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LINEE
GUIDA AGROECOLOGICHE PER LA REVISIONE DELLE MISURE AGROAMBIENTALI NEL PIANO DI
SVILUPPO RURALE 2000-2006 DELLA REGIONE UMBRIA (REG. UE 1257/99)
Dr. Giuseppe Altieri (Agroecologo)-Ottobre 2000
Priorità
dell'Agricoltura Biologica nel Piano di Sviluppo Rurale e nel Reg. 2078/92
I programmi agroambientali dell'Unione Europea
all'interno dell’Agenda 2000 individuano decisamente il duplice
dell'agricoltura, quale produttrice di alimenti e materie prime, nonché settore
chiave per la tutela ambientale e della salute
dei produttori e dei consumatori. Ne conseguono obiettivi chiari ed
inequivocabili di incentivo prioritario all’Agricoltura Biologica Certificata
e, secondariamente, alla Produzione
Integrata a minimo input chimico.
Non è possibile
pertanto erogare contributi sostanzialmente equivalenti alle aziende che
riducono teoricamente l’impiego di prodotti chimici (con controlli
impossibili, dal momento che non c’è ancora una legge sulla "Ricetta di
prescrizione" per l'acquisto dei pesticidi, né un obbligo di fatturazione
dei prodotti chimici in agricoltura) e alle aziende Biologiche, che sopportano
costi di certificazione e gestione superiori, attuando il massimo beneficio
ambientale con esclusione assoluta di prodotti chimici inquinanti e tossici per
la salute umana, di alimenti
transgenici, ecc.
L'esperienza fallimentare del
precedente Regolamento CEE 2078/92 conferma il rischio di contrazione
dell'agricoltura biologica ai territori marginali, dove tra l'altro si è sempre
fatto un uso limitatissimo della chimica, per lasciare l'agricoltura intensiva
praticamente nelle stesse condizioni. Dalle statistiche risulta addirittura un
incremento continuo del fatturato nazionale di pesticidi in Italia (1998), a
fronte di drastiche riduzioni ottenute da altri paesi Europei (oltre il 50% in
Olanda e nei paesi Scandinavi). In Umbria risulta un incremento delle vendite di
concimi azotati chimici e della presenza di nitrati e diserbanti nelle acque. La
causa va ricercata nei disciplinari di Produzione integrata e di riduzione delle
concimazioni, troppo permissivi.
La semplice riduzione dei concimi e fitofarmaci
(lotta guidata) rispetto ai codici di riferimento della
“buona pratica agricola”, estremamente permissivi sull’impiego di
concimi e fitofarmaci, garantisce il mantenimento di standards produttivi medi
delle coltivazioni e pertanto non giustifica un premio.
Nelle tabelle giustificative dei premi in Umbria non
si tiene conto di quanto suddetto ne tantomeno, dai calcoli risultanti, viene
commisurata una giusta proporzione tra i contributi previsti per la cosiddetta
“produzione integrata” e quelli per l’agricoltura biologica.
E’ necessario ridurre i contributi alla produzione
integrata, e aumentarli all’agricoltura biologica,
premiando gli agricoltori migliori e quelli che "sostituiscono" la
chimica con la lotta biologica (impiego di insetti utili e bioinsetticidi), come
realizzato ad es. su circa 800 Ha di Tabacchicoltura intensiva negli ultimi anni
in Umbria.
Per “Produzione Integrata“ si intende
“priorità assoluta
all’impiego della lotta biologica e altri mezzi ecologici”. Vanno adeguati
pertanto i Disciplinari, con possibilità d’uso della chimica solo con deroga
autorizzata e obbligo di assistenza tecnica, garante del
controllo sulle riduzioni effettive dei pesticidi.
I disciplinari redatti dalle regioni sono quanto meno
anacronistici, non tenendo conto di oltre 20 anni di risultati della ricerca e
sperimentazione applicata sui metodi alternativi di difesa (lotta biologica) e
di gestione delle infestanti (es. macchine strigliatrici avanzate),
oggi disponibili sul mercato.
Per la stesura dei disciplinari le direttive europee
prevedono il coinvolgimento di tutte le competenze presenti sul territorio, con esperienze significative nella
lotta biologica e nell’agricoltura biologica e non una consultazione di
esperti solo parziale. In Umbria ciò non è avvenuto.
