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PROGRAMMI AGROAMBIENTALI (Reg. CEE 2078/92 ed Agenda 2000) !
OCCASIONI DA NON PERDERE
Giuseppe Altieri
Agroecologo, Studio AGERNOVA
Il regolamento 2078 rappresenta oggi lo strumento più evoluto della "Politica Agroambientale" europea. Esso ha di fatto rivoluzionato gli obiettivi della PAC incentivando i sistemi che concilino il lavoro, la protezione dell'ambiente e del territorio, la qualità dei prodotti, la biodiversità, i valori culturali e paesaggistici dell'Agricoltura.
Le eccedenze e la crisi dei mercati agricoli, lo scadimento del valore nutrizionale e organolettico dei prodotti agroalimentari, la consapevolezza dei consumatori che richiedono cibi esenti da residui chimici pericolosi per la salute, il livello di guardia raggiunto un po' ovunque dai pesticidi, diserbanti, nitrati, sono i fattori che hanno reso l'Agricoltura Biologica e la Produzione Integrata delle realtà economiche, decretando la fine dell'epoca delle titubanze o delle "mediazioni", basate queste ultime su generici ed ambigui concetti di qualità, tipicità, denominazione d'origine di per sé insufficienti se non sostenuti da adeguati disciplinari di produzione e controlli sulla sanità dei prodotti agroalimentari.
Ma il Reg. 2078 non può essere considerato un risultato acquisito, bensì un'occasione da non perdere, nella consapevolezza che l'ulteriore e definitivo successo della "Agricoltura Biologica" e della "Produzione Integrata" dipenderanno da come gli operatori del settore (Enti pubblici, Produttori e loro Assicurazioni, Tecnici e Distributori) sapranno utilizzare nei prossimi anni le opportunità offerte dal nuovo quadro normativo. Ciò significa che l'Agricoltura Biologica e la Produzione Integrata, cioè i nuovi modelli economici a bassi inputs per la gestione dell'ambiente rurale, fondati rispettivamente sulla "compatibilità" e sulla "sostenibilità" ecologica, vanno intesi come "Proposte Scientifiche", che non si rivolgono cioè, a nicchie elitarie di agricoltori e consumatori illuminati e privilegiati, bensì a tutta l'agricoltura, in quanto "convenienti". Perché se è vero che quando l'Economia contrasta con l'Ecologia essa non è più tale, deve essere pur vero che l'Ecologia non economica non è più ecologica.
Per questo l'associazione COLIBRI' ha deciso di intraprendere iniziative di sostegno tecnico-scientifico all'elaborazione delle misure attuative del Reg. 2078/92 da parte delle Regioni, già nel 1994 e attualmente, seppur alcune con notevoli ritardi, la maggior parte delle Regioni ha ultimato il recepimento del 2078, ma con diverse "Filosofie di interpretazione" del regolamento UE.
Ci si riferisce in particolare ai contributi previsti dalle misure A1 (per la SENSIBILE RIDUZIONE DEI CONCIMI CHIMICI E DEI FITOFARMACI), A2 (MANTENIMENTO DELLE RIDUZIUONI EFFETTUATE), A3 (per l'INTRODUZIONE E MANTENIMENTO DELL'AGRI-COLTURA BIOLOGICA) ed alla misura H (in particolare per le attività DIMOSTRATIVE e di FORMAZIONE PROFESSIONALE nel settore).
Il presente lavoro è frutto di una riflessione su informazioni ed esperienze pervenute un po' da tutta Italia, un primo passo per avviare la discussione, un contributo di proposte adattabili alle particolari realtà territoriali, per il lavoro delle commissioni tecniche Regionali.
Alla critica a posteriori sugli eventuali errori si è preferito portare un contributo propositivo attraverso un GRUPPO DI LAVORO NAZIONALE realizzato dal Colibrì a Bologna in cui rappresentanti delle diverse Regioni, Agricoltori e Tecnici si sono soffermati sullo stato di attuazione del 2078, valutando difficoltà e prospettive e, soprattutto, arrivando ad un'idea comune sulla "PRODUZIONE INTEGRATA", i relativi Disciplinari ed i sistemi di controllo e certificazione, come è avvenuto da tempo per l'agricoltura biologica. Il problema del ritardo di avviamento del 2078/92 in Italia è ben poca cosa se si pensa ai benefici che possono scaturire se gli agricoltori ed i consumatori saranno messi in condizione di usufruire delle opportunità previste per i prossimi anni, attraverso una corretta applicazione.
