Viaggio interiore

Viaggio interiore

Angela

Invidia e orgoglio

"Ogni persona ha i suoi pregi e i suoi difetti e le proprie attitudini intellettive: prima di tutto è necessario accettarsi così come si è senza invidiare o disperarsi per come è fatto il fratello che ci sta accanto, in quanto diverso da me e per questo migliore!.

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Le trappole dell'invidia e dell'orgoglio

Ognuno nell'esecuzione del medesimo "lavoro" lascia ovviamente l'impronta della propria personalità. Altra cosa semmai è sviluppare i propri talenti (per fare questo è necessario esserne a conoscenza):
- avere piena coscienza e conoscenza delle proprie capacità fisiche, intellettive e delle proprie forze prima di "lanciarsi" in una qualsiasi attività".
Ammetto umilmente di essere invidiosa dei talenti altrui (ad esempio del fatto che mia madre ha intuito in diverse cose, che la mia collega riesce più di me o è più bella o magra di me, ecc.) e spesso una bambina viziata, capricciosa che pesta i piedi se non ottiene quello che vuole!
Quando il mio maestro mi ha fatto notare con fermezza tali aspetti del mio carattere.

Domenica 21
Sono stata punta nel mio amor proprio = reazione di non chiamarlo più (questa per lui è una ulteriore dimostrazione che dipendo fortemente dal giudizio altrui!) e di andare a letto giurando vendetta contro di lui! "Ogni volta che mi metto a letto è una fuga dalla realtà, la perdita della certezza e della speranza (difatti automaticamente dico che non voglio più avere rapporti con nessuno, troncare tutto!), una ribellione a ciò che sento che mi colpisce nel vivo e che mi rifiuto di affrontare!".
"Nella strada, nella via verso le virtù si cade di nuovo preda dei propri vizi (per me in particolare l'egoismo, la centralità in me stessa: bambina capricciosa) o della propria vana gloria (l'orgoglio, il rifugio nel controllo del peso, credendolo un valore): nel mio caso specifico, quando ciò non è soddisfatto, crea un "delirio" della mente! In realtà, mi rendo conto dell'errore, ma, non vedo via di scampo e cado quindi nella disperazione data dal nulla!
L'importante è rialzarsi e procedere!!!".

Invece di essere grata a Dio di quello che mi ha donato, voglio comunque ottenere ciò che desidero fino ad arrivare ad odiarlo nel caso in cui non sia soddisfatta (provo profonda rabbia) ed inoltre voglio riuscire sempre quando mi applico in qualcosa, non accetto i fallimenti o che la resa non sia perfetta; per garantirmi il risultato, specie se il campo è nuovo, esigo di essere aiutata sempre da qualcuno, con fatica accetto di sostenere da sola e con le uniche mie forze la "sfida", perché cresciuta in un certo modo dai miei genitori (mi hanno evitato di sperimentare gli errori e gli sbagli per un eccesso di protezione, eccesso di affetto) ma anche perché mi manca la consapevolezza delle mie forze (autostima).
"Io ho paura del nuovo = fuggo per la paura di fallire e per disistima; ma anche perché in tante cose (vedi orientamento nelle strade) ho sempre avuto la "pappa" pronta".
Ecco perché mi riconosco nelle seguenti parole del libro "Uno sguardo sull'Anima" dei fratelli Guelpa, p.29: "È bene allenarsi fin da giovani nella palestra della vita per diventare degli impavidi guerrieri. Ci sono tuttavia dei genitori che coccolano con incoscienza i loro pargoli e non sanno che tant'è vero che da adulti troveranno negli ostacoli disseminati lungo il cammino della vita, una soglia invalicabile. Avranno perciò una sorda rabbia contro il prossimo e vivranno in continua agitazione."

"Il Signore può cambiare gli eventi della vita allo scopo di trasformare il tutto in una grande Grazia. Quasi sempre il passaggio attraverso la sofferenza (sia fisica che spirituale) fa parte della realizzazione di un progetto". "La persona, attraverso la sofferenza, acquisisce una fede in-scalfibile! Le persone migliori sono quelle che hanno avuto dei grossissimi problemi! Hanno trovato delle certezze incrollabili. Sono le persone stesse che commentano i loro casi: Ora ho trovato quella gioia di vivere che prima non avevo, prima, vegetavo!".

