(Red Bank 21 agosto 1904 - Hollywood 26 aprile 1984)

 

Count Basie nasce in una famiglia del ceto popolare. Mostra inclinazione per la batteria mentre la madre si accanisce nel volergli insegnare il piano: sarà il suo strumento di lavoro. Lunga è la gavetta che dovrà fare prima di diventare un band-leader di successo. A 20 anni è a New York dove, per guadagnarsi da vivere, suona nei vaudeville, spettacoli simili al varietà. Qui ascolta e conosce pianisti come Fats Waller, Willie “The Lion” Smith, Charlie Cherry, Louis Brown e Earl Hines, che influenzeranno le sue scelte stilistiche. Giunto a Kansas City la compagnia di vaudeville si scioglie (1928) Basie è ingaggiato dai Walter Page’s Blue Devils che fanno un jazz strettamente legato agli schemi e ad i ritmi del blues. Siamo negli anni seguenti la grande crisi del 1929, il lavoro manca per tutti, per una band di jazz composta da neri le aspettative sono tutt’altro che positive così anche questa esperienza termina con lo scioglimento della band. Sempre con Page nel 1929, entra nella formazione dell’amico Bennie Moten come terzo pianista, quando l’amico morirà nel 1934, anche il gruppo si divide. Grazie ad un ingaggio per il locale Reno a Kansas City, Basie si sente pronto per fondare un suo gruppo centrato sulla tromba di Oran “Hot Lips” Page cui si aggiungeranno il sax di Lester Young, l’amico contrabbassista Walter Page e il cantante Jimmy Rushing. Una radio privata trasmette alcune sue incisioni ascoltate dal talen-scout Jhon Hammond: “...Basie ha tutta la solidità e la resistenza di Fats Waller, molto della tecnica di Teddy Wilsoin e un pò del suo gusto, con in più uno stile che è tutto personale”. Divenuto il suo manager impone alcune scelte che portano Jo Jones alla batteria, Buck Clayton alla tromba e Freddie Green alla chitarra. Basie, Page, Jones e Green costituiranno l’ossatura pulsante della band, inconfondibile e insuperata sezione ritmica modello per tutte le band di swing. il successo, però, tarda a venire anche perché nessuno della band è così conosciuto da facilitarne l’ascesa. Hammond procura ingaggi al Green Terrace di Chicago e dal gennaio del '37 a New York. Ora il successo arride alla band che fa diverse tourné e si esibisce nei principali locali di New York. Anche l’industria cinematografica si interessa a Basie impegnando lui e la sua orchestra in alcuni film. Count da il meglio di se proprio in questo periodo. Il suo è un jazz-swing che si discosta nettamente dalle orchestre bianche, ma prende le distanze anche dal suo grande antagonista Duke Ellington. Il suo swing è centrato sul ritmo più che sul gioco coloristico dell’arrangiamento. E’ un jazz “hot” che non vuole rinunciare all’improvvisazione: vera anima del jazz. Ne risulta un procedere secondo riff, brevi frasi ossessive ripetute dalle sezioni dell’orchestra in continue variazioni su cui si innesta il gioco delle improvvisazioni. Questo modo di procedere crea nel pubblico una forte carica emotiva unica tra le band di swing. Lady be Good del 1936, One O’clock jump del 1937, Every Tube del 1938 e Lester Leaps del 1939 sono i pezzi di questo periodo che rappresentano anche le vette della musica di Basie. Negli anni '50 è costretto a sciogliere l’orchestra; costituisce gruppi più piccoli senza grande fortuna, quindi si ripresenta con una nuova formazione compiendo diversi tour in tutto il mondo, è in Europa nel 1954. E’ una band più “professionale” che utilizza arrangiamenti scritti e che, pur presentandoci un Basie sempre in forma, ha perso tutto quel carattere, quella spontaneità che l’avevano resa unica tra le band di swing e l’avevano fatta tanto amara dal pubblico.

      

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