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Gesù esorcista

   Nel mondo contemporaneo, quando si parla di Gesù, il pensiero va subito ad una categoria con la quale si possa identificare il Nazareno. Si pensa a lui come ad un gran sapiente, un profeta, un predicatore, un martire, fondatore di una nuova religione. Quasi mai si pensa a Gesù come ad un esorcista.  Eppure l’attività esorcistica svolta da Gesù è tra quelle più attestate nei vangeli sinottici, quelli redatti da Matteo, Marco e Luca. E, alla luce dei criteri di autenticità, noi vedremo come quest’impegno di Gesù, questa sua lotta senza quartiere allo spirito del male appartiene sicuramente alla sua realtà storica. Ma procediamo con ordine.

   Nella Palestina del primo secolo, quello che vede all’opera Gesù di Nazareth, sono numerosi gli esorcisti che “nel nome di Salomone” vogliono cacciare i demoni. Lo ricorda Giuseppe Flavio nelle sue Antichità Giudaiche (Antichità giudaiche 8,44-45).  Non solo, ma un testo apocrifo del primo secolo, Il testamento di Salomone, “ricorda l’importanza di re Salomone in fatto d’esorcismi. Ciò perché Salomone era sapiente e all’epoca la sapienza è fortemente legata al dono dello Spirito. Quindi, considerato che Salomone era l’uomo giusto dotato dello Spirito di Dio, era anche capace di dominare gli spiriti maligni (Cfr. Ch. Perrot, J.-L. Souletie, X. Thévenot, I MIRACOLI, fatti storici o genere letterario?, Ed. San Paolo, pag. 57).

Ma c’è un altro punto sul quale vogliamo porre l’accento. Nel primo secolo, quello che ci interessa, il titolo di Figlio di Davide non evoca soltanto un motivo messianico, ma richiama il primo figlio di re Davide, Salomone, cioè il figlio di colui che con l’arpa e il canto esorcizzava il re Saul. Manco a farlo apposta, lo stesso titolo noi lo troviamo nei miracoli di Gesù, come, per esempio, nella guarigione del cieco di Gerico (cfr. Mc 10,47). Tutto questo ci aiuta a capire che l’invocazione “Figlio di Davide”, uscita dalle labbra del cieco, non è soltanto un titolo messianico ma anche un richiamo all’attività esorcistica di Salomone (Cfr. Ch. Perrot, J.-L. Souletie, X. Thévenot, I MIRACOLI, fatti storici o genere letterario?, Ed. San Paolo, pag. 57).

   Non è solo nella Palestina che viene praticato l’esorcismo, ma anche nel mondo pagano, dove l’attività taumaturgica di Apollonio di Tiana, un filosofo neopitagorico del primo secolo morto intorno al 96-98 dopo Cristo. È addirittura accostata a quella di Gesù

   Considerato, quindi, come la pratica degli esorcismi fosse cosa diffusa nel primo secolo dell’era cristiana, ci si chiede ora se la lotta vittoriosa di Gesù contro il demonio non sia una creazione della prima comunità cristiana, desiderosa di dimostrare che il Maestro è in possesso delle stesse potenzialità, se non ancora maggiori, degli esorcisti contemporanei, come Apollonio di Tiana e soprattutto quelli di ambito giudaico come Hhanina ben Dossà e tanti altri (Cfr. Ch. Perrot, J.-L. Souletie, X. Thévenot, I MIRACOLI, fatti storici o genere letterario?, Ed. San Paolo, pag. 62).

   Al di fuori dei testi evangelici c’è una testimonianza che potrebbe dimostrare la storicità del ministero esorcistico di Gesù e la si trova nel Talmud (b. Sanhedrin, 107b; Sota, 47a), dove è scritto che Gesù ha praticato la magia, seducendo in questo modo Israele, ciò che avrebbe comportato la sua condanna a morte.

   Secondo alcuni storici la testimonianza è di somma importanza, tanto più che proviene da una fonte giudaica, quindi nemica del Nazareno. Altri, però, “ne sminuiscono il valore facendo rilevare l’alone di leggenda che circonda questa notizia e avanzando il dubbio che essa possa essere nata dal contatto con l’ambiente cristiano” (Augusto Barbi, Gli esorcismi sono racconti storici?, in Storia di Gesù, Ed. Rizzoli, vol. 3, pag. 783. A questo punto non rimane che il confronto con la tradizione evangelica.

   “Entrò in una casa e si radunò di nuovo attorno a lui molta folla, al punto che non potevano neppure prendere cibo. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; poiché dicevano: «E‘ fuori di sé».  Ma gli scribi, che erano discesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del principe dei demòni».  Ma egli, chiamatili, diceva loro in parabole: «Come può satana scacciare satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non può reggersi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non può reggersi.

   Alla stessa maniera, se satana si ribella contro se stesso ed è diviso, non può resistere, ma sta per finire. Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire le sue cose se prima non avrà legato l’uomo forte; allora ne saccheggerà la casa. In verità vi dico: tutti i peccati saranno perdonati ai figli degli uomini e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito santo, non avrà perdono in eterno: sarà reo di colpa eterna». Poiché dicevano: «E‘ posseduto da uno spirito immondo»”(Mc 3,22-30).

   L’accusa infamante rivolta a Gesù da parte degli scribi, appartiene indubbiamente alla preistoria dei vangeli ed è verosimile che sia un dato fondamentalmente storico. Infatti una tale calunnia non può essere stata inventata dalla prima comunità cristiana, ma riflette quasi sicuramente il clima creatosi attorno al Gesù storico. Sarebbe impensabile un atteggiamento così ostile della casta del tempio senza una realtà storica dei fatti. Quindi gli avversari stessi di Gesù sono costretti a riconoscere che Lui opera esorcismi, anche se poi attribuiscono il suo potere a una potenza demoniaca (Augusto Barbi, Gli esorcismi sono racconti storici?, in Storia di Gesù, Ed. Rizzoli, vol. 3, pag. 783).

   Ma c’è di più. Il brano evangelico che narra l’accusa a Gesù di essere posseduto dal demonio, ha dei validi criteri di autenticità. Gli evangelisti non avrebbero mai creato artificiosamente un episodio del genere se non fosse realmente avvenuto. Sarebbe molto interessante vedere come, ed in che contesto narrativo, gli autori degli altri vangeli, Matteo e Luca, presentano il brano di Marco capitolo 3, versetti 22-30. Ma il tempo non ce lo permette, per lo meno, in questo contesto.

   Sono molti gli episodi evangelici che meriterebbero di essere approfonditi, ma su uno di  questi ci soffermiamo ora perché vediamo in esso un altro fondamentale tassello della storicità di Gesù esorcista:

   “Giovanni gli disse: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava i demòni nel tuo nome e glielo abbiamo vietato, perché non era dei nostri». Ma Gesù disse: «Non glielo proibite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlare male di me. Chi non è contro di noi è per noi (Mc 9,38- 40).

   Se Gesù non avesse compiuto esorcismi, l’episodio appena narrato non sarebbe comprensibile. Tanto più che esso è testimoniato anche da Luca (Cfr Lc  9,49-50). Questo esame, unito a quello precedente, dimostra che Gesù ha veramente esercitato la funzione di esorcista, mostrando una straordinaria autorità nel liberare da forze ed energie razionalmente inspiegabili. Quelle che non solo il Cristianesimo, ma anche le altre grandi religioni monoteistiche, il giudaismo e l’Islamismo, identificano con il regno delle tenebre.

 

ALLA SCOPERTA DI GESU' DI NAZARETH

 

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