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Simposio Internazionale

ORGANISMI TRANSGENICI (OGM) : CRITICA SCIENTIFICA E  ALTERNATIVE AGROECOLOGICHE
Perugia  5 luglio 2003

  Linee guida per una Vertenza scientifica sulle Biotecnologie e per un'Europa OGM free a tutela del libero mercato e delle produzioni Tradizionali, DOP e Biologiche.

  Dr. Giuseppe Altieri - Agroecologo

  La “contaminazione delle regole”

Scienziati indipendenti sono molto preoccupati dell'evoluzione delle norme UE in materia di Organismi Transgenici (OGM), dopo la recentissima approvazione del Parlamento Europeo (il 2 luglio 2003) di un documento provvisorio che  prevede soglie di tolleranza allo 0,9% per gli ogm autorizzati nell’UE (oggi è dell’1%) e allo 0,5%, addirittura per quelli “non autorizzati (che oggi non sono previste), sotto le quali non si deve etichettare la presenza di ogm negli alimenti e nei mangimi e che contiene una dichiarazione di apertura alla “coesistenza” tra coltivazioni transgeniche, biologiche e tradizionali con delega agli stati membri per la definizione delle misure pratiche di tutela delle singole filiere ogm free. Ciò significa il rischio che vengano autorizzate a breve semine di ogm. Il documento parte dal presupposto che è “impossibile produrre alimenti, mangimi e sementi 100% liberi da ogm”, affermazione assolutamente fuori luogo in Europa, laddove al momento le coltivazioni transgeniche sono vietate (forse qualcuno ha confuso i “presupposti” con i reali “scopi” di una normativa del genere,…se passasse questa linea politica). Nello stesso tempo, nella “coesistenza” è prevista la tracciabilità dalla produzione alla distribuzione degli organismi transgenici e derivati, con evidente contraddizione, visto che gli ogm sfuggono al controllo.

Sarebbero queste le misure rigide e chiare a garanzia dei i produttori (agricoltori e sementieri) e consumatori europei che non vogliono avere a che fare con gli ogm?

Oltre l’80 % dei consumatori UE è assolutamente contrario ai cibi transgenici!! E va rispettata in primis la volontà popolare. Quello che non ha fatto il Parlamento Europeo

Purtroppo tutto ciò è avvenuto con l’avvallo dei gruppi ecologisti e parlamentari verdi (vedasi la lettera aperta "Precauzione sugli Ogm", datata Bruxelles, 23 giugno 2003, inviata ai Parlamentari UE e pubblicizzata in una conferenza stampa con l'On. Romano Prodi) i quali, avevano proposto solamente una soglia di “tolleranza” più bassa negli alimenti (0.5% per gli ogm autorizzati) senza necessità di etichettatura dei prodotti che li contengono. Inoltre, gli emendamenti proposti affinchè si tutelino le filiere ogm free dalle possibili contaminazioni, nell’ipotesi di “Coesistenza Europea con coltivazioni  di Ogm”, in realtà nulla possono contro il vento e gli insetti che trasportano il polline.

Non si spiegano  pertanto i motivi delle soddisfazioni  unanimi dei gruppi ecologisti  (e dei rappresentanti dell’industria biotech,) su un documento pericolosissimo, che mette a rischio il futuro della tradizione agroalimentare mediterranea ed europea.

Contiamo sulla Commissione Europea e sul Consiglio dei Ministri, affinchè riordini con criteri scientifici questa materia complessa, che rischia di compromettere millenni di patrimonio culturale, genetico e scientifico prodotto dai nostri avi. Il Parlamento Europeo può  modificare il documento e una prossima discussione con votazione è prevista per settembre 2003, in vista dell’adozione di un Regolamento Comunitario definitivo in materia di ogm. 

