San Giuseppe
Patrono della Chiesa Universale
Quemadmodum Deus è un decreto della Sacra Congregazione dei Riti del 1870 con il quale, per ordine di Papa Pio IX, San Giuseppe viene dichiarato patrono della Chiesa universale. Il documento porta la firma del prefetto della Congregazione card. Costantino Patrizi Naro e dall'allora segretario mons. Domenico Bartolini.
Nel Inclytum Patriarcham, Papa Pio IX riassunse la storia passata di San Giuseppe nella Liturgia fino alla sua recente proclamazione a Patrono della Chiesa. Ha anche delineato le regole per la degna celebrazione liturgica delle sue feste.
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Quemadmodum Deus PAPA PIO IX
All'Urbe e all'Orbe
Nella stessa maniera che Dio aveva costituito quel Giuseppe, procreato dal patriarca Giacobbe, soprintendente a tutta la terra d'Egitto, per serbare i frumenti al popolo, così, imminendo la pienezza dei tempi, essendo per mandare sulla terra il suo Figlio Unigenito Salvatore del mondo, scelse un altro Giuseppe, di cui quello era figura, e lo fece Signore e Principe della casa e possessione sua e lo elesse Custode dei precipui suoi tesori.
Di fatto, egli ebbe in sua sposa l'Immacolata Vergine Maria, dalla quale nacque di Spirito Santo il Signor Nostro Gesù Cristo che presso gli uomini degnossi di essere riputato figlio di Giuseppe, e gli fu soggetto.
E Quegli, che tanti re e profeti bramarono vedere, Giuseppe non solo Lo vide, ma con Lui ha dimorato e con paterno affetto L’ha abbracciato e baciato; e per di più ha nutrito accuratissimamente Colui che il popolo fedele avrebbe mangiato come pane disceso dal cielo, per conseguire la vita eterna.
Per questa sublime dignità, che Dio conferì a questo fedelissimo suo Servo, la Chiesa ebbe sempre in sommo onore e lodi il Beatissimo Giuseppe, dopo la Vergine Madre di Dio, sua sposa, e il suo intervento implorò nei momenti difficili.
Ora, poiché in questi tempi tristissimi la stessa Chiesa, da ogni parte attaccata da nemici, è talmente oppressa dai più gravi mali, che uomini empi pensarono avere finalmente le porte dell'inferno prevalso contro di lei, perciò i Venerabili Eccellentissimi Vescovi dell’universo Orbe Cattolico inoltrarono al Sommo Pontefice le loro suppliche e quelle dei fedeli alla loro cura commessi chiedendo che si degnasse di costituire San Giuseppe Patrono della Chiesa Cattolica.
Avendo poi nel Sacro Ecumenico Concilio Vaticano più insistentemente rinnovato le loro domande e i loro voti, il Santissimo Signor Nostro Pio Papa IX, costernato per la recentissima e luttuosa condizione di cose, per affidare Sé e i fedeli tutti al potentissimo patrocinio del Santo Patriarca Giuseppe, volle soddisfare i voti degli Eccellentissimi Vescovi e solennemente lo dichiarò Patrono della Chiesa Cattolica, ingiungendo che la sua festa, cadente nel 19 di marzo, per l'avanti fosse celebrata con rito doppio di prima classe, senza ottava però, a motivo della Quaresima.
Egli stesso inoltre ha disposto che tale dichiarazione, a mezzo del presente Decreto della Sacra Congregazione dei Riti, fosse resa di pubblica ragione in questo giorno sacro all'Immacolata Vergine Madre di Dio e Sposa del castissimo Giuseppe.
Nonostante qualsivoglia cosa in contrario.
Il dì 8 dicembre 1870
Il dì 8 dicembre 1870.
Card. PATRIZI
Prefetto della S. C. dei RR.
Vescovo di Ostia e Velletri.
DOMENICO BARTOLINI
Segretario della S. C. dei RR.
Inclytum Patriarcham Papa Pio IX
La Chiesa cattolica giustamente onora con un culto molto pieno e venera con un sentimento di profonda riverenza l'illustre patriarca beato Giuseppe, ora coronato di gloria e di onore in cielo. Sulla terra Dio Onnipotente, preferendolo a tutti i Suoi santi, volle che fosse il casto e vero sposo dell'Immacolata Vergine Maria, nonché il padre putativo del Suo unigenito Figlio. Egli infatti lo arricchì e lo riempì fino a traboccare di grazie del tutto uniche, permettendogli di adempiere più fedelmente i doveri di uno stato così sublime.
Perciò i Romani Pontefici, Nostri Predecessori, per accrescere e stimolare più ardentemente nel cuore dei fedeli cristiani la riverenza e la devozione verso il santo Patriarca, e per esortarli a implorare con la massima fiducia la sua intercessione presso Dio, non hanno mancato di decretare per lui nuovi e sempre maggiori segni di pubblica venerazione ogni volta che se ne è opportuna.
