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Testimonianza e drammaturgia

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Breve introduzione al cinema di Daniele Vicari

Regista di fiction e documentari, sceneggiatore, Daniele Vicari è nato a Collegiove il 26 febbraio 1967. Come Davide Ferrario, con cui condivide il primato nell’analisi socio-politica per immagini del nostro paese, Vicari alterna film e documentari nei quali cui il filone del rinnovato realismo del nostro cinema di impegno si affianca ad una partecipazione intensamente vissuta e trasmessa liricamente allo spettatore.
Laureato in Storia e critica del cinema all’Università La Sapienza di Roma, inizia l’attività di critico per le riviste “Cinema Nuovo” e “Cinema 60”. Dopo due cortometraggi in 16 mm (Il Nuovo, I Mari del Sud), partecipa alla realizzazione del documentario Partigiani(1997), insieme a Davide Ferrario, Antonio Leotti, Guido Chiesa e Marco Simon Puccini, narrazione della resistenza al nazi-fascismo a Correggio (Reggio Emilia).
Proseguendo nel registro del documentario socio-politico, gira quattro corti nel 1998 fra cui ricordiamo: Comunisti, sugli omicidi di sacerdoti cattolici da parte di partigiani comunisti nell’immediato dopoguerra; Uomini e Lupi, viaggio fra i pastori del Gran Sasso.
Dopo aver collaborato a Non mi basta mai(1999), sulle vicende di cinque operai licenziati dalla FIAT nel 1980, realizza Morto che parla, storia dell’attore pasoliniano Mario Cipriani presente in Accattone e ne La Ricotta.
E’ del 2002 l’esordio nel lungometraggio con Velocità massima con cui partecipa alla 59’ mostra di Venezia e per il quale vince l’anno successivo il David di Donatello come miglior regista esordiente.
Del 2005 è L’Orizzonte degli eventi, vicenda originale di un fisico del laboratorio del Gran Sasso (Valerio Mastandrea) che vive un’esperienza di estraniazione e di ritorno alla vita reale, presentato al Festival di Cannes nella Semaine de la Critique.
Vince nel 2007 il suo secondo David di Donatello con il documentario Il mio Paese, ispirato al celebre lavoro di Ioris Ivens “L’Italia non è un paese povero”.
Nel 2008 affronta la trasposizione cinematografica da un’opera letteraria con il “Il passato è una terra straniera”, dal romanzo di Gianrico Carofiglio con attori del calibro di Elio Germano e Michele Riondino.
Il 2012 è forse l’anno della sua consacrazione con il successo del documentario Diaz, don’t clean up the blood, sui tragici fatti della caserma di Genova nel 2001, che vince ex-aequo a Berlino il Premio del pubblico e infine La Nave dolce, ricordo struggente e attuale dello sbarco degli albanesi a Bari nel 1991, vero prologo dell’emigrazione di massa nel nostro paese.

Filmografia

Documentari

Partigiani (1997), in collaborazione
Comunisti(1998)
Uomini e Lupi(1998)
Bajram(1998)
Sesso, marmitte e videogames(1998)
Non mi basta mai(1999, in collaborazione
Morto che parla(1999)
Il mio paese(2007)
La nave dolce(2012)

Film

Velocità massima(2002)
L’Orizzonte degli eventi(2005)
Il passato è una terra straniera(2008)
Diaz – Don’t clean up the blood(2012),

Bibliografia critica

Antonio Medici, Daniele Vicari, l’alfabeto dello sguardo, Carocci , 2005

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