Il Piano di Sviluppo Rurale rappresenta lo strumento decisivo per
l'affermazione dei prodotti Umbri e Nazionali nel mercato della qualità
Biologica, unica prospettiva praticabile, nei confronti della globalizzazione
operata dalle multinazionali agrochimiche, per rilanciare l'agricoltura
mediterranea, basata su qualità, tipicità e sanità, alla riconquista del mercato nazionale e internazionale.
Oggi è quanto mai necessario promuovere una nuova
produttività, recuperando e valorizzando la "Cultura della Qualità"
in cui "buono" e "sano" riacquistano insieme l'antico
sapore: uno slogan per l'alimentazione del futuro e un’occasione da non
perdere.
Il prodotto biologico è l’unico con certificazione
di filiera (dal seme alla tavola del consumatore) e garantisce l’assenza di
pesticidi, organismi transgenici, ecc
Tutti sappiamo che il mercato non perdona chi arriva
tardi, ma soprattutto premia i primi e più lungimiranti, in particolare se
hanno dalla loro parte una "vocazionalità" intesa come ambiente
climatico e pedologico, patrimonio genetico, "biodiversità", tipicità
e tradizione agricola tra le più civili e colte. Mai come oggi la natura è
stata dipendente dalla cultura ed è necessario agire con la massima serietà e
competenza. Non c’è più tempo da perdere
Attualmente è vietato il libero scambio
di varietà vegetali non iscritte al registro del Ministero
dell‘Agricoltura, istituito a tutela delle nuove varietà e degli ibridi delle
ditte sementiere.
E' necessario seguire gli esempi di Lazio e Toscana
elaborando una legge a tutela della biodiversità e per la libera circolazione
dei semi delle varietà tradizionali, iscritte in un apposito registro.
La promozione commerciale di varietà locali e
prodotti della tradizione alimentare contribuisce alla riduzione dell'erosione
genetica che mette a rischio le generazioni future.
Moderne tecniche biotecnologiche non invasive (mappatura
genetica) consentono l'individuazione accelerata delle varietà, e l’eventuale
protezione giuridica del germoplasma autoctono.
La salvaguardia dei prodotti tipici non può
prescindere dalla tutela della Biodiversità vegetale e animale del territorio e
dalla Certificazione Biologica di materie prime e processi di trasformazione, che si contrapponga alla
standardizzazione e sterilizzazione dei cibi indotta dai grandi gruppi
Agroalimentari
Trasformazione degli allevamenti intensivi senza
terra di suini, bovini, avicoli in allevamenti su lettiera ed attivazione di
sistemi di compostaggio aziendale e comprensoriale per l'utilizzo agricolo di
liquami trattati e del letame compostato. Riconversione degli allevamenti verso
i sistemi biologici che garantiscono uno spazio adeguato agli animali e la sanità
delle carni, con valorizzazione sul mercato del prodotto certificato a vantaggio
degli allevatori. In tempi di “carni pazze” tutto ciò rappresenta
l’ultima speranza per un settore oramai in ginocchio.
- Formazione e aggiornamento in agricoltura
biologica, per tecnici, agricoltori, funzionari pubblici
- Attività dimostrative di coltivazione biologica
delle principali colture regionali. Si ricorda che solo 4, su 24 attività
dimostrative previste, sono state attivate nell’ambito del Reg. 2078/92
(Misura H), nonostante altre richieste in tal senso avanzate da aziende e
cooperative agricole, che avrebbero dovuto essere di modello per coltivazioni
biologiche e per elaborare i “Disciplinari di produzione integrata”. Si
configura pertanto una omissione con mancato impiego di risorse finanziarie
comunitarie.
- Finanziamento prioritario di strutture associate di
conferimento, e trasformazione di prodotti biologici, per la grande e piccola
distribuzione.
- Campagne
pubblicitarie e promozione commerciale degli alimenti biologici, a partire dalle
mense scolastiche ed ospedaliere.
