Undicesima  stazione:

Gesù è inchiodato in Croce. 

 

Tirato a strappi su e giù per gli arti

sopra i due bracci stesi della Croce,

il Cristo sente ad uno ad uno i chiodi

che a fondo gli conficcan nelle carni. 

Non ha più forze contro quel dolore 

che soffre ormai in un corpo svigorito 

dall'ora del suo ultimo ritiro 

con gli Undici al podere degli Ulivi. 

Le mani alzate solo a benedire 

e i piedi in viaggio a lungo nei villaggi 

si chiudono nel tempo per l'eterno. 

Col "tutto è fatto", come al via del mondo, 

il Cristo è sollevato sopra il tutto

nell'ora sesta di un venerdì santo. 


Non san gli scribi in tutto la Scrittura 

che pur riguarda il sorger del Messia 

se increduli con gli altri in retroguardia

confondon l'avverarsi del previsto. 

Quasi in disparte e ormai lasciati soli, 

son lì a vedere un seguito non chiaro 

che sfugge al loro studio pure attento 

e lascia dei riscontri controversi. 

Non può morire in Croce l'Inviato 

che deve render libero Israele 

per stabilirvi  un regno senza fine. 

Ma son quei passi delle profezie 

che sembrano coincidere coi fatti 

a trattenerli per l'estrema sfida. 

 

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