Oggi è quanto mai necessario proporsi come promotori di una nuova produttività, non più scissa dalle esigenze di tutela dell'ambiente e della salute umana.
Dobbiamo recuperare e valorizzare la "Cultura della Qualità" dove "buono" e "sano" riacquistano insieme l 'antico sapore: uno slogan per l'alimentazione del futuro.
Tutti sappiamo che il mercato non perdona chi arriva tardi, ma soprattutto premia i primi e più lungimiranti, in particolare se hanno dalla loro parte una "vocazionalità" intesa come ambiente climatico e pedologico, patrimonio genetico, "biodiversità", tipicità e tradizione agricola tra le più civili e colte.
Mai come oggi la natura è stata dipendente dalla Cultura ed è necessario agire con la massima serietà e competenza.
Dal Colibrì, l'auspicio di un proficuo lavoro.
CONSIDERAZIONI E PROPOSTE SULLE MISURE DI RECEPIMENTO, NORME ATTUATIVE E DISCIPLINARI DI PRODUZIONE PER IL REG. 2078/92
Produzione Integrata
Passo fondamentale per la corretta applicazione e gestione delle misure A1,A2 (CONTRIBUTI per la "SENSIBILE RIDUZIONE DELL'IMPIEGO DI CONCIMI E FITOFARMACI DI SINTESI" e per il "MANTENIMENTO DELLE RIDUZIONI GIA' EFFETTUATE") è l'elaborazione dei "DUSCIPLINARI DI PRODUZIONE INTEGRATA" delle diverse colture ai quali le aziende devono attenersi.
E' necessario a questo punto accordarsi su cosa si intende per Produzione Integrata e, per evitare eccessive differenze di "interpretazione" appare utile ricordare la definizione della COMMISSIONE ESPERTI, OILB/SROP (organizzazione internazionale per la lotta biologica, che riunisce accademici di tutto il mondo): la "Produzione Integrata" (o Gestione Integrata dell'Azienda Agricola) è un sistema agricolturale che ricorre a tutte quelle tecniche, moderne e/o tradizionali, che procurino la minima perturbazione del campo coltivato e degli ecosistemi in generale, assicurando prodotti di alta qualità, nella conservazione a miglioramento della fertilità dei suoli e delle biodiversità, considerando come unità di base l'azienda nel suo insieme. Ciò significa che i Disciplinari di Produzione, adattati alle esigenze territoriali, devono prevedere la massima limitazione di impiego dei prodotti chimici di sintesi ai quali è possibile ricorrere (in particolare nella difesa fitosanitaria e previa autorizzazione di un esperto) solo in caso di mancanza od insufficienza di strategie e tecniche alternative ecocompatibili, le quali sono ormai largamente disponibili a livello applicativo e dovrebbero pertanto essere incentivate da una seria politica agroambientale. Ciò significa priorità di contributo alle aziende che privilegino l'impiego della lotta biologica e degli antiparassitari naturali, rispetto alla semplice lotta chimica guidata (l'eliminazione cioè dei trattamenti non necessari). Quest'ultima, d'altronde, non comporta aggravio dei costi aziendali (in presenza di servizi pubblici di assistenza tecnica), come avviene invece per metodi di difesa alternativi (in generale più costosi), e pertanto, difficilmente giustifica un contributo. E' tra l'altro un dovere dei cittadini inquinare il meno possibile, soprattutto laddove ciò sia reputato inutile.
L'obiettivo di riduzione delle produzioni di cui si parla nel Reg. 2078 può essere ottenuto contenendo (per certe colture eliminando) l'apporto del principale "fattore limitante": l'azoto di sintesi. Si riduce nel contempo l'inquinamento da nitrati nelle falde. E' certo possibile prevedere dei tetti di produzione/Ha (come avviene ad es. per i vini D.O.C.) anche se va ricordato che a volte le produzioni integrate, così come quelle biologiche, se ben gestite, possono portare a rese notevoli e non necessariamente inferiori a quelle dell'agricoltura chimica convenzionale. Non si vede pertanto il motivo per cui penalizzare quelli che in definitiva dovrebbero essere considerati i migliori agricoltori. D'altronde per giustificare il contributo è sufficiente, secondo il Reg. 2078, dimostrare l'incremento dei costi e la ricaduta positiva di termini ambientali e non necessariamente una riduzione di produzione.
