Sommario. La rivoluzione dell’ottobre 1917 instaurò, come primo passo verso il comunismo, la dittatura del proletariato, sancita dalla nuova costituzione la quale fu promulgata lo stesso mese (luglio 1918) dell’uccisione dello zar e della sua famiglia. Quelli che seguirono furono anni di caos: scoppiarono guerre civili a catena e molti dei popoli non russi ne approfittarono per dichiarare la propria indipendenza spesso con l’appoggio di potenze straniere. Ma poi, ad eccezione di Finlandia, Polonia e repubbliche baltiche, gli stati che si erano separati furono riassorbiti e la situazione andò normalizzandosi procedendo verso la formazione dell’Unione Federale di Repubbliche Socialiste dei Soviet, più tardi detta Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS). Il numero delle repubbliche federate raggiunse il massimo, sedici, tra il 1944 e il 1956. Il crollo di quello che sembrava un indistruttibile blocco granitico cominciò nel 1989. A partire dal Baltico, le repubbliche federate, com’era loro diritto costituzionale, si dichiararono una ad una indipendenti e il giorno di Natale del 1991 la bandiera rossa con la falce e martello e la stella fu ammainata. Essa sventolava sul Cremlino dal 1923.
La prima bandiera di stato dell'Unione Sovietica, approvata nel 1923, era rossa con l'emblema di stato dell'epoca al centro. Le difficoltà e i costi di fabbricazione consigliarono di abbandonarla per rivolgersi a una versione più semplice e più accessibile al popolo. Sembra che in pratica questa bandiera sia stata usata pochissimo, forse solo per approntare modelli di prova. Interessante comunque l'emblema, restato in uso dal 1923 al 1936, e simile a quello in vigore al momento del crollo dell'Unione nel 1991 (adottato nel 1956). Ne differisce per il minor numero di lingue esprimenti il motto "Proletari di tutto il mondo unitevi!", che erano sei (dall'alto, a sinistra, bielorusso, georgiano e russo; a destra, armeno, azero e ucraino), quelle parlate nelle repubbliche sovietiche federate del tempo, Russia, Bielorussia, Ucraina e Transcaucasia.
Bandiera di stato e mercantile apparsa il 12 novembre 1923, definita e ratificata il 31 gennaio 1924. La bandiera fu abbassata il 25 dicembre 1991, giorno dello scioglimento ufficiale dell'URSS. Il disegno dell'emblema aveva subito leggeri aggiustamenti nel 1955 e nel 1980. Proporzioni 1/2. Il rosso come colore della rivoluzione si era già visto in Russia nel XVII secolo durante sommosse contadine ed era riapparso in Francia in occasione dei moti operai di Lione nel 1834; il notissimo simbolo della falce e martello rappresentava il lavoro dei proletari contadini ed operai, la stella a cinque punte simboleggiava le cinque parti del mondo unite nel comunismo. Da questa derivarono le bandiere delle repubbliche federate e di quelle autonome. Per tutte, i simboli dovevano di regola apparire solo sul recto del drappo. La norma fu esplicitamente rinnovata nel 1980, tuttavia fu spesso disattesa.
Bandiera della marina da guerra sovietica, adottata alla fine del 1923 e sostituita il 1° luglio 1935, perché ritenuta troppo simile all'insegna giapponese. Proporzioni 2/3.
Bandiera della marina da guerra adottata il 1° luglio 1935 e durata fino alla dissoluzione dell'Unione Sovietica, alla fine del 1991. Simboli del comunismo in grande evidenza. Proporzioni 2/3, con striscia azzurra alla base pari a 1/6 del drappo.
ALTRE
BANDIERE Bandiere di bompresso |
Nel 1922, le Repubbliche Socialiste Sovietiche (RSS) federate erano quattro: la Federazione Russa, che comprendeva anche tutta la parte asiatica, la Bielorussia, l’Ucraina e la Federazione Transcaucasica; nel 1936 erano undici; nel 1944, dopo la riconquista dei paesi baltici e l’incorporazione della Moldavia, erano sedici, ridotte a quindici nel 1956 per il declassamento della Carelia a semplice repubblica autonoma nell’ambito della Federazione Russa. Dal 1956 al discioglimento dell'Unione Sovietica nel 1991 le RSS erano dunque le seguenti: Estonia, Lettonia, Lituania, Bielorussia, Moldavia, Ucraina, Armenia, Georgia, Azerbaigian, Kazakistan, Turkmenistan, Uzbekistan, Tagikistan, Kirghisia e Russia. Tutte le repubbliche ebbero bandiere di stato particolari, derivate direttamente da quella dell'Unione Sovietica. Pertanto, fin dall'inizio, esse erano invariabilmente rosse e si distinguevano solo per il nome dello stato, spesso limitato alle sole iniziali, ricamato in oro nel cantone. Possibili varianti potevano essere la presenza o meno della falce e martello e della stella, l'iscrizione in caratteri cirillici o latini, ripetuta o meno nella lingua o nelle lingue locali. Ciò causò una notevole confusione. Nonostante che le costituzioni del 1929 e del 1937 avessero portato un certo ordine, restarono margini di indeterminatezza interpretativa e la grafia continuò a subire nel corso degli anni ripetuti mutamenti. Fra il 1949 e il 1954 ci fu una svolta decisiva: sui drappi rossi delle varie repubbliche sparirono tutte le scritte e comparvero strisce di differente colore; resi così più distinguibili l'uno dall'altro essi acquisirono una maggiore personalità. Le bandiere delle RSS, sono riportate alle pagine dei singoli stati, oggi tutti indipendenti.
