Nelle acque
turbolente di un torrente, mancano quasi del tutto le alghe, fatta eccezione
per le cosiddette alghe perifitiche (soprattutto diatomee) che, come
dice il nome, formano sottili patine brunastre sulle pietre. Nel tratto
iniziale di un fiume infatti vi sono vari fattori limitanti per la vita
vegetale: in primo luogo la mancanza di sedimenti e di nutrienti che vengono trascinati via dalla corrente ed in
secondo luogo la scarsa illuminazione a causa della fitta copertura vegetale
nelle aree che circondano il bacino. Mancando gli organismi
fotosintetici, però, viene a mancare anche lo stadio degli organismi
produttori, necessario affinché si sviluppino tutti i vari gradi successivi
di animali. Il torrente, perciò, è strettamente legato all’ambiente
circostante, da cui derivano svariati detriti organici (foglie ed altro), dai
quali dipende il nutrimento per tutti gli organismi che abitano le sue acque.
Questi materiali vengono indicati con la sigla di C.P.O.M., che comprende
tutti i detriti organici con diametro superiore al millimetro. Questi detriti, però, non appena
arrivano in acqua vengono rapidamente demoliti, sia dalle sollecitazioni
meccaniche cui sono sottoposti nella corrente, sia da tutta una serie di
organismi, soprattutto artropodi (specie nello stadio larvale), che vivono
aderenti al fondo o alle pietre del letto del torrente. Questi animali
vengono riuniti nella categoria del cosiddetto “bentos fluviale” ed hanno sviluppato
strutture particolari per non essere trascinati via dalla corrente, come un
corpo appiattito oppure ventose con cui attaccarsi al substrato, soprattutto
sulla faccia inferiore dei sassi, su cui il flusso dell’acqua è meno
violento. |
Ambienti della foresta. 5. Bosco misto (querce, aceri,
carpini ecc.) 8. Rimboschimenti di pino nero |