Achillea Sanità Notizie
N. 55  - Maggio 2003

Editoriale

Prima pagina

Quando i simboli sono sbagliati

Sulle pensioni inevitabile lo scontro

Attività professionale dei medici

Iraq: si spengono i riflettori ma il dramma continua

Figli trascurati di un dio minore

Salute e società

Uno studio per tentare di risolvere la situazione del personale precario

Naturalmente

Sirchia contro i tagli alla sanità

Sars: nuove conoscenze sul virus

Le funzioni di coordinamento infermieristico

 

©1998
EnzoAbramo

 

Le funzioni di coordinamento infermieristico

a cura di Valter Fascio

La funzione di coordinamento infermieristico di dipartimento ha una storia recente e strettamente connessa al processo di aziendalizzazione avvenuto nella sanità. Il coordinatore infermieristico di dipartimento è una figura nuova, che si va creando sulla base delle caratteristiche e finalità del management presente nelle singole realtà in cui è nominato, piuttosto che per una reale volontà normativa innovativa del legislatore.

La possibilità di poter disporre di ruoli di coordinamento infermieristico di area omogenea o di unità operativa complessa, dunque non solamente di unità operativa semplice, è ritornata oggi in auge, pur disattesi gli O.d.G. collegati alla legge 251/2001 che prevedevano, espressamente, la dirigenza infermieristica "intermedia" e di dipartimento.

Oggigiorno, grazie all’implementazione dell’organizzazione di tipo dipartimentale, prevista a suo tempo dalla legge 421/92 e dalla legge 549, si richiedono nuovi modelli gestionali rispondenti allo scopo di assicurare il massimo impulso allo sviluppo di una logica organizzativa su base fiduciaria, imperniata sulla funzione di coordinamento di compiti e risorse e sulla valutazione del personale, per il miglioramento dell’efficienza operativa, dell’economia di gestione e del progresso tecnico scientifico.

Il coordinatore infermieristico di dipartimento

Queste premesse hanno posto le basi per la creazione della figura del coordinatore infermieristico di dipartimento all’interno delle realtà aziendali, professionalità idonea a svolgere una più ampia e autonoma funzione manageriale rispetto al coordinatore di unità operativa semplice; a tal fine si è reso opportuno programmare dei percorsi specifici di selezione e di formazione.

A seguito di quanto previsto dagli artt. 20 e 21 del CCNL 07/04/1999 Comparto Sanità, le aziende possono assegnare l’incarico di posizione a coloro i quali sono nominati per ricoprire il ruolo di coordinatore infermieristico di dipartimento. Tramite l’approccio del marketing interno, come modalità per avere le domande dei candidati alla selezione, si procede all’emissione di un bando, esplicitando il profilo ed i prerequisiti richiesti ai candidati. Il direttore del servizio infermieristico (o il responsabile dell’ufficio) è la figura titolare deputata a fornire tutte le informazioni e i chiarimenti relativi alla descrizione del ruolo che si va ricoprire.

Certamente, l’eventualità di poter ricoprire tale incarico di funzione è interessante, motiva e gratifica i caposala di unità operativa, ma affinché sia poi funzionale al dipartimento stesso è necessario che chi va a ricoprire l’incarico possegga le competenze e le attitudini per svolgerlo.

Requisiti richiesti per la scelta dei coordinatori di dipartimento

A tal fine, la finora scarsa letteratura, rimanda agli artt. 20 e 21 del CCNL 07/04/1999 Comparto Sanità. Oltre all’assegnazione dell’"incarico di posizione", successivo – e non preventivo - alla "nomina" vera e propria, al fine di poter ricoprire il ruolo di coordinatore infermieristico di dipartimento è necessaria una specifica graduatoria, formulata a seguito di un procedimento selettivo di valutazione. Quest’ultimo, in teoria, si ritiene che dovrebbe essere almeno pari, se non più articolato e complesso rispetto a quello per l’assegnazione delle funzioni di coordinamento di unità operativa semplice (ufficio o reparto).

Dai dati emersi in un’apposita ricerca, i requisiti emanati sui bandi interni di selezione, ritenuti imprescindibili per la presentazione delle domande, contemplano il possesso dei seguenti titoli: a) esperienza di cinque anni come CPSI in categoria D, di cui almeno due presso il dipartimento interessato b) possesso del certificato AFD o diploma universitario di scuola diretta ai fini speciali o Master in management. I successivi punti che concorrono ad una valutazione complessiva ai fini dell’assegnazione dell’incarico di funzione, prendono poi in considerazione altri items oggettivabili, inerenti all’area delle conoscenze (titoli di studio), dell’insegnamento (docenze/tutorship), della ricerca scientifica (pubblicazioni), dell’esperienze di coordinamento (curriculum vitae) nonché della formazione (partecipazione a corsi attinenti alle funzioni e allo specifico ambito del dipartimento, anche come relatore).

Inoltre il curriculum vitae è uno strumento importante per la selezione in quanto permette di evidenziare competenze relazionali e sulle motivazioni, ma anche sull’impegno individuale del candidato nella vita professionale.

