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CAPITOLO 7
UNA NUOVA ALBA SOTTILE


I

La camera di equilibrio segnò la luce verde, ci fu il caratteristico trillo, l'attendente si voltò per rendere omaggio alla Sacerdotessa, ma trovò Bulsara che gli puntava contro l'arma di Stuart.
- Butta via la tua arma. -
- Cosa avete fatto alla Sacerdotessa? -
- Sta bene, ma tu butta via l'arma. -
- Mi avete disarmato prima di entrare, non ricordate? -
- Non fare storie, so che ne possiedi un'altra, quindi, o tu, con gesti lenti, butti via la tua seconda arma, oppure io non ci penso due volte e faccio fuoco. Ti avverto che sono in grado di utilizzare un'arma. -
L'attendente aveva abbastanza esperienza per riconoscere al volo un'arma carica e pronta a far fuoco. Sapendo anche che quando Bulsara era entrato non aveva né un'arma carica, né cognizione del fatto che fossero ancora armati, decise che era più saggio deporre la sua arma. Subito dopo gli altri passarono attraverso la camera d'equilibrio, poi uscirono all'esterno.
Era buio. Il Sole stava illuminando l'altro emisfero marziano e anche il Grande Anello Solare era invisibile. Le stelle erano tremule, e in lontananza un fioco bagliore indicava Aphrodite.
All'attendente furono legate le mani dietro la schiena.
- Cosa facciamo? - Chiese Taylor.
- Facciamo saltare la torre. - Disse Deacon deciso. - E' l'unico modo per evitare alle rovine di saltar fuori per un certo periodo di tempo. -
- E quelli che sono dentro? - Fu la protesta di Leiber.
- Questo è il vero problema. - May rifletteva a voce alta. - Se li salviamo verremo pugnalati alle spalle. Altrimenti saremo noi a pugnalare loro. -
- Dunque proponi di ucciderli? - Disse Bulsara.
- Non è una prospettiva che mi alletta, ma o noi, o loro. -
- Io non sono un assassino! -
- Lo so, John, qui nessuno di noi è un assassino, ma considera anche cosa ha in mente di fare la Sacerdotessa. Qui non siamo solo noi a rischiare la vita, ma l'intero Satellite. Credo che ucciderli sia l'unica conclusione logica, siete d'accordo? -
Seguì un istante di silenzio, interrotto da Leiber.
- No! Uccidere non è mai la soluzione logica, uccidere è sempre un crimine, e noi non possiamo commetterlo così, a sangue freddo. -
- Erika, la nostra è auto difesa. -
- No, auto difesa è rispondere ad un'aggressione immediata, autodifesa era nella fascia di asteroidi. Noi non possiamo decidere della vita della Sacerdotessa per quello che ancora non ha fatto. -
- Non ingannare te stessa, sai che farà ciò che ha detto. -
- Lo so, Brian, ma io mi sono già macchiata di troppe vittime. Tutta questa storia è già troppo impregnata di sangue. Smettiamola di uccidere persone. L'hai detto anche tu Fred, qui nessuno di noi è un assassino. Bene, non diventiamolo proprio ora, non commettiamo un'azione che rimpiangeremo per tutta la nostra vita. -
- Cosa facciamo, allora? -
- Dovremo fare il possibile per evitare altre morti. -
- Sarebbe a dire? -
- Liberiamo la Sacerdotessa, lasciate che sia io a parlarle. -
- Ti rendi conto a quali rischi andiamo incontro? -
- Sì. - Disse decisa.
- Salvando la vita alla Sacerdotessa potremmo condannare noi stessi a morte. -
- Io ho intenzione di fare in modo che sia la Sacerdotessa stessa a decidere del proprio futuro. -
- E se fallissimo? -
- In questo caso, Frederick, potrete movimentare un poco le vostre vite, che in questi ultimi tempi sono state fin troppo noiose. -


II

Erano tornati sotto la torre, avevano preso un'altra corda, ed ora si trovavano nuovamente sul ciglio della grotta, provando ad illuminare il fondo. May fece da ambasciatore.
- Stuart, Sacerdotessa, mi sentite? -
- Siete stati gentili a venire a trovarci. -
- Non fate gli spiritosi, siamo venuti a tirarvi su. Piuttosto, Stuart, di' al tuo attendente di scaricare la sua arma. -
- Il mio attendente è disarmato. -
- La volete la corda per salire? -
- Sì. -
- Perfetto. Ora di' al tuo attendente di scaricare la sua arma. -
- Fatto. - Disse la voce dell'attendente. -
- Bene, ora fate salire prima la Sacerdotessa, che ci dovrà consegnare tutti i quattro caricatori. E non provate a realizzare qualche strano piano, perché anche noi siamo armati. -
- Va bene. -
- Adesso vi mandiamo giù la corda. -
I tre templari salirono, furono condotti al di là della camera d'equilibrio e, una volta tolte le tute spaziali, furono legati come l'altro attendente.
