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may be it's the last chance
01 - The last game
ZANARKAND
Zanarkand non dorme mai. Ragion per cui non dovreste stupirvi più
di tanto se una partita di blitzball viene giocata all'una di notte contro
gli stessi avversari che hanno in campo in battaglia le forze armate della
città al confine nord del mondo. Zanarkand e Saint Bevelle. Nella
città non si accorgeva nessuno della guerra che c'era fuori. Adesso
gli stessi avversari si affrontavano al blitz. Pareva una presa in giro.
E non poco seri erano i due appostati dietro una delle immense colonne
dello stadio. Un maschio e una femmina. Uno più circospetto dell'altro.
<< Eccoli là, Tidus! A ore dieci! Occhio di lince! Sguardo
che uccide! Vista radar per captare ogni singolo movimento nel campo di
trecento metri! Non si può scappare alla loro morsa! Il destino
è segnato! >>
<< Stai parlando di animali o serial killer? >>
<< Sto parlando di un ibrido fra i due. >>
<< Solita tattica? >>
<< Solita tattica! Oggi tocca a te! >>
<< Lo sapevo
>>
In effetti nei trenta minuti che precedono partite del genere i fan e
i collezionisti di ricordini della squadra sono particolarmente feroci.
Erano in grado di accamparsi sotto lo stadio solo per un autografo. Erano
in grado di scannare un giocatore per ottenere un brandello della sua
maglia. Ormai se non si elaboravano tattiche era impossibile uscire vivi
dalla zanne dei fan.
<< Poveraccio
>> sospirò la ragazza mentre l'esca
di turno quel giorno di avvicinava con circospetta noncuranza alla folla
di seguaci degli Zanarkand Abes che si era creata sotto lo stadio, accalcata
all'entrata. Tutti rigorosamente gialli e neri, così da sembrare
dall'alto un mucchio perfettamente compatto. E erano talmente tanti che
alcuni che avevano l'onore di abitare accanto allo stadio guardavano la
partita dalle terrazze, anche a costo di farsi venire il torcicollo guardando
da binocoli. Del resto, era peggio il torcicollo che la rottura della
spina dorsale, incidente che in quel periodo di verifica spesso nella
coda per entrare allo stadio. Forse era perché nessuno dubitava
della vittoria degli Zanarkand Abes, considerando che se avessero vinto
il campionato di quell'anno, sarebbe stato il quattordicesimo. Di cui
quasi la metà vinti da quando in squadra c'era il grande Jecht.
Adesso scomparso, nel mare di Zanarkand.
"Ma abbiamo chi è pronto a farne le veci! Attaccante Sinistro
e Centro degli Zanarkand Abes, uno più bravo dell'altro, figli
del più grande
"
<< "Figli del più grande campione e bla, bla
"
Come lo odio quel presentatore quando fa così!! >>
Improvvisamente, la maratona dei seguaci degli Abes in corsa verso l'entrata
dello stadio girò la testa in perfetta sincronia. Restarono lì
immobili per qualche secondo con occhi d'anguilla, tutti identici, in
una immobilità che faceva gelare il sangue. Finchè non riconobbero
l'attaccante sinistro degli Zanarkand Abes, Tidus.
Un urlo scimmiesco << CARICAAAAA!!!!!!! >>
<< OMMAMMA! >>
E dimostrarono la loro abilità da velocisti nei cento metri a ostacoli.
Peccato che mancassero venti minuti all'inizio della partita.
Lo stadio era circondato da un corridoio perfettamente circolare. Adesso
che sacro edificio, madre, padre, e tutto il resto del blitzball, non
aveva ancora aperto i battenti, per i corridoi giravano solo i giocatori.
Le pareti erano completamente trasparenti e non si salvava neanche il
pavimento. La ragazza che poco prima si era tratta in salvo dai fan grazie
alla tattica di elisione, adesso stava tranquillamente a guardare la folla
di gente, persone che erano capaci di strapparsi lo scalpo a vicenda per
poter vedere la partita. E pensare che quella era una piccola ed innocente
amichevole.
<< Amichevole che vinceranno i Bevelle Mosquitos, te lo posso garantire!
>> disse un tizio avvicinatosi a lei
<< Tu devi essere il capitano, eh? >> sorrise la ragazza fissando
la faccia da topo del suo interlocutore
<< Esatto. Giochi anche tu? >>
<< Sfortunatamente per voi direi proprio di sì. >>
Il capitano dei S. Bevelle Mosquitos emise una specie di risatina perfida
<< Ho sentito da quell'incompetente di annunciatore che abbiamo
l'onore di sfidare la prole del leggendario campione di Blitzball! >>
nel proferire queste parole usò un tono tremendamente spaccone.
