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Marco Braga (Milano)

Il Libro "I Ragazzi di Paolo" > Milano

La testimonianza di Marco
prima di iniziare una premessa. avevo deciso di non scrivere nulla. perché mi sentivo perfettamente rappresentato dalle parole di mariangela e azzolino. perché sarebbe stato ribadire lo stesso concetto. poi mi è venuto alla mente che poteva essere importante, magari per una persona sola, - ma sarebbe già molto -dire che sotto cieli solo all’apparenza diversi, si possono provare le stesse cose. mi è sembrato giusto testimoniare, dire che c’ero. e che, anche se i pensieri si accomunano, vengono da menti diverse. e da luoghi geograficamente diversi. perché credo che anche milano debba trovare una nuova via. debba riprendere il suo cammino. sulla strada. ancora.
io ci sto provando.
afa.afa da togliere il fiato. umido sulla pelle, dentro il cuore. ricordo bene quel luglio; lo ricordo e mi sembra così lontano da essere un ricordo troppo vicino,da farmi troppo male. ricordo il tam tam delle televisioni, le informazioni approssimate e la voglia di sapere, di capire. senza un perché, contrariamente rispetto a quanto di solito ti scivola addosso. ricordo che pensavo spesso apalermo e mi chiedevo perché.
avevo vent’anni: e volevo capire. ma si può capire?
pochi giorni dopo andai a vedere un concerto di fiorella mannoia. già allora amavo la sua musica, ma da quella volta qualcosa è scattato. l’ho raccontato molte volte, eppure non mi stanco. ho raccontato di come quella sera mi sentissi solo a pensare che l’afa rimandava a palermo. senza un perché. o, forse, perl’unico perché possibile, prima di iniziare a cantare una delle sue canzoni più struggenti a mio modo di vedere - “i treni a vapore” con testo e musica di ivano fossati - la rossa disse a mezza voce che di fronte ai fatti di palermo non bisognava girare la faccia come al solito. disse è proprio così. i fatti di palermo. disse che non si poteva, ancora una volta, fare finta di niente.che, certo, era più facile distogliere lo sguardo da qualcosa che ci turbava,ma probabilmente non era giusto.
e ricordo che mi sorpresi nel trovarmi sulla stessa lunghezza d’onda di una donna che nemmeno conoscevo. una donna che, nonostante quelle poche parole dette a mezza voce, in quanto artista avrei dovuto sentire distante. e invece capire fu un attimo. capire il poco che c’era da capire. e cioè che io non volevo stare seduto. che volevo dire non ci sto. e che il primo modo in cui potevo farlo era guardare con “lo sguardo diritto e gli occhi speciali” alle cose.senza girare la faccia. ricordo che le note e i versi di una canzone che avevo ascoltato mille volte mi sembrarono finalmente miei. avevo capito che non ero solo. che a pensare a palermo e a paolo eravamo in tanti. che c’eravamo. solo che ancora non ci conoscevamo. eravamo in tanti ad annusare la vita nello stesso modo. a non volerci stare. questa consapevolezza mi ha accompagnato per molti anni. tra le paure di non fare abbastanza e l’andare fiero di guardare il mondo da una prospettiva meno vigliacca.
anni dopo, durante il servizio civile, conobbi gianluca che mi introdusse al gruppo di ostiglia. amici, amici grandi, fratelli che guardano il mondo. quegli amici che, ne ero certo, prima o poi avrei trovato. e da lì la gioia della condivisione, del voler capire, e, quando non ci si capacita, la gioia di voler rimanere comunque in cammino. la voglia di non sedersi, di andare avanti nel fare le poche cose che di cui si è padroni, ma con l’impegno di sempre.
e poi palermo; coi suoi cieli e i suoi sorrisi, i suoi abbracci gli occhi e gli echi, con i suoi silenzi rari e i suoi odori. il sentirsi in fondo al cuore di guardare tutti nella stessa direzione. che poi è quella direzione che abbatte ogni differenza e fa allargare le braccia. ma non in segno di resa. in segno di partecipazione. per dire: ci sono anch’io. nel mio piccolo. per quello che posso. per quello che so.
marco
“...mi sogno i sognatori che aspettano la primavera e qualche altra primavera da aspettare ancora, tra un bicchiere di neve e un caffè come si deve, questo inverno passerà...”



- Io oggi Voglio Vivere Libero - Aggiornato il 30 set 2008 - | ragazzi-di-paolo@libero.it

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