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Dr .Giuseppe Altieri - Studio AGERNOVA - Perugia
Diecimila anni di lavoro e cultura contadina hanno selezionato, in tutto il mondo, sistemi produttivi, varietà vegetali e razze animali adattate ai più svariati ambienti. L'agroecologia, coniugando il recupero della tradizione agricola con moderne biotecnologie pulite quali l'impiego di insetti utili, bioinsetticidi, macchine ecologiche avanzate per la gestione dei terreni, consente di sfamare il pianeta, evitando l'avvelenamento con i pesticidi e i concimi chimici e preservando la fertilità del territorio dall'erosione e dalla desertificazione.
Oggi, attraverso la manipolazione genetica, intere aree geografiche rischiano di perdere la propria biodiversità a favore di un'industria che, modificando un segmento di DNA, ottiene tutti i diritti. Le nazioni, secondo quanto stabilito dalla Convenzione di Rio de Janeiro, possono rifiutarsi di fornire germoplasma se non è rispettato il principio della equa ripartizione e tutela dell'ambiente. Mentre si continuano a sperperare immense risorse per produrre organismi transgenici che aumentano la dipendenza dagli input chimici e comportano incognite rischiose per l'uomo e l'ambiente, ben poco si sta facendo per la diffusione delle tecniche di Produzione Biologica disponibili.
Diversi Paesi stanno discutendo sulle modalità di protezione del germoplasma autoctono e dei diritti secolari delle popolazioni agricole (una sorta di brevetto delle varietà locali). In Italia una rete fittissima di venditori di pesticidi e concimi avvelena, ogni giorno, tutte le coltivazioni e persino gli orti e gli ambienti domestici mentre la stessa industria dichiara che il 42% dei nostri raccolti viene perso inevitabilmente (per fenomeni di resistenza), nonostante l'uso massiccio della chimica che riesce a preservare solo il 27% delle produzioni. Manca un Piano nazionale di diffusione delle metodologie biologiche e di assistenza tecnica agli agricoltori, mentre si stanno sperperando i contributi del Programma Agroambientale della CEE (Reg. 2078/92) per la cosiddetta Lotta Integrata, incontrollabile se non definita da una legislazione di riferimento e in mancanza di un'adeguata normativa in materia di fitofarmaci che preveda l'obbligo di prescrizione (ricetta) da parte di un tecnico e di fatturazione per l'acquisto di pesticidi. Tale normativa è oggi finalmente in fase finale di discussione nelle Commissioni Parlamentari e se ne auspica l'approvazione a breve. In Nord Europa, alcuni Stati hanno rifiutato gli alimenti transgenici e reso obbligatoria l'alimentazione biologica per l'infanzia. Un paese come Cuba, costretto alla fame dall'embargo petrol-chimico, è riuscito, in 7 anni, a risolvere il problema alimentare con l'Agroecologia applicata e oltre 200 biofabbriche (produttrici di organismi utili), sfamando 12 milioni di persone.
In Italia c'è una sola biofabbrica attiva ed appena l'1% di produzione biologica a prezzi elevatissimi e ingiustificati, a vantaggio di commercianti speculatori del settore, mentre il mercato dei pesticidi è tutt'altro che in crisi. Stiamo così perdendo tempo prezioso per le enormi potenzialità commerciali offerte dal mercato mondiale dei Prodotti Biologici "Mediterranei", con una domanda in crescita esponenziale, mentre i nostri bambini subiscono dosi di pesticidi (per unità corporea) fino a 10 volte il limite di tolleranza che è stabilito sul corpo di un adulto del peso di 60 Kg.
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