- Cosa avete intenzione di farmi? - Chiese la Sacerdotessa.
- Vi porteremo al consiglio dei dieci - Spiegò Leiber. - E faremo in modo che gli altri nove sacerdoti ti depongano. -
Ci fu una cristallina risata. - Credete forse che sia così semplice togliermi di mezzo? -
- No. Non sarà semplice, ma riusciremo a convincerli a votare all'unanimità per la tua deposizione. -
- Ah si? E perché di grazia dovrebbero espellere la persona che gli ha dato la dignità che hanno? La persona che ha creato l'Ordine così come lo vedi oggi, colei che ha dato l'indipendenza al Tharsis, che ha... -
- Sì, lo so cosa hai fatto fino ad oggi sacerdotessa. - Disse Erika. - Ma so anche che hai apertamente affermato di voler distruggere la Luna. -
- Io questo non l'ho mai detto. -
- Testimonieremo tutti noi, Stuart compreso. -
- E cosa ti fa credere che lui mi potrebbe tradire? -
- Il fatto che lui sia fedele all'idea dei templari, non ad una singola persona, e come Stuart così anche tutti gli altri Templari. -
- E quale sarebbe allora l'idea cui tutti I templari sono fedeli? -
- La conquista del potere. I templari vogliono avere potere, no? E tu più ancora degli altri vuoi comandare; ma a te basta Marte. Basterà far capire agli altri sacerdoti che potranno comandare anche un pianeta ricco come la Luna perché decidano di toglierti di mezzo. -
- Non credo, ho un grande ascendente, io. -
- Lo so, ma questo sarà un handicap, non un vantaggio. Il tuo potere è troppo grande. In poche parole, la tua presenza è ingombrante, e gli altri Sacerdoti, che vorranno certamente più potere di quanto ne possano mai ottenere con la tua presenza, saranno certo felici di congedarti come una grandissima personalità, certo, che però ha fatto il suo tempo. -
- Non credo proprio. -
- Vuoi una prova? -
- Su, vediamo cosa sei in grado di dimostrare. -
- Adepto Stuart - Disse Leiber con voce ferma. - Sei stato chiamato in causa, saresti tanto gentile da dirci come testimonieresti davanti agli altri nove Sacerdoti? -
Il colonnello lunare rimase a lungo in silenzio, guardando prima i due attendenti e poi la Sacerdotessa. Prima di parlare ripensò a come si era comportata la Sacerdotessa quando aveva trattato con gli altri quattro marziani, come, per ottenere l'accesso alla grotta ella avesse accettato supinamente i ricatti di Deacon. - Credo - soppesava le parole, una ad una - che il mio compito sia di fare in modo che ai vertici della nostra organizzazione vi sia della gente competente e decisa, che sappia sfruttare appieno le opportunità che nel prossimo futuro si presenteranno, che non si lasci ricattare dal primo venuto o raggirare dai propri adepti. Purtroppo non credo che voi, Sacerdotessa - evitò accuratamente di definirla ancora “Grande” - siate in grado di farlo. Avete svolto brillantemente il vostro compito, ma adesso il vostro tempo credo che sia finito. Sono sicuro che sarebbe meglio per la setta se voi decideste per vostro conto di lasciare il vostro incarico, ed anche ogni altro posto di comando, senza alzare scandali e facendo in modo che il vostro prestigio rimanga inalterato.
La donna, che seguì il discorso con un senso crescente di smarrimento e di rabbia, non poté fare altro che sibilare loro, con tutta l'odio di cui era capace.- Bastardi! -
- Prego. - Disse Bulsara, con un sorriso sardonico. - Ricordatevi che vi abbiamo salvato la vita. -
- E di noi tre cosa ne sarà? - Chiese Stuart.
- Toccherà a voi decidere con chi stare, se con i templari, come tua moglie, oppure con la Sacerdotessa. -
Il cielo si stava schiarendo, le stelle più pallide erano scomparse, la nera massa della torre si stagliava contro il blu intenso dello sfondo.
Deacon aveva in mano il prisma e la scatoletta nera. Guardò che tutti fossero lontani dalla torre, poi disse.
- Europe. -
La Sacerdotessa si voltò verso di lui.
- Europe. -
- No, non farlo, fermati! - Fu il suo grido disperato.
- Europe. -
La parte inferiore della torre era nascosta alla vista dalle barriere frangi-schegge.
L'edificio sembrò barcollare come un ubriaco.
Poi arrivò l'onda d'urto, non bloccata del tutto dalle barriere, che tra l'altro dovevano fermare solo le schegge.