Mercoledì 31
Con difficoltà mi sono imposta di alzarmi, anche se la tentazione sarebbe stata quella di rimanere a letto. Il primo pensiero è stato quello del peso (catena difficile da spezzare del tutto). Subito dopo ho preso in mano il libro "Uno sguardo sull'Anima" e ho proseguito nella lettura. È durata un'ora. Mi sono lasciata trascinare dalla sua onda. Era ciò che desideravo fare. Già il mio cuore era immerso in Altro.
Alle parole di p.48: "È fondamentale vigilare sull'orgoglio. È bene non trarre mai vanto dal compimento delle opere, né, tanto meno da quello che si è.", mi sono sentita più libera, più leggera nelle mie azioni, ho guardato la realtà attorno a me con occhi diversi! Ciò si è riflettuto anche sul fisico stesso: ho respirato a pieni polmoni, come se "Aria Nuova" fosse entrata in me. Non so spiegare fino in fondo ciò che è successo, ma in quel momento ho avvertito che qualcosa in me, nel mio profondo si stava spezzando.. e.. che ciò che spezzavo poteva permettermi di fare di più: è subentrata la Speranza di potermi proiettare in un "Mondo" e in un "Modo" di operare diverso.
Allo stesso tempo mi identifico, però ogni giorno nelle parole di p.51: "Quando questa realtà supera la capacità dell'intelletto, l'uomo rinuncia a capire, si dà delle spiegazioni che tranquillizzano l'anima, ma rinvia nel domani la resa dei conti".
È un meccanismo che metto spesso in atto, ma questa tranquillità non mi basta. La mia Sete supera le mie capacità e vuole saziarsi di ben altro.
In questo libro l'Anima, mirabilmente, trova quello che non osa dire a se stessa, sia in Bene che nel Male... Alcuni punti sono difficili da affrontare perché ti pongono di fronte la Verità altri, sono intrisi di Infinita Dolcezza. In virtù di ciò, attraverso questo libro, Dio si rivolge a me, sua figlia, nella sua piena Autorevolezza: è la pedagogia di Dio.

Penso alla realtà lavorativa che sembra allontanarsi sempre di più e con essa anche il desiderio mio interiore di riavvicinarmi ad essa. La routine giornaliera ora mi sembra difficile da portare avanti con gioia; è difficile non essere al centro dell'attenzione, come prima, avere ogni giorno qualcosa di nuovo che tenga alto il morale e soprattutto vivi l'interesse e la determinazione. Mi rendo conto che questi elementi hanno giocato molto nella mia resa nel campo lavorativo e nei rapporti interpersonali - e quando poi è subentrata l'abitudinarietà, ecco che tutto è crollato!
Allora, perso gradualmente ogni interesse, in quanto erano venute meno la Speranza e di conseguenza la Certezza di potercela fare, la mente si è costruita una possibilità di "Fuga", una fuga però senza via di uscita: quella dell'ossessione! Così sono precipitata nell'anestesia, nella mancanza di autostima e la mente ha creato una nuova Angela. Attribuivo delle giustificazioni al mio comportamento, mi davo delle risposte, inspiegabili agli altri, perché principalmente non chiare a me stessa.
Grazie alla preghiera ne sono uscita ed ora ho ripreso a "gustare" le cose.
Nel tempo che ho a disposizione cerco di fare quello che desidero, quello che mi piace, perché solo in questo contesto posso, sentire me stessa e valutare le mie reali forze. Questo fa recuperare in me l'autostima: quando faccio ciò che mi piace non dipendo dall'esterno, ma sono io che scelgo! Non è facile ascoltarsi, però quando riesco veramente ad agire così ne risulto sempre contenta!
Mi sto ricostruendo dalle fondamenta, per cui questo potrebbe essere chiamato: "il viaggio di Angela alla ricostruzione di se stessa".

Ecco alcuni esempi che del mio maestro che spiegano meglio quanto appena detto: "L'orgoglio non perdona che le persone possano variare l'idea che hanno su di me, perché in questo caso diminuirebbe la mia gloria nel cielo umano. Oppure, alcuni soggetti vivono per anni credendo che Dio non le abbia perdonate per certe azioni: in realtà si tratta di alto orgoglio che vuole cullarsi nell'onnipotenza infinita non tollerando l'errore!".
"la persona normale accetta l'errore o il cedimento e riprende il suo cammino, va avanti. la persona orgogliosa, invece, commesso uno sbaglio, si nasconde, fugge dagli altri per non farsi vedere: l'onta non è sopportabile agli occhi dell'orgoglio!".