(Hamlet, Nord Carolina, 23 settembre 1926 - New York, New Jersey, 7 maggio 1967)
Jhon
William Coltrane dopo la morte del padre si trasferisce a Filadelfia dove
s'impegna negli studi musicali presso i Granoff Studios e l'Ornstein School of
Music, qui studia il clarinetto e il sax alto decidendosi alla fine per il sax
tenore. Durante il servizio militare suona nella banda della Marina. Personaggio
timido e schivo all'inizio si trovò vincolato dal rhythm and blues che però,
gli permetteva di sopravvivere. Al jazz arriva quando è ingaggiato da Dizzy
Gillespie che ha conosciuto a New York insieme a Davis e Blakey.
Lavora al fianco di J.Heath che sarà decisivo per la sua crescita musicale.
Suona con il gruppo di Hodges e nel 1955 farà parte del quintetto di Davis. Con
Miles realizzerà memorabili duetti che saranno la scuola dell'hard-bop,
condividendo, purtroppo, anche alcool ed eroina. Nel 1957 sarà fondamentale
l'incontro con T.Monk, con lui lavora al The Five Spot di New York. La grande
cultura del pianista sarà ben sfruttata da "Trane", così lo
chiamavano, scopre la possibilità di produrre suoni multipli, sperimenta lunghe
improvvisazioni anche influenzate dagli insegnamenti di Jhon Gilmore e da Sun Ra,
esperienze che trasferirà nell'album Milestones di Davis. Il risultato non ben
visto dalla critica, è particolarmente evidente con Straight, No Chaser:
un'improvvisazione costruita aggiungendo accordi strettissimi a quelli previsti
in origine. Questo procedimento lo porta ad avere scale e progressioni
"infinite" sulle quali costruire l'improvvisazione. E' un procedimento
che in parte ricorda l'idea del bop e che fu chiamato dal critico americano Ira
Gilter "sheets of sounds": cortina/nuvola di suono. Nel 59 questo modo
di procedere sarà
superato
con Kind of Blue dove l'improvvisazione abbandona gli accordi per le scale
facendosi sempre più modale. Dal 58 al 60 è ancora con Davis ma i rapporti tra
i due, già resi instabili per l'abuso che entrambi avevano fatto di alcool ed
eroina che stavano cercando con successo di eliminare, si guastarono del tutto
all'epoca della tourneé europea del 60. Coltrane non voleva parteciparvi perché
si sentiva musicalmente lontano da Davis. Gli appuntamenti erano fissati e in
Europa tutti aspettavano i due big inutilmente Trane tentò di mandare W.Shorter.
Gli europei rimasero shoccati dal suono di Coltrane, non era certo quello dei
dischi, era un suono ruvido, arrabbiato, dissociato quello che Trane suonava sul
palcoscenico, con improvvisazioni che accentuavano la modalità e fecero gridare
alla scandalo sia da parte del pubblico che arrivò a gettare monetine sul palco
di Parigi, sia da parte della critica con un A.Polillo che stroncò la
performance del sassofonista in modo così brutale da essergli rinfacciata per
tutta la carriera. Ora Coltrane ha un proprio gruppo ed incide Giants Steps
allora considerato un rompicapo che lui solo era in grado di risolvere, un pò
come i Capricci di Paganini, oggi usato come studio
indispensabile nelle scuole di jazz. Trane si mette in luce come compositore
fecondo, di gusto con pezzi come Naima, dedicata alla moglie, Cousin Mary, per
l'amata cugina e in particolare con My Favorite Things che segnerà la sua
definitiva affermazione. In questo pezzo Coltrane suona il sax soprano,
strumento poco usato nel jazz. La mirabile esecuzione vedeva impegnato al
pianoforte McCoy Tyner, alla batteria Elvins Jones che saprà dare una
percussività possente su un instacabile 4/4 aiutato al contrabbasso da Steve
Davis. Coltrane non è uomo dipostico e scontroso al contrario è amabile e
tiene i favori del gruppo mantenendo rapporti interpersonali e musicali di
assoluta parità. Sempre più attratto verso nuovi mondi sonori varca i confini
americani approdando allo studio della musica indiana, aiutato dal virtuoso di
sitar Ravi Shankar, e a quello dei ritmi africani e spagnoli (Olè Coltrane). La
musica indiana è quella che lo attrae di più perché affine alla modalità che
sta sperimentando. Costante è la collaborazione con Eric Dolphy (Chasin' the
Trane - Spiritual - So What) mentre sono continue le rivisitazioni di My
Favorite Things che non smetterà mai di rivedere. Dopo il 1964 un'altra pietra
miliare del jazz e un nuovo passo avanti nell'estetica di Coltrane, si tratta
della suite A Love Supreme divisa in 4 parti in cui ricerca
una
sintesi tra preghiera e urlo, misticismo, religiosità e rabbia che si alternano
continuamente. Prosegue un'attività concertistica molto intensa, è al Village
Vanguard, a Newport, Seattle, in Giappone, la sua musica s'inoltra sempre più
verso nuove strade seguito a fatica dai suoi stessi musicisti, con Ascension il
free di Trane giunge alla massima liberazione: accompagnato da un'orchestra
esegue un'assoluta e libera improvvisazione, punto più alto e liberatorio
dell'intera storia musicale afro-americana. L'impegno nel free non è solo/tanto
musicale è un impegno che ha risvolti politici, Coltrane sostiene apertamente
il movimento contro la segregazione razziale. Ultima fatica sarà Meditations.
La sua musica è ora di un'altra dimensione che ancora oggi, seppure
imitatissima, fatica ad emergere; tonalità, modalità, ritmo, armonia tutto è
alterato, disgregato, scomposto ma al tempo stesso ricostruito sotto forme mai
viste secondo intrecci inattesi. La paura e la sfiducia nei medici e nei
medicinali lo avevano portato da sempre a trascurare il proprio fisico, nei
primi mesi del 1967 comincia ad avere problemi fisici ed è costretto a diradare
gli impegni. Più di un volta lo si vede sul palco tenersi lo stomaco, sono le
prime nefaste avvisaglie. Ricoverato all'ospedale Hunting, New Jersey, nei
pressi di New York muore il 7 maggio 1967 a soli 41 anni per un tumore al
fegato.
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