S. Pietro nel Barocco
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Situato nel piccolissimo Stato della Città del Vaticano, centro del cattolicesimo mondiale, San Pietro fu in origine una delle basiliche costantiniane, fondata nel IV secolo sul luogo del martirio e della sepoltura dell’apostolo. Nel 1506 iniziò la ristrutturazione che la trasformò nell’attuale basilica. Ci volle più di un secolo per ricostruirla (ancora oggi l’espressione «Fabbrica di San Pietro» è usata per indicare lavori molto lunghi e complessi) e all’opera parteciparono i maggiori artisti del Rinascimento (tra i quali Michelangelo, che progettò l’immensa cupola) e del Barocco. Il protagonista indiscusso della fase barocca della basilica è Gian Lorenzo Bernini, che in qualità di architetto della «Fabbrica di San Pietro» si occupa sia della sistemazione interna della chiesa, sia della realizzazione della piazza. All’interno le sue opere più importanti sono il Baldacchino e la Cattedra di San Pietro. Il primo è la struttura in bronzo posta sotto la cupola di Michelangelo per ricoprire l’altare maggiore della basilica. Alto quasi 30 metri, è costituito da quattro colonne tortili decorate in oro, sopra le quali Bernini non mette un architrave, che avrebbe appesantito la composizione, bensì dei pendoni che sembrano di stoffa e perciò danno un’idea di leggerezza; al di sopra sono posti quattro angeli, alle cui spalle partono quattro grandi volute a forma di dorso di delfino, che si incontrano al centro per sorreggere un globo in cima al quale c’è una croce. La forma originale del Baldacchino, l’uso delle linee curve che danno movimento alla composizione e suggeriscono l’idea di uno spazio aperto, la ricca decorazione costituiscono la perfetta realizzazione di alcuni motivi fondamentali del Barocco, innanzi tutto la ricerca di effetti scenografici allo scopo di meravigliare lo spettatore. Incorniciata dal Baldacchino, la Cattedra rappresenta il trono di San Pietro e quindi il simbolo dell’autorità del papa. Collocata nell’abside, è sostenuta da quattro statue di dottori della Chiesa affiancati da angeli; in cima è raffigurato lo Spirito Santo al centro di una raggiera dorata. Il capolavoro architettonico di Bernini è però la realizzazione di piazza San Pietro (1656-67). Non si trattava di un lavoro semplice: lo spazio davanti alla basilica doveva essere sia funzionale (capace cioè di accogliere grandi masse di fedeli) sia simbolico in quanto centro del cattolicesimo; si doveva inoltre tenere conto degli edifici già esistenti in questo spazio. Bernini risolse il problema in modo geniale: infatti realizzò un’immensa ellissi (240 metri di larghezza), che richiama la forma di un cerchio aperto lungo l’asse; alle spalle di un grandioso sagrato rettangolare, appare la facciata della basilica e dietro emerge maestosa la cupola di Michelangelo. Dalla facciata partono due lati che proseguono non paralleli ma convergenti, per dare la sensazione che la basilica si avvicini alla piazza. I due emicicli laterali dell’ellissi – che simbolicamente rappresentano le braccia materne della Chiesa, aperte per accogliere i suoi figli – sono costituiti da un imponente portico su quattro file di 284 colonne; al di sopra dell’architrave che le collega, corre una balaustra su cui poggiano 162 statue di santi. Il colonnato permette dunque di creare uno spazio aperto e di circondarlo senza nascondere gli edifici già esistenti. Conoscendo bene le leggi della prospettiva, Bernini costruisce poi il colonnato in modo da ottenere effetti ottici: camminandovi a fianco pare che sia in movimento; guardandolo dal centro della piazza, nel punto indicato da una pietra circolare vicino l’obelisco, sembra composto di una sola fila di colonne. Si realizza in questo modo quella capacità illusionistica tipica dell’arte barocca, che usa tutti i mezzi possibili per ottenere risultati scenografici e spettacolari.
La piazza è infine completata al centro da due fontane seicentesche, tra le quali si innalza l’obelisco egizio di Ramsete II che ornava il circo di Nerone, posato sul dorso di quattro leoni di bronzo (la sistemazione dell’obelisco risale però al 1586).
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2) Inserisci i connettivi mancanti nel testo che segue, poi confrontalo con i corrispondenti paragrafi sul Circo Massimo. Situato fra i colli Palatino ed Aventino, il Circo Massimo era una struttura realizzata per [...] gli spettacoli, come la corsa delle bighe _____ le lotte dei gladiatori. È una delle più grandi arene mai costruite [...] e _____ una delle più antiche di Roma: una prima sistemazione risale _____ all’epoca dei Tarquini [...], _____ è stata _____ modificata e ingrandita più volte. Per alcuni secoli le strutture rimasero in legno; le prime opere in muratura iniziarono _____ il II secolo a.C.; furono _____ aggiunti i carceres, _____ le gabbie di partenza dei carri, e la spina, _____ il muretto che divide la pista. Su di essa si misero sette uova di pietra [...] _____ contare i giri delle bighe. [...] Gli interventi continuarono nei secoli successivi [...] _____ _____ spesso gli incendi distruggevano o danneggiavano il Circo. Se vuoi fare le attività di questa pagina, puoi scaricarle sul tuo computer cliccando qui: San Pietro nel Barocco |