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Antonello Ferrara (Siracusa)

Il Libro "I Ragazzi di Paolo" > Palermo > Sicilia

La testimonianza di Antonello
C’è una domanda che da un po’ di tempo la mia anima mi pone: Adamo dove sei?
Sì,è vero, è una domanda biblica, ed è proprio quella domanda che Dio pose al primo uomo che per vergogna della sua nudità si nascondeva dietro un arbusto.
Chi è credente sa bene che le parole scritte nella Bibbia abbracciano tutte le generazioni della storia e tutti gli individui.
Quella domanda “Adamo dove sei?” è rivolta a ciascuno di noi, a Rita Borsellino, a don Ciotti, a Gian Carlo Caselli, anche a me, anche a te che leggi queste strampalate parole.
Uomo,dove sei? Cosa hai realizzato in tutti questi anni? Perché ti nascondi?
Dove sei?
Dove sono io!?
Io,Antonello Ferrara, se mi confronto con Paolo Borsellino, l’unica risposta che posso dare è questa: nascosto dietro l’arbusto, in piena vergogna.
Paolo Borsellino non lo conoscevo, ma l’ho visto. No, non solo in televisione, ma nei volti di tante persone. E non dico solo nei grandi nomi scritti poc’anzi ma nei volti di tanti ragazzi e ragazze, donne e uomini che si sono fatti compagni nel mio cammino, e che con il loro esempio di lealtà nei confronti della giustizia sono stati volto di Paolo.
Sedevo raccontare della mia esperienza di conoscenza di Paolo, devo parlare di un miracolo semplice che è avvenuto alcuni anni fa.
Ma andiamo con ordine: nel lontano aprile ’97 una scuola media di Francofonte,paesino in provincia di Siracusa, subisce un atto vandalico da parte di alcuni ragazzacci. Nulla di nuovo sembrerebbe, ma tu non hai mai visto quella scuola!
Esternamente è un edificio brutto, credo sia della metà degli anni ’70, senza l’intonaco esterno e con il verde curato malissimo. Addirittura c’è un boschetto interno alla recinzione della scuola che i vicini utilizzano come discarica abusiva.
Pensa amico: è l’unica scuola media in tutta Francofonte.
Ma se tu entri dentro, se per una volta hai la fortuna di visitarlo, rimarrai meravigliato.
Puoi andarci se hai voglia di vedere il volto di Paolo Borsellino.
Una quarantina di laboratori, dalla cucina alla realizzazione di audiovisivi,dall’informatica al teatro, dal laboratorio di ceramica al calcetto, nei quali le ragazze ed i ragazzi di quella scuola, frequentandola per ben 36 ore settimanali, fanno ogni giorno, in un paese perso tra i monti siciliani e gli aranceti, uno dei più innovativi percorsi didattici d’Europa!
I danni di quell’atto vandalico sono ingenti. Viene rubata tutta l’attrezzatura video della scuola per un valore di circa 50 milioni. Il preside si domanda se è un caso che ciò avvenga solo dopo due giorni dalla visita di Rita Borsellino, che era rimasta particolarmente colpita dai tantissimi murales che abbellivano aule e corridoi. Proprio questi murales,quasi tutti contro la mafia, furono imbrattati mentre nell’aula magna il fuoco distruggeva tutto l’impianto elettrico e l’intera zona.
Noi di Libera non andammo subito alle manifestazioni di solidarietà. Sapete, non crediamo molto alle parate e ai proclami.
Andammo dopo un mese e lì trovammo un preside molto demotivato: aveva ricevuto dal sindaco la notizia dell’impossibilità, per ovvi motivi di bilancio, non solo di imbiancare come promesso le aule della scuola ma di ripristinare la zona distrutta.
Anche in Armando Rossitto, preside da due anni di quella scuola, c’è il volto di Paolo.
E Paolo era sicuramente con noi e provvide per quella scuola. Vi spiego perché.
Non voglio parlare della solidarietà di Libera, di tutta la struttura, di tutti gli aderenti.
Ma voglio parlare di quei volti di Paolo presenti in ogni ragazza e ragazzo che in Italia ha rinunciato a qualcosa, anche solo alla propria merenda; delle raccolte di denaro fatte a Firenze come a Bari, da Torino a Reggio Calabria, da Napoli a Bologna, e in tanti altri posti a favore di quella scuola.
