I
superstiti russi del sottomarino nucleare protestano contro l'ultimo
film di Harrison Ford
Doveva essere un thriller
da "machi", pieno di suspence e scontri armati.
Un inno al coraggio dei soldati russi. Pare invece che l'unica lotta
titanica all'interno di "K-19: the Widowmaker",
sia quella che contrappone i due protagonisti (Harrison
Ford e Liam Neeson) alla regista
Kathryn
Bigelowche ha imbottito il film di tutti i cliché del
genere. E che l'inno al coraggio non sia affatto piaciuto ai reduci
russi, visto che minacciano di denunciare i produttori americani.
La pellicola, uscita nelle sale americane qualche giorno fa racconta
la storia del primo sottomarino nucleare russo,
il K-19, messo precipitosamente in acqua dal Cremlinonel
1961, per rispondere almeno sul piano della propaganda ai Polaris
americani. Com'è noto, a causa di un problema al reattore e
di una esplosione interna, 42 marinai rimasero
esposti alle radiazioni nucleari e otto di loro sacrificarono la vita
per evitare una serie di esplosioni a catena che avrebbero forse scatenato
la terza guerra mondiale.
A irritare i superstiti
di quell'avventura sono state le imprecisioni storiche relative
allo scontro tra i due ufficiali di bordo ma soprattutto l'ammiccante
richiamo del film ai più banali luoghi comuni sui russi:
magari coraggiosi, come l'astronauta di un altro colossal americano
"Armageddon",
ma sicuramente approssimativi (i marinai del k-19, al momento dell'incidente,
non conoscono neppure le istruzioni di bordo) e naturalmente sempre
attaccati alla bottiglia.
«Questo film non è sui russi, ma su come gli americani vogliono vedere
i russi» ha commentato Igor Kurdin, guida
dei veterani a Pietroburgo.
Da parte loro gli autori assicurano di essersi voluti inchinare a
quei marinai e Harrison
Ford, eroe di cartone e celluloide, si è fatto addirittura
ringiovanire di 15 anni al computer per
la locandina
del film. Forse proprio per dimostrare con la sua ritrovata bellezza
che non tutti i russi sono brutti e cattivi.
Di sicuro, il fatto che l'eroe americano Ford
interpreti un comandante russo certifica ufficialmente la fine della
Guerra Fredda, osservano con ironia alcuni
critici che non risparmiano battute impietose sul suo accento
russo (da copione) all'interno del film. Poichè il film utilizza
nomi di fantasia, i veterani russi hanno ben poche speranze di ottenere
ragione in tribunale. Ma il gusto di rovinare il battage pubblicitario
di K-19 non può toglierglielo nessuno, insieme
a quello di aver sfidato l'invincibile Indiana Jones. «Abbiamo
due sole possibilità: fare le cose bene o affondare» urla l'ex Indiana
Jones all'equipaggio. Per i critici Usa la risposta è già evidente:
la pellicola è destinata ad affondare
inesorabilmente.
Se quest'articolo/intervista/post ti è stato utile, supportami con una donazione (con un click sotto, via PayPal): potrò continuare a scrivere anche grazie al tuo aiuto.
Ti ringrazio