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Diplomacy: la guerra sulla carta

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In un periodo che vede la diplomazia internazionale sconfitta dalla preponderanza delle armi, vi presentiamo un gioco da tavolo che evidentemente manca nella cultura di molte persone di origine anglosassone. Ed è un peccato perché proprio di quella origine era il suo inventore, attorno agli anni ’50, un certo Alan Calhammer che riuscì a creare un gioco straordinario. Il perché è presto spiegato: in Diplomacy la fortuna non “gioca” alcun ruolo. Non ci sono dadi, carte da pescare o eventi imprevisti e imprevedibili, ma solo i giocatori che con le loro menti, l’abilità strategica e diplomatica decideranno la sorte della Grande Potenza che si ritroveranno a guidare.

Le “Grandi Potenze” sono 7: Inghilterra, Francia, Italia, Germania, Austria-Ungheria, Russia e Turchia. Il classico tabellone con la mappa dell’Europa con le principali città fa da sfondo alle nostre battaglie, per il resto siamo armati solo di “segnalini” differenti per armate terrestri e unità navali e carta e penna per i nostri accordi diplomatici.

L’ambientazione scelta è quella dell’Europa dei primi del ‘900, fatto rispecchiato anche dai confini nazionali dei paesi che ci troveremo a gestire e controllare. L’aziona si svolge in fasi, due per anno, quella cosiddetta “primaverile” nella quale si procede al movimento delle armate, e quella “autunnale” durante la quale si risolvono i combattimenti e si vincono (o si perdono) nuovi territori e città.

Il funzionamento è abbastanza semplice: abbiamo dei punti di partenza per le armate da cui muoveremo verso nuovi territori e dove costruiremo le eventuali altre unità che ci spetteranno dalla conquista di città avversarie. Nonostante in partenza ci siano delle città “libere” e quindi facilmente conquistabili, dopo i primi turni ci troveremo per forza di cose a scontrarci con una o più nazioni avversarie: ecco allora che la vera finalità di Diplomacy viene esaltata: quella di indurre i giocatori ad intessere trame diplomatiche, alleanze, dichiarazioni di pace o di guerra con questo o quel paese. Perché, e questo è frutto di esperienza diretta, una Potenza da sola non può progredire oltre un certo limite se non è appoggiata da un alleato che la sostenga, in attacco o in difesa che sia.

La cosa più intrigante del gioco? Che nulla ti vieta di rispettare un trattato o un’alleanza e il tradimento, il voltafaccia, possono dare adito a colpi di scena spettacolari durante la partita

La cosa negativa? Eh, la cosa negativa è che è difficilissimo reperire il gioco: Diplomacy venne commercializzato in Italia dai primi anni ’80 dalla Mondadori Giochi. Dopo il fallimento di quest’ultima continuò ad essere distribuito dalla Editrice Giochi che rimase però insoddisfatta delle vendite e ne cessò la vendita. Oggi non esiste più la versione italiana ma, magari chiedendo nei negozi specializzati, è possibile recuperare la versione in francese distribuita da Descartes o quella inglese a cura della Avalon Hill.

29/03/2003