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Leonardo Pesci (Diacceto - FI)

Il Libro "I Ragazzi di Paolo" > Firenze

La testimonianza di Leonardo
Negli ultimi anni ho maturato l’idea che ognuno di noi è responsabile della situazione odierna della nostra società, fatta sempre più di violenza, egoismo, intolleranza, quando questi termini non hanno solo un valore letterario. Tali fenomeni li possiamo riscontrare nella vita di tutti i giorni e oramai non li notiamo più, l’indifferenza ha preso il sopravvento sulla nostra sensibilità.
Oggi, sembra di vivere in un mondo dove tutto ciò che viene fatto debba portare un tornaconto personale, non si deve fare più niente per niente, quando questo niente ha solo, o per lo più delle volte, un significato economico o di potere.
Anche io mi ritrovo ha vivere in questa società, e anche se cosciente di tutto questo, a volte mi capita di essere coinvolto in questo meccanismo. Mi sembra che non si possa uscire fuori dai binari tracciati, o almeno ciò è reso molto difficile.
Non per questo motivo non bisogna provare a cambiare quello che ci sembra sbagliato anche se spesso usiamo solo tante parole.
Non è sufficiente ritrovarsi nei bar o nei circoli a parlare dei difetti di questa società criticando tutto e tutti (escluso noi stessi); occorre trasformare i nostri atteggiamenti,mettere in atto le nostre idee e cercare dentro ognuno di noi la voglia che abbiamo di cambiare. In altri termini, dovremmo, nella vita di tutti i giorni,applicare i nostri principi cercando di avere una coerenza da ciò che pensiamo a ciò che facciamo.
In una società come la nostra, dove l’uomo è sempre più considerato un numero,bisogna riprendere la fiducia in noi stessi e pensare che a decidere sulle sorti del mondo sono i singoli cittadini. La terra è popolata da circa cinquemiliardi di individui e ognuno di loro è fondamentale per lo sviluppo della società; cambiare atteggiamento vuol dire mettere in moto un meccanismo di trasformazione che può portare ad un mutamento radicale del modo di vivere.Questo deve avvenire prima di tutto in noi stessi nella vita di tutti i giorni,facendo la spesa, con gli amici, con il lavoro ecc., portando avanti le proprie idee anche se ciò vuol dire più sacrifici.
Spesso crediamo, o vogliamo credere, che noi non possiamo far e niente per modificare la situazione in cui siamo e critichiamo le varie istituzioni considerandole incapaci di adempiere ai propri doveri.
Le istituzioni hanno le loro responsabilità, ma in una società la colpa deve essere divisa tra gli stessi che la compongono e quindi anche tra le persone.
Non si deve sempre delegare ed aspettare, poi in caso di mancanza di risultati criticare, ma bisogna far si che i mutamenti della società vengano dal basso, dal popolo, perché è così che si sono avute le più grandi rivoluzioni. Non aspettiamo la “legge” ma facciamo dei nostri principi delle consuetudini, dei comportamenti naturali.
Delegare significa non affrontare realmente il problema, per un vero cambiamento occorre impegno e sacrificio. La superficialità di ognuno di noi non può portare a niente, solo a tante parole, come dare un tacito assenso a ciò che abbiamo.
Basta con le critiche e con le parole ma occorre guardarsi dentro per vedere quanta voglia abbiamo di mettersi in gioco…………..
Questo mio pensiero è maturato dopo un percorso di vita assai complesso, fatto di incontri e riflessioni, dove all’inizio sembrava tutto difficile.
Le prime volte che ascoltai Antonino Caponnetto , a Sieci, il paese dove vivevo, non riuscivo a concretizzare i suoi concetti, che li ritenevo giusti e talvolta utopici; egli diceva che per combattere la mafia bisognava cambiare noi stessi, i comportamenti di tutti i giorni. Ciò mi sembrava distante un argomento dall’altro.
Ma in realtà non è poi così distante, ciò ho avuto conferma dopo aver conosciuto Rita Borsellino nel ’95.Lei mi ha concretizzato quelle idee che già stavano maturando in me. Aveva cambiato la propria vita, dopo la morte di Paolo, in modo da continuare una lotta intrapresa da tutti coloro che erano morti per mafia.
Stava portando, a giro per l’Italia, la propria testimonianza. Una persona che non è né giudice, né poliziotto, o altro sta combattendo a suo modo un’organizzazione assai complessa come quella della criminalità organizzata; lasciando così un seme a tutti coloro che hanno l’opportunità di ascoltarla e con la speranza che tale seme possa germogliare.
In quel periodo la mia vita era ad una svolta assai importante perché stavo cercando lavoro, e ciò nel mondo di oggi è assai difficile. Io però decisi che ciò doveva avvenire senza l’aiuto di nessuno cioè senza conoscenze che potessero “sistemarmi”indipendentemente dalle mie capacità. Andando così contro il parere dei miei genitori e di quasi tutte le persone che conoscevo, le quali consideravano tale idea utopica e senza risultato. A mio avviso ognuno di noi deve avere pari opportunità nel lavoro, come in altri settori,indipendentemente se sei bianco rosso o giallo, ricco o povero, e quindi anche se hai delle conoscenze del settore o meno. Bisogna assumere in base alle proprie qualità, così dicevo.
Nonostante le varie delusioni e le continue pressioni da parte dei familiari che continuavano a portare avanti le proprie idee in modo molto pratico, trovandomi persone che potevano“aiutarmi”, e quindi non tenendo in considerazione le mie opinioni portandomi a discussioni brutali, sono riuscito a trovare un lavoro.
Ci sono voluti 4 anni e tanto sacrificio per poter raggiungere quello che cercavo, cioè un posto che mi apprezzasse per le mie capacità,non è molto, sono solo part-time e faccio il commesso però la soddisfazione che ho provato il giorno dell’assunzione e quello che provo tuttora è indescrivibile.
Con ciò ho concretizzato anche io quelle idee che venivano dette, ho applicato nella vita di tutti i giorni quei principi che sto portando avanti da anni.
Ora posso veramente capire quale significato avevano le parole di Caponnetto, e quello che possiamo in realtà fare ognuno di noi. Questo è stato solo il primo passo della mia vita ma occorre tutti i giorni lottare per cambiare questa società.
Paolo Borsellino ha detto che è bello morire per gli ideali in cui si crede; io sono convinto che non bisogna tutti essere eroi ma è importante far si che gli eroi non ci siano e che ognuno di noi dia il proprio contributo a questa società, penso veramente che sia bello lottare per gli ideali in cui crediamo.
Leonardo Pesci




- Io oggi Voglio Vivere Libero - Aggiornato il 30 set 2008 - | ragazzi-di-paolo@libero.it

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