(New York 7 settembre 1930)
Rollins
è considerato esponente di spicco dell'hard-bop. Certamente il suono aggressivo
del suo sax e la preferenza verso la tradizione lo collocano all'interno di
quella corrente che si affermò intorno agli anni '50, ma etichettarlo in questo
modo è riduttivo. Sonny è stato molto di più. Un solitario innovatore, sempre
alla perenne ricerca del proprio io musicale, maniaco, perfezionista,
assolutamente indipendente. Theodor
Walter "Sonny" Rollins è nato a New York, la madre era originaria
delle Piccole Antille (Isole Vergini) da cui
erediterà il gusto per i ritmi caraibici come il calypso, il fratello si fece
conoscere per essere un ottimo violinista. Sonny, a nove anni, studia il
pianoforte, una volta giunto alla scuola media passa al sax contralto quindi al
tenore. La sua bravura, meglio il suo modo di suonare incontra l'apprezzamento
di alcuni boppers. Appena diciannovenne si trova proiettato nel mondo
professionistico suonando e soprattutto registrando accanto a B.Powel, C.Parker,
M.Davis, J.Jhonson, T.Monk e M.Roach. La sua tecnica è ancora grezza ma è di
gran qualità il fraseggio mentre è già apprezzato come compositore (Oleo,
Doxy, Airegin). Suona un po' ovunque senza avere nessun gruppo fisso mentre
contemporaneamente proseguono gli inviti in sala di registrazione sino al 1954
anno in cui, sorprendendo tutti, scompare dalla scena jazzistica e si
trasferisce a Chicago. Per comprendere il motivo di questo gesto in un giovane
di ventiquattro anni proiettato verso il successo, bisogna fare riferimento al
suo carattere solitario e scontroso. Si era reso conto come molti musicisti di
jazz fossero caduti nella trappola dell'alcool e della droga. "...a
quell'epoca attraversavo un periodo di confusione. Facevo certe cose perché
molti dei miei idoli le facevano, e io pensavo che si dovesse
imitarle.
Ma Bird non m'incoraggiò mai a fare qualcosa che mi sarebbe potuta riuscire
dannosa..." fece tesoro di quanto Parker andava dicendo a tutti i giovani
musicisti, Bird era seriamente preoccupato che nessuno seguisse il suo esempio.
A Chicago svolge prevalentemente lavori manuali è portiere per un'azienda,
scarica gli autotreni. Attività fisica per tenere lontano i vizi che stava
acquisendo. S'iscrive all'università mosso dal desiderio di migliorare la
propria cultura musicale. Verso la fine del 1955 si esibisce nella capitale
dell'Illinois, il quintetto di Max Roach e Clifford Brown. E' invitato a suonare
e di lì a poco sostituirà Harold Land rimarrà con questo gruppo 18 mesi: un
vero record. Rollins è maturato, il suo stile, una volta tendente ad essere un
po' Parker, un po' Hawkins, un po' Young, è ora personale; controlla
l'improvvisazione nel gruppo attraverso un proprio senso del ritmo, un
migliorato uso della dinamica e delle risorse timbriche del suo sax tenore. Fu
un periodo particolarmente felice, incise con Roach e Brown diversi dischi tra
cui il Lp Jazz in 3/4 dove spicca Valse Hot, costruito sulle armonie di Over the
rainbow, è in 3/4 dimostrando quanto l'inusuale tempo in tre si adatti
perfettamente al linguaggio swingante del jazz. Il disco più interessante di
quel periodo, però, lo registra per la Prestige
e non con l'abituale formazione, si tratta di Saxophone Colossus. Blue seven è
il pezzo in cui Sonny compie una vera rivoluzione. La maggioranza dei musicisti
del tempo era solita
improvvisare usando i cosiddetti abbellimenti oppure modificando il tema
mantenendo fissa la sequenza armonica. Rollins utilizza un'improvvisazione
tematica. Prende il tema e lo spezza o ripete fino ad ottenere nuove sequenze
melodiche costruite, soprattutto, attraverso la variazione temica. In più
manifesta il desiderio, realizzato attraverso lo stop choruses, di suonare
l'assolo senza alcun accompagnamento. Lungo la sua carriera, non a caso,
preferirà gruppi ridotti, sax, contrabbasso e batteria, fino a realizzare quel
capolavoro di 56' e 4" d’improvvisazione solitaria realizzato nei
giardini del Museo di Arte Moderna di New York il 19 luglio 1985 e stampato come
