterale al salone ottagonale centrale e sostituendo alla cupola di questo, fatti con armatura mista di legno e ferro di tipo Polonceau, caduta nel febbraio del 1887 a causa di un terremoto e di un'eccezionale nevicata, un'altra armatura metallica senza tiranti, cioè con puntoni centinati a traliccio.
Il fabbricato occupa un'area di 1932 mq circa con lati di 42.36 m e 45.60 m. Serve principalmente allo smercio di carne macellata, pollami, burro, uova, trippe, formaggio, paste alimentari, pesce, frutta e ortaggi.
Il pianterreno che serve unicamente per il mercato si compone dell'ottagono centrale e di quattro corsie laterali, larghe in media 10 m, occupanti una superficie di 1380 mq circa. Tutte le finestre sono munite di persiane fisse a palette di vetro rigato mezzo bianco spesse 5 mm, montate sopra intelaiatura di ghisa. Alcune finestre del tamburo della cupola, verso mezzanotte, ne sono però prive, onde facilitare l'aerazione del mercato. Le quattro aperture, o porte, di ciascuna fronte, sono pure chiuse nella loro parte superiore con persiane simili alle suddette, poggianti sopra architravi di ghisa armati, e nella parte inferiore, alta 3 m, sono provviste di cancello.
I banchi di vendita in numero di 118 sono di legno col piano superiore inclinato, hanno i fianchi pure di legno e la parete di fondo a reticolato di legno. Però quelli per la vendita del burro, pesci e simili sono ricoperti con lastra di marmo bianco di Carrara e muniti di ripostigli chiusi a chiave. Non vi sono posti per venditori avventizi. In mezzo al salone centrale vi è una fontanella e presso un ingresso sono riservate i bagni per uomini e donne. Il mercato è dato in appalto e l'appaltatore ha il suo ufficio e magazzino nei locali 4 e 5.
Alla pulizia provvedono un locale a loro disposizione per gli attrezzi e indumenti. Il pavimento è fatto con lastre di pietra. Allo scolo delle acque provenienti dai banchi e dalle lavature servono apposite cunette lungo le corsie e lo scaricatore sotto la fontanella centrale.
La merce facilmente deperibile può essere depositata nelle cantine dei sotterranei, a cui si accede mediante due scale: la pescheria viene conservata in appositi cassoni rivestiti internamente di zinco e facenti parse dei banchi di vendita.
Una parte dei sotterranei si destinò a lavatoio pubblico con accesso indipendente, e con stenditoio ed asciugatoio ad aria calda.
La muratura fuori terra è rivestita per tutta l'altezza del basamento di pietra da taglio di Malanaggio, e del medesimo materiale sono i davanzali e i pilastri centrali delle finestre. Di pietra sono anche l'alto zoccolo, nel quale sono aperte le finestre del sotterraneo, i gradini degli ingressi e il gocciolatoio del cornicione.
Questo mercato, che ha più di mezzo secolo di vita, corrisponde ancora oggi molto bene al suo scopo nonostante le cresciute esigenze.
Oltre a questo mercato, Torino ne ha uno chiuso in via Montebello, per vendita al minuto di carne di montone, agnello, pesce, pollame, trippe, burro, ortaggi e frutta; uno a tettoie aperte di cemento armato in piazza Madama Cristina per frutta, ortaggi, latticini, fiori; uno a tettoie chiuse in piazza Emanuele Filiberto, per vendita di latticini e polleria: un mercato del vino, e un foro frumentario.
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