02 - La voce del silenzio
ZANARKAND
Dove eravamo rimasti: a Zanarkand sta per disputarsi la partita di apertura
dei campionati di quest'anno. E, fra i fan opposti che si sbranano, fra
i collezionisti di autografi e tutto il resto
bhe, insomma. Non
può andare tutto così bene, vi pare?
"Diamo il via alla partita amichevole che segnerà l'inizio
di un altro storico campionato, signori! Grazie per essere accorsi numerosi
in nome della vostra squadra!" Il presentatore era in piedi in cima
al corridoio pieno d'acqua adibito alla preparazione psicologica. Se lo
stadio faceva sconti comitive allora erano a posto. Infatti, più
che accorrere numerosi, era accorsa tutta la popolazione che non fosse
in guerra di entrambe le città. Alcuni si erano calati con le funi
dal loro terrazzo per aggiudicarsi un posto. E chi stava seduto era il
meno fortunato, perché stavano tutti in piedi, di fronte alla sfera
che presto sarebbe stata riempita d'acqua, talmente intontiti dal fulmine
centrale che parevano tanti automi.
"Lato sinistro, bianchi e viola, occhio d'anguilla e addominali di
burro, i campioni di Saint Bevelle!!"
Si levò contemporaneamente un grido di disprezzo e un applauso,
ma il grido di disprezzo aveva vinto, forse perché alcuni dei fan
di Bevelle si erano accaniti a zanne tratte contro il presentatore che
non era proprio il migliore amico dell'imparzialità. I Bevelle
Mosquitos erano eretti come pali di legno sulle pedane ai lati della metà
sinistra della sfera di blitzball. Bastò che il capitano alzasse
le braccia per fra impazzire i discepoli di Bevelle che cominciarono ad
urlare a applaudire da spaccarsi in due. Ma il presentatore era irremovibile
nella sua imparzialità:
"Lato destro, gialli e neri, eterni campioni in carica, squadra favorita
da quindici anni, i divini ZANARKAND ABES!"
Ed ecco che lo stadio esplose come una bomba a orologeria. Chi per conto
suo chi in sincronia, tutti coloro che erano accorsi in nome di Zanarkand
strillarono come aquile e applaudirono o agitarono le braccia che dio
la manda.
<< Aaah, ma vergogna! Secondo voi quello era un applauso? >>
disse con un sorriso Rika impossessatasi del microfono << ANDIAMO,
MIEI PRODI!! TUONINO CODESTE UGOLE!!!!!!! >>
Non l'avesse mai detto. Esplosero tutti in un grido che faceva veramente
male ai timpani. Non si poteva parlare neanche al microfono per farsi
sentire. E si spense cinque minuti dopo. Alcuni di quelli che avevano
urlato si misero a sedere perché non ce la facevano davvero più!
<< Così va meglio! Bene, allora i mosconi di Bevelle avranno
la grazia di vedere un tiro tritaporta!!! >> aggiunse Tidus e l'urlo
si ripeté anche se le povere ugole dei fan non ce facevano a moltiplicarlo
più di tanto.
La partita poteva avere finalmente inizio. Il lampo abbagliante del fulmine
al centro della sfera costrinse i giocatori a fare mezzo passo indietro
e pararsi gli occhi. Finalmente era cominciata l'amichevole per la quale
pugni e calci erano volati, per la quali i fan si erano scannati a dir
poco, per la quale erano accorsi addirittura da Bevelle o dal lato opposto
di Zanarkand. Ma
e insomma, lo sappiamo, c'è sempre un ma.
E questa volta, sarebbe stato l'ultimo "ma" che Zanarkand avrebbe
avuto modo di percepire. Prima di morire per sempre.
"E siamo già uno a zero!! Gli Abes non perdono un colpo!
Comunque, anche i Bevelle Mosquitos non scherzano! Hanno dimostrato una
difesa veramente serrata! Ah! Ma adesso sono spacciati! La palla è
andata al capitano degli Zanarkand Abes! Segniamo già un due a
zero, scommettiamo?!!"
Peccato che Rika fu marcata da quattro giocatori avversari. Capitano compreso.
- Caro signor capitano, adesso vedrai di cosa siamo capaci - Riuscì
a passare, ma la palla fu deviata. Sia Tidus che l'attaccante sinistro
dei Mosquitos si diedero lo slancio verso la palla. Purtroppo, però,
furono questi ultimi a prenderne possesso.
" Ma non hanno fatto i conti con la nostra difesa, eh!! Guardate
come si gioca davvero a blitz, Mosconi!"
I tre giocatori in retro guardia marcarono il possessore di palla, che
li dribblò per andare verso la porta. Ma non si accorse che era
solo una finta. Infatti si trovò davanti l'as, l'ad e il centro
dei suoi avversari. E non poté mantenere il possesso di palla dopo
un Takle Cobra di Rika. La palla volò dalle sue mani fino a Tidus.
E tutti sapevano che stava per effettuare il suo tiro speciale. Quello
che aveva promesso di dedicare ad un mucchio di persone, ma principalmente
alle due ragazze a cui aveva firmato una autografo fuori di casa.
Non aveva la più pallida idea che non avrebbe potuto dedicarlo
a nessuno.
