(Washington D.C. 29 marzo 1899 - New York 24 maggio 1974)



Edward Kennedy Ellington "Duke"  fu uno dei personaggi più importanti della storia del jazz. Se Armstrong e Beiderbecke furono i maestri della tromba, il Duca sarà il maestro dei band-leader: il suo strumento è l'orchestra. Compositore e arrangiatore saprà sfruttare al meglio le capacità dei suoi musicisti che sceglie con perizia, amalgamandoli per realizzare il suo inconfondibile stile.
Nato a Washington da una famiglia della piccola borghesia nera, sarà educato seconda la tradizione che comprendeva, tra l'altro, lo studio della musica che con la pittura, sarà la sua passione. Già a 18 anni poteva dedicarsi totalmente alla musica. Sposatosi giovanissimo, nel 1919 gli nasce il primo figlio Mercez, suonerà la tromba nella sua orchestra. A 24 anni si unisce ad un gruppo di amici, The Washingtonians, con loro tenta la fortuna a New York. Dopo sei mesi deve rinunciare, ma l'esperienza gli ha permesso di ascoltare dal vivo Fats Walzer, Jones P.Jhonson. riproverà tre anni dopo ma questa volta il repentino successo gli spalanca le porte del Cotton Club, il club esclusivo di Harlem, quartiere nero di New York, gestito da gangster e frequentato esclusivamente dai bianchi. Francis Ford Coppola nell'omonimo suo film del 1984 ce ne fornisce uno stupendo affresco. Tra i fans del Duca troviamo P.Wihiteman, Bix Beiderbecke, Dorsey e Irving. Nel 1931, al termine dell'ingaggio per il Cotton Club, è ormai richiesto da tutti e accetta di andare in Europa; al suo rientro parte per una tournee negli stati del sud quindi rinnova l'impegno al Cotton Club. 1939 data fondamentale, il Duca incontra Billy Strayhorn arrangiatore. Tra i due inizia una felice e feconda collaborazione che durerà fino al 1968. Alcuni memorabili esempi: Take the a'train, Concerto per Cootie, Perdido, C jame Blues, In a Mellotone ecc. Il sequel di successi prosegue senza interruzioni fino al 1950 dopo Ellington entra in crisi, un po' per la partenza di alcuni solisti dell'orchestra, un po' per dissidi nati con la Columbia, la sua casa discografica. Del 1956 l'ultimo acuto al Festival di Newport dove lasciò, ancora una volta, esterrefatti musicisti e pubblico. In seguito continuerà la sua opera privilegiando le suite ai pezzi brevi non ottenendo, però, il consenso sperato. Numerose tournee in Europa e nel Mondo, ovunque osannato come simbolo vivente del jazz, si spegne a New York all'età di 75 anni onorato da tutti.

Lo strumento di Ellington è l'orchestra; un'orchestra che gli rimarrà fedele per 30 anni. Fatto del tutto singolare per l'epoca in quanto erano frequenti le entrate e le uscite di strumentisti. Questo evidenzia le grandi capacità di Duke nel gestire il gruppo, come diremmo oggi. Questa fedeltà gli permette di amalgamare, di "cavare" quel sound inconfondibile. Il lavoro creativo è un lavoro di gruppo: se è vero che l'orchestra suona la musica di Ellington è altrettanto vero che ciascun orchestrale suona la sua musica. Il Duca è al piano con al fianco il fido arrangiatore Billy Strayhorn. Qualsiasi orchestrale può proporre un'idea, un tema. Ellington lo suona, si aggiunge una sezione ritmica poi la frase è suonata da un fiato, un altro ne fa una variazione mentre un'altra sezione fa da accompagnamento. Ellington elabora così il tessuto armonico e alla fine tutto è riportato sullo spartito. Lo spartito avrà la funzione di guida, una sorta di memo: l'orchestra ha partecipato direttamente alla creazione del pezzo non interpreta il documento, caratteristica peculiare dell'orchestra classica, poiché di esso n'è il co-autore. Ellington rimane il regista induscusso dell'opera. 
Nella sua lunga carriera sono innumerevoli le novità sperimentate con successo che diventeranno, poi, uno standard per tutti. L'utilizzo della voce come strumento e non come canto, l'uso degli intervalli di quinta diminuita, propri del futuro Be-Bop, la valorizzazione e rivoluzione d'alcuni strumenti dal sassofono al contrabbasso per tacere del pianoforte che usa come se dovesse richiamare l'orchestra dandole, di volte in volta, il "la" per un nuovo attacco. Quattro sono stati i suoi inconfondibili stili. Innanzi tutto quello chiamato standard, si rifà alla tradizione dell'orchestra di Fletcher Henderson, poi quello jungle, realizzato all'epoca del Cotton Club, è costituito da effetti growl della tromba e del trombone che ricordano il lamento notturno di una voce nella jungla; il mood, stile melanconico, triste in cui si guarda il blues, infine lo stile concertistico, il Duca scrive dei veri e propri concerti per i propri musicisti, Concerto per Cootie n'è un esempio, fu scritto per la sua tromba Williams Cootie. A questi bisogna aggiungere le suite e i pezzi sinfonici, scritti con troppa indulgenza verso le forme classiche, ma che non ebbero fortuna tra il pubblico.

| Jazz | |Morton | Armstrong | Beiderbecke | Ellington | Basie | Goodman | Miller | Dorsey | Coleman H. | Young | Parker | Gillispie | Tristano | Mulligan | Baker | Mingus | Davis | Coltrane | Rollins | Coleman O. |

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