(Qui sopra: due Cince more sugli strobili femminili, le cosiddette “pigne”, di Pino nero)

 

(Sotto: gli strobili maschili di Pino nero)

 

            Non tutte le piante presenti nell’area del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna sono originarie di questa zona o dell’Italia in genere. Vi sono anche boschi di piante non autoctone (cioè “straniere”). Ad esempio, poco più a valle di Campigna, quelli di Douglasia (Pseudotsuga menziesii) detta anche Abete di Douglas o Abete odoroso, originario dell’America Settentrionale. Oppure quelli di Pino nero (Pinus nigra var. austriaca), che è una specie originaria dei Balcani (il nome del Montenegro sembra derivare proprio da tali alberi, che coprono le montagne di questa regione e che con le loro chiome di un verde molto scuro conferiscono una colorazione cupa ai loro versanti).

 

 

 

Ambienti della foresta.

 

1. Rocce

2. Praterie alpine

3. Fustaia di Faggio

4. Abetina

5. Bosco misto (querce, aceri, carpini ecc.)

6. Castagneto

7. Boscaglie e radure

8. Rimboschimenti di pino nero

9. Prateria

10. Torrenti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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            Ma perché piantare alberi esotici (le cosiddette specie “alloctone”) in questo territorio? Fu una scelta effettuata diversi anni fa, principalmente per difendere il suolo dall’erosione. Il Pino nero, infatti, è una specie pioniera, cioè una specie che riesce a vivere e prosperare anche in condizioni che per altre piante sarebbero proibitive, e cioè, nel suo particolare caso,  in quei terreni fortemente dilavati, con poco suolo sopra la roccia e quindi esposti a condizioni di aridità.

            Una volta sviluppatasi, poi, grazie alle sue radici, trattiene il poco suolo presente, frenando l’erosione, e gradualmente, favorisce il deposito di nuovi materiali che andranno ad aumentare lo spessore del terreno. Il quale progressivamente diviene adatto ad ospitare anche altre piante, meno resistenti alle condizioni di aridità. Fino a che, attraverso una successione di nuove specie che giungono a colonizzare l’area, si arriva allo stadio di bosco maturo cioè a quella condizione chiamata climax, corrispondente alla situazione di massima biodiversità per quell’area.

 

(Sotto: strobili maschili in sezione)

 

 

 

 

(Sopra: granuli pollinici di Pino nero, con sacche aerifere ai lati per meglio essere trasportati dal vento verso gli strobili femminili)