Peccato
Sentenza
Il giudizio è cosa di Dio. Nessuno al mondo può pretendere di comprendere il valore esatto di un'anima. "Non giudicate e non sarete giudicati".
(Lc 6,37).
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DINANZI A DIO
Dio solo può penetrare nell'intimo del cuore e mettere in luce ogni ombra nascosta; a Lui solo nulla sfugge e tutto per Lui diventa trasparente. Continui pure il mondo a scagliare i suoi strali avvelenati contro chi vuole, come e quando vuole, specialmente contro chi non desidera rivivere che la passione di Cristo. Anche Lui, Gesù, fu giudicato dal mondo, e i secoli non vedranno in eterno verdetto più iniquo. Contro il mondo, l'anima ha un appello trionfale in se stessa: chi la giudica è solo il Signore.
Il giudizio di Dio è inappellabile. Posso, dinanzi agli uomini, sembrare quel che non sono; dinanzi a Dio, no: sono quello che sono. E verrà il giorno della rivelazione solenne. Tutto ciò che oggi è occulto, che si ha cura di tenere nascosto, apparirà in luce meridiana. "Guardate - dirà Dio a buoni e cattivi, a piccoli e grandi - guardate; questa è la verità, questa è la luce, queste sono tenebre. Alla luce la gloria, alle tenebre la sconfitta". E sarà così in eterno: i giusti con Dio, gli iniqui col diavolo. La paglia sarà separata infallibilmente dal grano; al grano si apriranno i granai celesti; la paglia sarà attizzata dalla fiamma eterna.
Coraggio, stiamo sempre pronti! Verrà l'ultimo giorno del mondo, ma sarà preceduto dall'ultimo giorno nostro: la morte. Dato il respiro finale, supremo sforzo nella battaglia terrena, saremo dinanzi al Giudice. E il Giudice è Gesù, l'Amico, il Fratello, la Vittima di ieri... Possiamo guardarlo? O la paura ci prende e ci abbatte, e sentiamo già la condanna irreparabile? E non ci sarà speranza di salvezza? Siamo ancora in tempo per prepararci a questo incontro: coraggio, abbandoniamo le tenebre e rimettiamoci sulla strada della luce!
SENZA DIO
L'inferno c'è. Lo dice Gesù, lo afferma la Chiesa, lo sapevano i Santi. San Giovanni Crisostomo, tutto fuoco d'amor di Dio, fa dipingere nella sua cella un quadro per avere sempre dinnanzi agli occhi i tormenti dell'inferno. E noi? Noi rifuggiamo dal pensarci e la nostra vita non è santa. Abbiamo paura: e vorremmo talora persuaderci che Dio non può essere così severo. Ma Dio ha parlato e la sua parola non si cancella. Perché non seguiamo il consiglio di San Bernardo e discendiamo da vivi nell'inferno, per non discendervi dopo la morte? Pensiamo piuttosto che Dio ha fatto l'inferno per popolare di Santi il Paradiso e che anche la visione dell'eterno castigo è mirabile sforzo della misericordia di Lui, che ci vuole salvi ad ogni costo.
Via da me, maledetti, che sostenete l'inesistenza dell'inferno! Queste parole sono senza rimedio: l'inferno è tutto qui. Lontani da Dio nell'eterna maledizione! Per chi ha conosciuto la passione di Cristo, per chi ha meditato i misteri del Cuore di Gesù, e poi la passione ha deriso e i misteri ha disprezzato, quelle parole avranno la forza e il terrore del fulmine che schianta e incenerisce. Eppure l'anima vuole Dio, perché Dio solo è quella vita, quell'amore, quella felicità che l'anima va cercando e sospirando raminga per i campi del mondo. Eppure l'anima sente che non può vivere senza Dio, e intanto lo odia mentre lo vuole, e intanto lo bestemmia mentre lo teme. La natura porta l'anima a Dio; il peccato la distacca da Lui e la getta nell'eterno tormento vestita di maledizione.
Nel fuoco eterno! Ecco la maledizione: il fuoco e ogni tormento. Lo seppe il ricco epulone, che aveva gozzovigliato nel mondo; lo seppe e sospirò invano una gocciola di refrigerio. Ogni danno accompagna l'anima eternamente ribelle e non c'è misericordia per passar di anni, per passar di secoli. L'inferno è fuori del tempo, è nell'eternità. L'anima e il corpo avranno tormenti che si rinnovano e non posano mai, perché l'anima e il corpo, rinnegando Dio, si votarono al peccato chiudendo per sempre le porte alla Sua misericordia.
CHI SI SALVA
La salvezza delle anime è nei misteri di Dio. Quando alcuni ne domandarono a Gesù, Egli non volle rispondere. La risposta verrà, ma soltanto nella chiara visione dei cieli di Dio. Quanto a noi, sarebbe vana e cattiva presunzione il volerci arrogare il diritto di sentenziare sul numero degli eletti. Anche dinanzi a una morte tragica, a una vita che si spezza nel male, noi non abbiamo elementi per un giudizio sicuro. Lasciamo fare alla giustizia misericordiosa di Dio e seguiamo, piuttosto, il consiglio di Gesù: sforziamoci di entrare per la porta angusta che conduce al cielo. Ci sono tanti che dicono di volerlo e non tutti ci riescono. Stiamo attenti!
Dio vuole che tutti gli uomini siano salvi. Non c'è anima cui non giunga dal cielo l'onda misteriosa della grazia, l'impulso soave del Cuore di Dio che, quasi mano materna, la sospinge a bene operare. Non c'è anima che non possa aver diritto a una goccia del sangue di Cristo: la sua croce e il suo sangue sono di tutti; per tutti, le sue braccia piagate si aprono largamente dal legno redentore. Ed è cibo di tutti, divino cibo disceso dal cielo, il Pane di vita. Se qualcuno sfugge all'abbraccio di Cristo, è perché volontariamente, testardamente ha calpestato la grazia, ha disprezzato il Pane, ha rinnegato la croce.
Spero e voglio salvarmi. Se è tanta la misericordia di Dio, perché devo disperare? Voglio essere sveglio alle voci del Signore e, pur conoscendolo così buono, non voglio che si allontani dai miei occhi la visione della sua giustizia. Devo seguire la via stretta della mortificazione, della purezza, della carità. Quante volte l'ho evitata e con quanta facilità sono andato al male, ho fatto il male, sono rimasto nel male! Oggi, senza altra esitazione, riprendo a vivere con la grazia di Dio.