Auron era in piedi sopra una delle sporgenze orizzontali del tetto di
una casa. Si alzò un vento fortissimo e una massa d'acqua spropositata
di innalzò dalle acque, con lentezza esasperante, e tanto silenziosamente
che nessuno se ne sarebbe accorto se avesse proiettato quell'ombra circolare
che oscurò mezza Zanarkand. << Sei un po' in ritardo. >>
La voce del presentatore non si sentiva più, e lentamente il pubblico
stava scappando, perché non si erano accorti più di tanto
della sfera d'acqua che volava nel cielo tempestato di stelle. Ma poi,
tutti se ne andarono.
Sott'acqua non si sentono i suoni. E quelli che si sentono, sono ovattati
e distanti. Come immersi nella nebbia totale. Ma Tidus stava saltando
quando si accorse della palla d'acqua. Ci mise un po' a realizzare cosa
fosse. Ebbe un secondo, e non fu sufficiente. Si vide solo arrivare addosso
delle lame fendenti di qualcosa che non sapeva cosa fosse. E ci volle
meno di un attimo perché tutto lo stadio fosse praticamente distrutto.
L'unico appiglio che si trovò prima di precipitare e spaccarsi
metà delle ossa, fu quello che restava della struttura che avvolgeva
la sfera antigravitazionale dello stadio. Sentiva gente che urlava, tutti
presi dal panico, ma in quel momento gli interessava intanto di non morire
giovane. Ma anche l'ultima mano con la quale si era retto sul momentaneo
appiglio, sfuggì alla stretta. Era troppo scivolosa.
<< TIDUS!!!!!!!! >> l'ultima cosa che sentì fu la voce
di sua sorella. E poi cadde. La cosa che gli parve strana fu di essere
ancora vivo, quando si trovò per terra, accanto alla porta dello
stadio distrutto, che poco prima aveva sopportato la pressione di una
frotta di famelici ammiratori.
<< Tidus!! Tidus, come va!? >>
<< Eh
diciamo che stavo meglio prima
>>
Ma Rika improvvisamente si fissò a guardare qualcosa. O qualcuno.
<< Ma
quello lì non è
>>
<< Auron? >>
<< Che ci fai qui? >>
<< Vi aspettavo. >>
I due si guardarono come se non ci avessero capito niente. Ed effettivamente
non è che avessero compreso molto.
<< Andiamo >> disse semplicemente l'altro prima di allontanarsi.
Malgrado quella distruzione come se fosse arrivato un maremoto, i due
lo seguirono senza guardarsi intorno. Non perchè non ci facevano
caso. Forse perché non volevano farci caso.
<< Anf
anf
Non per dire, eh
>> ansimò
Rika al termine dell'autostrada, che tra l'altro a quel punto era stata
quasi del tutto distrutta << Ma credo che hai sbagliato strada.
>>
<< Guarda su. >>
Rika alzò la testa senza capire cosa dovesse esserci, in cielo.
E quello che vide la lasciò immobile con uno sguardo da trota che
avrebbe fatto invidia alla merce di una pescheria (NdCharmargy: che hai
visto, la Madonna?). E anche Tidus fece lo stesso. Un'enorme massa d'acqua
dalla forma sferica che volava nel silenzio più assoluto nel cielo
di Zanarkand alle due e mezzo di notte.
<< Cosa
cos'è quell'affare? >>
<< Sin. >>
Rika e Tidus si guardarono come se avesse sparato la più grande
cavolata dell'universo.
<< Potresti rimandare a dopo la sintesi e dare una spiegazione normale?
>> disse Tidus con gli occhi rivolti alle stelle, o meglio alla
sfera d'acqua. Ignorò la gente che correva per l'autostrada gridando
che stavano cascando i pianeti. Mezza Zanarkand crollava a pezzi.
<< La guerra è conclusa e sono tutti morti. Sin è
la punizione. >>
<< Pu
punzione? >>
<< Ma dai, come fanno a essere tutti morti, scusa? Ieri hanno detto
che hanno dato l'armistizio, no? >> disse Rika
<< Se lo dicono non significa che ci sia stato veramente. >>
fu la schietta risposta.
Ormai era impossibile staccare gli occhi da quella cosa. Allo stadio erano
gli unici sopravvissuti fra i giocatori. Preferivano guardare Sin piuttosto
che la distruzione che regnava a Zanarkand.
/E l'ora
/
<< Ma che diav
? >> Rika si tappò le orecchie
più per gesto istintivo che per sentire meglio quella voce proiettata
nel cervello
<< Cos'era quella voce, Auron? >>
Auron non rispose. Anche lui guardava Sin.
/Sbrigatevi
/
<< Mhpf. >> Auron si voltò << Andiamo. >>
Tidus lo seguì a corsa, ma Rika non mosse un passo. Aveva gli occhi
fissi su Sin. E voleva che quella voce parlasse di nuovo.
<< RIKA! MUOVITI! >>
<< Io.. quella voce
>>
/Sbrigatevi
/
Rika fece un passo indietro << P
papà? >>
Ma improvvisamente venne scossa da una mano sulla sua spalla <<
Non vorrai morire giovane, eh! >>
<< Emh
eheh! Direi di no! >> sorrise Rika e di corsa
seguirono Auron per l'autostrada sfasciata.
Capitolo 3>>>
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