Ipotesi di attribuzione di funzioni aggiuntive al coordinatore di dipartimento

L’attribuzione dell’incarico di coordinatore infermieristico di dipartimento può aggiungersi alle funzioni già ricoperte dal candidato come coordinatore di unità operativa semplice oppure, in altri casi, lasciando la precedente funzione ad un collega di nuova nomina; inoltre, risponde gerarchicamente al direttore di dipartimento per le funzioni specifiche all’attività dipartimentale attribuitigli e funzionalmente al direttore del servizio infermieristico (oppure, se mancante, all’ufficio ìnfermieristico).

Il coordinatore infermieristico di dipartimento, oltre alle funzioni proprie del profilo di appartenenza definite dalla normativa, ha la responsabilità della gestione infermieristica complessiva del dipartimento, del coordinamento tra processi trasversali e unità operative afferenti al dipartimento e del mantenimento dei rapporti di rete con gli altri dipartimenti e servizi aziendali. Si rileva che, l’attribuzione di ipotetiche funzioni aggiuntive a questa figura, nel panorama delle aziende sanitarie che finora sono state interessate al processo di implementazione del coordinamento infermieristico di dipartimento, ha riguardato alcune prevalenti attività:

• rappresentare il personale infermieristico del dipartimento nei rapporti con i vertici di direzione;

• contribuire alla gestione del budget per quanto di propria competenza;

• promuovere lo sviluppo di nuovi modelli organizzativi;

• definire gli standard assistenziali, gli indici di complessità e individuare gli indicatori di verifica della qualità delle prestazioni;

• gestire le risorse umane del dipartimento;

• collaborare alla valutazione e alla stesura di un sistema incentivante il personale infermieristico;

• ripartire il personale infermieristico e di supporto del dipartimento nelle diverse unità operative tenendo conto dei carichi di lavoro in accordo con i caposala delle unità operative semplici;

• contribuire alla stesura di protocolli e linee guida operative del dipartimento;

• contribuire alle iniziative di aggiornamento del personale;

• verificare e valutare il fabbisogno infermieristico;

• controllare le attività e i comportamenti del personale, anche da un punto di vista deontologico, di concerto con i caposala delle unità operative semplici.

Ai fini di un reale integrazione nei singoli dipartimenti tra le diverse componenti professionali e tra le unità operative afferenti, è fondamentale che il candidato nominato possa esercitare un concreto potere organizzativo, con una forte responsabilizzazione del ruolo di coordinamento, derivante sia dai vertici aziendali sia dal direttore del dipartimento e dal direttore del servizio infermieristico.

Le relazioni funzionali tra il coordinatore infermieristico di dipartimento, il servizio infermieristico e i coordinatori delle unità operative

Al fine dell’efficace esplicitazione delle proprie funzioni, il coordinatore infermieristico di dipartimento deve poter contare su una perfetta collaborazione dei caposala di unità operativa; se la prima figura deve essere attenta a non entrare troppo in merito alle decisioni clinico assistenziali e sui carichi di lavoro, questi ultimi devono invece essere preparati a fornire un supporto continuo, preciso e puntuale e dei report mensili in merito all’attività gestionale della propria struttura.Ê

I coordinatori infermieristici di dipartimento sono generalmente posizionati in "line" gerarchica e funzionale con il direttore del servizio infermieristico: quest’ultimo, riunisce a cadenza programmata tutti i coordinatori infermieristici di dipartimento per promuovere e verificare l’attinenza dei modelli gestionali e di lavoro con gli obiettivi aziendali. Inoltre, specifiche riunioni sono indette per verificare l’andamento dei programmi di aggiornamento professionale, di ECM e per il controllo dei processi di accreditamento e di verifica della qualità assistenziale.

Estemporaneamente sono previsti degli incontri con il direttore generale, tanto più necessari oggi, nel frangente attuale, in cui s’inizia a delineare anche l’attività libero professionale intra-moenia (legge 1/2002).

Punti di forza e di debolezza del coordinamento infermieristico di Dipartimento

Partendo dal presupposto che il concetto di fidelizzazione sia fondamentale nell’ottica manageriale aziendalistica, così come il risparmio di risorse per mezzo di una migliore integrazione e flessibilità operativa, allora si può concludere che l’opportunità di implementare la funzione di coordinamento infermieristico di dipartimento diventa una "conditio sine qua non" per raggiungere l’obiettivo. Al momento, le esperienze in atto hanno dato risultati lusinghieri, garantendo qualità, continuità e uniformità dell’assistenza infermieristica, anche in situazione di carenza, migliorando la comunicazione tra servizi, reparti e uffici che, diversamente, rimarrebbero a "tenuta stagna", sempre più orientati verso pericolose spirali operative autopoietiche e autoreferenziali.

Certamente, la nuova figura del coordinatore infermieristico di dipartimento ha avuto un avvio difficile, scarso riconoscimento formale da parte dei colleghi e, talvolta, un insufficiente supporto da parte dei superiori gerarchici. In alcune realtà, l’aspetto incentivante e valutativo non sempre è stato all’altezza richiesta. Ciò ha comportato distorsioni nelle aspettative di ruolo e, a volte, anche conflitti intra ruolo e tra ruoli di coordinamento.

Per questo motivo, parimenti alla pubblicazione di articoli che menzionano delle sperimentazioni organizzative molto positive, si è a conoscenza di caposala di dipartimento che hanno rassegnato l’incarico, oppure che hanno intrapreso delle scelte professionali diverse.