“Laudato si’, mi’
Signore, per sor’acqua, La quale è molto
utile et hùmele et pretiosa et casta…” Diceva S. Francesco nel Cantico
delle Creature. Il valore dell’acqua è inestimabile perché essa è, come
scriveva Leonardo da Vinci, il “motore della vita”. La millenaria foresta del
Casentino non esisterebbe senz’acqua. Acqua che proviene dal cielo sotto forma
di precipitazioni atmosferiche e che attraversa il suolo per poi raccogliersi
nei fiumi che scendono a valle. Fiumi che nel loro tratto iniziale, quello
che comunemente chiamiamo “torrente”, attraversano la foresta. In molti manuali e testi
divulgativi di ecologia i fiumi ed i laghi sono trattati nello stesso
capitolo, per distinguerli dal mare. E questo ha una sua logica, dato che le acque
dei primi sono relativamente povere di sali minerali, mentre il secondo ne è
molto ricco, in particolare di cloruro di sodio. Ma dal punto di vista
prettamente ecologico questa distinzione non evidenzia come fiumi e laghi
siano profondamente diversi tra loro. Infatti, all’interno di un lago
troviamo sia organismi produttori (cioè organismi in grado di compiere la
fotosintesi), sia organismi consumatori di vari livelli (cioè quelli che si
alimentano direttamente dei produttori ed i predatori che cacciano i
consumatori di altri livelli), sia organismi degradatori (cioè quelli che
scompongono le scorie presenti nelle acque, prodotte sia dai consumatori che
dai produttori, fino a liberare nuovamente gli elementi chimici necessari ai
produttori stessi, che si depositano sul fondo). In parole povere quella che
normalmente chiamiamo “catena alimentare” è pressoché completa. Un lago è
pertanto un sistema dotato di una certa autonomia in quanto può sopravvivere
anche con apporti esterni di sostanze nutrienti relativamente limitati. Nel fiume
invece, ed in particolar modo nel suo tratto iniziale in cui le acque
scorrono molto velocemente, vi sono scarsi depositi di materiali fini e
quindi difficilmente gli organismi produttori non trovano siti per
svilupparsi (sia le piante acquatiche o le alghe, che non riescono a trovare
ancoraggi, sia il plancton fotosintetico, che viene trascinato via dalla
corrente) né tanto meno gli elementi chimici necessari alla loro
sopravvivenza. Inoltre dobbiamo considerare che il tratto iniziale di un
fiume è spesso circondato da una vegetazione molto densa che limita l’apporto
di luce, necessaria per la fotosintesi. Ma, d’altro canto, questa vegetazione
fornisce i principali apporti nutritivi all’ecosistema del torrente, grazie
alle foglie ed agli altri detriti che essa produce e che finiscono nelle
acque. Quindi il fiume (soprattutto nel suo primo tratto) è strettamente
dipendente dall’esterno, almeno per quanto riguarda i nutrienti necessari
agli organismi che lo abitano. |
Ambienti della foresta. 5. Bosco misto (querce, aceri,
carpini ecc.) 8. Rimboschimenti di pino nero |