All’interno delle varie repubbliche socialiste sovietiche, ma soprattutto della RSFS Russa, erano rimaste molte nazionalità alle quali furono via via concesse forme di autonomia amministrativa, la più ampia delle quali era lo status di Repubblica Autonoma Socialista Sovietica (RASS). Per queste repubbliche, da circa il 1937 ai primi anni '50 era usata la bandiera, invariabilmente rossa, della corrispondente RSS con l’aggiunta delle iniziali o del nome locale. Nei primi anni la regola non era seguita e in pochi casi comparvero anche simboli nazionali, ma sempre con limitata rilevanza e invariabilmente presto rimossi. Il criterio del 1937 fu seguito anche dopo il 1952/54 sulle nuove bandiere di cui furono dotate tutte le RSS, quelle che recavano motivi e bande di colore distintivi. Le bandiere delle RASS mantennero pertanto la monotonia e la somiglianza dei disegni di quelle delle RSS e, oltretutto, l'indeterminatezza riguardo alle iscrizioni fu ancora più accentuata, incrociandosi nuove variabili che aggiungevano nuovi dubbi, difficilmente risolvibili data la genericità dei vari dettati costituzionali. I disegni reperibili su internet e riportati dalle fonti anche le più autorevoli (Sokolov, Vexillographia, Flag Bulletin, ecc.) sono, salvo poche eccezioni, ricostruzioni. Ciò non per difetto di ricerca, ma per l'oggettiva incertezza dei dati ufficiali e anche per l'impiego molto limitato di tali vessilli. Alla luce di questa premessa devono essere "lette" anche le bandiere qui riportate, senza sorprendersi di eventuali discrepanze rispetto ad altre pubblicazioni. Segue un quadro riassuntivo, che vale anche come indice supplementare per la consultazione.
Le RASS di Abkhasia e di Agiaria erano comprese nella RSS della Georgia. Oggi sono repubbliche autonome della Georgia indipendente.
La RASS del Nahicevan era compresa nella RSS dell'Azerbaigian.
Le RASS del Karakalpakistan e del Tagikistan erano comprese nella RSS dell'Uzbekistan. Il Karakalpakistan è attualmente una repubblica autonoma ancora nell'ambito dell'Uzbekistan. Il Tagikistan è uno stato indipendente.
La RASS di Moldavia era parte dell'Ucraina e oggi è uno stato indipendente.
Fecero parte, anche in periodi diversi, della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa le RASS della Baschiria, dei Buriati, dei Cabardino-Balcari (per un certo periodo solo dei Cabardini), dei Calmucchi, della Carelia, dei Ciuvassi, dei Comi, del Daghestan, dei Mari, dei Mordovini, dell'Ossezia Settentrionale, di Saha (o Jacuzia), dei Tatari, di Tuva, degli Udmurti, tutte attualmente repubbliche autonome della Federazione Russa. Oltre a queste la RASS di Cecenia-Inguscezia (oggi divisa nelle due repubbliche autonome) della Crimea (poi passata all'Ucraina), del Karakalpakistan (poi passato all'Uzbekistan) e dei Tedeschi del Volga (abolita).
I Distretti o Circondari Nazionali furono istituiti a partire dagli anni intorno al 1930, per la tutela delle minoranze nazionali insediate in Siberia. Erano tutti compresi nelle RSFS Russa. Con una disposizione del 10 dicembre 1977 furono trasformati in "Distretti Autonomi". Nel periodo sovietico, nessuno di essi, così come l'unica provincia autonoma (quella degli Ebrei, anch'essa in Siberia e assimilabile ai distretti) aveva una bandiera. Dopo lo scioglimento dell'Unione Sovietica, anche questi soggetti hanno via via adottato propri simboli nazionali. È attualmente in corso una riforma amministrativa che tende a ridurre il numero dei "soggetti" della Federazione Russa; sembra che i primi a farne le spese siano proprio i distretti autonomi, alcuni dei quali sono stati di recente aggregati a regioni o territori contigui. Le pagine relative sono accessibili tramite l'indice delle unità autonome della Russia.
Bibliografia
K.A. Ivanov, Flagi gosudarstv mira, 1971 - Flag Bull., IX:3, 1970 e XI:1, 1972 - Riv. Marittima, Suppl. 4, 1994 - V.A. Sokolov, Vexillologiceskij Spravochnik po Flagam Rossiiskoi Imperii i SSSR, 2002 - Archivio CISV, scheda 35
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Sommario. La repubblica autonoma dei tedeschi del Volga, fu costituita il 19 dicembre 1924 per i discendenti dei contadini tedeschi giunti in Russia tra il XVIII e il XIX secolo, in seguito al forte flusso migratorio favorito dalla zarina Caterina II e dallo zar Alessandro I e concentratisi sul Volga intorno alla città di Saratov. La repubblica, sospettata di collaborazionismo, fu abolita il 28 agosto 1941 e i suoi abitanti deportati.
La repubblica autonoma dei tedeschi del Volga ebbe in sequenza due bandiere. Sulla prima, in uso dal 1926, era omessa, come talora accadeva prima del 1937, la sigla della federazione russa e figuravano le sole iniziali del nome tedesco della repubblica. La seconda, adottata nel 1937, rientrava nella consueta tipologia, con la sigla della federazione russa (in caratteri cirillici e latini) e il nome della repubblica in russo e in tedesco.
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