"J' quiste libbre `i dèteche ajj'ianziane,
só' lóre, assiéme a mmì, che j'hanne scritte pe recurdà, a chi parle l'itagliane, i' dijalètte de San Beneditte. I spéce a i fijje de i prónipóte, cumma parlìvene i nònne de `nna vóte. " |
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Nel riprodurre il libro " Glossario Sambenedettese
" per facilitarvi la ricerca dei vocaboli vi offriamo un alfabeto contenente
i collegamenti ai vari gruppi di parole.
Noi vi consigliamo di "sfogliarlo" tutto e ripassarvi (o imparare)
parole ormai cadute nel dimenticatoio.
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AVVERTENZE
Nel dialetto sambenedettese il FUTURO, salvo rarissime eccezioni, manca. Per
esprimere il tempo futuro si ricorre al PRESENTE per lo più accompagnato
da avverbi di tempo quali: addemane (domani); `pó (dopo); Mó
(adesso) ecc.es.: ógge nce vajje a Rome, ce vajje dópedemane
; si' magnate? No `pó magne; mó ne mme la sènte, ce pènze
addemane.
I casi che fanno eccezione alla regola li troviamo in alcune frasi che esprimono
dubbio, incertezza, si tratta quasi sempre di frasi interrogative. In questa
forma di futuro si usa solo la terza persona sia singolare che plurale. (es.:
cu dice revenarrà Giuvanne?; J' dice che ce piaciarranne `ste savecicce).
La "é" con l'accento acuto ha il suono stretto.
La "è" con l'accento grave ha il suono largo.
La stessa regola vale per la 'u'.
La "e" senza accento, sia intermedia che finale, non si pronuncia.
La "j" deve essere pronunciata con il suono "moujlle".
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