Sintesi
delle proposte per una vertenza di revisione del Piano di Sviluppo Rurale
1. Abolizione della Misura A1.1. del Reg. 2078/92
(riduzione dei concimi azotati) e nel Piano di Sviluppo Rurale
Tale misura si è verificata controproducente dal
punto di vista agroambientale, e pertantovanno sospense le domande di rinnovo e
i relativi impegni quinquennali a partire dall’annata agraria
1999-2000. Tali impegni compromettono inoltre la disponibilità finanziaria
delle altre misure agroambientali del Piano di Sviluppo Rurale 2000-2006 per
eccesso di domande pregresse, in particolare quelle risalenti al 1999, quando
sono state ampliate ingiustificatamente le aree di applicazione della
misura al di là di quelle ad “Acquiferi
Sensibili”.
Contemporaneo inserimento all’interno del
Regolamento Attuativo regionale della
possibilità di “Variazione” con passaggio ad altra misura groambientale
(Produzione Intergrata, Agricoltura Biologica), così come previsto dal
reg.2078/92, dal Reg. UE 1257/99 , 1750/99 e collegati, in caso di beneficio
agroambientale crescente. Attualmente la regione Umbria non consente il
passaggio dalla riduzione dei concimi all’agricoltura biologica, fatto anomalo
in riferimento alle altre regioni , e contrastante con la filosofia delle norme
comunitarie, e con gli interessi
dei produttori che intendessero riconvertirsi all’agricoltura biologica.Ne
consegue l’abolizione della azione a.1 “Riduzione dell’impiego dei
concimi”(Misura 2.1.2, asse prioritario 2, sottoprogr.2.1, azione a) del Piano
di sviluppo Rurale 2000-2006, pag.120.
L’Umbria è l’unica regione che continua a
mantenere il contributo per la riduzione dei concimi, in maniera non conforme ai
Reg. UE, in quanto tali riduzioni non
sono ”tecnicamente ed
economicamente misurabili” (
non esiste infatti obbligo di fatturazione per le vendite di concimi azotati di
sintesi) e non comportano benefici ambientali,
come attestato dal rapporto ARPA sulla
presenza di nitrati e diserbanti nelle acque che è in continuo aumento
nonostante i contributi 2078.
Da
riduzioni delle concimazione azotate dell’ordine del 30%
rispetto ai parametri di buona pratica agricola, non derivano inoltre
cali significativi delle produzioni, tali
da giustificare un premio agroambientale ( come previsto dalle norme
comunitarie). Appare tecnicamente
incredibile, inoltre, la possibilità di usufruire di contributi per la
riduzione delle concimazioni azotate chimiche sui prati ed erbai di Leguminose
(“azotofissatrici”), laddove le concimazioni azotate risultano inutili e
controproducenti, e una rotazione colturale con leguminose dovrebbe essere
semplicemente obbligatoria nelle
misure agroambientali (Produzione integrata).
Nel
1999 gli impegni assunti di riduzione dei concimi, generalizzati alle aree
agricole al di fuori degli acquiferi sensibili, hanno comportato l’esaurimento delle disponibilità finanziarie
fino al 2003, da quanto si deduce osservando il piano finanziario del P.S.R.
Tali aree d’intervento, tra l’altro, non sono neanche previste all’interno
del Piano di Sviluppo Rurale approvato dalla UE e risultano pertanto
un’anomalia per un solo anno, con ripercussione finanziaria
quinquennale (ponendo inoltre problemi di equità di contribuzione).
2. Apertura dei
bandi per i contributi agroambientali ai
nuovi beneficiari entro il 2000 (annata agraria 1999- 2000) dal momento che
questi contributi sono gli unici obbligatori per gli Stati Membri (e facoltativi
per le aziende), come risulta dal documento “Riforma della PAC: Sviluppo
Rurale” della Commissione Europea Dir. Generale Agricoltura, pag.4 e pertanto
non possono venire escluse aziende biologiche certificate, aventi diritto come
quelle in conversione recente e quelle che intendono sottoscrivere un nuovo
impegno quinquennale, avendo esaurito il regime di aiuti previsto dal Reg.
2078/92. L’eventuale mancata apertura dei bandi Agroambientali anche per il 2000-2001 comporterebbe la
possibilità di usufruire di un solo quinquennio di finanziamenti, senza
possibilità di ulteriori rinnovi quinquennali negli ultimi
anni del Piano di Sviluppo Rurale che permetterebbero agli agricoltori di
usufruire di finanziamenti potenzialmente fino al 2010.