Al fine di dare il giusto peso al “momento storico”  di una “Vertenza Scientifica e Politica sulle biotecnologie” cruciale per il futuro dell’Umanità e che, come affermano molti scienziati indipendenti, si può ancora vincere, è necessario uno sforzo grandioso di informazione scientifica indipendente e pressione sui vertici decisionali al fine di evidenziare rischi e contraddizioni connessi all’immissione di Organismi transgenici nell’ambiente e nella catena alimentare. Soprattutto non vengono rispettati alcuni principi di base concernenti la libera concorrenza sul mercato, la libera scelta e consapevolezza da parte dei consumatori, la tutela della salute e dell’ambiente in base al principio di precauzione. Abbiamo oggi grande sensibilizzazione nei coltivatori (diretti interessati, che rischiano fallimenti e perdita della terra a favore di grossi gruppi multinazionali e bancari, che hanno già messo le mani sulla proprietà rurale indebitando gli agricoltori) e dei consumatori  nella stragrande maggioranza per un’Europa libera da  tutti gli  organismi transgenici (alimenti, sementi, animali, microrganismi) e una moratoria al rilascio ambientale di ogm. Il simposio  di critica scientifica ed alternative agroecologiche intende contribuire ad innalzare il livello del dibattito scientifico e divulgativo affinché la saggezza metta fine ad ipotesi sciagurate e irreversibili.  

Quello che è avvenuto in India dove ca 20.000 contadini si sono suicidati, avendo perso la terra per coltivazioni di cotone transgenico distrutte dagli insetti e dove oggi i contadini tradizionali e biologici guidati dal Prof. Nanjundaswamy (oltre 15 milioni) convincono gli altri a distruggere i campi transgenici di mais, altrimenti il gene ”terminator” sterilizza i raccolti, deve farci riflettere. Vogliamo rischiare?

  1. Sementi.

Tolleranza Zero nelle sementi per le coltivazioni e “non coesistenza” con l'agricoltura tradizionale, DOP e biologica, in quanto è impossibile evitare contaminazioni delle altre filiere e della biodiversità naturale una volta autorizzata la coltivazione di ogm.

Nella vertenza scientifica sulle biotecnologie è necessario tener conto della peculiarità degli organismi transgenici, i quali una volta introdotti nella semina condizionano un territorio molto vasto  con  contaminazioni del terreno, del polline e del dna in generale (inquinamento genetico), con centinaia di km di ricaduta territoriale (il polline viaggia per ore con il vento e gli insetti per chilometri, alcuni anche diverse centinaia). Gli USA minacciano denunce alla WTO per ostacolo alla libera concorrenza (sugli alimenti, non certo sulle sementi). In realtà sono le coltivazioni  ogm il “vero ostacolo al libero mercato” poichè, una volta autorizzate, è impossibile evitare contaminazioni delle altre  filiere (biologiche, tradizionali, DOP) attraverso il polline (inquinamento genetico), creando un “monopolio ogm di fatto”. Si distrugge inoltre il patrimonio genetico delle varietà tradizionali del territorio che si “incrociano” con gli ogm, con centinaia di km di ricaduta territoriale a causa del vento e degli insetti.Tutta l'agricoltura viene contaminata, un atto di violenza inammissibile contro la libertà!

L’Europa deve proteggere le sue tradizioni agroalimentari vietando le coltivazioni transgeniche e applicando  la tolleranza zero  di contaminazione delle sementi,  dichiarandosi ”ogm free”. Gli USA, semplicemente, non hanno tradizioni agroalimentari.

Saranno così i consumatori a decidere sugli ogm, come previsto dalla WTO.

Sui semi devono essere applicati controlli in partenza dall'estero, come previsto dalle norme internazionali. In caso di contaminazioni,  si applicano sanzioni alle ditte sementiere per i danni ambientali, di decontaminazione e risarcimento agli agricoltori, applicando il criterio di  Responsabilita delle Multinazionali detentrici del diritto di proprietà, produzione e/o commercio sugli ogm, e rimborsi adeguati al danno generale.