La Sacerdotessa, con le mani legate, vacillò. I lunari, dal loro equilibrio già precario, quasi caddero a terra. Il rumore fu assordante mentre metro dopo metro la torre si abbassava verso il suolo. Dopo poco un'alta nube di polvere rese rosata quella parte del cielo, mentre tutt'intorno si schiariva sempre più.
Il gigante mai nato stava morendo.
Tutti gli occhi si puntarono su Deacon. Egli guardò la piccola scatoletta nera, gridò qualcosa, coperta dal rumore, e la lanciò lontano, con tutta la sua forza, oltre le barriere frangi-schegge, verso la torre, che stava ancora sgretolandosi.
Quando il rumore finì, e poterono di nuovo parlare lui le disse.
- Non credevo che fosse così semplice far passare qualcosa oltre le tue barriere frangi-schegge. -
- Ti è arrivato addosso qualche detrito? -
- No. -
- E allora, di che ti lamenti? -
Lui le diede un bacio, poi si fece più serio. - E' finita. La torre è caduta e quello che c'è sotto sarà riportato alla luce tra... Tra un bel po'. Cosa hai intenzione di fare ora, Erika? -
- Tra non molto, se tutto va bene, un posto di Sacerdote sarà vacante. Credo che proverò a riempire quel posto. -
- Come? Non mi avevi detto che avresti lasciato tutto questo? -
- Sì, ma l'ho detto perché inseguivo un obiettivo che avevo capito essere sbagliato. Correvo per la mia gloria personale. Ma questo non può bastare ad un essere umano. Ora il mio obiettivo è un altro, e chiedo a tutti voi di aiutarmi, anche se questo forse potrebbe costarvi di diventare tutti dei templari come me. -
- Cosa vorresti dire? -
- La guerra sulla Terra non è finita. L'Europa ha vinto la battaglia astronavale e ha conquistato la Luna, ma sulla Terra stava soccombendo. Ora gli scontri si intensificheranno ancor di più. Forse l'Europa vincerà, forse invece la Luna non gli sarà sufficiente, comunque, in qualunque modo dovesse finire, il prezzo da pagare sarà una desolazione senza precedenti per la razza umana, un nuovo medio evo che coinvolgerà due pianeti - si riferiva anche alla Luna - e di riflesso anche il resto del Sistema, forse per secoli.
Quello che il governo di Marte dovrà fare sarà aiutare la Terra e la Luna a rialzarsi, senza temere un futuro attacco da parte dei terrestri. Un Marte unito, al di là delle vecchie frontiere vice-governative, senza le divisioni che sulla Terra stanno portando l'olocausto. Solo così potrà essere la guida, l'esempio per avere, in tutto il Sistema Solare un solo governo, senza che sia terrestre, marziano o lunare. Un solo governo Umano, che non abbia una capitale ed un dominatore e metta al bando le guerre. -
- Un solo organismo politico per venti cinque miliardi di uomini? -
- Sì. -
- Senza capitale? -
- E a cosa servirebbe? Ormai, grazie ai mezzi di comunicazione, non abbiamo più bisogno di riunire il governo in una sede. Sentire il bisogno di una capitale è solamente un antico retaggio, di quando l'uomo non era in grado di muoversi e comunicare con tanta semplicità. - Incontrò lo sguardo attento di Taylor, che dimostrava di condividere quanto stesse dicendo la tedesca.
- Quello che ho in mente di realizzare non sarà assolutamente semplice da mettere in pratica. So che costerà enormi sacrifici, ma è l'unica strada per l'umanità. -
- Certo. - Disse Taylor. - E' finita l'età delle città stato, quella degli stati nazionali, è giunta la fine anche dei blocchi. -
- E il prossimo allora passo quale sarà? -
- La tecnologia è disponibile da più di un secolo, ma un singolo blocco non era in grado di realizzarla. - Disse Erika. - Ma una volta che saranno terminate tutte le guerre, e che vi verranno destinate le risorse che prima erano utilizzate per gli armamenti, l'uomo potrà rivolgersi alla colonizzazione di altri sistemi solari. -
Era vero, la tecnologia esisteva, i pianeti erano stati già scoperti e le tecniche di terraformazione avevano avuto notevoli successi su Marte e su Venere. L'unica vera difficoltà, i mezzi, una volta superate le divisioni politiche, sarebbe crollata insieme ad esse. Si profilava dunque la reale possibilità, dopo il volo intercontinentale ed interplanetario, anche del volo interstellare.
Un brivido corse lungo la schiena di sette delle otto persone, mentre, alla luce del sottile Anello che stava sorgendo, Brian abbracciava Erika, e la sacerdotessa, legata e furiosa, meditava a come si sarebbe potuta vendicare.