MARX

Il meccanismo della produzione capitalistica ha gia provveduto anche a questo, riproducendo la classe degli operai come classe dipendente dal salario lavorativo, il cui salario abituale è sufficiente non solo ad assicurare il sostentamento, ma anche la moltiplicazione.

Il capitale originario di 10.000 sterline produce un plusvalore di 2.000 sterline che viene capitalizzato. Il nuovo capitale di 2.000 sterline produce un plusvalore di 400 sterline; questo, capitalizzato a sua volta, cioè trasformato in un secondo capitale addizionale, produce un nuovo plusvalore di 80 sterline, e così via.

Quanto più il capitalista ha accumulato, tanto più egli può accumulare.

La trasformazione originaria del denaro in capitale si compie dunque in accordo esattissimo con le leggi economiche della produzione delle merci e con il diritto di proprietà che ne deriva. Ma ciò malgrado essa ha per risultato: - che il prodotto appartiene al capitalista e non all'operaio; - che il valore di questo prodotto include, oltre il valore del capitale anticipato, un plusvalore, che all'operaio è costato lavoro, ma al capitalista non è costato nulla, e che tuttavia diventa proprietà leggittima del capitalista; - che l'operaio ha conservato la sua forza-lavoro e la può vendere di nuovo, se trova un compratore.

Il lusso rientra nelle spese di rappresentanza del capitale. Inoltre, il capitalista non si arricchisce come il tesaurizzatore in proporzione del suo lavoro personale e della sua frugalità personale, ma nella misura nella quale succhia forza-lavoro altrui e impone all'operaio la rinuncia a tutti i piaceri della vita. Dunque, benchè la prodigalità del capitalista non abbia mai il carattere di buona fede che ha la prodigalità dello spensierato signore feudale, e benchè anzi sullo sfondo stiano sempre in agguato la più sudicia avarizia e il calcolo più pavido, tuttavia la sua prodigalità cresce col crescere della sua accumulazione, senza che l'una debba pregiudicare l'altra.