Dal momento che ad oggi esistono poche aree al mondo dove si coltivano ogm, le ditte sementiere non hanno difficoltà a produrre sementi ogm free. Non si spiegano pertanto, se non con una volontà deliberata di contaminazione, le recenti scoperte in Italia e in Europa di partite di semi contaminati laddove è assolutamente vietata la coltivazione Le ditte sementiere europee saranno stimolate a produrre il seme in ambito locale, come era di fatto fino a 20 anni fa quando eravamo praticamente autosufficienti (basta poca superficie per fare il seme necessario alle diverse colture)... mentre oggi siamo molto dipendenti dall'estero.

La legge sulla Purezza varietale delle sementi  non consente di vendere sementi diverse da quelle etichettate nelle confezioni e le soglie di tolleranza  di semi estranei riguardano contaminazioni di specie diverse (semi di infestanti).

Necessita un monitoraggio continuo su sementi e coltivazioni, ampliando i controlli di campo, utilizzando anche le api  come “insetti test" che raccolgono polline nel raggio di 4 Km.

Scienziati indipendenti (ovvero che “non abbiano contratti con ditte produttrici di ogm o proprietarie di brevetti sul vivente”) devono garantire ricerche sulle potenziali fonti di contaminazioni e il rispetto dei protocolli europei di biosicurezza, evitando rilasci di ogm nell’ambiente. Le contaminazioni oggi sono minime e con adeguati provvedimenti tecnici vengono  bonificate, cosa che diventerebbe impossibile nel caso di coltivazioni su ampia scala che si ripetessero negli anni. La scusante del “tutto contaminato” (niente di più falso), per chiedere tolleranze ovunque, rappresenta l’ennesima mistificazione.

In agricoltura biologica è poi necessario abolire la deroga (a scadenza 2003) che consente di impiegare sementi “non biologiche”, consentendo lo sviluppo di un mercato del seme biologico o “in conversione”,  pur sempre sottoposto a controlli e certificazione.

  2. Per una Ricerca Biotecnologia Pubblica sul germoplasma autoctono.

Praticamente non esiste specie coltivata su cui le industrie biotecnologiche non stiano lavorando alla produzione di ogm, spesso finanziando l’Università pubblica, i cui ricercatori non avranno diritti sui brevetti. Ciò rappresenta l’ultimo atto di una strategia per imporre la dipendenza delle produzioni agroalimentari. Già oggi gli agricoltori (USA) sono spesso costretti ad acquistare insieme al seme il pacchetto dei mezzi tecnici chimici collegati, pena il mancato finanziamento del credito agrario da parte delle banche. E’ necessaria una legislazione a protezione delle varietà  tradizionali autoctone, utilizzandone le mappature genetiche e depositandole agli uffici brevetti come proprietà collettiva delle nazioni d'origine, evitando così che privati possano, attraverso singole modificazioni genetiche brevettate, appropriarsi del germoplasma naturale frutto di millenni di lavoro contadino, e così dell’intera filiera agroalimentare. Non bisogna vendere i diritti sul lavoro dei nostri avi !

Inoltre è bene precisare che le biotecnologie scientifice - ecologiche hanno poco a che fare con gli organismi transgenici. Ad es. la l’uso del BT, batterio prodotto facilmente da piccole industrie, spruzzato sulle coltivazioni, controlla gli insetti dannosi al Mais (Piralide) e si usa solo quando c’è l’infestazione. Impiegando il mais transgenico BT che produce tossine batteriche ogni istante per tutto il ciclo di coltivazione, si uccidono tutti gli insetti sensibili e si selezionano popolazioni di quelli resistenti. Così si perderà in poco tempo l’efficacia di una biotecnologia preziosa (il Bacillus thuringiensis) con distruzione ovviamente anche del mais transgenico e incrementi ulteriori di pesticidi.

