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K-19, l'ammazza - mariti 29 luglio 2002
I superstiti russi del sottomarino nucleare protestano contro l'ultimo film di Harrison Ford
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Doveva essere un thriller da "machi", pieno di suspence e scontri armati. Un inno al coraggio dei soldati russi. Pare invece che l'unica lotta titanica all'interno di "K-19: the Widowmaker", sia quella che contrappone i due protagonisti (Harrison Ford e Liam Neeson) alla regista Kathryn Bigelow che ha imbottito il film di tutti i cliché del genere. E che l'inno al coraggio non sia affatto piaciuto ai reduci russi, visto che minacciano di denunciare i produttori americani.

La pellicola, uscita nelle sale americane qualche giorno fa racconta la storia del primo sottomarino nucleare russo, il K-19, messo precipitosamente in acqua dal
Cremlino nel 1961, per rispondere almeno sul piano della propaganda ai Polaris americani. Com'è noto, a causa di un problema al reattore e di una esplosione interna, 42 marinai rimasero esposti alle radiazioni nucleari e otto di loro sacrificarono la vita per evitare una serie di esplosioni a catena che avrebbero forse scatenato la terza guerra mondiale. 

A irritare i superstiti di quell'avventura sono state le imprecisioni storiche relative allo scontro tra i due ufficiali di bordo ma soprattutto l'ammiccante richiamo del film ai più banali luoghi comuni sui russi: magari coraggiosi, come l'astronauta di un altro colossal americano "
Armageddon", ma sicuramente approssimativi (i marinai del k-19, al momento dell'incidente, non conoscono neppure le istruzioni di bordo) e naturalmente sempre attaccati alla bottiglia.

«Questo film non è sui russi, ma su come gli americani vogliono vedere i russi» ha commentato Igor Kurdin, guida dei veterani a
Pietroburgo. Da parte loro gli autori assicurano di essersi voluti inchinare a quei marinai e Harrison Ford, eroe di cartone e celluloide, si è fatto addirittura ringiovanire di 15 anni al computer per la locandina del film. Forse proprio per dimostrare con la sua ritrovata bellezza che non tutti i russi sono brutti e cattivi.

Di sicuro, il fatto che l'eroe americano Ford interpreti un comandante russo certifica ufficialmente la fine della Guerra Fredda, osservano con ironia alcuni critici che non risparmiano battute impietose sul suo accento russo (da copione) all'interno del film. Poichè il film utilizza nomi di fantasia, i veterani russi hanno ben poche speranze di ottenere ragione in tribunale. Ma il gusto di rovinare il battage pubblicitario di K-19 non può toglierglielo nessuno, insieme a quello di aver sfidato l'invincibile Indiana Jones.  «Abbiamo due sole possibilità: fare le cose bene o affondare» urla l'ex Indiana Jones all'equipaggio. Per i critici Usa la risposta è già evidente: la pellicola è destinata ad affondare inesorabilmente.

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