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Don Giuliano Zatterin (Pezzoli - RO)

Il Libro "I Ragazzi di Paolo" > Rovigo

La testimonianza di Don Giuliano
Il 19luglio del 1992 mi trovavo in montagna con dei bambini per un po’ di riposo e di svago. La tragica morte di Paolo Borsellino, a due mesi di distanza da quella di Giovanni Falcone, fu per me come un’intensa notte piena di oscure tenebre da quale mi sembrava di non potere più uscire. Come mi fossi trovato improvvisamente sperduto e smarrito con i ragazzi durante una passeggiata in montagna.
Da quel giorno credere, ricordare, resistere, impegnarmi e donarmi divennero la preoccupazione costante della mia vita.
In questi anni ho sempre cercato che la memoria di Paolo e Giovanni diventasse il filo conduttore che sosteneva la mia coscienza e passione civile. Di cittadino e di prete.
L’essere cittadini e cristiani si concretizzò anche nel mio impegno di sacerdote, grazie alla loro memoria, convinto più che mai che le persone morte per la libertà e la democrazia possono continuare a vivere nelle nostre scelte di libertà e di democrazia. E determinate scelte non fatte possono far morire ancor più le persone già morte.
In questi anni mi sono reso sempre più conto che non si può essere persone che vivono e basta, ascoltatori senza memoria, ma ho sentito l’urgenza e la responsabilità di rendere la MEMORIA di Paolo e di Giovanni EVENTO VIVO OGGI,luogo in cui la LEGALITA’ e la GIUSTIZIA possono manifestarsi ad ogni cittadino che abbia il senso dello Stato e delle Istituzioni.
Tutto questo penso voglia dire SENTIRSI VIVI e cercare con tutte le proprie forze di esserlo dentro ad una storia di riscatto e di salvezza, seppur continuamente esposta alla perdizione e all’illegalità.
Fare memoria di Paolo e di Giovanni, vuol dire assumere l’eredità, portarsi dentro e addosso, per tutta la vita, una insopprimibile voglia di legalità e di giustizia.
Don Giuliano



- Io oggi Voglio Vivere Libero - Aggiornato il 30 set 2008 - | ragazzi-di-paolo@libero.it

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