E’ interessante tener presente che in Italia la Piralide del Mais oggi non viene trattata con pesticidi in quanto la presenza non supera mai le cosiddette soglie economiche (i danni sono minimi, dell’ordine del 10%). Inoltre il mais transgenico BT non preserva dagli attacchi di piralide sulla granella poiché la tossina bt si produce solo sulle parti verdi, per cui le larve di insetti produrranno ugualmente del danno, con eventuale sviluppo di micotossine. Ciò fu dimostrato dall’inchiesta televisiva “Report Rai 3 del 1998, in cui il dirigente Novartis mostrò la presenza di larve di piralide sulle pannocchie dei campi sperimentali di Mais transgenico.

  3. Alimenti

Sulla base al "Principio di Precauzione" sanitario, legge europea (Trattato di Maastricht), dovrebbe essere vietato importare ogm a scopo alimentare o zootecnico, dal momento che è ad oggi impossibile dimostrarne l'innocuità. Gli ogm, infatti, producono sostanze incognite ed anomale innaturali, accertare con analisi appropriate (con  rischi di allergie ed effetti tossico-mutageni, quantomeno nelle popolazioni più sensibili), non sono stabili nel tempo (con conseguenti problemi di validità dei test di nutrizione su animali e volontari), oltre al semplice fatto che hanno un DNA anomalo, che non viene completamente digerito, con scambio genico tra microrganismi intestinali (rischi di insorgenza di nuovi patogeni batterici e virali), problematiche connesse con le cellule assorbenti dei villi intestinali che possono essere danneggiate dal dna assorbito (Putzstay A.), ecc. Ne consegue il Principio scientifico di “Non equivalenza” tra un OGM e la specie originaria non manipolata, causa l'effetto di interazione della manipolazione genetica con il resto del genoma originale della specie manipolata (Mae Wan Ho:”Fluid Genoma”). Ciò risulta anche dai Documenti del gruppo di lavoro ANPA - Ministero dell’Ambiente - World Health Organization. 

La Norvegia (Par.10, Legge Naz. sulle Tecnologie Genetiche) ha proibito alimenti e semi ogm finchè non ne sarà dimostrata l‘innocuità per la salute, il valore migliore (rispetto ad alternative disponibili), e il rispetto dei criteri ONU sullo sviluppo eco-sostenibile. 

Oggi non è possibile vendere in Europa alimenti ogm, ma rimane il problema di quelli autorizzati prima del trattato di Maastricht, tuttora in commercio, per cui è necessaria una retroattività del principio precauzionale e il blocco delle precedenti autorizzazioni. In base al trattato in vigore venne negata solamente l’introduzione di “nuovi ogm” sul mercato.

  4. Proposte tecniche transitorie sull’etichettatura.

In via transitoria, in attesa di moratoria sugli alimenti transgenici e derivati, propongo:

- Etichettatura degli alimenti contenenti ogm senza limiti di tolleranza, ma solo in base al criterio analitico di presenza/assenza.

- Mantenimento della Tolleranza zero per gli alimenti biologici.

Con l'analisi di presenza/assenza (PCR “Qualitativa”) ogni minima traccia di ogm viene rilevata (anche una sola molecola, poichè si basa sulla moltiplicazione del dna modificato rilevato da un’enzima sensibilissimo) e i controlli sono agevolati ..."con presenza si etichetta".

Con soglie di tolleranza per cui non necessiti etichettatura degli alimenti, come è attualmente previsto (1%, per i pochi ogm autorizzati, grazie al voto europeo di qualche anno fa e alle “battaglie perse” di molti pseudoecologisti, ndr...), le tecniche di analisi “Quantitative” sono  più complicate e imprecise, basandosi sulla moltiplicazione esponenziale del dna modificato rilevato, di cui è difficile stabilire l’ammontare di partenza (è facile avere errori di un fattore 10!!). Di ciò  si approfitta per non etichettare praticamente niente.

L'analisi “Qualitativa” (presenza/assenza) è  inoltre l'unica che garantisce da truffe e frodi  alimentari poichè il superamento di una soglia di tolleranza risulta molto  difficile da perseguire con problemi nei campionamenti e sulla base dei criteri vigenti di contestazione dei risultati con richiesta dicontroanalisi”, come possono confermare le Procure, impegnate nella repressione delle frodi alimentari e sementiere.