Al momento, tutte le Regioni si sono dotate di Disciplinari di Produzione Integrata che risultano, però, quantomeno troppo permissivi, in particolare sui prodotti antiparassitari e diserbanti consentiti, nonché sulle dosi di concimi azotati.
In alcuni casi i contributi sono previsti solo per alcune colture(es. Regione Umbria), creando di fatto disparità di trattamento nei confronti degli agricoltori, senza tenere conto che, per opportunità di mercato o di avvicendamento nell'arco del quinquennio di impegno, potrebbe rendersi opportuna una coltivazione che non risulti tra quelle oggetto di contributo (il caso può essere frequente per le colture erbacee, in particolare ortaggi).
Si è evidenziata tra l'altro la questione posta dalle Ditte produttrici di pesticidi per le quali un prodotto chimico autorizzato su una certa coltura non potrebbe essere escluso dal relativo Disciplinare di Produzione.
In sostanza: perché un prodotto si e l'altro no?
L'unica filosofia sostenibile è quella di escludere certi prodotti di sintesi se è sufficiente, nei confronti di una certa avversità, l'impiego di tecniche alternative a minore impatto ambientale o ecocompatibili (la lotta biologica, gli antiparassitari naturali, i principi attivi (tra quelli di sintesi) selettivi nei confronti degli organismi utili e meno tossici per l'uomo, la resistenza varietale, l'avvicendamento, i mezzi meccanici...), aggiornando i Disciplinari delle diverse coltivazioni, in relazione alle innovazioni via via disponibili, attraverso commissioni comprendenti sia Esperti Universitari che di trasferimento applicativo sul campo.
Inoltre l'impegno degli Agricoltori deve essere esteso a TUTTA LA SUPERFICIE AZIENDALE ammissibile al fine di ridurre i rischi di frodi e per agevolare i controlli che si possono così impostare a monte ( sulla contabilità acquisti aziendali) oltre che sull'impiego dei prodotti chimici (quaderno di campagna, analisi dei residui, controlli di campo e di magazzino, ecc.).
Diverse Regioni si sono orientate in tal senso (Emilia Romagna, Lombardia, Lazio, ecc.). Sarebbero quindi le Aziende Integrate (inserite in un albo regionale) e le Aziende Biologiche i naturali destinatari dei contributi del 2078/92, così da favorire una presa di "coscienza culturale" del produttore.
Dovrebbero essere previsti inoltre adeguati SISTEMI DI CERTIFICAZIONE, confezionamento, etichettatura della produzione integrata per garantire il consumatore e permettere così l'effettiva valorizzazione di mercato. Altrimenti si rischiano anni di "Contributi a pioggia", con possibilità di frodi alla CEE, confusioni sul mercato ed ecofurbizie varie a danno ancora una volta degli agricoltori e dei consumatori.
Per i Disciplinari di Produzione si propone inoltre di mettere a punto delle tabelle con dosi massime di concimi azotati consentiti/Ha impegnato e il N° minimo di somministrazioni per aree omogenee (con l'ausilio dell'analisi dei terreni). Le dosi andrebbero ridotte ulteriormente e preferibilmente eliminate nelle aree di interesse naturalistico. Gli azotati di sintesi possono essere sostituiti con sovesci e concimi organici.
DOSI MASSIME DI CONCIMI AZOTATI DI SINTESI AMMESSE (PROPOSTA)
COLTURE |
KG/HA |
N. MINIMO SOMMINISTRAZIONI |
ORTAGGI (per ciclo colturale) FRUTTIFERI VITE OLIVO CEREALI ALTRE COLTURE ANNUALI LEGUMINOSE |
50 Sovesci di leguminose Sovesci di leguminose Sovesci di leguminose 50 50 -- |
2 3 -- -- 2 2 -- |
Dovrebbe essere evitato l'impiego di concimi azotati di sintesi nel periodo autunno-vernino per evitare il dilavamento e la ridotta organizzazione.