3. Priorità di
contributi per le aziende biologiche, in virtù del beneficio ambientale e occupazionale
superiore alla produzione integrata, con impostazione di una “graduatoria”,
così come previsto dalle Norme Comunitarie, che tenga presente inoltre le aree
prioritarie.(Acquiferi sensibili, Trasimeno; aree Parco).
Nell’ambito delle misure agroambientali, si
propone, in ordine di priorità: Agricoltura biologica in aree prioritarie,
Agricoltura biologica, Produzione Integrata (aree prioritarie), Produzione
Integrata in altre aree.
E’ necessaria inoltre l’esplicita priorità delle
aziende biologiche in tutte le misure di finanziamento previste dal Piano di
Sviluppo Rurale.
4. Adeguamento
dei Piani Finanziari su base annuale, come previsto dal regolamento comunitario, in modo da
dare elasticità al budget del Piano di Sviluppo Rurale, così che economie
riguardanti alcune misure possano essere trasferite su altre misure, in
particolare quelle agroambientali (uniche obbligatorie ai sensi del Reg.
1257/99) su cui è possibile trasferire risorse economiche. E’ in tal senso
possibile una discreta elasticità nella pianificazione finanziaria concertata
con la Comunità Europea (nell’ordine
del 25 %)
.
5. Possibilità
di accedere ai contributi per l’assistenza tecnica da
parte delle singole aziende biologiche e integrate, superando i limiti della
L.R. 41 e dando facoltà ai produttori di scegliere liberamente il tecnico
iscritto all’Albo Professionale degli Agronomi.
L’assistenza tecnica può essere computata come
avviene ad es. nel Lazio con una % sul premio agroambientale (5-10%) e inserita
nelle schede giustificative dei premi stessi. Nel caso della Produzione
Integrata, dal momento che non sussiste obbligo di certificazione, va resa
obbligatoria l’assistenza tecnica al fine di garantire il rispetto dei
disciplinari di produzione e il raggiungimento degli obiettivi di riduzione dei
concimi e fitofarmaci (produzione integrata) attraverso un controllo tecnico
sulla prescrizione ed esecuzione degli interventi.
6. Adeguamento
dei contributi per l’Agricoltura Biologica ai massimali previsti dalla UE, e
giusta proporzione matematica con i premi per la Produzione Integrata,
sulla base delle schede
giustificative allegate al PSR Umbria.
Ad esempio, nella determinazione del premio
per la vite in produzione integrata, viene indicato il diradamento dei
grappoli del 10% quale voce incidente sulla diminuzione dei ricavi (riduzione di
produzione) e sull’incremento dei costi, quando lo stesso obiettivo di
riduzione della produzione si può ottenere eliminando la concimazione azotata
di sintesi (introducendo il sovescio di leguminose, protettivo tra l’altro
verso l’erosione), agendo sulla potatura di produzione e eliminando i
trattamenti anticrittogamici con prodotti di sintesi.
Il diradamento dei grappoli in settembre, tra
l’altro, va considerato come una distruzione di parte del raccolto pendente,
il che contrasta con la filosofia dei programmi agroambientali comunitari che
punta a riduzioni di produzione, contemporaneo miglioramento di qualità, nella
riduzione degli inputs chimici e del conseguente impatto ambientale. Ma ciò che
va sottolineato è che nella pubblicazione dell’ARUSIA e dell’Università
di Perugia ( “Il rinnovamento della viticoltura umbra”, pag . 87 ) si
riferisce testualmente…”Nei vitigni esaminati un diradamento dei grappoli
del 10%, come contemplato dal Reg. 2878/92; eseguito in pre invaiatura, non
determina modificazioni sostanziali né sulla quantità di produzione né sulla
qualità dell’uva”…..
Ed ancora, per il frumento tenero su cui viene commisurato il premio, nel caso della
produzione integrata risulta una perdita di reddito di £ 417.000/ha coperta dal
premio (215 euro/ha), mentre per l’agricoltura biologica risulta una perdita
di reddito di 920.000 £/ha e un
premio inferiore (400 euro/ha), quando è possibile aggiungere in questo caso
alla perdita di reddito un Premio aggiuntivo fino al 20%, per i benefici
ambientali, così da raggiungere il massimale previsto dalla UE di 600 Euro/ha.