Infatti oggi non si trova sul mercato un'etichetta attestante il “contenuto di ogm", con una una soglia  di tolleranza dell'1% che non la obbliga (come volevasi dimostrare). Inoltre, per quanto detto precedentemente, gli ogm sono rischiosi a qualsiasi livello di presenza, e non esiste una soglia di “tolleranza”, che rispetti il “Principio di Precauzione” europeo.

Per legge è necessario garantire ai consumatori la libera scelta di alimentarsi o meno con OGM data la “Non EQUIVALENZAcon i prodotti naturali. Nel caso di importazioni di ogm (in via transitoria ed in attesa di una sollecita moratoria) è necessaria quindi l'etichettatura, senza valutazioni arbitrarie sulla % di presenza. Ho proposto agli On. Prodi e Fischler di utilizzare due forme di etichettatura, sia per gli alimenti umani che zootecnici:

“Contiene OGM o Derivati”, per alimenti in cui è nota la presenza di ogm o loro derivati.

“Contiene “tracce” di OGM o derivati, se le presenze risultassero da contaminazioni nei paesi d’origine,  rilevabili grazie ai controlli obbligatori delle dogane estere ed europee.

Nel caso di “presenze non dichiarate”, le partite e i lotti vengono sequestrati e reimmessi sul mercato solo previa etichettatura. Andrà vietata la vendita di ogm e/o derivati sfusi.

In questo modo si garantisce la libera scelta  dei rischi da parte di chi intendesse alimentarsi con OGM, per sperimentarne i propagandati benefici nutrizionali. Non è quantomeno strana la  Propaganda di un prodotto, osannato dalle multinazionali, senza l'etichettatura dello stesso? Se glii ogm fossero così meravigliosi e innocui, perché non commerciarli separatamente, come accade per i prodotti Biologici, il cui mercato è in ascesa esponenziale? Nello stesso tempo si preserva il libero mercato e l’assenza totale di rischio per garantire i consumatori che non intendono rischiare di alimentarsi con qualsiasi traccia di ogm e richiedono prodotti 100% OGM-FREE , che non siano quelli Biologici Certificati, al momento più costosi e che rappresentano comunque l’unica sicurezza legale di assenza di ogm. Questa è l’unica linea per garantire la tracciabilità degli alimenti,  prevista dalle norme Europee.

Bisogna vietare importazioni di materiale ogm per alimentazione umana o zootecnica, che sia in grado di riprodursi (es. semi di mais vivi ad uso zootecnico), altrimenti può accadere che alcuni piccoli contadini o hobbisti possano seminare inconsciamente ogm. (ad es. del becchime per polli ad uso domestico) in quanto il seme certificato, che non può essere ogm, costa molto di più. Ciò può creare attraverso il polline seri problemi agli agricoltori vicini, (oggi è vietato seminare ogm, ma solo nelle aziende agrarie ciò si può controllare). E’ necessario garantire la degerminazione o la sterilizzazione degli alimenti ogm.

Vanno definiti protocolli scientifici di valutazione dei rischi da commissioni indipendenti, i cui membri non abbiano contratti di qualsiasi tipo con produttori o titolari di brevetti su ogm. I risultati degli studi devono essere pubblicati su riviste autorevoli.

  5. Una nuova frontiera d'azione legale.

Dal momento che le multinazionali hanno probabilmente messo in conto l'eventualità di una sconfitta nella questione dell'etichettatura in base al criterio logico di presenza/assenza, la prossima trincea da costruire sarà quella contro il "SEGRETO INDUSTRIALE" sulle Manipolazioni genetiche, per cui occorrerà garantire negli accordi alla WTO il divieto di brevetto e di segreto industriale sulla materia vivente. Ciò renderebbe  infatti impossibili i controlli. Le tecnologie “transgenetiche” (che ad oggi hanno poco di scientifico) rappresentano il più potente fattore di controllo planetario, per cui vanno sottoposte ad accordi internazionali a livello pari se non superiore a quelli sull’energia atomica, dal momento che possono sfuggire al controllo degli stati sovrani. 