Tra questi basti ricordare i Nostri predecessori di felice memoria, Sisto IV, che volle che la festa di San Giuseppe fosse inserita nel messale romano e nel breviario; Gregorio XV, che con decreto dell'8 maggio 1621 ordinò che la festa fosse osservata in tutto il mondo sotto un doppio precetto; Clemente X, che il 6 dicembre 1670 accordò alla festa il rito di un doppio di seconda classe; Clemente XI, che con decreto del 4 febbraio 1714 adornò la festa con una messa e un ufficio completi; e infine Benedetto XIII, che con un decreto pubblicato il 19 dicembre 1726, ordinò che il nome del santo patriarca fosse aggiunto alle Litanie dei Santi.
Noi stessi, elevati alla suprema cattedra di Pietro dall'imperscrutabile disegno di Dio, e mossi dall'esempio dei Nostri illustri predecessori, come pure dalla singolare devozione che fin dalla giovinezza nutrimmo verso il santo patriarca, con grande gioia dell'anima, con decreto del 10 settembre 1847, abbiamo esteso a tutta la Chiesa sotto il rito del doppio della seconda classe la festa del suo patronato, una festa che è già stata celebrata in molti luoghi da uno speciale indulto della Santa Sede.
Tuttavia, in questi ultimi tempi, in cui è stata dichiarata una guerra mostruosa e abominevole contro la Chiesa di Cristo, la devozione dei fedeli verso san Giuseppe è cresciuta e progredita a tal punto che da ogni parte ci sono giunte innumerevoli e ferventi suppliche. Esse sono state recentemente rinnovate durante il Sacro Concilio Ecumenico Vaticano da gruppi di fedeli e, quel che più conta, da molti Nostri venerabili confratelli, Cardinali e Vescovi di Santa Romana Chiesa.
Nelle loro suppliche Ci supplicavano che in questi giorni luttuosi, per salvaguardarci dai mali che ci turbano da ogni parte, imploriamo più efficacemente la compassione di Dio per i meriti e l'intercessione di san Giuseppe, dichiarandolo Patrono della Chiesa universale. Perciò, mossi da queste richieste e dopo aver invocato la luce divina, abbiamo ritenuto giusto che i desideri di tanto numero e di tanta pietà fossero esauditi.
Perciò, con speciale decreto della Nostra Congregazione dei Sacri Riti (che ordinammo fosse proclamato durante la messa solenne nelle Nostre basiliche patriarcali, Lateranense, Vaticano e Liberiana, l'8 dicembre dell'anno 1870 passato, giorno santo dell'Immacolata Concezione della sua sposa), dichiarammo solennemente il beato patriarca Giuseppe patrono della Chiesa universale, e ordinammo che la sua festa, che cadeva il 19 marzo, fosse d'ora in poi celebrata in tutto il mondo con il rito di un doppio di prima classe, ma senza ottava a causa della Quaresima.
Ora, dopo la Nostra proclamazione del santo Patriarca come patrono della Chiesa universale, riteniamo opportuno che nella pubblica venerazione della Chiesa sia accordato ogni e singolo privilegio d'onore a colui che appartiene ai Santi Patroni speciali, secondo le rubriche generali del breviario e del messale romano. Perciò, dopo aver consultato i Nostri venerabili fratelli, i Cardinali di Santa Romana Chiesa, ai quali è affidata la vigilanza sui sacri riti, Noi, confermando e ampliando con la presente lettera il suddetto regolamento di quel decreto, ordiniamo e ordiniamo quanto segue:
Desideriamo che il Credo sia sempre aggiunto nella Messa della festa natale di San Giuseppe e nella festa del suo patronato, anche se queste feste dovessero ricorrere in un giorno diverso dalla domenica. Desideriamo inoltre che nell'orazione A Cunctis, ogni volta che si deve recitare, si aggiunga la commemorazione di san Giuseppe con le seguenti parole: "con il beato Giuseppe", parole che devono essere introdotte dopo l'invocazione della beata Vergine Maria e davanti a tutti gli altri santi patroni, ad eccezione degli angeli e di san Giovanni Battista. Desideriamo infine che, mentre questo ordine deve essere osservato nei suffragi dei santi ogni volta che sono prescritti dalle rubriche, si aggiunga la seguente commemorazione in onore di San Giuseppe:
L'antifona ai Vespri: Ecco il servo fedele e prudente che il Signore ha posto sopra la sua casa. V. Gloria e ricchezze sono nella sua casa. R. E la sua giustizia rimane per sempre.
L'antifona alle Lodi: Gesù stesso, quando iniziò la sua opera, aveva circa trent'anni, essendo come si supponeva il figlio di Giuseppe. V. La bocca del giusto medita la saggezza. R. E la sua lingua pronuncerà il giudizio. L'Orazione: O Dio, che nella tua ineffabile provvidenza ti sei compiaciuto di scegliere il beato Giuseppe come sposo della tua santissima madre, conceda, ti supplichiamo, di essere resi degni di averlo per nostro intercessore in cielo, che veneriamo come nostro protettore sulla terra...
Dato a Roma, presso San Pietro, sotto il Sigillo del Pescatore, il 7 luglio 1871, anno ventiseiesimo del Nostro Pontificato.