ALLE PORTE DI NAPOLI, NEL CUORE DEL "MARE NOSTRUM" RIVIVE UNA STORIA MILLENARIA

Un lungo cammino
Home Su Acta Diurna Misenum

 

Home
Acqua per la flotta
Turismo & cultura
Incontri

Home
Su
Acta Diurna
Misenum

 

 

 

 

 

 

L'imperatore Augusto, fondatore della Praetoria Classis Misenenis

 

 

La base navale di Miseno, collocata al centro del Mediterraneo, contrituì ad assicurare a quest'area geografica 350 anni di pace

 

 

La base navale di Miseno era sede della prima legione dell'impero romano: la Prina Legio Auditrix

 

 

Uno fra gli imperatori romani più strettamente legati alla flotta di Miseno fu Lucio Domizio Enobarbo: Nerone. Per i militari della Classis allestì un favoloso Ebeterion nel suo Palatium di Baia

 

 

L'acqua potabile per la flotta imperiale di Miseno veniva dalle sorgenti del Serino, nel Sannio irpino: era portata da un acquedotto lungo 96 chilometri costruito in età augustea

 

 

Le Centum Ceallae (originariamente appartenenti alla villa di Q. Ortensio Ortalo) furono usate come deposito idrico per la flotta in aggiunta alla Piscina Mirabilis

 

 

LATINO VIVO

Le parole, i nomi e le espressioni latine della flotta imperiale di Miseno. Clicca sul disegno per saperne di più....

 

 

Sali a bordo della flotta di Miseno

Visite d'istruzione, lezioni sul campo, percorsi formativi, stages e iniziative culturali

SCRIVI

TELEFONA FederMediterraneo 081-8540000, 081-5795242, 081-8044268, 347-4475322, 338-3224540

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Flotta cosmopolita, sintesi di un Impero mediterraneo

Insieme con quella di Ravenna, costituiva lo "scudo di Roma" sui mari: la Praetoria Classis Misenensis - la flotta più potente dell'Impero Romano che aveva la sua principale base nei bacini interno ed esterno di Miseno - è stata ricostruita, sia pure soltanto sulla carta, da studiosi ed archeologi. Una pazienza certosina, anni di meticolose ricerche e una tenace volontà hanno consentito di schierare, sul tavolo degli appassionati di una storia particolarmente avvincente e suggestiva, i nomi di quasi cinquanta triremi, di nove quadriremi, di undici liburne e persino quelli di alcune imponenti navi ammiraglie della flotta imperiale: la esareme Ops e la pentareme Victoria

"E' dallo studio delle lapidi che siamo riusciti a ricavare il tipo e il nome delle navi romane alla fonda nel porto romano di Miseno", ha spiegato Gianni Race nel sul libro "L'Impero sommerso": "Sono nomi presi dalla mitologia, dalla geografia e dalle virtù cardinali del cittadino romano. Tra le epigrafi esaminate siamo riusciti a distinguere oltre settanta navi, che abbiamo ritrovato in più di una occasione". La documentazione navale romana, per la verità, non è molto ampia, il che ha reso più difficile la ricerca: "L'attenta lettura delle epigrafi dei monumenti votivi e funerari, nonchè dei diplomi, che sono pervenuti numerosi. hanno consentitodi delineare un quadro molto interessante della consistenza della forza navale agli ordini del prefetto di Miseno, braccio destro degli antichi imperatori. Va, comunque, sottolineato che smarrimenti e distruzioni di un numero impressionante di tombe e di lapici ci ha privato di altri preziosissimi elementi, necessari a farci avere un panorama esatto sugli effettivi e sui mezzi di quella che appare essere la più grande flotta militare dell'antichità".

Africani, alessandrini, corsi, frigi, bessi, bitini, cilici, dalmati, egiziani, germanici, greci, italici, libici, macedoni, misenensi, misii, niceani, nocerini, pampilii, pontici, pannoni, sardi: i marinai della flotta di Miseno provenivano da tutte le parti dell'Europa, el Nord Africa e del Medio Oriente bagnate del Mediterraneo. Da ogni parte, quindi, dell'Impero Romano e di questa grande varietà di popoli e di razze rappresentavano anche la sintesi sul piano strategico .

Lo studio delle lapidi rivenute a Miseno, nei Campi Flegrei, a Roma ein Grecia, tuttavia, ha consentito di rubare al mistero che ancora, per molti vrrsi, avvolge la storia della Praetoria Classis Misenensis  un altro segreto: almeno un terzo degli effettivi della flotta imperiale romana  era composto da africani e, in particolare, da egiziani provenienti da Alessandria, la mitica metropoli ellenistica del paese su cui regnarono i Faraoni. Un dato questo che, in precedenza, non veniva dato per scontato e che, in ogni caso, offre lo spunto per utili riflessioni sulla natura e  sugli equilibri dell'organizzazione statale che avevain Roma il suo epicentro e le sue radici su tutti i versanti di quello che allora era chiamato Mare Nostrum.

"Combattendo contro i pirati illirici, Marco Vipsanio Agrippa veva notato che questi disponevano di una nave di carena e vele tonde, dotate di grande mobilità per cui diveniva inafferrabile", ricorda Gianni Race: "Dopo aver catturata la prima di queste nevi, non esitò a copiarne lo schema. Ebbene, la liburna (nave a due ordini di rematori) fu l'arma segreta che permise a Ottaviano la storica vittoria di Azio. Dalle epigrafi ci sono stati tramandati i nomi di una dozzina di liburne , inquadrate nell'armata navale alla fonda nel porto di Miseno". 

