Alcuni sono finiti in disgrazia, altri sono diventati
ricchi. Qualcuno si è addirittura suicidato
«Vale più l'immaginazione della conoscenza» amava ripetereAlbert Einstein. Era il padre della teoria
della relatività, mica un poeta. E come dargli torto? Prima abbiamo
immaginato che la new economy potesse
rivoluzionare il mondo: il nuovo Eldorado prometteva soldi, ricchezza
e benessere per tutti. Poi abbiamo scoperto che non era poi così
vero. E qualcuno è rimasto scottato. Il Nasdaq
è crollato da 5000 a 1400 punti e non vale nemmeno un terzo
di quanto valeva due anni fa. Nel febbraio 2001 Federico
Rampini raccontava su Repubblica i primi licenziamenti
di Amazone la voglia di sindacato nelle aziende americane della new
economy. Turani dalle pagine finanziarie gli faceva eco: «Il peggio
deve ancora arrivare». Due gufi che ci hanno visto bene, purtroppo.
Complice anche il tragico 11 settembre.
Ma, nonostante tutto, niente sarà più
come prima. Un po' come al tempo delle
radiolibere: nacquero come funghi, senza una adeguata normativa.
In attivo, ne sono rimaste poche. Su internet
sta accadendo più o meno lo stesso. In molti ci hanno provato
ma rimarranno in pochi, ognuno con la sua storia e la sua invenzione.
Lo sanno bene i genidel "far web" come qualcuno li ha soprannominati. Loro la
rete l'hanno pensata,
immaginata e costruita.
Alcuni sono diventati ricchi, altri barboni, qualcuno ha deciso
di passare a miglior vita. Le loro rivoluzioni hanno sconvolto internet,
e non solo. Shawn Fanning, ad esempio,
era solo un ragazzo quando la sua passione per la musica lo indusse
a scovare un sistema, il peer to peer, per scambiare file in formato
mp3. Nacquero Napster,
i cd pirata su larga scala, e le parolacce inventate
dai manager dalle major musicali americane per insultarlo. Lo trascinarono
in tribunale, ma ormai la strada era tracciata. Fanning è finito
in ombra, ma ricco e col sorriso in faccia.
A Kim Polese invece è andata peggio: era
una brillante project manager della Sun Microsistem,
decise di lasciare tutto per fondare "Marimba".
Doveva essere una nuova Cisco, il Times la inserì nel '96
nella lista degli americani più influenti. La sua azienda quotata
al Nasdaq ha raggiunto quota 68 dollari. Adesso ne vale più o meno
uno e mezzo: la signora della Silicon Valley ha lasciato tutto,
non la vita, per fortuna. Gen Kan invece
ha lasciato anche quella. Aveva programmato Gnutella,
mica il pac-man: «Il drago gnutella non ha testa» aveva spiegato
recentemente. Nemmeno lui, probabilmente: l'ha persa e s'è ammazzato.
E che dire di Tim Berners-Lee? Lui il
web l'ha inventato all'università di Ginevra. Poteva essere uno
degli uomini più ricchi del pianeta, come Bill
Gates. E invece fin dagli esordi non ha mai avuto dubbi:
il web sarebbe stato libero e universale. Adesso lavora al Mit e
ci va in maggiolino: «Che il valore di una persona dipenda dal suo
successo finanziario è tremendamente irritante» ha scritto. Richard
Stallman poi è diventato un simbolo. Non solo per aver scritto
un manifesto "Hacker Ethics", ma anche
e soprattutto per aver elaborato Gnu,
un sistema operativo basato su Unix che avrebbe aperto poi la strada
a Linux. Lavorava al Mit, ma decise di
andarsene quando gli dettero una password per accedere al suo computer:
«Se la conoscenza deve essere aperta a tutti - si chese - perché
mai limitarne
l'accesso?». Pensiero profondo. Adesso ha i capelli e la barba
lunghe, continua le sue battaglie e sorride davanti ai suoi ex colleghi
che nel frattempo sono diventati ricchi.
Linus Towalds, infine, è il ragazzo che
tutti vorrebbero come figlio. Lui, (l'acqua santa), lotta con la
sua creatura (Linux) contro il diavolo
(Bill Gates - Windows). Il suo sistema
operativo è stato adottato dal 40% delle società americane forse
perché non devono pagare alcuna licenza d'uso. Lui non si preoccupa,
vive in una villetta con tre figli, la moglie e il cane: "Vale più
l'immaginazione della ricchezza" deve aver pensato
Se quest'articolo/intervista/post ti è stato utile, supportami con una donazione (con un click sotto, via PayPal): potrò continuare a scrivere anche grazie al tuo aiuto.
Ti ringrazio