Volle anche ingigantire la frase per aver maggiore effetto con la presa
in giro
<< Ridi amico, finchè sei in tempo, perché ti posso
assicurare che gli Zanarkand Abes ti conceranno talmente male che dopo
sarai così scioccato da perdere la favella. >>
<< Siete abbastanza sicuri di voi, vedo. >> continuò
<< Comunque, quel tipo
quel Jecht
non credo sia stato
davvero un campione. Era solo un ubriacone! >>
<< ATTENTO, amico
>> ringhiò la ragazza
<< Nessuno ci sarà rimasto troppo male quando è scomparso!
>>
Era decisamente scemo a finire la frase. Soprattutto, i denti nei quali
si era beccato una pedata non dovevano essere troppo felici della battuta
di troppo del capitano della squadra di Bevelle.
<< E siamo a uno. >> sibilò la ragazza << Se
vuoi continuare posso darti anche il resto. >>
Sorrise come un diavolo inclinando la testa all'indietro e indicando con
il pollice la folla fuori dalla finestra << Tra tre minuti secondi
le porte apriranno. E sai chi sono quelli? >> contemplò l'espressione
dell'altro << Sono l'intera popolazione di Zanarkand e forse qualche
milioncino di più. E tifano tutti per noi. Sono disposti a scannarti
se solo ti viene il fegato di ripetere anche a loro quelle parole. >>
Si allontanò mentre quell'altro era rimasto per terra <<
E ricordati >> disse senza nemmeno voltarsi o smettere di camminare
<< Che avrei dovuto romperti la dentiera per aver offeso mio padre.
>>
Millennium
The Night of the End
<< Ahia
>> esordì l'as appena entrato nello spogliatoio,
dopo essere faticosamente emerso dagli sciacalli gialli e neri
<< Autografi? >> chiese uno della squadra
<< Settecentoventiquattro. >>
<< Promesse di dedica di un tiro? >> aggiunse un'altro
<< Ottantuno. >>
<< Ottimo record!! >> sorrise la sorella
<< E tu hai poco da scherzare, Rika! >> si lamentò
Tidus << L'altro giorno hai fatto promesse per mille e dodici persone!
>>
L'altra alzò le spalle << Che posso farci se sono amata dal
pubblico? >>
<< Ancora un po' e voi due sarete AMMAZZATI dal pubblico. >>
si affrettò a precisare l'attaccante destro, uno pezzo di marcantonio
pericolosamente vicino ai due metri d'altezza e all'essere preso per il
clone umano di un armadio a muro.
"Si avvisa che fra un minuto comincerà la partita!"
<< Evvia! Ma io affogo! I fan mi hanno macellato! >> protestò
Tidus << Mi accontentavo di DUE minuti! >>
<< Affoghi in un bicchier d'acqua, ecco dove affoghi! >> disse
l'attaccante destro
<< Come le mettiamo le marcature? >> chiese il portiere <<
Quelli di Bevelle sono cambiati dall'anno scorso. >>
<< Come sempre, ognuno marca quello della sua posizione. >>
disse Rika << Ah, voglio un venti a zero, eh! >>
Gli altri ci restarono secchi << Come fai a pretendere che facciamo
venti a zero con quelli!? >>
<< Perché? >> disse Rika alzando le spalle <<
Sono come tutti gli altri, no? Anzi, la loro città credo sia tutta
guerra e cannoni, cosa vuoi che ne sappiano di blitzball? >>
<< Hanno troppo tecnologia da queste parti, che volete che ne sappiano
di blitzball quelli di Zanarkand? >> << Appunto, vedrete che
vinceranno i nostri! >> << Vinceranno! >> << Anche
la guerra! A Zanarkand non sanno fare niente! >>
Discorsi del genere volavano di bocca in bocca dalla non indifferente
folla bianca e viola che come uno sciamo di locuste invadeva il corridoio
diretta verso gli spalti. Se fra le due squadre c'era la contesa della
partita, fra i fan non era una semplice amichevole. Era la guerra più
globale e totale. Ed infatti, passarono accanto alle tigri. Discorsi di
questo genere non sfuggivano all'orecchio felino dei seguaci degli Zanarkand
Abes, che ancora una volta di voltarono con la sincronia di milioni e
milioni di cloni, lasciando i loro nemici giurati come delle sardine in
mezzo al corridoio. C'era un'organizzazione spaventosa fra i fan.
<< Cos'avete insinuato, babbei? >> ringhiarono all'unisono
gli apostoli degli Zanarkand Abes
<< Che i vostri non sanno fare un c***o! >>
Forse non avrebbero dovuto dirlo. Se non altro, i gialli neri non erano
armati di oggetti contundenti, ma qualcosa si trova sempre. E una nuvoletta
molto manga si sollevò fra la battaglia scatenatasi in corridoio,
che presto divenne un twister di fan scatenati che si stavano per strappare
le interiora in nome della loro squadra. E, con noncuranza preoccupante,
un tizio vestito di rosso e dall'aspetto non allegro attraversò
il corridoio senza destare l'attenzione degli ammiratori di blitz da combattimento
che si stavano pacificamente scambiando qualche opinione. Pareva andare
fuori dallo stadio. Ma a farci che?
Capitolo 2 >>>
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