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Storia di Alessandro Platini

 

Mi chiamo Alessandro Platini detto “Sandroto”; nel 1890 avevo 28 anni sono partito per l’Argentina lasciando a casa, mio figlio Ignazio di 3 anni e mia moglie Giuditta, che allora aveva 24 anni. Partii da Genova avendo nel cuore molta nostalgia della mia famiglia, che sapevo mi sarebbe mancata molto.
Il viaggio durò più di un mese e, a essere sincero, sulla nave mi sentivo solo, perché con me non c’era nessuno ma comunque ero sollevato al pensiero che al mio arrivo mi avrebbero accolto dei miei compaesani e parenti già emigrati. E fu così! Al porto di Buenos Aires mi aspettavano dei parenti che mi portarono ad Ayacucho con loro dove incomincia la mia vita d emigrato.
Con la lingua me la cavavo, o comunque ci si arrangiava al meglio; trovai subito lavoro da macellaio, o come si dice in Argentina da “carnisero”. Fortunatamente la cittadina dove ero andato a vivere era quasi completamente abitata da emigrati che quindi accoglievano tutti i nuovi arrivati con piacere e senza emarginare nessuno.
L’Italia mi mancava tanto, soprattutto perché li c’erano ancora mia moglie e mio figlio; fortunatamente quando mio figlio aveva compiuto 9 anni, mi raggiunsero tutti e due. Presero anche loro la nave, che pagarono con i soldi che gli avevo mandato con una lettera, l’unico mezzo con cui mi potevo tenere in contatto con loro. Quando arrivarono mia moglie e mio figlio mi sentivo molto meglio, ero felice. 
Ebbi altri figli in Argentina ma nel 1902 tornai in Italia. Mio figlio Ignazio però volle ritornare in Argentina, dove andò nel 1913 e si sposò con Cipriana, una ragazza che aveva conosciuto durante la sua prima permanenza in Argentina. Aprì una falegnameria ed ebbe ben 6 figli: Giuditta che farà la maestra, Alberto che diventerà dottore, Alicia, Elena, Giola e Renè. 
Ora io non ci sono più, e nemmeno mio figlio Ignazio che è morto nel 1973, ma i miei nipoti che vivono in Argentina mantengono i contatti con i Platini che vivono a Fontaneto. Si scrivono o si contattano al telefono perché, anche se vivono laggiù, si sentono molto italiani e spesso vengono a trovare i loro parenti qui in Italia. In Argentina comunque sono molto ben inseriti e mentre le donne della famiglia sono casalinghe, Alberto l’unico maschio, medico, è molto affascinato all’idea di poter stare un po’ di tempo in Italia tanto che vorrebbe chiedere la cittadinanza Italiana.

 

 

INTERVISTA a DON MODESTO PLATINI.
Nipote del protagonista di questa storia, nato il 05/06/25 a Fontaneto d’Agogna oggi residente a Cavallirio.

 

 

           

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