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Verso sera - Sinossi

La Settima Arte

Commedia crepuscolare moderna dal sapore zavattiniano.

Mignon è partita
(1988) aveva rivelato la nascita di un talento registico femminile inatteso nel panorama prevalentemente maschile del cinema italiano. Soltanto Francesca Comencini aveva saputo coniugare specificità artistica di genere, moderna drammaturgia e capacità di indagine sull’attualità.
Francesca Archibugi aggiungeva dell’altro: fare storia partendo dall’aneddoto narrativo, raccontare la borghesia intellettuale e progressista romana dalla quale proveniva attraverso personaggi che ne impersonavano le frustrazioni, l’inadeguatezza, l’eterna utopia morale e un provincialismo romantico insidiato da più ampi contesti.
Verso sera prosegue idealmente il tema esistenziale della frustrazione borghese in ambito intellettuale, trasferendola dall’adolescente Giorgio al maturo professore di letteratura russa Bruschi (Marcello Mastroianni).
Classico esponente dell’establishment culturale comunista, baluardo intellettuale di una trasformazione sociale e politica dai presupposti filosofici inattaccabili, Bruschi si scontra con la nuora Stella (Sandrine Bonnaire) e il figlio Oliviero, personaggi tipici del movimento del ’77, in chiave un po’ semplicistica la “generazione” senza radici” e dell’avventura libertaria senza precondizioni.
E’ soprattutto la travolgente Stella, più del figlio schiacciato e inibito dalla personalità paterna, a sconvolgere le geometrie psicologiche e morali del professore, vedovo e in pensione, discretamente assorbito da un’amante culturalmente e socialmente “altra” (Giovanna Ralli).
L’incontro-scontro tra il passato “utopico” e probabilmente sconfitto e il “nuovo” senza domani si realizza tuttavia attraverso la variabile indagatrice dell’infanzia. La figlia di Stella e Oliviero, separati ma uniti emotivamente dalla bambina, viene infatti affidata dalla ragazza al professore, monopolizzandone la schematica esistenza di intellettuale dai riti inossidabili.
Papere (Lara Pranzoni), la bambina, si assume l’onere di essere il”doppio” della madre, divenendo simbolicamente il trait d’union tra il fallimento di due generazioni, insieme a confronto e in conflitto, e un futuro possibile di stabilità e consapevolezza strettamente individuali che prefigurano forse il”riflusso”.
Commedia amara disseminata di ironia bozzettistica e di dialoghi struggenti,
Verso Sera si affida ad un cast ricco di caratteristi cui è affidata la trasversalità sociale del contesto. Tra Paolo Panelli (Galliano il barbiere di sempre), Giorgio Tirabassi (Oliviero), Victor Cavallo (l’improbabile regista teatrale off Pippo) e Veronica Lazar (Margherita confidente “colta” e spregiudicata di Bruschi), emerge prepotentemente il ritratto di Elvira (Zoe Incrocci), domestica perenne di casa Bruschi, vestale disperata eternamente marginale di una


borghesia intellettuale formalista e cieca di fronte alla miseria che pure ha voluto combattere, finalmente “persona” e storia di se stessa soltanto davanti a Papere e al suo doppio, sua madre Stella.
E infine Stella è l’eros, erotismo che si offre al riottoso professore, sostenitore convinto di una morale laica fatta di regole legittimanti, erotismo che si trasforma in traiettoria entusiastica e disordinata che viaggiando attraverso un presente incandescente, è diretta verso un futuro vuoto di cui Papere raccoglierà la difficile eredità.
Il professore chiude infine la casa simbolo di una dimensione esistenziale solida e lineare. per appartarsi e concludere la sua vita nel ricordo di una stagione decisiva.

Paolo Grego per Barbarano Cultura

Locandina - Scheda


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