"La trireme, invece", aggiunge, "deriva il suo schema da precedenti  modelli greci, sia pure modificati e snelliri. Misurava 40 metri di lunghezza e 5 e mezzo di larghezza e, dallo scafo emerso, sovrastava di un metro di altezza. La sua dislocazione si aggirava tra le 240 e le 250 tonnellate. Aveva un quipaggio di 200 uomini, di cui 156 vogatori e un manipolo di una trentina di milites per l'arrembaggio: una quindicina erano gli ufficiali e i sottoufficiali. Era comandato da un trierarca, probabilmente, le triremi ancorate a Miseno dovettero essere centinaia ".

Dal 1943 al 1945, sui fondali di Miseno, e, nel novembre 1968, al largo della Marina Grande di Bacoli furono localizzate alcune navi romane cariche di anfore. Una draga dell'Arsenale di Napoli, nel 1908, aveva riportato alla luce grosse ancore ripescate proprio nei fondali di Miseno. Il comandante della nave "Guardiano", Oreste Claves, individuò i resti di una trireme e di una liburna. Tentò di recuperarli, ma non riuscì che a ripescare anfore e ancorotti. Sempre nelle acque di Miseno sono state trovate anfore trapezoidali , ceppi di pietra e ceppi di piombo: qualche altro esemplare è stato trovato anche al largo di Punta dell'Epitaffio. Il loro peso varia fra i 150 e i 200 chili. Alcune ancore riportavano impressi i nome di due famose triremi della flotta di Miseno: Ceres e Isis. Va ricordato, a questo proposito che Isis era anche il nome della gigantesca nave di cui lo scrittore romano Luciano parla in un suo romanzo.

La certosina pazienza e la tenacia nella ricerca profusa dallo storico Gianni Race, che ha lavorato per anni sui testi delle epigrafi romane ritrovate in diverse localià, hanno permesso di rimettere insieme una nutrita lista di nomi che fecero parte della flotta imperiale di Miseno, sicuramente assai rappresentativa di quella che fu la realtà quotidiana dell'armata di mare che legò per 5 secoli la sua storia a quella dei due bacini dei Campi Flegrei. 

"Le notizie raccolte", dice lo storico Race, "ci permettono di far sfilare con la fantasia, dinanzi agli occhi degli umini moderni, le unità dell'antica flotta. Mentre i tibicines sdffiano le note marziali della marcia, la parata ha inizio. Sventolano i vessilli, si alzano i pavesi, si odono gli ordini gridati a voce. Le navi hanno gli scafi dipinti di azzurro ceruleo, bianco o rosso. Sono ricche di ornamenti di bronzo, Il rostro si protende minacciosamente dalla prua verso il nemico. Visible e pronto allo scatto è il corvo, la passerella che veniva gettata dalla plancia sulla nave nemica, quando gli arrembatori della legione di Miliscola si recavano all'attacco. Molte delle grandi unità, triremi e quadriremi, fanno mostra di possenti macchine belliche: catapulte, torri e falariche. Otto, in formazione, su una piattaforma, trasportano un terribile ordigno: il sambuco, che fu protagonista della vittoria del console Marcello a Siracusa".

HOME

 

 

 

 

 

 

 

Navigare necesse est, si diceva a quei tempi: l'impero romano riuniva tutti i territori circostanti quello che veniva chiamato Mare Nostrum. La navigazione, pertanto, era indispensabile tanto per i traffici commerciali quanto per la difesa militare. La flotta imperiale di Miseno aveva il compito di tenere sotto controllo l'intero Mediterraneo occidentale. Quella con sede a Ravenna, invece, aveva la responsabilità per il Mediterraneo orientale.

 

 

Marco Vipsanio Agrippa fu l'organizzatore della marina da guerra dell'Impero Romano e il progettista della base navale di Miseno. Gli fu concesso l'onore di cingere la "corona bavale"

 

 

Fra i più celebri ammiragli della flotta imperiale di Miseno va ricordato Gaio Plinio Secondo (detto il vecchio), autore della Naturalis Historia, morto nel 79 d.C. durante l'eruzione del Vesuvio di quell'anno

 

 

Le navi della flotta di Miseno erano costruite e armate nel bacino interno: si muovevano con relativa velocità sull'acqua grazie ad una sapiente velatura e alla forza di migliaia di braccia. Quelle dei rematori imbarcati a bordo di liburne e triremi, di quadriremi, pentaremi ed esaremi.

 

 

Intanto, dalle nebbie di un lontanissimo passato riemergono i nomi delle navi della flotta di Miseno. Ce li restituiscono le lapidi di marmo con le iscrizioni trovate nei Campi Flegrei e a Roma, a Ravenna, in Grecia, in Macedonia.  Sono i nomi di liburne e triremi, di quadriremi e pentaremi. C'è, persino il nome, di una esareme. Si chiamava Ops. Un nome che era tutto un programma. Significava: la forza, la potenza..

 

 

LA PRIMA LEGIO AUDITRIX

Erano i fedelissimi dell'imperatore. Clicca sulla foto 

 

 

..

In barca a MISENUM ogni sabato e domenica dalle 10,30, porticcolo di Capo Miseno

PRENOTA Ass. Misenum  081-5233977, 338-9416639, 338-8911536

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Questo sito web è stato visitato

volte dal 30 gennaio 2003

 Il sito web "La flotta imperiale di Miseno" è una iniziativa della Feder Mediterraneo, organizzazione indipendente non governativa membro della Task Force ONG del Consiglio d'Europa

 FEDER MEDITERRANEO

Via V. Scala 30 is.B/A-21, I - 80128 Napoli

e-mail feder-mediterraneo@libero.it, siti web "Feder Mediterraneo" http://www.feder-mediterraneo.too.it e "Scuola & territorio" http://www.scuola-territorio.too.it.

Copyright © 2003 Franco Nocella