Sul Melone,
con il quale viene commisurato il premio per le colture Orticole, non c’è
proporzione tra i premi e le perdite di reddito: Agricoltura Biologica: Perdita di reddito £ 2.500.000 / ha e
premio di 540 Euro /ha; Produzione
integrata: perdita di reddito £
943.000 /ha e premio di 500 Euro /
ha !
Si allega la tabella dei premi proposti in fase di
concertazione tra la Regione Umbria e le Associazioni Ambientaliste,
all’interno della quale è stato inserito il criterio della
“Modulazione del premio
agroambientale per la Produzione integarata”,
con una base minima per la riduzione sensibile dei fitofarmaci e dei
concimi di sintesi ( che non dovrebbe comportare aumenti di costi e/o perdite di
reddito significative, ma solo un beneficio ambientale) e una maggiorazione del
premio del 10% ( tra le 50.000 e le 100.000 £/ha a seconda delle colture), per
ogni intervento fitosanitario biologico
( ai sensi del reg 2092/91 e modifiche), registrato con documento fiscale
(Fattura di acquisto) comprovante, fino a un massimo del 50 % del premio. Ciò
stimolerebbe, l’applicazione di tecniche di difesa ecocompatibili, in genere
più costose (ad es. nella Tabacchicoltura e nella orticoltura),
e l’eventuale passaggio graduale a tecniche biologiche, con realizzazione
dei benefici attesi sulle riduzioni di fitofarmaci, rispettando la facoltatività
di applicazione dei produttori agricoli .E’ possibile ipotizzare diversi
disciplinari di Produzione Integrata, progressivamente più restittivi , a
premio crescente.
Si rammenta che con l’applicazione del reg. 2078
/92, come risulta dall’annuario Agrofarma 1999, in Italia i fatturati di
fitofarmaci sono continuati ad aumentare e le riduzioni di quantità hanno in
realtà interessato solo lo Zolfo, un anticrittogamico ecologico, che
notoriamente si usa a dosi di impiego elevate (35-40 kg /ha) sostituito da
prodotti antioidici di sintesi, i cui principi attivi hanno dosi bassissime di
impiego ad Ha e la cui efficacia tra l’altro risulta inferiore allo zolfo
stesso.
Nella stessa filosofia si inserisce la
maggiorazione del premio agroambientale prevista
nel PSR (20%), in caso di
avvicendamenti con sovesci. L’impiego di sovesci e cover crops invernali, in
caso di precessione alla coltura da rinnovo, rappresenta uno strumento in grado
di prevenire erosione dei terreni e dilavamento dell’azoto nitrico nel periodo
di piovosità e ridotta attività fotosintetica, con conseguente riduzione
dell’inquinamento delle falde e recupero agronomico dell’azoto, fattore
chiave della produttività agricola.
7. In
osservanza al principio di precauzione, inserire una clausola che escluda la
possibilità di accedere ad aiuti previsti
dal P.S.R. per qualsiasi azione sperimentale, di produzione o di
commercializzazione nelle quali sia implicato l’uso di prodotti od organismi
transgenici.
8. Nella misura
2.1.3(t), asse priorit. 2, sottoprogr.2.1, azione b),tipologia di
intervento 4
“miglioramento e salvaguardia
di sistemi idrografici di particolare interesse naturalistico e ambientale
“, pag 143, inserire la precisazione che per
riconversione colturale a fini ambientali si intende
“tecniche di coltivazione biologica “, in quanto l’Arusia ,
beneficiaria della tipologia di azione, può in tali arre di interesse europeo,
quale il Trasimeno, come previsto coprire il 100 % delle spese ammissibili, il
che consente di ipotizzare l’avvio di una fase di riconversione ecologica
all’agricoltura biologica dell’area trasimeno , con indubbi benefici per i
produttori agricoli e i tecnici impegnati a garanzia del sostegno completo per
le popolazioni residenti e per il
turismo..
A tal proposito si allega la “Risposta dell’ufficio
legislativo del Ministero per le Politiche Comunitarie alla Lettera della
Commissione Europea n. D630944 del 07.06.00” riguardante il Lago Trasimeno, che si conclude con
“l’ipotesi di modulare il sostegno comunitario alle coltivazioni effettuate
nel comprensorio del Lago Trasimeno così da favorire quelle meno idrovore ed
inquinanti, che gode il sostegno delle associazioni ambientaliste umbre, non
risulta aver trovato ancora accoglienza dalla Regione Umbria, né dal Ministero
per le Politiche Agricole e Forestali”.