Quattromilioni di lire: non tantissimi, ma significativi.
E arriva l’estate, e nessuna ditta è disposta a darci una mano a prezzo bassissimo per riparare il danno strutturale dell’aula magna.
E un’idea geniale prende me e il preside: la rimettiamo noi a posto con un campo di lavoro!
Con il beneplacito dell’assemblea nazionale di Libera lo organizziamo.
Lungo questo cammino riusciamo a trovare un jolly: Laura Coatto. È una di quelle persone che definire intelligenti è dire poco. Con molta fantasia ha fatto sì che il campo non fosse solo un momento di lavoro, ma anche un momento di cittadinanza attiva a partire dai bambini, veri protagonisti del campo.
Infatti se i più piccoli, guidati da Laura, hanno realizzato tutte le attrezzature per una festa di fine campo i più grandi si sono cimentati in un vero e proprio miracolo: ridipingere quasi tutta la scuola. Lo abbiamo potuto fare solo perché i soldi per la vernice erano quelli delle merendine dei ragazzi di tutta Italia.
E allora circa cento bambini all’inizio, poi ne abbiamo perso il conto, sono venuti a lavorare spontaneamente tra le trenta aule e i tanti corridoi,sporcando dappertutto ma cancellando con il bianco un bruttissimo grigio che resisteva da circa dieci anni.
In ogni bambino che ha lavorato c’era il volto di Paolo.
Ma Paolo Borsellino aveva ancora in serbo un piccolo miracolo: tra quei ragazzi che erano lì a lavorare con noi c’erano, secondo il preside, anche quelli che avevano compiuto l’atto vandalico.
Tu,amico, non puoi immaginare quanto colore uscisse dal rumore, dalle voci e dalle musiche disorganizzate che filtravano da quelle aule.
C’era anche la voce di Paolo nella musica di quei ragazzi. Distribuiti tra le stanze a dipingere, c’era chi, come le ragazze provenienti dall’ACR, cantava le canzoni di chiesa, chi le canzoni napoletane, chi del cantante del momento, chi le canzoni di sinistra e chi di destra. L’universo della canzone in un corridoio di aule.
Enon pensiate che Paolo non fosse tra quelle aule a cantare. Cosa cantava? Io sono convinto che cantasse il “Toreador” tratto dalla Carmen di Bizet,l’aria con la quale affrontava la paura degli esami quando andava all’università. Ed alla fine insegnanti, alunni, genitori, vicini, bidelli,dai carabinieri alla protezione civile, ecc. tutti a dipingere e togliere il grigio che c’era e disegnare di bianco le pareti per rendere la scuola più bella di com’era prima dell’attentato, per dare luce ai sogni dei ragazzi di Francofonte, paesino perso tra le montagne di Sicilia e gli aranceti.
I miracoli di Paolo Borsellino: momenti di solidarietà nazionale e di cittadinanza attiva.
In questi anni d’impegno sociale sono tanti i volti di Paolo che ho incontrato,sono tanti i miracoli ai quali ho assistito.
Ce n’è uno che chiedo per una mia “carissima avversaria” politica,siciliana, ex-aderente al centro-destra e che a trent’anni ha deciso di smettere con l’attività politica.
Un miracolo che chiedo a Paolo è quello di far sì che i giovani siciliani, di destra e di sinistra, onestamente, non smettano mai di voler cambiare in meglio la loro terra, anche quando il cammino si fa difficile.
Dio ci pone una domanda, e Paolo, ucciso in quel modo, con la sua bella santità intasca (troppo modesto anche in cielo per mostrarla a tutti), essendo nella Sua grazia, può farcela con Lui: dove sei Adamo? Dove sei tu?
Io credo che a questa domanda, avendo superato i trent’anni di età e alle soglie del terzo millennio, dovrei cominciare a rispondere uscendo da dietro questo arbusto e cercando di non provare più vergogna di me, impegnandomi tra le città di questa terra e sperando di avere un po’ del volto di Paolo Borsellino.



- Io oggi Voglio Vivere Libero - Aggiornato il 30 set 2008 - | ragazzi-di-paolo@libero.it

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