Solo Album. Sempre in Saxophone Colossus, Sonny, con St.Thomas, da l'avvio a
brani scritti con il ritmo del calypso, ritmi conosciuti tramite la madre
originaria delle Isole Vergini. Questo tipo di composizione sarà più volte
ripresa negli anni futuri. Lasciato il gruppo di Roach prosegue la sua avventura
suonando ovunque anche con Dizzy Gillespie. Nel febbraio del 1958 registra la
Freedom Suite. Al di là del valore musicale, bisogna sottolineare l'intento
politico,
la ferma solidarietà nei confronti delle lotte per rivendicare i propri diritti
che, in quegli
anni, era portata avanti da Martin Luther King. "...l'america è
profondamente radicata nella cultura negra: i suoi colloquialismi, lo humor, la
sua musica. Quale ironia che il negro, che più di ogni altro può reclamare
come propria la cultura americana, sia perseguitato e represso; che il negro, il
quale ha esemplificato le umanità nella sua stessa esistenza, sia trattato con
inumanità..." La Freedom suite è un capolavoro della durata di 20' diviso
in cinque parti dove Sonny, accompagnato da O.Pettiford al contrabbasso e
M.Roach alla batteria, riesce a conciliare la libera improvvisazione con le
esigenze di tenuta compositiva. Nel 1959 è in Europa, sarà anche in Italia,
ottenendo unanimi consensi. L'uomo è nuovamente insoddisfatto e nuovamente
scompare "...penso di avere bisogno di tante cose... tempo per studiare,
tempo per..." da poco si è risposato, dopo un amaro divorzio, non beve,
non fuma, è diventato un fanatico salutista, legge, guarda la TV ma soprattutto
si esercita con il sax. È talmente accanito che i vicini si
lamentano del continuo rumore, così cerca un posto isolato, possibilmente
all'aperto, dove poter ripetere all'infinito i suoi esercizi: il ponte di
Williamsburg che collega Brooklyn con Manatthan. Qui, a volte con l'amico Steve
Lacy, perfeziona la sua tecnica, si rigenera. The Bridge del novembre del 1961,
è il disco del suo ritorno. La RCA gli aveva offerto un contratto di 90.000
dollari per la realizzazione di 6 Lp in due anni. Non tutta la critica i e fans
era convinti che Sonny si presentasse con uno stile rinnovato, Our man in jazz
metterà tutti d'accordo. Nel 1963 è nuovamente in Europa mentre per l'autunno
è in Giappone, qui Rollins manifesta il proprio interesse per il Buddismo Zen.
Nel 1965 si lega con l'Impulse, realizza dopo un tour in Europa, l'ottimo Eats
Broodway run down, in cui spicca Blessing disguise. Seguono una serie di viaggi
in Europa e Giappone, qui si trattiene per un soggiorno presso la scuola del suo
maestro Zen. Nel 1969 scompare per due anni "...ho fatto yoga, mi sono
rilassato, mi sono distratto, ho guardato la televisione. Ho fatto il possibile
per cacciare il mondo della musica fuori dalla mia vita". Nel giugno del
1971 si presenta al festival di jazz che si tiene a Kongsberg in Norvegia.
Inizia un periodo segnato da diverse stravaganze, cambia in continuazione
formazione, sembra che nessun musicista sappia accontentarlo, appare e scompare
in continuazione, nessuno può essere certo del suo impegno, il look è
cangiante:
una volta completamente rasato, anche le sopracciglia, un'altra con barba ma
senza baffi, o ancora con tinte discutibili e tagli alla moicana; anche durante
le esecuzioni mostra di essere eccentrico entrando da un lato della sala e
camminando a occhi chiusi tra i tavoli sempre suonando il suo sax. Dagli anni
'80 in avanti Sonny, sembra aver raggiunto un equilibrio nei confronti dei suoi
obblighi verso il pubblico e il mondo musicale. Il musicista bizzarro, cui non
era possibile fare affidamento, anche se il look rimarrà imprevedibile, lascia
il posto ad un artista consapevole dei propri mezzi espressivi. I dischi che
seguono sono quasi tutti live e, come i concerti, ripropongono una scaletta
logora che lui sa rendere interessante ogni volta, capace di catturare sempre i
favori del pubblico. È un musicista che non ha eredi, non ha fatto scuola, uno
che ha messo sempre in discussione la propria arte ed è riuscito a
riproporsi.
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