Appare pertinente la proposta delle associazioni
ambientaliste umbre, esplicitata in fase di concertazione, secondo cui vanno
esclusi aiuti per l’irrigazione a pioggia, nonchè per gli invasi collinari e
gli impianti irrigui nelle zone umide, favorendo nel contempo gli impianti
irrigui a goccia, con contributi ad hoc.
9. Inserimento
di rappresentanti nel tavolo di concertazione sulle “norme attuative del PSR
2000-2006 Regione Umbria e del Reg 2078/92”, e di esperti
di comprovato curriculuum, nominati dalla Federazione Umbra dei Dottori
Agronomi, all’interno delle commissioni
preposte all’elaborazione ed aggiornamento dei “Disciplinari di Produzione
Integrata”,
Per l’elaborazione dei disciplinari di Produzione
Integrata dovrà essere rispettato
il criterio del “Comparative Assesment”,
ovvero confrontando tecniche di difesa basate su prodotti chimici di sintesi,
con tecniche alternative tecnicamente ed economicamente disponibili sul mercato
(in genere più costose e, pertanto, giustificanti il premio agroambientale)
e di minor impatto ambientale, inserendo il concetto di priorità di
intervento con mezzi biologici (Difesa fitosanitaria), agronomici ,meccanici (diserbo),
ecc , secondo quanto previsto dalla definizione OILB sulla Produzione Integrata.
Ciò in osservanza del “ Principio di Precauzione del trattato dell’Unione
Europea” , nonché delle norme europee e nazionali sulle registrazioni ed uso
di fitofarmaci di sintesi (Dir. Ue 414 , legge 194 nazionale), che prevedono la
revisione dei fitofarmaci pericolosi per la salute e la revoca di quelli di
accertata dannosità nei confronti dell’uomo, della entomofauna utile,ecc.,
soprattutto in presenza di alternative tecniche.In Olanda e Danimarca tali norme
sono state ampliamente applicate, mentre l’Italia si trova al momento in
procedura di Infrazione sulle norme riguardanti l’impiego dei pesticidi in
agricoltura.
TABELLA F.2 IMPORTI UNITARI DEGLI AIUTI PER AZIONE E PER ZONA |
|||
AZIONI | AIUTI (Euro/Ha) | Maggiorazioni (Euro/ha) | |
Premio zone XX | Premio zone X | ||
A/2 -introduzione o mantenimento dei metodi di
agricoltura integrata
-ortive |
350 |
a-b-h |
|
A/3 - Introduzione o mantenimento dei metodi
dell'agricoltura biologica
-ortive |
540 |
a-c-d |
|
A/4 - Conver. Dei seminativi.i in prati e recupero
o manten. dei pascoli esistenti
Conversione |
300 |
225 |
a |
A/5
- Avvicendamenti colturali
- girasole |
120 |
a |
|
B/1-Costruzione,
Ricostruzione, conservazione di elementi naturali
e paesaggistici
Ricostruzione e
costruz. ex novo |
250 |
188 |
|
B/2 - Cura dei terreni agricoli abbandonati | 300 | 225 | |
B/3 - cost. e/o conser. Di aree di riprod. E di aliment. Della fauna selvatica | 250 | e-f | |
C/1 - Allevamento specie animali in estinzione | 150 |
||
C/2 - Salvaguardia delle specie vegetali a rischio
di erosione genetica
Fruttiferi |
450
|
g |
a:
Azioni collettive (10%)
b:
Uso esclusivo di concimi azotati organici (10%)
c:
Aziende in conversione (10%)
d:
Aziende aderenti al Reg. CE 1804/99 (10%)
e:
Aziende che congelano semi o embrioni (100 EURO)
f:
Aziende che allevano il bestiame secondo il Reg. CE 1804/99 (100 EURO)
g:
Aziende che realizzano nuovi impianti
(50%)
h: 10%, per ogni intervento fitosanitario in cui si sostituisce l'impiego di insetticidi e anticrittogamici di sintesi con tecniche di difesa biologica di cui al reg.CEE n° 2092/91,fino a un massimo del 50%
|
|
|