Si è concluso con lo storico successo dei Matia Bazar il festival di Sanremo 2002. Ma non solo. Si è concluso anche e soprattutto nel segno della bellezza delle due vallette che lo hanno presentato insieme a Pippo Baudo: la bionda e la bruna, Vittoria Belvedere e Manuela Arcuri. Strano destino quello della Belvedere: attrice di successo, soprattutto grazie al suo bellissimo physique du rôle, ha cercato per anni di far dimenticare il suo passato.
Ma non ha esitato, sul palco dell'Ariston, ad indossare un abito decisamente osè per mettere in risalto il suo magnifico corpo. Abbiamo spulciato articoli, riviste, e siti web per cercare notizie su di lei e di cattiverie, a dir la verità, ne abbiamo trovate parecchie. La prima, davvero feroce, riguarda il suo esordio cinematografico: nel suo sito ufficiale vittoriabelvedere.it, il primo film segnalato a cui ha partecipato è "Ritorno a Parigi", di Maurizio Rasio (1994).
A dire il vero un anno prima, nel 1993, la splendida Vittoria ne aveva girato un altro intitolato "Graffiante desiderio" per la regia di Sergio Martino (con Andrea Roncato e Serena Grandi). Il titolo è già tutto un programma: sesso e fetish sembrano davvero farla da padroni. Un film che stona decisamente con l'immagine da diva nazionalpopolare che la Belvedere sta cercando faticosamente di costruirsi.
Non è tutto. Ricordano i più smaliziati che la Vittoria nazionale, dopo aver sposato Vasco Valerio, figlio del noto imprenditore cinematografico Roberto, uscì di chiesa con un lenzuolo in testa: aveva venduto l'esclusiva del servizio fotografico alla rivista Chi. E ancora: sembra che la bella Vittoria, agli inzi degli anni '90, puntasse tutto sulla sua immagine di sex symbol. Fu il parrucchiere milanese Gibian a scoprirla e a segnalarla al fotografo Bruno Oliviero.
Lui stava cercando una ragazza da copertina e la fotografò. Quelle fotografie, che mettono in risalto la bellezza della Belvedere, continuano a trionfare in giro per la rete.
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