Il mio nome è
Nelida Albertinazzi, vivo in Argentina, dove sono nata nel 1936 e vorrei raccontare la storia dei miei genitori, Antonio e Maria Giustina, partiti per questo Paese nel lontano 1920.
Il mio papà era nato nel 1897 a Fontaneto nella frazione Cacciana, mentre la mamma, del 1900 era nata in Argentina dove la famiglia fontanetese ( di Molino Marco per la precisione) si era trasferita anni prima.
Ma nel 1913 erano tornati in Italia, a Fontaneto ed erano andati ad abitare in una casa vicina a quella della famiglia Albertinazzi. Qui Antonio e Maria si sono conosciuti, innamorati e nel 1917 si sono sposati.
Ma la famiglia di mia madre voleva tornare in Argentina e, non appena fu possibile dopo la I° guerra mondiale e la nascita di Pasqualina, mia sorella maggiore nata nel 1918, si imbarcarono e partirono : era il 1920. La famiglia di mia madre partì al completo, anzi il nonno Giustina aveva acconsentito al matrimonio tra i miei genitori, a patto che Antonio, il futuro marito, accettasse di partire ed egli era ben contento di farlo perché pensava che lì alla Cacciana non aveva un futuro.
Nel maggio del 1920 dunque si imbarcarono a Genova sulla nave “Principessa Mafalda” e dopo quasi un mese di navigazione arrivarono a Buenos Aires ; poi in treno si recarono in un paese nella provincia di Cordoba, dove mio nonno Carlo Giustina aveva un “campo” ovvero una proprietà agricola. Mio padre cominciò a lavorare in campagna ma era un lavoro molto pesante, così quando un cugino sacerdote, tale Andrea Zaninetti, che viveva a Concepcion de l’Uruguay, lo chiamò nel 1928 per lavorare in una fattoria, il papà partì da solo per andare a vedere.
Arrivò a Concepcion de l’Uruguay dopo un viaggio in treno e poi in barca per attraversare il fiume Paranà ; il posto gli piacque molto e, anche se il lavoro alla fattoria non c’era più, trovò un posto come falegname nelle “Ferrovie dello Stato” e mandò a chiamare la mamma ed i suoi figli che nel frattempo erano nati : Agostino e Benito oltre a Pasqualina. Qui a Concepcion nel 1936 sono nata io.
In questa cittadina c’erano molti italiani, papà Antonio si era subito inserito e si trovava bene, aveva amici ma sentiva la nostalgia della sua famiglia d’origine e sempre si scriveva con il padre Gaudenzio e la sorella Giovannina in particolare. Ricordo quanto pianse quando per lettera ebbe la notizia della morte dei suoi genitori. Tuttavia non parlava mai di ritornare in Italia perché amava anche l’Argentina, la casa che si era costruito e la sua vita lì.
Aveva imparato bene lo spagnolo e si è sempre preoccupato di far studiare noi figli. Io sono diventata insegnante e poi Preside di una scuola italiana che si chiama “Dante Alighieri” dove ho insegnato fino alla pensione.
Il mio papà è morto nel 1985, la mamma nel 1995 , i miei tre fratelli si sono sposati e hanno avuto un figlio ciascuno. Ora però la famiglia si è ingrandita ed io ho moltissimi pronipoti che continuano la discendenza della famiglia Albertinazzi.
Il mio papà comunque ha insegnato a tutti noi ad amare l’Italia e a considerarla la nostra vera terra d’origine e infatti mia sorella ed il siamo venute già quattro volte in Italia a trovare i parenti che ci hanno sempre accolto con grande affetto e spero di ritornare ancora e presto.
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INTERVISTA a NELIDA ALBERTINAZZI
Nata a Concepcion de l’Uruguay nel 1936 e lì tuttora residente |
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