La superficie minima aziendale ammessa al contributo è in genere di 0,5 Ha ortaggi, frutteti, vite, olivo, 1 Ha per le altre colture. E' possibile prevedere l'inserimento di superfici aziendali minori se inserite in richieste di cooperative o associazioni di produttori in un'area omogenea (in particolare per le coltivazioni ortofrutticole).
Gli impegni dovrebbero comprendere inoltre:
AGRICOLTURA BIOLOGICA (MISURA A3)
Per quanto concerne l'Agricoltura Biologica la definizione delle norme attuative risulta più semplice essendo la stessa ampiamente regolamentata.
In ogni caso si possono fare alcune osservazioni.
L'Agricoltura Biologica dovrebbe godere di priorità nell'assegnazione di contributi sul totale dei finanziamenti Comunitari previsti a livello Regionale, ipotizzando una graduatoria con in testa le aziende biologiche seguite dalle aziende integrate.
Il contributo/Ha dovrebbe essere superiore (circa il 50% rispetto alla produzione integrata) a parità di colture.
E' opportuno, inoltre, evitare le filosofie "integraliste" e di "nicchia" sul biologico se si vuole che le produzioni divengano un fatto di massa con prezzi accessibili a tutti, anche se questo ovviamente può provocare qualche problema ai pionieri del settore, attualmente privilegiati da un mercato che paga prezzi a volte spropositati grazie allo squilibrio tra domanda ed offerta. E' per questo che i contributi oltre a raggiungere le aziende biologiche attuali devono incentivare la riconversione di nuove aziende e non solo nelle aziende più svantaggiate dell'alta collina o montagna. Vanno incoraggiate le strutture associate per il conferimento e la commercializzazione e trasformazione delle Produzioni Certificate in modo da favorire i produttori oltre che la distribuzione, contribuendo a "calmierare" i prezzi al consumatore. In nord Europa, e non solo, si è fatto molto in tal senso ed alcuni segnali sul mercato fanno pensare al rischio di non competitività ne breve periodo del biologico italiano a causa della carente organizzazione del mercato. Questo è, ovviamente, un invito a superare gli individualismi e per la grande distribuzione a ripensare in tempo le loro politiche sulla qualità, che oggi puntano a marchi di facciata per produzioni integrate molto permissive che generano confusione tra i consumatori. Altrimenti non è difficile prevedere nel futuro italiano un biologico di importazione.
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Infine sarebbe opportuno che le commissioni dell'Unione Europea preposte all'approvazione delle norme attuali del Reg. 2078 delle diverse Regioni, applicassero un metro comune di valutazione. Attualmente alcune Regioni, invece, non prevedono i Disciplinari di Produzione Integrata e ci sono differenze notevoli nei diversi Disciplinari sui prodotti consentiti (ad esempio per alcune regioni è consentito l'uso dei fungicidi ditiocarbammati per altre è vietato, ecc.).Nella Regione Umbria è addirittura previsto l'obbligo di taglio del 30% dei grappoli sulle viti in prossimità della raccolta, al fine di ridurre la produzione, dopo che si è consentita la concimazione azotata e trattamenti chimici antiparassitari viene spontanea una domanda: non doveva il regolamento 2078 abolire i contributi per la distruzione delle eccedenze ? .agli ispettori CEE la risposta.
ATTIVITA' DIMOSTRATIVE E FORMAZIONE (MISURA H)
Le attività dimostrative devono riguardare innovazioni tecniche ecocompatibili, alternative cioè all'impiego dei mezzi chimici di sintesi e inseribili nei Disciplinari di Produzione. E' esclusa pertanto la Lotta Chimica Guidata, ampiamente sperimentata ed applicata se non prevede l'integrazione con mezzi alternativi (Lotta Biologica, Bioinsetticidi, Antiparassitari d'origine naturale, ecc.). Esse devono essere realizzate su colture in produzione commerciale che abbiano le caratteristiche di significatività per dimensione e numero di prove. Vanno attivate inoltre dimostrazioni a carattere aziendale (aziende pilota) e Programmi Territoriali di riconversione dei sistemi convenzionali verso la Produzione Integrata o l'Agricoltura Biologica. La formazione e l'aggiornamento professionale non dovranno riguardare solo gli agricoltori già orientati, ma dovranno rivolgersi anche a coloro che avviano la fase di riconversione.
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