 6. Per un mondo libero da ogm

E’ necessaria una “moratoria sulle sperimentazioni con rilascio ambientale di qualsiasi ogm”, come chiesto dal Cartello internazionale degli scienziati Indipendenti, fondato da Mae Wan Ho (Direttrice della rivista “Sciance in Society”, di cui segnalo il libro "Ingegneria Genetica”, ed. Derive e Approdi), finchè si opera con le attuali tecnologie  imprecise e non scientifiche (non in grado di prevedere gli effetti sulla salute e gli ecosistemi). Anche nel caso di ogm con modifiche dei cloroplasti o altri organuli cellulari diversi dal nucleo, va tenuto conto della stretta interdipendenza del dna nucleare con quello delle altre componenti cellulari e con l’RNA trasmettitore, in una visione olistica ed ecologica della genetica e non deterministica-riduzionista della stessa, individuando il concetto scientifico di “Genoma Fluido”. Sono opportune altresì ricerche sugli ogm presenti, in ambiente strettamente confinato.

 7. Divieto di brevetti sugli esseri  viventi, con loro dichiarazione di Patrimonio collettivo dell’Umanità”.

 8. Comparative Assessment”

Va introdotto il criterio scientifico di “Comparative Assessment”, utilizzato in Olanda per togliere dal mercato 350 pesticidi, sostituiti  da alternative non pericolose (Insetti Utili, antiparassitari naturali, ecc.), prima di introdurre una nuova tecnologia a livello produttivo. Per gli ogm non sussite necessità tecnico – produttiva, viste le alternative disponibili.

Con i sistemi di Agricoltura sostenibile di piccola e media scala, basati sulla policoltura, le rotazioni e l’agroforestazione, sono stati dimostrati, in particolare nei PVS, incrementi produttivi anche del 100% rispetto alle coltivazioni industriali chimiche. Le Nazioni Unite li hanno pertanto individuati come modello per risolvere la fame nel mondo, l’inquinamento chimico da pesticidi, l’erosione dei terreni, e la desertificazione,  nonché parte del problema di accumulo di CO2 atmosferica, che può essere fissata nell’Humus dei terreni (Altieri M.A.).

Nel contempo va investito nello sviluppo dell'Agricoltura biologica e delle tecniche alternative a pesticidi e ogm. Le coltivazioni transgeniche sono risultate più costose, meno produttive, e con un prezzo di vendita dei prodotti più basso (C. Benbrook). Ciò provoca il fallimento dei piccoli e medi agricoltori a vantaggio del monopolio agroalimentare, che si sta impossessando del “patrimonio terra”.

  9. Alternative Agroecologiche

Attualmente è in discussione un Piano Europeo per l'Agricoltura Biologica. Ma le Regioni italiane hanno di fatto ridotto i contributi Agroambientali europei all’agricoltura Biologica, sperperando i fondi per fittizie riduzioni di concimi e fitofarmaci, denominate “Produzioni Integrate”, in maniera spesso non conforme alla direttiva comunitaria (non dando priorità all’agricoltura biologica), comportando di fatto un incremento continuo delle vendite di pesticidi in Europa, come affermato in un recente documento UE. E’ necessario un maggiore coordinamento del Ministero e delle Regioni e l’avvio di vertenze legali da parte dei produttori biologici e delle loro associazioni (ai TAR, alle Corti dei Conti Europea e Regionali, alla corte Europea di Giustizia) sui non adeguati recepimenti ed erogazioni di aiuti, affinché vengano così rispettati i loro diritti (i contributi agroambientali sono attualmente “obbligatori per gli stati membri e facoltativi par gli agricoltori”)

10. Referendum Europeo e Nazionale sugli ogm, come previsto nelle norme.

 

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    Aggiornato il: luglio 28, 2003.
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